martedì 25 dicembre 2018

I MAOISTI SI ESPANDONO E CONSOLIDANO BASI NEGLI STATI DEL SUD DELL'INDIA... LE PREOCCUPAZIONI DEL GOVERNO AUMENTANO



I Naxaliti seguono le orme di Veerappan per espandere la base al “Confine fra tre Stati”: Kerala, Karnataka, Tamil Nadu
Suhas Munshi | News18.com Aggiornato: 17 dicembre 2018

Nuova Delhi: i Naxaliti sono sul punto di creare un "fronte consolidato" nei Ghati occidentali e per fare questo stanno seguendo le orme del temuto contrabbandiere di legno di sandalo Veerappan.
Secondo un rapporto dell'intelligence, nei Ghati occidentali, dove i quadri [maoisti] di lunga data hanno iniziato a fondare una base circa un decennio fa, "la situazione si sta degradando" fino al punto in cui "in pochi anni il naxalismo avrà un fronte consolidato nei Ghati occidentali e nell’area di confine."
La zona di “confine di tre stati” è composta dalle fitte foreste della regione in cui si incontrano gli stati del Karnataka, del Tamil Nadu e del Kerala.
I Naxaliti si stanno espandendo ad un ritmo allarmante in questa regione per tre ragioni principali.
- Il primo è la natura dell'area che i Naxaliti stanno sfruttando, luoghi che hanno minore penetrazione del governo e di conseguenza la massima insoddisfazione nei confronti dello stato.
La divisione Naxalita che lavora specificamente in questa regione, essendo schiacciata dalle forze [repressive] da tutti i lati nella zona di Bastar, è il Comitato Zonale Speciale dei Ghati Occidentali (WGSZC).


Nelle ultime settimane, afferma il rapporto, "la maggior parte degli avvistamenti di Naxaliti provenivano dai distretti di Wayannad, Mallapuram, Kannur, Kozhikode e Palakkad del Kerala e in termini di indicatori di sviluppo umano questi distretti si trovano in fondo, costituendo quindi un'area prospettica per la crescita e le operazioni naxalite."
- L'altro problema è che i Naxaliti hanno posto le loro basi, come afferma il rapporto, nelle "giungle inesplorate" della regione di confine. Questa è l'area che era sotto il rigido controllo del brigante Veerappan.
Così mentre "la polizia del Tamil Nadu e la polizia del Karnataka hanno avuto un'esperienza di prima mano della giungla nei loro rispettivi Stati a causa del brigante delle foreste Veerappan", il Kerala ha ancora pochissime conoscenze sulla topografia, che ha portato ad una rapida espansione di Naxaliti in questa zona .
Secondo le informazioni di intelligence condivise dai dipartimenti di polizia del Tamil Nadu e del Karnataka con le agenzie centrali, anche i Naxaliti si stanno familiarizzando e addestrandosi con il territorio. L'addestramento armato viene regolarmente svolto nelle fitte giungle di Wayanad.
"Veerappan è stato spesso trovato nella zona della giungla del Tamil Nadu e del Karnataka", osserva il rapporto, "quindi la polizia di Stato è venuta a conoscenza del territorio e della percezione della minaccia della fauna selvatica, avendo condotto operazioni frequenti".
A causa delle frequenti operazioni della Forza anti-naxalita e delle task force speciali del Karnataka e del Tamil Nadu, i naxaliti sono stati costretti a fuggire verso le aree della giungla del Kerala, aggiunge il rapporto dell'Intelligence.
"Ma per il Kerala, le operazioni di rastrellamento sono nuove per loro e richiedono assistenza. Il Kerala ha vaste aree della giungla rimaste inesplorate."
- C'è ancora un altro ostacolo per le forze [repressive] da affrontare al fine di contrastare la crescente influenza dei Naxaliti nell'area del triplo confine: poiché nelle fitte foreste non c'è modo di segnare i confini, sorgono problemi di giurisdizione. Questi problemi possono essere trattati solo con un'agenzia di coordinamento per condurre operazioni anti-Naxalite per tutti e tre gli stati. Tale autorità non esiste finora.
Tutti questi problemi si sono uniti per alimentare le attività dei fronti dei Naxaliti che sono "aumentati considerevolmente" in luoghi come Erode, che si trova nel Tamil Nadu, ma che è vicino sia al Karnataka che al Kerala.
Gli ufficiali superiori affermano che il Kerala è stato identificato come "vulnerabile" a causa della minor quantità di manodopera e di armi inadeguate. Ciò ha indotto i tre Stati a richiedere il dispiegamento di truppe centrali proprio come nella zona di Dandakaranya che comprende parti del Chhattisgarh, Odisha, Telangana e Andhra Pradesh.

https://www.news18.com/news/india/naxals-following-footsteps-of-verappan-to-expand-down-south-1975687.html

sabato 22 dicembre 2018

a Milano avviata la preparazione della settimana internazionale di azione e solidarietà 20/27 gennaio

dopo la buona riuscita del meeting internazionalista del 8 dicembre Milano
i compagni del Comitato si sono subito adoperati per preparare la settimana di mobilitazione convocando tempestivamente una prima riunione

Alla riunione hanno partecipato una parte degli interessati parlando principalmente, della settimana di mobilitazione e del senso di comitati di sostegno gp come "nuovi comitati vietnam"
. Si è stilata una scaletta così articolata: 1) proposta ai compagni del Circolo Itinerante della proiezione del film Chakravyuh per il 20 gennaio, al Ligera o altro posto che i compagni ritengono adatto; 2) proposta/decisione di presidio al consolato, tra il lunedì e giovedì, per i prigionieri politici, Saibaba ecc., e repressione di massa; 3) presentazione/mostra il 25 del libro contro l'operazione Green Hunt del compagno sociologo galiziano; 4) riconvocazione riunione operativa pubblica e larga  per la seconda settimana di gennaio, chiedendo a tutti  contributi, pareri e condivisione per costruireinsieme la settimana di mobilitazione

martedì 18 dicembre 2018

Azioni della guerra popolare contro le mille organizzazioni militari del governo fascista indù


Il vice-ispettore della BSF (Forze di sicurezza di confine) Mahinder Singh è stato ucciso domenica nel distretto di Kanker del Chhattisgarh quando i maoisti hanno fatto saltare in aria esplosivi nascosti mentre i soldati erano di pattuglia; così hanno riferito le autorità.
L'attacco è arrivato un giorno prima della prima fase degli scrutini per l’Assemblea nello Stato e si è verificato in un'area che vedrà l’elezione all'Assemblea di Stato lunedì. Si è trattato del quarto attacco maoista in 16 giorni nel Chhattisgarh.
Il soldato ucciso, un residente del Rajasthan, faceva parte di una squadra della Border Security Force (BSF) che si è imbattuta nel nascosto Improvised Explosive Devises (Congegno esplosivo improvvisato-IED) vicino all’Area boschiva di Koyali Beda.
"Oltre sei IED sono esplosi in una volta sola quando gli uomini della BSF hanno raggiunto l'area. Mahinder Singh ha subito ferite critiche. Fu trasportato in aereo a Raipur, dove i medici lo hanno dichiarato morto", ha detto ai giornalisti il ​​sovrintendente della polizia KL. Dhruva.
Il funzionario ha detto che la squadra della BSF aveva lasciato il campo base di Udanpur sabato mattina, per andare alla ricerca dei maoisti che avevano fatto appello al boicottaggio delle elezioni di lunedì.

venerdì 14 dicembre 2018

L'"OPERAZIONE GREEN HUNT IN INDIA" - Esce finalmente in Italia questo libro - L'8 dicembre a Milano è stato presentato dall'autore nel corso del meeting del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India

Invitiamo tutti a leggerlo e a farlo leggere. Questo libro non è solo di denuncia dell'operazione "Green Hunt" in atto in India, ma analizza le basi culturali, ideologiche, politiche di questa operazione genocida. 
Ci dà strumenti per portare avanti nel nostro paese la conoscenza profonda di quello che sta accadendo in India.


lunedì 10 dicembre 2018

tenuto con successo a Milano il meeting internazionalista convocato dal comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India

presenti compagni di numerosi paesi con interventi e proposte

un resoconto e un comunicato
finale uscirà nei prossimi giorni 


indetta una settimana internazionale di sostegno per il 20/27 gennaio 2018

Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India
csgpindia@gmail.com

lunedì 3 dicembre 2018

Contro l’“Operazione Samadhan” del governo fascista indù di Modi per dare una “soluzione” alla guerra popolare in corso, il PCI (maoista) organizza l’“Operazione Ghamasan”…

Se ne parla al Meeting internazionalista dell’8 dicembre a Milano


Il PCI Maoista annuncia l'“operazione Ghamasan” per contrastare l'“operazione Samadhan” del governo
 6 ottobre 2018
I maoisti nell'India orientale hanno lanciato "l'operazione Ghamasan" per contrastare "l'operazione Samadhan" lanciata dal governo di Narendra Modi l'anno scorso per porre fine all'insurrezione Naxalita che dura da cinquant’anni in varie parti del paese.
Mentre Samadhan significa soluzione, Ghamasan significa fierezza/ferocia. Funzionari di alto rango addetti alla sicurezza che hanno letto il documento maoista appena rilasciato hanno detto che i ribelli dell’ultra-sinistra probabilmente cercheranno di aumentare la violenza per riprendersi dai rovesci subiti negli ultimi anni.
"Abbiamo studiato a fondo la nuova politica (Samadhan) delle forze nostre nemiche e abbiamo elaborato il nostro piano di risposta. 
Ghamasan è la risposta a Samadhan", dice l’opuscolo di 11 pagine, datato 25 giugno e pubblicato dall'Ufficio Regionale Orientale (ERB) del comitato centrale del PCI (maoista) messo al bando.
Ghamasan, proprio come Samadhan, è un acronimo. Nel complesso, l'operazione Ghamasan è incentrata sull'idea di combinare la "lotta armata" con la "mobilitazione di massa" e l'apertura di nuovi fronti di lotta, pur rimanendo focalizzati sull'“auto rettifica”. Sottolinea l'intensificazione della lotta armata armando più persone e aumentando il potere delle armi.
La pubblicazione sollecita studenti, intellettuali, attivisti culturali, lavoratori e contadini a concentrarsi sulla costruzione di un "ampio fronte antifascista" contro il governo della NDA guidato da Narendra Modi e ad accelerare la costruzione di movimenti contro gli sfollamenti forzati.
"Il nostro appello ai membri dei comitati di partito ad ogni livello, dell'Esercito guerrigliero popolare di liberazione e dei Comitati rivoluzionari del popolo (autogoverni dei maoisti dichiarati fuorilegge dal governo) è quello di combattere sulla base della lotta di classe e del diritto all'autodeterminazione del popolo. Il nostro appello alle grandi masse, compresi lavoratori, contadini, studenti, giovani, intellettuali, giornalisti, attivisti culturali e donne è per unire tutte le forze antifasciste", dice la pubblicazione…

dalla stampa borghese indiana online

venerdì 30 novembre 2018

India - Free Ajith, free all political prisoners - manifestazioni che si moltiplicano in India


 
manifestazione per il leader maoista Ajith
Nessun testo alternativo automatico disponibile.

La situazione interna del PCI (Maoista) India - un comunicato del Partito annuncia un cambio nella massima direzione - le ragioni ideologiche - politiche e organizzative saranno spiegate dal Comitato internazionale di Sostegno alla Guerra popolare in India nel Meeting internazionalista dell'8 dicembre a Milano - ore 10 CS micene

Il PCI (maoísta) ha emesso un comunicato il 10 novembre che conferma il cambio nella Direzione del Partito. Il compagno Ganapathi è sostituito dal  compagno Nambala Keshav Rao "Vasavaraju" fino ad ora responsabile della Commissione Militare Centrale

La dichiarazione è firmata dal portavoce del Comitato Centrale compagno Abahy, emessa dopo la 5ª riunione del Comitato Centrale , el Camarada Ganaphaty, seguendo la direttiva approvata nel 2017 

Al meeting India dell'8 dicembre sarà presentato il nuovo libro contenente gli scritti della compagna del PCI (Maoista) Anuradha Ghandy


lunedì 19 novembre 2018

ARRESTATO DI NUOVO DALLA POLIZIA FASCISTA DI MODI IL POETA VARAVARA RAO


Il poeta e intellettuale maoista, di 78 anni, Varavara Rao è stato arrestato dagli organismi repressivi al termine degli arresti domiciliari sabato scorso, ad Hyderabad, per portarlo a Pune con l’accusa di legami con i maoisti.
L’arresto è avvenuto tra grande tensione attorno al suo appartamento di Gandhinagar, dove si sono riuniti tanti simpatizzanti, attivisti dei diritti umani e membri delle organizzazioni per le libertà civili, che hanno gridato slogan contro un “arresto illegale”. “Condanniamo energicamente la brutale repressione contro gli attivisti per i diritti umani e democratici”.
“L’arresto di Varavara Rao è totalmente incostituzionale e illegale”, ha affermato l’attivisto per i diritti civili e avvocato V Raghunath. I membri della famiglia Rao, compreso sua moglie Hemalatha, si sono precipitati quando la polizia di Pune lo ha obbligato a salire su un veicolo.
È evidente che l’accanimento delle autorità reazionarie contro coloro che senza alcuna prova vengono descritti come Naxaliti Urbani legandoli ad un supposto complotto contro il premier Modi.


mercoledì 7 novembre 2018

All'interno di un campo maoista: la "città" nel mezzo di una foresta nello Jharkhand

Sempre più intellettuali e studiosi in India e nel mondo scoprono la Guerra Popolare e la vogliono conoscere meglio e raccontare.  Tanto che il regime fascista di Modi, considera tutti gli intellettuali pericolosi e ha scatenato una “caccia alle streghe” di vecchia memoria per zittire ogni opposizione alle atrocità messe in atto dal suo governo.
Questo che pubblichiamo è uno stralcio di un libro dal titolo “Nightmarch: A Journey into India's Naxal Heartlands”


(Un manifesto della campagna a difesa degli intellettuali accusati o arrestati da Modi come "minaccia per la nazione")
***


India - All'interno di un campo maoista: la "città" nel mezzo di una foresta nello Jharkhand

Nel 2010, Alpa Shah, un professore di antropologia si unì a un plotone Naxalita (maoista) che partì per una marcia di sette notti attraverso 250 km attraverso il Bihar e lo Jharkhand. Un estratto dal suo viaggio.
Dopo un'ora e mezza di cammino, un giovane vestito con un'uniforme verde oliva, con un vecchio fucile a tracolla, apparve tra i cespugli. Dietro di lui c'erano cinque uomini vestiti in modo simile, a diversi metri di distanza. Il primo post di sentinella per la nostra destinazione, sospettavo.
'Lal salaam, lal salaam (saluto rosso, saluto rosso),' li salutammo uno dopo l'altro, mentre ci stringevano le mani e sollevavano i pugni a mezz'aria. L'ultimo soldato indossava una maglietta nera stampata recante la scritta: "Sono inaffidabile, inefficiente, imprevedibile, disorganizzato, indisciplinato, immaturo, ma sono divertente!" Un messaggio in netto contrasto con la linea disciplinata che i soldati avevano formato per salutarci, mi ha fatto sorridere.

sabato 3 novembre 2018

Conte in India, Il viaggio del presidente del consiglio italiano


E' passato pressoché sotto silenzio di gran parte della stampa, della Tv, il recente viaggio di due giorni del presidente del consiglio in India. Chi ne ha scritto ha parlato, però, di una missione importante, “una missione di sistema”.

Una missione che si è mossa su due piani. Quello politico-diplomatico cementato dall'incontro con Modi e quello del Vertice economico chiamato ampollosamente “Tecnology summit”.
A questo summit hanno partecipato ben 145 esponenti italiani a rappresentare 54 aziende tra le più grandi del nostro paese e tutti gli enti e le istituzioni italiane legate agli affari e interessi di queste aziende, prima tra tutte la Confindustria.

Gli investimenti italiani attuali in India sono circa 6 miliardi. Lo scopo della visita governativa è quello di mettersi in sintonia con la politica del governo Modi, che va sotto il nome di “make in India”, inaugurata da Modi nel 2014 e che vuol essere un grande appello alle multinazionali di vario ordine e tipo ad investire in India. Ed era quindi questo il vero obiettivo della visita che ha richiamato le orde fameliche delle multinazionali italiane.

Gli investimenti in India hanno in questa fase un doppio aspetto e si inseriscono nello scenario attuale del ruolo dell'India, nell'assetto imperialista e multipolare del mondo.
Per le imprese italiane è la ricerca di sbocchi di mercato, di profitti e di penetrazione tipica dell'imperialismo; quello che non è esattamente come prima è però il ruolo dell'India che utilizza gli
investimenti imperialisti per far crescere la sua economia, sempre deformata ma ciononostante in grado di far divenire l'India una presenza economica globale.
Non si tratta, vale a dire, del tradizionale “scambio diseguale”.

domenica 21 ottobre 2018

IL POPOLO NON ACCETTA IL FASCISMO!


IL POPOLO NON ACCETTA IL FASCISMO!
UN EVENTO MOLTO SIGNIFICATIVO CONTRO LA MINACCIA DEL FASCISMO

Di Harsh Thakor

Ieri ho avuto il privilegio di partecipare a una convention su "L'emergenza non dichiarata" lanciata dal "Fronte di Mumbai per Salvare la Democrazia" nel centro culturale di Dadar Matunga.
Erano presenti circa 500 persone che hanno condannato gli arresti fascisti dei democratici e la repressione dei movimenti popolari. Ho ascoltato testimonianze di prima mano sulla repressione nel Chattisgarh di Soni Sori, da un attivista Adivasi a Gadricholi e da una lavoratrice dalit della Reliance. Con esempi molti vivi hanno descritto come i sinceri attivisti democratici che facevano lavoro di base sono stati banditi e arrestati come maoisti o naxaliti. Quanto brutalmente la polizia attacca gli Adivasi e gli operai nella loro vita di tutti i giorni.

La lavoratrice della Reliance ha descritto come suo marito, l’unico che si guadagna da vivere, veniva tormentato. Gli oratori hanno illustrato chiarissimamente con esempi concreti come lo stato pianta quotidianamente i chiodi nella bara della soppressione di qualsiasi resistenza della comunità Dalit per la democrazia. Soni Sori ha detto di quanto abbia imparato lei stessa dall’essere stata messa in prigione sulla natura autocratica dello stato. Ho anche ascoltato un discorso molto toccante di Sagar, figlio di Vernon Gonzalves. Ha raccontato come è diventato una persona ancora più forte con l'attacco a suo padre, dopo essere rimasto sconvolto all'inizio e in che modo l'esperienza lo ha rivoluzionato. La manifestazione si è conclusa con una esibizione molto vivace e vivificante di Kabir Kala Manch che ha risuscitato la fiamma della resistenza.

Hanno partecipato circa 40 organizzazioni. È stato incoraggiante assistere alla presenza di così tanti giovani. Erano presenti alcuni attivisti importanti da lungo tempo come Gurbir Singh, Uttam Ghosh, Sunil Dighe, Abhilash Ramchandran. Sanober Keswar, Subodh More, Salim Saboowala, ecc.,  e anche questo è stato positivo.

Questa iniziativa, Convenzione popolare contro l'emergenza non dichiarata, si è tenuta il 12-10-2018 presso il centro culturale Dadar Matunga accanto a Yashwant Natya Mandir, Dadar, nella parte occidentale di Mumbai.

La People's Convention è stata organizzata da Mumbai Rises per Save Democracy, un forum di 40 organizzazioni che hanno lavorato e organizzato persone in diverse aree.

Baljeet Kaur ha chiamato i relatori, i familiari e gli amici sul palco.

KIS KIS KO QAID KAROGE.

"Se il crimine stesso assume autorità e potere, e dà la caccia alle persone, trattenendole come criminali, Ognuno dotato di una bocca che tace, diventa un criminale egli stesso". -Vara Vara Rao, scrittore attivista arrestato.

La guerra popolare continua a colpire


Secondo un resoconto della stampa indiana, tre agenti della Indo-Tibetan Border Police (ITBP – Polizia di frontiera indo-tibetana) sono stati feriti gravemente per lo scoppio di una bomba piazzata dall’EGPL durante un rastrellamento nel distretto di Rajnandgaon nel Chhattisgarh. Il fatto è avvenuto intorno alle 11 del mattino sulle colline vicino le abitazioni di Rajadera e Ramgar. Non si registrano perdite tra i combattenti rossi.

In un’altra azione di un plotone maoista dell’EGPL, sono stati distrutti 9 camion che trasportavano minerale di bauxite, vicino le miniere di Bagdu nel distretto di Lohardaga dove i maoisti avevano fatto appello ad un “bandh” (sciopero generale totale).

sabato 20 ottobre 2018

Boicottaggio elettorale in Telengana - Appello dei maoisti


dalla stampa borghese online

***
I maoisti fanno appello al boicottaggio elettorale

Martedì scorso il partito maoista ha fatto appello al boicottaggio delle elezioni per l'Assemblea del Telangana in programma il 7 dicembre. In una dichiarazione inviata ad alcuni media, il Partito comunista indiano (maoista) ha invitato il popolo a non partecipare a quelle che definiscono elezioni "false" e a lottare per un "Telangana democratico".
Rilasciato a nome del segretario a livello di Stato del Telangana del PCI-Maoista, Haribhushan, la dichiarazione ha messo in discussione le politiche perseguite da tutti i partiti politici.
Preso atto che il Telangana Rashtra Samithi (TRS) al potere non ha rispettato le promesse fatte nelle ultime elezioni dell'Assemblea, ha detto che da allora il risentimento popolare va crescendo. Il primo ministro K. Chandrasekhar Rao ha spinto per elezioni anticipate sciogliendo l'Assemblea nove mesi prima della scadenza del suo mandato.
Haribhushan ha anche accusato il Maha Kutami o la Grande Alleanza e il Fronte di sinistra Bahujan (BLF). Ha detto che nulla si può ottenere con l'unità tra il Partito del Congresso e del Partito Desam Telugu.

mercoledì 3 ottobre 2018

DOCUMENTO SULLA ONDATA DI ARRESTI DEL GOVERNO FASCISTA DI MODI del Partito Comunista dell'India (Maoista)

Condanniamo gli arresti illegali degli attivisti sociali!
Denunciamo le false accuse montate contro di loro!
Costruiamo a livello nazionale un movimento unitario contro il fascismo brahmanico indù!
PCI(Maoista) declaration - unofficial traslation in Italian

Condanniamo gli arresti illegali degli attivisti sociali!
Denunciamo le false accuse montate contro di loro!
Costruiamo a livello nazionale un movimento unito contro il fascismo brahmanico indù!

Dal 6 giugno 2018 con l’accusa di cospirazione per i fatti di Bhima Koregaon, sono iniziati arresti di intellettuali in tutto il paese da parte della polizia di Pune. Furono arrestati allora Sudhir Dawle, Rona Wilson, Surendra Gadling, Shoma Senand Mahesh Raut. Nella seconda ondata di arresti, il 28 agosto, Varavara Rao, Vernon Gonzalves, Arun Ferriera, Gautam Navalakha e Sudha Bhardwaj sono stati prelevati dalle loro abitazioni, imputando anche loro, con la stessa accusa di cospirazione. La polizia ha fatto irruzione anche nelle case dei Prof. Anand Teltumbde (a Goa), K.Satyanarayana, dei giornalisti Kranthi e Kurmanath (Hydeabad) e di padre Stan Swamy (Ranchi). I veri responsabili delle violenze del 1° gennaio 2018 a Bhima Koregaon (Shambhaji Bhide, che Narendra Modi chiama Guruji e Milind Egbote), non sono mai stati toccati dalla polizia di Pune e il governo del Maharashtra e oggi circolano liberi.
Lo stesso giugno, attraverso media compiacenti, la polizia ha iniziato a far circolare l’ipotesi di complotto, affermando di aver recuperato dai portatili di Rona Wilson e altre lettere compromettenti e che ne provavano la partecipazione a un complotto con i maoisti per assassinare il primo ministro, Narendra Modi e fare guerra allo stato indiano.
Molti onesti intellettuali e perfino alcuni ex-ufficiali di polizia e giudici in pensione hanno denunciato la natura fabbricata delle lettere e, analizzandole, hanno concluso che non potevano che essere prove fabbricate. Hanno spiegato come nel nostro "modus operandi" e nel partito, un partito clandestino, non c'è traccia di uso di lettere e email di quel tipo, né tanto meno l'uso di nomi originali per operazioni militari o logistiche. Dunque, l’accusa contro questi intellettuali per un presunto complotto per uccidere Narendra Modi è una delle più grandi frodi propinate al popolo dell'India. Stanno cercando di mettere a tacere le voci vive del dissenso, con gli agguati mortali contro persone come Dabholkar, Pansare, Kalburgi, Gauri Lankesh, il tentato assassinio di Omar Khalid, la condanna di attivisti come GN Sai Baba e gli altri, Murugan, Chandrasekhar, Azad Ravan e infine con l'attuale ondata di arresti e incriminazioni per UAPA e leggi anti-sedizione. In realtà, è questa da parte dello Stato la vera cospirazione. Qualsiasi osservatore critico del nostro movimento confermerà che sono le nostre forze guerrigliere clandestine a essere impegnate in operazioni militari. Non può esserci alcun ruolo per attivisti come quelli che sono stati arrestati.
Tutti questi intellettuali, dal dott. Vinayak Sen e Sony Sori a Saibaba e Varavara Rao, Sudha Bharadwaj e gli altri sono attivisti per i diritti democratici e intellettuali rivoluzionari che hanno dedicato la vita a difendere i diritti degli oppressi - dalit, Adivasi, minoranze, donne, lavoratori, contadini - e il loro diritto di organizzarsi e mobilitarsi per i propri diritti. È questo attivismo che l'attuale regime fascista di Modi e Shah vuole fermare.
Il regime fascista BJP/RSS di Modi e Amith Shah sta in realtà affrontando una grave caduta di credibilità e crisi economica, politica e sociale. Le promesse elettorali di Modi di sradicare la corruzione, la disoccupazione, di raddoppiare il reddito degli agricoltori, ecc. sono cadute miseramente. Il favoritismo, il capitalismo clientelare e la corruzione che coinvolge gli Ambani e Adani, i Modi e Mallya ecc. sono sotto gli occhi di tutti. La demonetizzazione, la GST e altre politiche filo-imperialiste hanno avuto effetti devastanti sull'economia indiana e hanno portato alla chiusura di piccole e medie industrie e a un'enorme disoccupazione. Gli attacchi delle squadracce Hindutva contro Dalith, Adivasi, donne, intellettuali progressisti come Dabholkar, Gauri Lankesh e altri stanno dando origine a una nuova polarizzazione e schieramento contro queste forze fasciste.
È in questo contesto che il regime Modi-Shah ricorre alla carcerazione e all'intimidazione degli attivisti per i diritti democratici e degli intellettuali rivoluzionari

Per
·         - Impedire il rafforzamento dell’unità tra Dalit, minoranze e movimento rivoluzionario che si è espressa nella mobilitazione del Bhima Koregaon e nell’appello "Nayee peeshvaayi - Nahee chalegi"
·         - Distrarre l'attenzione del popolo dai veri problemi, il capitalismo clientelare, la corruzione, la disoccupazione, i prezzi alle stelle di carburante e altri beni primari, agitando lo spauracchio del naxalismo urbano, accanto al falso patriottismo, al pericolo pakistano ecc.
·         - Intensificare ulteriormente la Operazione Green Hunt lanciata dal regime del Congresso, con l’uso di bombardamenti aerei, l’ulteriore dispiegamento di forze militari e para-militari in Dandakaranya, Jharkhand e Odisha. I massacri e la feroce repressione contro gli Adivasi si sta moltiplicando di intensità. Lo stato vuole impedire qualsiasi movimento di solidarietà dall’esterno di queste aree. Gli attivisti arrestati sono stati tra quelli in prima linea nella denuncia della feroce repressione e attacchi dello Stato.
·        -  Sollevando lo spauracchio del naxalismo urbano e marchiando ogni movimento popolare contro le grandi aziende, le politiche antipopolari del governo come ispirate e sostenute dai naxaliti, lo Stato vuole reprimere qualsiasi movimento. Negli ultimi tempi lo abbiamo assistito con la lotta Thuthikudi, il movimento di Pathal Gadi, ecc. L'arresto degli attivisti è un monito per tutti gli elementi di spicco di questi movimenti.

Gli arresti e i soprusi contro ottantenni come padre Stan Swamy e Varavararao mostrano in piena evidenza la disperazione dello stato e che i suoi reali obiettivi sono quelli appena detti.
È sempre più necessario combattere le forze fasciste una per una. Ci congratuliamo con tutte le forze democratiche che denunciamo le nefande attività dello stato e in particolare della triade Modi-Shah-RSS.
Facciamo appello a tutte le forze democratiche e rivoluzionarie, agli operai, contadini, dalit, adivasi, minoranze e donne ad unirsi per combattere e sconfiggere queste forze fasciste brahminiche Hindutva.

Abhay,
portavoce,
Comitato Centrale - PCI (Maoista)

martedì 2 ottobre 2018

Nella 'settimana del Partito' appello del PCI (Maoista) ai giovani a entrare nelle fila dell'Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione


Secondo fonti della stampa indiana, nei distretti di Latehar, Saranda e Giridh sono apparsi numerosi manifesti e scritte del PCI (maoista) che fanno appello alla gioventù ad unirsi alle file dell’Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione.
I maoisti stanno celebrando la Settimana del Partito, dal 22 al 28 settembre, che festeggia la fondazione del PCI (maoista).

Il regime fascista indù, liberticida e genocida condanna due combattenti dell’EGPL e del PCI(Maoista) a morte! importante la mobilitazione internazionale per fermare la mano assassina del regime


New Delhi, 26.09.18

Due combattenti dell’Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione e membri del Partito Comunista dell’India (maoista) sono stati condannati a  morte da un tribunale del distretto di Dumka, come riporta un articolo dell’agenzia IANS.
I compagni Praveer (Sukhlal Murmu) e Sanata Baski (Tala Da) sono stati dichiarati colpevoli per la partecipazione alla morte in una imboscata di 6 membri dei corpi repressivi nel Jharkhand nel 2013.
Altri 5 accusati per questi fatti sono stati dichiarati innocenti da questo tribunale lo scorso 6 settembre.

Se il dissenso viene assimilato al 'naxalismo' - siamo tutti naxaliti!


martedì 11 settembre 2018

La repressione alimenta la ribellione...

India: i maoisti si stanno diffondendo in più distretti: rapporto dell'intelligence
8 settembre 2018

Il Western Ghats Special Zonal Committee (WGSZC – Comitato Speciale di Zona dei Gati Occidentali) del PCI (Maoista) ha progressivamente aumentato la forza della sua ala armata, il People's Liberation Guerrilla Army (PLGA – Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione) in cinque distretti dello stato, secondo un rapporto dell'intelligence della squadra anti-naxalita (antimaoista) della polizia di stato.
Il rapporto presentato al governo dice che c'è stato un allarmante aumento del numero di membri del PLGA che si spostano in queste regioni dopo la morte di leader anziani del partito avvenuta in uno scontro nella foresta di Nilambur due anni fa. Circa 45 membri del PLGA – riferisce il rapporto - hanno partecipato a un programma di commemorazione dei martiri tenutosi al confine della foresta di Wayanad-Kozhikode nell'ultima settimana di agosto.
L'incontro, al quale hanno partecipato membri del comitato centrale del partito e membri del comitato
speciale zonale del Dandakaranya (DKSZC), ha deciso di rafforzare cinque comitati di sezione a Kannur, Kozhikode, Palakkad, Wayanad e Malappuram. La squadra ha già confermato la presenza dei leader maoisti Danish, Ganesh e Prasanna nella foresta di Nilambur la scorsa settimana.
Ci si aspettava che la morte del membro del comitato centrale del partito Kuppu Devraj e della sua assistente Ajitha, in uno scontro con la polizia il 24 novembre 2016 a Nilambur sarebbe stata una grave battuta d'arresto per le attività delle forze naxalite nella regione. Ma l'ultimo rapporto sottolinea che il numero di membri del PLGA in Kerala è stato aumentato da 25-28 a 45, mentre un gruppo di persone non identificate, compresi i quadri degli stati del Nord dell'India, si sono aggiunti al gruppo di recente, con l'obiettivo di aumentare le attività in tri-junction (confine di tre Stati) di Kerala, Tamil Nadu e Karnataka.
Secondo fonti della squadra anti-naxalita, solo i quadri del Kerala, del Karnataka e del Tamil Nadu hanno lavorato per il gruppo nella regione in precedenza, ma la presenza di quadri di Andhra Pradesh, Chhattisgarh e Jharkhand nelle foreste del Kerala è causa di una grave preoccupazione per le forze di sicurezza.
Nel frattempo, manifesti apparsi in nome del PCI (Maoista) in varie parti della zona rurale di Kozhikode incolpano il governo statale per il recente disastro provocato dalle inondazioni. Un manifesto apparso nel nome del comitato di area di Kabani del partito sostiene che il governo, che aveva ricevuto un adeguato avvertimento sulle forti piogge e inondazioni, ha miseramente fallito nel prendere misure adeguate per evacuare le popolazioni in tempo.

https://timesofindia.indiatimes.com/city/kochi/maoists-spreading-to-more-districts-intelligence-report/articleshow/65728370.cms

sabato 1 settembre 2018

SCARCERATI GLI ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI ARRESTATI DAL GOVERNO MODI - Articolo del Manifesto

L’INDIA E IL FANTASMA DELL’EMERGENCY
La Corte suprema libera gli attivisti arrestati
                                                                 Varavara Rao
“Il dissenso è la valvola di sfogo della democrazia. Se si proibisce il dissenso, allora la pentola a pressione può esplodere”. Così, ieri, il giudice della Corte suprema indiana D.Y. Chandrachud ha sintetizzato in un’udienza speciale l’intervento della massima corte indiana a difesa dei cinque attivisti per i diritti umani arrestati martedì per ordine delle autorità del Maharashtra.
ACCOGLIENDO la petizione lanciata da un nutrito gruppo di intellettuali indiani, la Corte suprema ha sospeso la traduzione in carcere degli attivisti in favore dei domiciliari fino al prossimo 6 settembre, quando il governo del Maharashtra e la polizia di Pune dovranno presentarsi in aula e chiarire una volta per tutte la natura delle accuse mosse contro Sudha Bharadwaj, Gautam Navlakha, Vernon Gonsalves, Arun Ferreira e Varavara Rao.
L’ipotesi degli inquirenti, ovvero che i cinque avessero incoraggiato gli scontri intercomunitari tra dalit e marathi dell’inizio dell’anno, sembra già scricchiolare in assenza di prove concrete a carico degli accusati. Un copione che ricalca l’assurda vicenda di altri cinque attivisti per i diritti umani dei carcerati, dei dalit, dei tribali indiani – “adivasi” -  e di chi lotta per la salvaguardia dell’ambiente in India, arrestati con la medesima accusa il 6 giugno. I cinque, inizialmente accusati di incitazione all’odio intercastale in quanto “maoisti”, in mancanza di prove a sostegno dell’accusa si sono visti costretti a rispondere dell’accusa di complotto ai danni del primo ministro Narendra Modi, obiettivo – secondo le autorità del Maharashtra – di un attentato “alla Rajiv Gandhi” in via di definizione (Rajiv Gandhi, primo ministro e figlio di Indira Gandhi, fu assassinato nel 1991 dalle Tigri del Tamil).
A SOSTEGNO di questa tesi, nei mesi scorsi, emersero alcune lettere in cui la trama dell’attentato si dipanava con dovizia di dettagli circa reperimento dei fondi necessari e collegamenti tra varie anime del terrorismo nazionale e transnazionale. Le lettere, arrivate chissà come nelle redazioni dei principali telegiornali pro governo Modi e ampiamente discusse in prime time senza contraddittorio, secondo gli accusati sono documenti falsificati per screditare chi si oppone al governo. L’arresto degli attivisti ha scosso la comunità dei progressisti indiani, che si sono subito mobilitati per tenere alta l’attenzione sul caso.
Arundhati Roy, scrittrice e attivista, in un’intervista al quotidiano The Hindu ha dichiarato: “Ciò che sta succedendo è causato dalla volontà di liberarsi della democrazia e trasformare questo Paese in uno Stato hindu. Oggi, potenzialmente, la faccenda è più seria che ai tempi dell’Emergency. Oggi è lo stesso Stato a incoraggiare problemi di ordine pubblico con le minoranze, con i dalit, i cristiani, i musulmani, con le persone di sinistra, con chiunque dissenta, attraverso i propri lacchè nei media, i propri vigilantes assassini e chi diffonde parole d’odio. Chiunque non è d’accordo con una particolare ideologia viene criminalizzato, incarcerato o assassinato da oscuri killer di destra”.
ROY NON E’ LA PRIMA a fare riferimento agli anni dell’Emergency, quando l’allora prima ministra Indira Gandhi, tra il i1975 e il 1977, sospese i diritti civili imponendo una dittatura di 21 mesi, arrestando decine di migliaia di oppositori. Secondo molti attivisti indiani, il fantasma dell’Emergency - o di una “Emergency non dichiarata”, cioè senza sospensione dei lavori del parlamento – già aleggia sulla più popolosa democrazia del mondo.
Secondo Roy, gli arresti simultanei degli attivisti mostrano “la paura del governo di perdere il proprio mandato, una paura che li sta mandando nel panico”. Le prossime elezioni nazionali si terranno in India nella prima metà del 2019.

Il Manifesto 30 agosto 2018

venerdì 31 agosto 2018

Arundhati Roy reagisce al terrore di Stato messo in atto dal governo fascista indù di Modi

“Tanto vicino a una dichiarazione di un'emergenza come mai c’è stata prima”: Arundhati Roy reagisce ai raid

'PERCHE' I RAIDS SI FANNO NELLE CASE DI AVVOCATI, POETI, SCRITTORI, ATTIVISTI DI DALIT E INTELLETTUALI E NON QUELLI CHE ORGANIZZANO I LINCIAGGI DI MASSA?'

La scrittrice e attivista Arundhati Roy ha reagito martedì alle notizie dei raid della polizia nelle case di attivisti per i diritti umani in diverse città in tutto il paese. "È il più vicino possibile alla dichiarazione di un'emergenza che mai ci sia stata", ha detto l'autrice vincitrice del Booker.
Martedì mattina, squadre della polizia di Pune hanno fatto irruzione nelle case degli attivisti a Mumbai, Ranchi, Hyderabad, Delhi, Faridabad e Goa. Tra quelli le cui case sono state perquisite sono Vernon Gonsalves e Arun Ferreira a Mumbai, Gautam Navlakha a Nuova Delhi, Sudha Bharadwaj a Faridabad e Stan Swamy a Ranchi. Ad Hyderabad sono stati segnalati raid dalle case di Varavara Rao e dei suoi familiari, e da altri due attivisti, Kranti e Naseem. In Goa, la casa della studiosa di Dalit, Anand Teltumbde, è stata perquisita in sua assenza. Secondo quanto riferito, la polizia ha preso le chiavi alla guardia di sicurezza ed è entrata.
Alcuni di questi attivisti sono stati arrestati dalla polizia. Si dice che i raid siano collegati alle indagini su un incontro pubblico organizzato giorni prima che la violenza legata alla casta scoppiasse a Bhima Koregaon, vicino a Pune, il 1° gennaio.
Reagendo a queste incursioni e detenzioni, Roy ha detto che chiunque si esprima per la giustizia o contro la maggioranza indù viene trasformato in un criminale.
"Che i raid si svolgono nelle case di avvocati, poeti, scrittori, attivisti per i diritti dei Dalit e intellettuali - invece di quelli che organizzano linciaggi e omicidi in pieno giorno ci dice molto chiaramente dove sta andando l'India", ha aggiunto.
"Quello che sta accadendo è assolutamente pericoloso", ha detto. "È in preparazione delle prossime elezioni. Non possiamo permettere che questo accada. Dobbiamo unirci tutti insieme. Altrimenti perderemo ogni libertà che amiamo."
tratto da scroll.in

martedì 28 agosto 2018

Terrorismo di stato in India - attacco alle case di attivisti, intellettuali, docenti universitari, avvocati, scrittori, preti e numerosi altri attivisti dei dirittti umani

Guerra giudiziaria ai diritti democratici
"Stamattina squadre di polizia di diversi Stati hanno eseguito perquisizioni simultanee nelle abitazioni di diverse persone a Mumbai, Delhi, Ranchi, Goa e Hyderabad, tra cui attivisti, religiosi, scrittori e avvocati. L’avvocata Sudha Bharadwaj, la cui abitazione è stata perquisita, è stata presa in custodia. Tra le perquisizioni eseguite, secondo le nostre fonti, ci sono quelle nelle abitazioni di Susan Abraham, Vernon Gonsalves, Arun Ferreira, Kranthi Tekula, Varavara Rao, padre Stan Swamy, Anand Teltumbde e Gautam Navlakha. Un parente di Varavara Rao ha confermato che anche la casa di sua figlia Anala e del genero KV Kurmanath sono state perquisite, e un parente della Abraham ha detto: ‘Susan e Arun sono accusati di aver avuto un ruolo nelle violenze dello scorso gennaio a Bhima-Koregaon’. In Nagpur sono stati arrestati anche l'avvocato attivista dei diritti umani Surendra Gadling, l’attivista per i diritti dei Dalit e giornalista Sudhir Dhawale, l'ex consigliere del Primo Ministro per lo sviluppo rurale Mahesh Raut, Rona Wilson e Shoma Sen, professore associato della Nagpur University.
Le irruzioni sono iniziate martedì mattina e proseguono mentre scriviamo. Secondo le nostre fonti, da alcune residenze sono stati sequestrati laptop, telefoni e altro materiale. È parte dell’operazione anche la quadra della stazione di polizia di Vishrambag, Pune, che sta indagando sulle violenze a Bhima-Koregaon. Non si ha conferma sul motivo per cui siano state eseguite simultaneamente irruzioni su così larga scala."
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"Da varie parti pervengono notizie che di irruzioni simultanee della polizia nelle abitazioni di attivisti a Hyderabad, Mumbai, Delhi, Goa e Ranchi. Finora, ci sono state irrruzioni nelle case di Arun Ferreira, Vernon Gonsalves, Kranthi Tekula, KV Kurmanath, Gautam Navlakha, Susan Abraham, Varavara Rao, K Satyanarayana, professore della EFLU, Stan Swamy, Kaasim (Associazione degli scrittori rivoluzionari-ViRaSam) e Anand Teltumbde. A quanto pare, si sta preparando un altro proclama su una ‘cellula maoista distrutta’". ~ Gutta Rohith
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IL GOVERNO MODI MOSTRA I MUSCOLI PERQUISENDO I PRINCIPALI ATTIVISTI DEI DIRITTI UMANI NEL PAESE' (di Kavita Srivastava)
A Partire dalle 6 di questa mattina la polizia del Maharastra ha fatto irruzione e perquisito l’abitazione di padre Stan Swamy, a Ranchi. Al termine della perquisizione sono stati confiscati diversi oggetti, quali computer, portatili, CD, documenti e libri. Il religioso è stato anche interrogato su alcune organizzazioni in Maharasthtra.
Ho appena ricevuto notizia che i poliziotti di Pune stanno facendo simultaneamente irruzione nelle residenze di Arun Ferreira e Susan Abraham e Vernon Gonsalves, a Mumbai, di Gautam Navlakha a Delhi e di Anand Teltumbde a Goa. A Hyderabad, vengono perquisite anche le abitazioni di Varavara Rao, della figlia sua e di Kranthi Tekula, Anala, del giornalista Kurmanath. Tutto parte della montatura sui fatto di Bhima-Koregaon.
Non riuscirete a far tacere nessuno di noi.
Non riuscirete a schiacciarci.
Per quanto ci proviate.

domenica 29 luglio 2018

Comincia la settimana dei martiri - Sahid Saptah

Ieri i maoisti hanno rilasciato un audio chiedento agli abitanti dei villaggi di osservare la Settimana dei Martiri (Sahid Saptah) – dal 28 luglio al 3 agosto – per commemorare i quadri del partito uccisi dalle forze di sicurezza dello stato.


Si terranno manifestazioni culturali, incontri e momenti di aggregazione da parte dei maositi durante tutta la settimana.

Diversi servizi pulmann del Governo sono stati fermati oggi a Malkangiri in occasione della Settimana.


Un manifesto maoista è stato trovato vicino Midiapanga - controllata dalla polizia di Baliguda nel distretto di Kandhamal - che chiede agli abitanti dei villaggi di unirsi all'Esercito Popolare Gerrigliero di Liberazione (People’s Liberation Guerrilla Army -PLGA) contro l'operazione ‘Green Hunt’.

Altri posters and striscioni sono stati affissi anche vicino Sohela nel distretto di Bargarh e a Chitrakonda nel distretto di Malkangiri di invito al popolo ad osservare la Settimana dei Martiri dei maoisti.
Sources/images: OdishaTV, OdishaSunTimes

martedì 24 luglio 2018

Manifesti del PCI (maoista) trovati nel distretto di Malkangiri denunciano la polizia locale perché spinge alla coltivazione di canapa


Malkangiri: Dopo alcuni giorni la paura del rosso si è diffusa di nuovo nel blocco di Chitrakonda nel distretto di Malkangiri domenica, dopo che un certo numero di manifesti maoisti sono riapparsi in luoghi diversi.

I poster sono stati visti nei villaggi di Papluru e Kurmanur da alcuni locali al mattino, che hanno chiamato e informato la polizia.
I manifesti pubblicati in nome del PCI (maoista), considerato bandito dal governo, protestavano con veemenza contro la coltivazione di canapa nel distretto. Accusano la polizia di Malkangiri di sostenere segretamente i coltivatori di canapa nel distretto; i ribelli attraverso i loro manifesti hanno avvertito la polizia di terribili conseguenze nel caso in cui continuasse a farlo.
"Mentre la polizia locale prende Rs 1 lakh (100.000 rupie – circa 1.250 euro) di incentivazione dai coltivatori di canapa, l'importo arriva a Rs 3 lakh al livello distrettuale. Allo stesso modo, i funzionari del Dipartimento delle accise prendono anche loro una bustarella di Rs 5 lakh da ciascun allevatore di canapa. Questa pratica deve finire immediatamente e l'amministrazione distrettuale dovrebbe incoraggiare gli agricoltori della zona a coltivare riso e miglio invece", dicono i manifesti maoisti.
La polizia non aveva ancora raggiunto il villaggio mentre stilavamo questo resoconto.


notizie tratte dalla stampa borghese online

lunedì 23 luglio 2018

LE COMMESSE ORA POSSONO SEDERSI...

Una battaglia vinta per la protesta portata avanti dalle donne. 
Ma quello che succede in India è tanto lontano dalla condizione in Italia di tante commesse? Pensiamo di NO. E allora facciamola anche qui questa battaglia. "Ditelo a noi" -
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe.

"Il 4 luglio il governo dello Stato del Kerala, nel sud ovest dell'India, ha introdotto una norma che riconosce alle lavoratrici il diritto di sedersi durante l'orario di lavoro. Come scrive il Guardian, nel Kerala: "la maggior parte dei proprietari di negozi al dettaglio vieta alle donne, che formano la maggioranza del personale, in questo tipo di attività, di sedersi e perfino di appoggiarsi al muro. Inoltre la pausa pranzo è di appena trenta minuti, le interruzioni per andare al bagno sono fortemente limitate e parlare ad una collega può costare una trattenuta in busta paga". La modifica della legge, aggiunge il quotidiano, è frutto di una protesta condotta da un sindacato, l'Amtu, che si batte per queste lavoratrici rimaste finora senza rappresentanza". 

"L'Amtu è stato fondato da Viji Penkoot, un'attivista per i diritti delle donne, quando ha capito che questa battaglia non avrebbe mai trovato ascolto nei sindacati tradizionali.". Penkoot ha cominciato a battersi per i diritti delle commesse dei negozi otto anni fa, quando una dipendente di un negozio di abiti ricevette una multa di cento rupie (circa 1,2 euro) perchè si era appoggiata al muro mentre un cliente esaminava la merce. La nuova legge introduce un salario minimo di 124 euro al mese e un orario lavorativo di otto ore al giorno, con pausa pranzo e pausa pomeridiana per il te". (da L'Internazionale).

domenica 15 luglio 2018

India - nuovo importante libro in uscita a settembre - per richieste/presentazioni/diffusioni csgpindia@gmail.com

presentazione

Questo libro è il primo che esce in Italia che analizza e mette in luce la grave situazione della democrazia, dei diritti umani in India, dove da diversi anni è in corso un massacro dei maoisti e delle popolazioni che si ribellano.
Tuti i comunisti, i rivoluzionari, gli antimperialisti, i democratici e i solidali con le lotte dei popoli hanno bisogno di usarlo, di impegnarsi anche nel nostro paese per far conoscere questa realtà e mobilitarsi, come in tante altre parti del mondo avviene.

L’operazione Green Hunt (Caccia verde) nasce però in risposta da parte del regime dello Stato indiano, asservito all’imperialismo, dei suoi governi, oggi del fascista indù Modi, per fermare la straordinaria guerra di popolo che in questo paese si sviluppa ormai da 50 anni e che mette a rischio gli interessi delle classi dominanti indiane e dell’imperialismo mondiale in un paese che il secondo più popolato al mondo.

L’autore, però, ha fatto molto dio più che un libro di denuncia, perché ha analizzato in maniera affinata e raffinata le basi culturali, storiche, ideologiche di questa operazione e dimostra come essa è dentro alle categorie del genocidio che hanno attraversato il dominio dell’imperialismo e delle classi dominanti nel mondo.

Il Comitato di solidarietà con le masse indiane in lotta è grato all’autore, e pensiamo lo saranno tutti i lettori, per il lavoro di un sociologo che ha unito al lavoro analitico e teorico un impegno diretto e personale nel suo paese come in Europa perché il libro sia un’arma pratica.