giovedì 3 marzo 2016

Liberato il leader degli studenti Kanhaiya Kumar

Dopo le manifestazioni in tutta l'India contro il governo che aveva ingiustamente accusato e imprigionato il leader degli studenti universitari, ieri Kumar è stato rilasciato... ma la lotta non si ferma



India: rilasciato su cauzione il leader degli studenti accusato di sedizione. Lo avevano “incastrato”

Kanhaiya Kumar è stato rilasciato ieri e i familiari hanno pagato una cauzione di quasi 150 euro. Il giovane vivrà in libertà vigilata per sei mesi. Era stato arrestato per aver intonato cori anti-nazionalisti. Nei giorni scorsi però è stato accertato che alcuni video che lo “incastravano” sono stati manomessi. I suoi sostenitori dicono che in India è a rischio la libertà di espressione.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – L’Alta corte di Delhi ha rilasciato su cauzione Kanhaiya Kumar, il leader studentesco accusato di “sedizione”. Nella serata di ieri i giudici hanno stabilito che lo studente trascorrerà un periodo il libertà vigilata di sei mesi e hanno fissato il prezzo del rilascio a 10mila rupie (circa 150 euro). Il giovane nelle ultime settimane è stato al centro della scena politica in India, provocando un acceso dibattito tra i sostenitori delle politiche nazionaliste del governo di Narendra Modi e quanti sostengono invece la libertà di espressione e la democrazia. Subito dopo il rilascio, la madre ha dichiarato: “Questa è una vittoria. Mio figlio è stato incastrato”.
Kumar era stato arrestato agli inizi di febbraio in seguito ad una manifestazione organizzata dall’Unione studentesca della Jawaharlal Nehru University (Jnu), di cui egli è il leader, per ricordare il terzo anniversario dell’uccisione di Mohammed Afzal Guru. Quest’ultimo è stato impiccato nel 2013 con l’accusa di aver partecipato a un attacco al Parlamento indiano compiuto nel 2001 da separatisti del Kashmir, che lasciarono sul terreno 14 vittime. Guru ha sempre sostenuto la sua innocenza.
La notizia dell’arresto di Kumar ha scatenato le proteste di migliaia di studenti e insegnanti in oltre 40 università indiane, che hanno bloccato le lezioni e sono scesi in piazza in difesa della libertà di pensiero.
Fin dall’inizio la vicenda è apparsa intricata, con i radicali indù che accusavano i manifestanti della Jnu di aver intonato cori anti-nazionalisti. Le proteste hanno assunto un tono violento quando alcuni avvocati hanno malmenato Kumar e dei giornalisti mentre lo studente veniva condotto in tribunale per l’interrogatorio. Ora gli avvocati sono stati sospesi e anche la polizia è sotto accusa per essere rimasta inerme di fronte all’aggressione.
Nei giorni scorsi si è accertato poi che due dei sette video prodotti dalla polizia, in cui si vedrebbero gli studenti intonare i cori, sono stati manomessi. Proprio quei video erano stati usati per incastrare Kumar.
Dati gli ultimi sviluppi, il leader è stato rilasciato ma altri due studenti sono ancora in attesa di giudizio. Il padre di Kumar ha detto: “Mio figlio è stato accusato di sedizione perché i suoi oppositori hanno cospirato contro di lui. Gli ho consigliato di continuare ad essere un buon essere umano e rimanere fedele ai suoi principi”.

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