lunedì 28 marzo 2016

verso la settimana internazionale di azione a sostegno dei prigionieri politici in India e in solidarietà con i prigionieri politici di tutto il mondo - info 347-1102638 csgpindia@gmail.com


Appello per una Settimana Internazionale di Azione 2-9 Aprile 2016
Libertà incondizionata per tutti i prigionieri politici in India!
Solidarietà con tutti i prigionieri politici del mondo!
Stop Green Hunt, stop alla Guerra e agli attacchi aerei contro il popolo!
Sostenere la guerra popolare in India!
In India sono più di 10.000 i prigionieri politici che languiscono nelle carceri. Sono dirigenti, quadri e membri del PCI (maoista) e dell’Esercito Popolare Guerrigliero di liberazione (PLGA), abitanti dei villaggi adivasi che hanno resistito all’evacuazione forzata; contadini che hanno lottato contro i protocolli di intesa firmati da governi e multinazionali per sfruttare il popolo e continuare il saccheggio imperialista delle risorse naturali; attivisti delle minoranze nazionali organizzati contro la minaccia crescente del fascismo indù; intellettuali come il Dr Saibaba, artisti, studenti e membri di altre organizzazioni democratiche, colpevoli di stare dalla parte del popolo a fronte della guerra al popolo scatenata dallo Stato indiano; donne del popolo, femministe unitesi per ribellarsi contro la galoppante escalation di stupri, spesso commessi da forze armate e di polizia e squadre fasciste paramilitari spalleggiate dallo Stato. Nelle prigioni i detenuti subiscono ogni tipo di abuso, torture, negazione della libertà su cauzione, condizioni di vita disumane, trasferimenti arbitrari, aggressioni brutali e le punizioni in isolamento totale, e sempre più spesso le detenute sono violentate.
Nonostante le feroci condizioni di detenzione, i prigionieri resistono e lottano con spirito rivoluzionario e trasformano le oscure galere in cui sono rinchiusi in un fronte di lotta contro l’ascesa del fascismo in India e il regime indiano.
La lotta per la loro liberazione incondizionata è un compito urgente per tutte le forze di solidarietà ed è parte integrante del sostegno, per la vittoria della guerra di liberazione.
Le classi dominanti stanno sempre più trasformando l’intera India in una “prigione dei movimenti popolari”. Le classi dominanti indiane, sotto la guida e con l’assistenza degli imperialisti, hanno lanciato a livello sub-continentale un’offensiva su più fronti e denominata “Operazione Green Hunt”. Si pretende che questa abbia come bersaglio l’eliminazione del movimento maoista, ma in realtà prende di mira e punta a sopprimere ogni autentica rivendicazione democratica del popolo. Migliaia di rivoluzionari, dirigenti e militanti di organizzazioni di massa e democratiche sono stati assassinati, torturati e messi in carcere. Incriminati per false accuse, molti di loro scontano pesanti condanne, in forza delle leggi draconiane adottate dai governi centrali e statali, che marchiano i dirigenti popolari i protagonisti di lotte come “elementi anti-nazionale o terroristi”.
La crisi economica e finanziaria del sistema imperialista continua ad aggravarsi, così come continuano ad intensificarsi le aggressioni imperialiste e le guerre reazionarie. In questa situazione, nell’agenda del governo Braminico fascista del BJP di Modi hanno la massima priorità l’annientamento al più presto della lotta maoista, dei neonati organi politici di potere popolari, i Krantikari Janatana Sarkar (comitati rivoluzionari popolari) e il saccheggio delle ricchezze naturali del paese il più velocemente possibile e a ogni costo. Modi, che è il primo servo delle grandi aziende nazionali ed estere, ha non solo avviato ma anche aggressivamente applicato la terza fase dell'operazione Green Hunt. È in questo contesto che si collocano gli attacchi armati aerei contro le regioni adivasi pianificati dal regime di Modi.
I maoisti indiani fanno appello a tutti i partiti e organizzazioni rivoluzionarie, alle organizzazioni della solidarietà internazionale, alle organizzazioni dei lavoratori, agli intellettuali progressisti e democratici, agli operai contadini, studenti, giovani, artisti, scrittori, scienziati, ambientalisti, insegnanti, a far sentire la loro voce contro la decisione di scatenare attacchi aerei sulle aree abitate in maggioranza da adivasi, a scendere in piazza e protestare. Neanche la più brutale repressione potrà mai fermare la guerra di liberazione delle masse indiane, anzi, questa deve estendere la solidarietà politica e morale con la guerra popolare.
Il Comitato Internazionale Sostegno alla Guerra Popolare in India lancia una Settimana Internazionale di azione in tutto il mondo, dal 2 al 9 aprile 2016.
In questa settimana tutte le iniziative esprimeranno la solidarietà con tutti i prigionieri politici nelle carceri dell’imperialismo e dei regimi reazionari, a sostegno di tutte le lotte per la loro liberazione.
Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare

lunedì 14 marzo 2016

Dal 2 al 9 aprile in Italia settimana internazionale di azione - Libertà incondizionata per tutti i prigionieri politici in India! Materiali, notizie info e contatti csgpindia@gmail.com

Solidarietà con tutti i prigionieri politici del mondo!

Stop Green Hunt, stop la Guerra e gli attacchi aerei contro il popolo!

Sostenere la guerra popolare in India!
In India sono più di 10.000 i prigionieri politici che languiscono nelle carceri. Sono dirigenti, quadri e membri del PCI (maoista) e del dell’Esercito Popolare Guerrigliero di liberazione (PLGA), abitanti dei villaggi adivasi che hanno resistito all’evacuazione forzata; contadini che hanno lottato contro i protocolli di intesa firmati da governi e multinazionali per sfruttare il popolo e continuare il saccheggio imperialista delle risorse naturali; attivisti delle minoranze nazionali organizzati contro la minaccia crescente del fascismo indù; intellettuali come il Dr Saibaba, artisti, studenti e membri di altre organizzazioni democratiche, colpevoli di stare dalla parte del popolo a fronte della guerra al popolo scatenata dallo Stato indiano; donne del popolo, femministe unitesi per ribellarsi contro la galoppante escalation di stupri, spesso commessi da forze armate e di polizia e squadre fasciste paramilitari spalleggiate dallo Stato. Nelle prigioni i detenuti subiscono ogni tipo di abuso, torture, negazione della libertà su cauzione, condizioni di vita disumane, trasferimenti arbitrari, aggressioni brutali e le punizioni in isolamento totale, e sempre più spesso le detenute sono violentate.
Nonostante le feroci condizioni di detenzione, prigionieri resistono e lottano con spirito rivoluzionario e trasformano le oscure galere in cui sono rinchiusi in un fronte di lotta contro l’ascesa del fascismo in India e il regime indiano.
La lotta per la loro liberazione incondizionata è un compito urgente per tutte le forze di solidarietà ed è parte integrante del sostegno, per la vittoria della guerra di liberazione.
Le classi dominanti stanno sempre più trasformando l’intera India in una “prigione dei movimenti popolari”.Le classi dominanti indiane, sotto la guida e con l’assistenza degli imperialisti, hanno lanciato a livello sub-continentale un’offensiva su più fronti e denominata “Operazione Green Hunt”. Si pretende che questa abbia come bersaglio l’eliminazione del movimento maoista, ma in realtà prende di mira e punta a sopprimere ogni autentica rivendicazione democratica del popolo. Migliaia di rivoluzionari, dirigenti e militanti di organizzazioni di massa e democratiche sono stati assassinati, torturati e messi in carcere. Incriminati per false accuse, molti di loro scontano pesanti condanne, in forza delle leggi draconiane adottate dai governi centrali e statali, che marchiano i dirigenti popolari i protagonisti di lotte come “elementi anti-nazionale o terroristi”.
La crisi economica e finanziaria del sistema imperialista continua ad aggravarsi, così come continuano ad intensificarsi le aggressioni imperialiste e le guerre reazionarie. In questa situazione, nell’agenda del governo Braminico fascista del BJP di Modi hanno la massima priorità l’annientamento al più presto della lotta maoista, dei neonati organi politici di potere popolari, i Krantikari Janatana Sarkar (comitati rivoluzionari popolari) e il saccheggio delle ricchezze naturali del paese il più velocemente possibile e a ogni costo. Modi, che è il primo servo delle grandi aziende nazionali ed estere, ha non solo avviato ma anche aggressivo applicato la terza fase dell'operazione Green Hunt. È in questo contesto che si collocano gli attacchi armati aerei contro le regioni adivasi pianificati dal regime di Modi.
I maoisti indiani fanno appello a tutte i partiti e organizzazioni rivoluzionarie, alle organizzazioni della solidarietà internazionale, alle organizzazioni dei lavoratori, agli intellettuali progressisti e democratici, agli operai contadini, studenti, giovani, artisti, scrittori, scienziati, ambientalisti, insegnanti, a far sentire la loro voce contro la decisione di scatenare attacchi aerei sulle aree abitate in maggioranza da adivasi, ascendere in piazza e protestare. Neanche la più brutale repressione potrà mai fermare la guerra di liberazione delle masse indiane, anzi, questa deve estendere la solidarietà politica e morale con la guerra popolare.
Il Comitato Internazionale Sostegno alla Guerra Popolare in India lancia una Settimana Internazionale di azione in tutto il mondo, dal 2 al 9 aprile 2016.
In questa settimana tutte le iniziative esprimeranno la solidarietà con tutti i prigionieri politici nelle carceri dell’imperialismo e dei regimi reazionari, a sostegno di tutte le lotte per la loro liberazione.
International Committee to Support the People’s War in India
csgpindia@gmail.com
   

martedì 8 marzo 2016

8 marzo - un ponte con le donne indiane in lotta e in guerra contro il regime fascista indu di Modi e l'imperialismo - MFPR

International Women's day - support in all women's demostrations in the world CPI(Maoist) call! - MFPR- Italy

Communist Party of India (Maoist) appeal people to join hands to fight strong against the rapes, molestation, fake encounters and violation of human rights,!

Dedichiamo la giornata internazionale dell'8 marzo alla compagna Shruthi del Partito Comunista maoista dell'India, brutalmente torturata e uccisa dal regime fascista di Modi
In questo 8 marzo, giornata internazionale delle donne, in cui tutte le donne del mondo si sentono unite nella lotta contro il capitalismo, l'imperialismo, gli Stati e i governi che usano contro le donne una doppia e feroce oppressione, contro il patriarcalismo e il moderno medioevo fatto di discriminazioni, negazione dei diritti, stupri e violenze sessuali, repressione verso le donne che si ribellano; ma soprattutto si sentono unite nella battaglia rivoluzionaria per conquistare un mondo in cui le donne siano la metà del cielo e la forza fondamentale per trasformare la terra e il cielo, e trovano in questo, forza dalle donne che stanno combattendo sempre più in prima fila nelle guerre popolari di liberazione, noi vogliamo dedicare questo giorno, per tutte le donne che in tante parti del mondo - dal Kurdistan, alla Turchia, dalla Palestina all'Afghanistan, dal Perù alle Filippine, ecc. - stanno combattendo e vengono uccise perchè molto pericolose per padroni e Stati oppressori, alla compagna Shruthi Amar del Partito Comunista Maoista dell'India, brutalmente torturata e uccisa dallo Stato indiano, dal governo del fascista Modi, considerato da tutti i paesi occidentali, compreso il nostro e il governo Renzi, la "più grande democrazia del mondo".

Le torture feroci e la morte di questa compagna mostrano in realtà la paura di uno Stato, in cui vengono ogni giorno stuprate e uccise centinaia di donne, bambine, ma in cui è più avanzata e forte la lotta rivoluzionaria delle donne per l'emancipazione e liberazione dalle doppie, triple catene di oppressione.
Per questo la grande lotta delle compagne e donne indiane non è solo una lotta "per sé" ma una lotta complessiva che chiama a fare i conti con il tipo di società che si vuole costruire, che dà coraggio e insegnamenti a tutte le donne che vogliono ribellarsi.
L'India sta sempre più diventando il simbolo della violenza del sistema imperialista e capitalista e in particolare contro le donne in tutti i suoi aspetti, e oggi con l'avvento del nuovo governo fascista e filo imperialista di Modi, questo processo avanza rapidamente.
In India alle vecchie tradizioni feudali, al tribalismo familiare, l'integralismo religioso nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città si uniscono la ferocia di branco, il nuovo bullismo delle grandi città dove l'imperialismo aggiunge alle vecchie le nuove aberrazioni. Ma sempre più gli stupri vengono perpetrati direttamente da parte dello Stato indiano come arma di repressione soprattutto nelle zone rurali dove è in corso la guerra popolare; gli stupri atroci di contadine, delle donne dei villaggi, delle donne dalit, da parte della polizia e delle forze militari e paramilitari, sono una normalità; gli stupri di gruppo si ripetono nella regione in conflitto, come in questi giorni, col tentativo di mettere a tacere le donne che levano la loro voce contro le ingiustizie e gli stupri; stupri che odiosamente accompagnano sempre le torture contro le compagne maoiste arrestate.
Ma in India le violenze, uccisioni delle donne, in questi ultimi periodi hanno fatto in alcuni Stati esplodere grandissime manifestazioni di massa, in cui la partecipazione delle donne, delle giovani, è stata enorme, 
Moltissime donne, compagne hanno trasformato le violenza subite, le condizioni brutali di vita, la repressione dell'esercito di Stato in impetuoso fattore di ribellione, aderendo alla guerra popolare e oggi costituiscono la maggioranza dei combattenti.
Lo Stato teme la numerosa presenza delle donne nella guerra popolare e cerca di contrastarne con ogni mezzo violento l'adesione e partecipazione.
La natura dell'oppressione di classe e sessuale delle donne è di lunga durata. Ma proprio per questo la guerra popolare di lunga durata attrae e aiuta la partecipazione di molto donne oppresse e questo rende effettivamente la guerra popolare una guerra di massa.
Questo fa di questa guerra di popolo un fenomeno internazionale della lotta di liberazione delle donne. Le donne combattono su due fronti, della lotta di classe e della lotta di genere, ed sono un esempio vivente di come per le donne è necessario portare avanti una rivoluzione nella rivoluzione per affermare il loro cammino e portare una visione generale, per una trasformazione delle condizioni materiali di vita ma anche delle idee.
ONORE ALLA COMPAGNA SHURUTHI
VIVA LA RIVOLUZIONE NELLA RIVOLUZIONE DELLE DONNE MAOISTE
SCATENIAMO LA RIBELLIONE DELLE DONNE COME FORZA PODEROSA DELLA RIVOLUZIONE

lunedì 7 marzo 2016

Sciopero totale in 4 Stati contro le esecuzioni sommarie e prime dure risposte della Guerra Popolare sul campo

Per oggi i maosti del Partito Comunista dell'India (maoista) hanno indetto un bandh, uno sciopero totale in 4 Stati contro le esecuzioni sommarie sia di militanti che di persone innocenti, in finti scontri armati. MA QUANDO GLI SCONTRI SONO VERI è la polizia, è l'esercito con i suoi squadroni della morte che perde di fronte alla Guerra Popolare in corso! Più sotto riportiamo un articolo della stampa borghese online che lo dimostra

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Il portavoce maoista per la regione di Telangana, Jagan, ha condannato lo scontro che ha avuto luogo nel villaggio di Bottem nella regione del Sud Bastar definendolo un falso scontro

Warangal: i maoisti hanno indetto uno sciopero totale (bandh) in Andhra Pradesh, Telangana e Dandakarayna per il 7 marzo in segno di protesta contro l'uccisione di nove Naxaliti in uno scontro con la polizia il 1° marzo in Chhattisgarh. Il portavoce maoista per la regione di Telangana, Jagan, ha condannato lo scontro che ha avuto luogo nel villaggio di Bottem nella regione del Sud Bastar definendolo un falso scontro.
Due Naxaliti del distretto di Warangal sono morti e il funerale si è svolto a Warangal venerdì. In un comunicato stampa distribuito ad operatori dei mezzi di informazione durante il funerale dei maoisti uccisi, Jagan, ha detto che la polizia ha catturato maoisti disarmati, li ha torturati e uccisi con crudeltà. Navatha e Anitha stavano facendo i loro bisogni, mentre Soni, Rami e Deve erano malati. Ha detto che non erano in grado di resistere quando sono stati uccisi dalla polizia. E ha aggiunto che il governo dello stato e quello centrale guidati rispettivamente da K Chandrashekar Rao e dal primo ministro Narendra Modi, hanno lanciato l’'Operazione Red Hunt' come parte della terza fase dell’'Operazione Green Hunt' per eliminare i maoisti.

http://www.thehansindia.com/posts/index/Telangana/2016-03-05/Maoists-call-for-bandh-on-Monday/211487
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Tre uomini della CRPF uccisi, 15 feriti in un attacco anti-Naxalita in Chhattisgarh
 
Tre uomini del commandos della Central Reserve Police Force sono stati uccisi e più di una dozzina feriti dopo molteplici scontri che hanno avuto luogo tra le forze di sicurezza e i Naxaliti nel distretto di Sukma, quello più colpito in assoluto dalla violenza maoista, del Chhattisgarh.
I funzionari hanno detto che mentre due uomini del commando identificati come agenti Linju N e Fateh Singh erano morti ieri per le ferite da proiettile, il loro collega Lakshman Singh è morto oggi.
Almeno altri 15, tra cui il comandante del gruppo CoBRA, P.S. Yadav, e il capo della polizia di stato  del Gruppo di Riserva del Distretto (DRG), sono stati feriti nello scontro che si è concluso questa mattina.
La squadra di pattuglia che è si è trovata sotto il fuoco a mezzogiorno di ieri nella giungla del distretto, è stata portata alla stazione di polizia Kistaram dal luogo dello scontro di Dabbanarka in Sukma questa mattina presto con diversi viaggi degli elicotteri Mi-17, come hanno riferito.
Inoltre hanno detto che l’Ispettore Generale (del Bastar) S. R. P. Kalluri e il sovrintendente di polizia di Sukma D. Shravan sono accampati a Kistaram, a circa 500 km dalla capitale dello stato per monitorare le operazioni.
Gli altri che sono stati colpiti da proiettili e schegge includono l’Assistente Comandante Yogendra, il Sub-ispettore Rajveer Singh, capo agente Santosh, agente Sona Ram e alcuni uomini del DRG.
Lo scontro ha avuto inizio quando i militari dell’unità esclusiva per la guerra nella giungla, CoBRA, (Commando Battalion for Resolute Action - Commando Battaglione Azioni Decisive) della CRPF hanno avuto il primo scambio di fuoco con i maoisti nella giungla della zona del Bastar.
Il battaglione CoBRA è stato impegnato in diverse imboscate e scontri a fuoco a partire dalle 12.30 di ieri e mentre lasciavano la zona, maoisti pesantemente armati li hanno impegnati in sparatorie intermittenti, fino a tarda notte.
"E’ in corso l'operazione per recuperare i soldati (jawans) feriti. Circa 600 militari (della CRPF e forze di Stato) sono stati spinti per andare sul campo", così ha riferito all’agenzia di stampa PTI il direttore generale speciale della polizia (Anti-Naxal Operations) del Chhattisgarh, D M Awasthi.
http://www.thehindu.com/news/national/other-states/three-crpf-men-killed-15-hurt-in-antinaxal-attack-in-chhattisgarh/article8314213.ece

giovedì 3 marzo 2016

Liberato il leader degli studenti Kanhaiya Kumar

Dopo le manifestazioni in tutta l'India contro il governo che aveva ingiustamente accusato e imprigionato il leader degli studenti universitari, ieri Kumar è stato rilasciato... ma la lotta non si ferma



India: rilasciato su cauzione il leader degli studenti accusato di sedizione. Lo avevano “incastrato”

Kanhaiya Kumar è stato rilasciato ieri e i familiari hanno pagato una cauzione di quasi 150 euro. Il giovane vivrà in libertà vigilata per sei mesi. Era stato arrestato per aver intonato cori anti-nazionalisti. Nei giorni scorsi però è stato accertato che alcuni video che lo “incastravano” sono stati manomessi. I suoi sostenitori dicono che in India è a rischio la libertà di espressione.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – L’Alta corte di Delhi ha rilasciato su cauzione Kanhaiya Kumar, il leader studentesco accusato di “sedizione”. Nella serata di ieri i giudici hanno stabilito che lo studente trascorrerà un periodo il libertà vigilata di sei mesi e hanno fissato il prezzo del rilascio a 10mila rupie (circa 150 euro). Il giovane nelle ultime settimane è stato al centro della scena politica in India, provocando un acceso dibattito tra i sostenitori delle politiche nazionaliste del governo di Narendra Modi e quanti sostengono invece la libertà di espressione e la democrazia. Subito dopo il rilascio, la madre ha dichiarato: “Questa è una vittoria. Mio figlio è stato incastrato”.
Kumar era stato arrestato agli inizi di febbraio in seguito ad una manifestazione organizzata dall’Unione studentesca della Jawaharlal Nehru University (Jnu), di cui egli è il leader, per ricordare il terzo anniversario dell’uccisione di Mohammed Afzal Guru. Quest’ultimo è stato impiccato nel 2013 con l’accusa di aver partecipato a un attacco al Parlamento indiano compiuto nel 2001 da separatisti del Kashmir, che lasciarono sul terreno 14 vittime. Guru ha sempre sostenuto la sua innocenza.
La notizia dell’arresto di Kumar ha scatenato le proteste di migliaia di studenti e insegnanti in oltre 40 università indiane, che hanno bloccato le lezioni e sono scesi in piazza in difesa della libertà di pensiero.
Fin dall’inizio la vicenda è apparsa intricata, con i radicali indù che accusavano i manifestanti della Jnu di aver intonato cori anti-nazionalisti. Le proteste hanno assunto un tono violento quando alcuni avvocati hanno malmenato Kumar e dei giornalisti mentre lo studente veniva condotto in tribunale per l’interrogatorio. Ora gli avvocati sono stati sospesi e anche la polizia è sotto accusa per essere rimasta inerme di fronte all’aggressione.
Nei giorni scorsi si è accertato poi che due dei sette video prodotti dalla polizia, in cui si vedrebbero gli studenti intonare i cori, sono stati manomessi. Proprio quei video erano stati usati per incastrare Kumar.
Dati gli ultimi sviluppi, il leader è stato rilasciato ma altri due studenti sono ancora in attesa di giudizio. Il padre di Kumar ha detto: “Mio figlio è stato accusato di sedizione perché i suoi oppositori hanno cospirato contro di lui. Gli ho consigliato di continuare ad essere un buon essere umano e rimanere fedele ai suoi principi”.

http://www.asianews.it/notizie-it/India,-rilasciato-su-cauzione-il-leader-degli-studenti-accusato-di-sedizione.-Lo-avevano-%E2%80%9Cincastrato%E2%80%9D-36844.html

Ma sapete almeno cos'è la sedizione...? Solidarietà agli studenti colpiti dalla repressione

In questi ultimi anni il livello di repressione raggiunto dai governi indiani, e in particolare da quest’ultimo di Narendra Modi, è inimmaginabile e tocca chiunque osi criticare il loro operato: intellettuali democratici, giovani e studenti che si ribellano ad una situazione insostenibile trovano l’esercito o la polizia che provano a fermarli, e vengono prima accusati e poi incarcerati e spesso, come nel caso riportato da una delle maggiori tv, senza uno straccio di prova e toccando il ridicolo anche davanti ai loro tribunali…


Ma sapete almeno cos’è la sedizione, hanno chiesto i giudici alla polizia di Delhi
Pubblicato da icspwi 29 febbraio 2016
New Delhi: L'Alta Corte di Delhi ha criticato la polizia di Delhi oggi, mentre ascoltava la richiesta di libertà su cauzione di Kanhaiya Kumar, lo studente dell’Università JNU arrestato con l'accusa di sedizione. La Corte si è riservata la decisione per il 2 marzo, dopo un'udienza elaborata oggi in cui ha chiesto alla polizia se ciò che il signor Kumar ha fatto giustifica "le grida d’allarme."
Gli sviluppi del caso:
·         La polizia di Delhi ha accettato che non vi era alcun video in cui Kanhaiya Kumar può essere visto gridare slogan e non c'è nessun testimone indipendente. Il governo di Delhi ha sostenuto la sua richiesta di cauzione in tribunale dicendo che non vi è alcuna prova contro di lui e che nessun innocente dovrebbe essere in galera.

·         L’avvocato anziano Kapil Sibal si è presentato per Kanhaiya Kumar e ha sostenuto che non vi era alcuna sedizione. La polizia aveva chiesto una proroga della custodia in carcere del presidente del Sindacato degli Studenti della JNU per interrogarlo ancora, insieme ad altri due studenti, Umar Khalid e Anirban Bhattacharya, che si erano arresi la settimana scorsa.
·         Kanhaiya Kumar è stato arrestato all'inizio di questo mese per il suo presunto ruolo in un evento tenutosi presso la JNU o Jawaharlal Nehru University, il 9 febbraio per celebrare l'anniversario della impiccagione di Afzal Guru condannato per l’attacco al Parlamento, in cui sono stati gridati slogan anti-India.
·         Umar Khalid e Anirban Bhattacharya sono accusati di essere i principali organizzatori della manifestazione. Si arresero martedì scorso.
·         L’avvocato anziano Kapil Sibal, che si presenta per Kanhaiya Kumar, ha sostenuto in tribunale che il rapporto della polizia di Delhi sul caso non dice che lo studente ha gridato slogan anti-nazionali.
·         La polizia dice nella sua relazione che Kanhaiya Kumar si vede in un filmato che mostra un gruppo che grida slogan anti-nazionali durante l'evento su Afzal Guru. Dicono anche che è stato lui che ha “concretamente organizzato” l'evento.
·         Il rapporto della polizia dice anche che alcuni "elementi stranieri" erano presenti durante l'evento e che avevano il volto coperto per nascondere la propria identità.
·         Il signor Kumar si era rivolto in precedenza alla Corte suprema direttamente per la cauzione, dicendo che non si sentiva sicuro di passare per il tribunale di grado inferiore o l’alta corte. La corte superiore gli aveva chiesto di passare prima per l’alta corte e non creare un "pericoloso precedente".
·         E’ stato attaccato quando la polizia lo ha preso per l’interrogatorio presso il tribunale di Patiala. Gli avvocati che lo hanno attaccato sono stati accusati di aver scatenato la violenza presso il tribunale per due giorni.
http://www.ndtv.com/cheat-sheet/jnu-student-kanhaiya-kumars-request-for-bail-in-court-today-10-developments-1282293?pfrom=home-lateststories

Le donne indiane denunciano gli stupri di massa dell'esercito del fascista Modi - MFPR in occasione dell'8 marzo porterà in ogni iniziativa la solidarietà delle donne proletarie italiane e aderirà alla settimana internazionale di sostegno dal 2 al 9 aprile


martedì 1 marzo 2016

Resoconto all'osservatore speciale per le Nazioni Unite sulla recente escalation di violenza controinsurrezionale



A:
Il Relatore Speciale sui Diritti delle Popolazioni Indigene,
Consiglio dei diritti umani
Organizzazione delle Nazioni Unite

Oggetto:
comunicazione riguardo l’escalation di violenza antisovversiva sulle popolazioni indigene in Bastar, Chhattisgarh, India e contro attivisti dei diritti umani, avvocati e giornalisti che operano per i diritti delle popolazioni indigene della suddetta regione.

Egregia Signora,
con la presente vogliamo portare alla vostra attenzione che gli attivisti ei politici indigeni, insieme con difensori dei diritti umani, avvocati e giornalisti sono violentemente attaccati da differenti gruppi nello stato indiano del Chhattisgarh, con il tacito e attiva sostegno a questi attacchi da parte dello stato. Inoltre, Chhattisgarh vive una situazione terribile, paragonabile a quella di molte altre zone militarizzate nel mondo, per la presenza nello stato di una presunta base dei ribelli guerriglieri chiamati naxaliti - che sono per prospettiva e pratica politica sono maoisti - in particolare in un distretto chiamato Bastar.
È importante ricordare che il Chhattisgarh è popolato per più di un terzo da indigeni, gli adivasi, più di qualsiasi altro stato dell’India. Ciononostante questo, lo stato è fortemente insensibile verso i suoi stessi cittadini. I diritti legali, anche quelli fondamentali sanciti dalla Costituzione, come il diritto di riserva (quote) per le cariche pubbliche sono regolarmente trascurati come pure le specifiche regolamentazioni come il Forest Rights Act e il Panchayats Extension to Scheduled Areas Act, istituiti per garantire agli Adivasi i loro diritti su terra e risorse. In nome della lotta al terrorismo contro i naxaliti, le autorità dello stato hanno evacuato con la forza molti Adivasi dai loro villaggi, negando sia la loro diritto alla terra che quello all'autodeterminazione.
Date le ricche risorse minerarie del Chhattisgarh, il governo indiano e il governo dello Stato del Chhattisgarh hanno entrambi espresso, più volte e pubblicamente, la loro intenzione di estendere l'attività industriale nello Stato attraverso la promozione dell’attività di estrazione e di impianti industriali pesanti che ha provocato evacuazione di villaggi, migrazione della manodopera, perdita di identità per la popolazione indigena, ecc. A ciò si affianca il fatto che servizi fondamentali, come acqua potabile, assistenza sanitaria, istruzione, ecc. non hanno mai raggiunto le zone rurali e remote del Chhattisgarh, da cui si chiede alle popolazioni di allontanarsi.
Il Chhattisgarh, pur essendo ricco di risorse naturali, soffre più alto tasso di povertà dell’India, in una proporzione che penalizza prevalentemente Adivasi. In questa situazione, quando la popolazione indigena ha protestato contro le attività di estrazione e industriali e l'assoluta indifferenza verso la vita umana per le popolazioni indigene del Chhattisgarh, lo Stato ha risposto con misure "anti-sovversive" e le leggi anti-terrorismo. Molte operazioni sono state condotte dallo Stato sia in forma attiva che passiva, conosciute con diversi nomi, quali "Operazione Green Hunt", "Salwa Judum" ecc. Alcune operazioni, come la "Salwa Judum", sono state condotte da gruppi di paramilitari, spesso costitutive da minorenni e adolescenti indigeni provenienti di quegli stessi gruppi indigeni che sono sotto attacco.

Lettera aperta del PUDR al responsabile per la giustizia dell'India per un intervento immediato sugli attacchi fisici e i provvedimenti di espulsione nei confronti di attiviste delle donne da parte della polizia e dei gruppi di vigilantes in Chhattisgarh



24 febbraio 2016
Unione Popolare per i Diritti Democratici (PUDR)

Onorevole signore,
Vogliamo attrarre la sua attenzione sul recente incidente dell’attacco fisico contro la dirigente dell’AAP Soni Sori da parte di uomini non identificati presso la città Geedam nella notte del 20 febbraio 2016. Gli aggressori le hanno gettato sul viso una sostanza nera che le ha causato immediatamente ustioni e dolore, per cui ha dovuto essere ricoverata in ospedale. Questo attacco segue i provvedimenti di espulsione contro gli avvocati Shalini Gera e Isha Khandelwal del Jagdalpur Legal Aid Group (JagLag) e il giornalista Malini Subramanium, ai quali è stato notificato l’ordine di trovarsi altro domicilio. Si ha notizia di un simile provvedimento contro Bela Bhatia, ricercatore indipendente e attivista. È palese che questi attacchi fanno parte di una più ampia campagna lanciata congiuntamente dalla polizia e da gruppi di vigilantes sponsorizzati dallo stato quali Samajik Ekta Manch e Naxal Peedit Sangharsh Samiti.
Non c’è dubbio che questi abusi non sono nuovi e che questi incidenti seguono la scia di una lunga storia di intimidazioni contro persone scomode che hanno preso posizione contro lo Stato. Soni Sori ha sperimentato di persona questa storia brutale, e nel febbraio 2014 la corte suprema è già intervenuta sul suo caso, concedendole la libertà su cauzione permanente. Come in passato, questi ultimi attacchi sono parte integrante della strategia dello Stato per mettere a tacere il dissenso, in particolare da quando nel Sud Bastar è in corso un’offensiva accelerata. Negli ultimi sei mesi si sono intensificate le azioni di guerra e il 13 ottobre 2015 è stata impiegata perfino la forza aerea per un raid di 'strafing' -una tecnica di bombardamento aereo -su una specifica area di Bijapur. A dimostrazione del potere assoluto nella regione, le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nei villaggi e arrestato gli abitanti.

Il Partito Comunista dell'India (Maoista) fa appello al popolo ad unirsi per combattere contro gli stupri, molestie, falsi scontri e violazione dei diritti umani



Martedì 23, il Comitato Speciale di Zona Dandakaranya (DSZC) ha diffuso un comunicato che critica fortemente l’attacco contro Soni Sori, attivista per i diritti dei tribali e rappresentante dell’AAP nel Lok Sabha (Camera dei deputati), in cui fa appello agli esponenti pubblici e alle popolazioni locali a dimostrare con forti e intensificate iniziative contro le atrocità del Bastar. Il portavoce Vikalp del DSZC nel comunicato rilasciato ai media afferma "la coraggiosa presa di posizione di Soni Sori contro gli abusi sulle donne da parte delle forze di sicurezza non è andata giù alla polizia e al governo che l’hanno colpita ancora una volta per chiuderle la bocca."
A proposito della visita del primo ministro Narendra Modi, i maoisti affermano che se in occasione della sua prima visita, l'anno scorso, avanzò la proposta di un Salwa Judum II, questa volta, premettendo l’attacco a Sori, vuole inviare il messaggio che chiunque faccia sentire la sua voce contro il governo sarà considerato maoista o simpatizzante, "si tratta di un’assoluta violazione dei diritti umani.". Denunciando gli abusi sulle donne, i falsi scontri e le finte e rese, gli stupri di gruppo che si ripetono nella regione in conflitto, il portavoce afferma che sono tentativi di mettere a tacere chiunque levi la sua voce contro le ingiustizie, perché il mondo non deve conoscere la verità. Accusando i governi centrale e dello stato, le organizzazioni sponsorizzate da RSS e BJP Samajk Ekta Manch, Naxal Pidit Sangh e Salwa Judum II, i maoisti denunciano che gli attacchi e le aggressioni contro il popolo avvengono con la piena complicità della polizia.
Sori è stata colpita perché già nell’ottobre 2015 aveva alzato la voce contro le aggressioni sulle donne da parte delle forze di sicurezza, portando la questione in tribunale con l'aiuto di avvocati e operatori sociali. I maoisti denunciano anche le intimidazioni della polizia contro il giornalista Malini Subramaniam e altri operatori sociali e di aver impedito perfino a un rappresentante della BBC di lavorare nella regione. Il Partito Comunista dell'India (Maoista) fa appello al popolo a unire le forze per combattere contro gli stupri, gli abusi, i falsi scontri e le violazioni dei diritti umani, conclude la nota.