mercoledì 27 gennaio 2016

Nella crisi generale, per i padroni del mondo l'India diventa una “scommessa” su cui puntare, una promessa di nuovi profitti… un forte sostegno all’attuale governo fascista indù di Modi

In questi ultimi giorni sono stati pubblicati alcuni articoli sull’India, un paese che adesso i padroni vedono come nuova terra promessa per i loro profitti, visto che tanti altri paesi, compresa la Cina, hanno smesso di fare da “locomotiva”. A tale proposito bisogna dire che l’epoca delle “locomotive economiche”, cioè di quei paesi che soprattutto per l’enorme capacità produttiva trascinavano appunto tutti gli altri, sembra essere scomparsa.

L’articolo della Repubblica che riportiamo è di Thomas Piketty (l’economista francese diventato famoso perché ha messo in luce con il suo libro, Il Capitale nel XXI secolo, le terribili “disuguaglianze” che il capitalismo crea); si tratta di un articolo che mettendo a confronto due paesi di più di 1 miliardo di abitanti, Cina e India, da un lato critica pesantemente il governo indiano sia dal punto di vista economico che politico (senza mai citare però l’opposizione rappresentata dalla guerra popolare in corso!) e dall’altro appunto dice che la sfida che deve affrontare questo governo è enorme e invita seriamente a tenerne conto. Di fatto è un sostegno all’attuale governo Modi, travestito da “analisi economica” che vuol sembrare neutra, e una concreta indicazione ad investire per il suo governo, quello francese. 
Ma molto di più in questo senso ha fatto la Repubblica, che con il titolo dato all’articolo inganna chi legge non solo perché definire l’India una “locomotiva” o addirittura “una realtà-chiave del futuro” (questo semmai lo si può dire proprio guardando alla guerra popolare!) è a dir poco esagerato, ma anche perché ne parla come di uno stato dove regna la libertà di stampa e la democrazia! Mentre nel paese non solo è in corso uno dei peggiori genocidi della storia, ma il fascismo indù del governo restringe ogni giorno di più ogni “libertà democratica”.

(Grassetti e parentesi quadre sono nostre.)
il "corridoio rosso" della guerra popolare
La scommessa dell'India nuova locomotiva dell'economia

giovedì 21 gennaio 2016

proteste studenti contro la discriminazione di casta. La repressione non ferma le proteste ma li alimenta

India, proteste e cortei degli universitari dopo il suicidio di uno studente attivista
Scontri e arresti si sono verificati lunedì a New Delhi, India, al termine di una manifestazione di studenti universitari. La mobilitazione era nata in seguito alla notizia diffusasi la notte prima del suicidio di uno studente di 26 anni, Rohith Vemula, che era stato espulso dall'Università Centrale di Hyderabad, dove frequentava il secondo anno di dottorato.

Rohith apparteneva all'Ambedkar Students Association, collettivo universitario di sinistra che si occupa di combattere la discriminazione contro le minoranze dell'India di oggi (lo stesso studente suicida proveniva da una famiglia di Dalit, i "fuori casta"). Negli ultimi mesi il collettivo aveva organizzato una serie di iniziative mal viste dall'amministrazione universitaria, che in un caso erano sfociate anche in scontro aperto con gli studenti appartenenti a un'associazione di destra nazionalista. Proprio questo episodio sembra essere stato preso a pretesto dall'amministrazione per decidere la sospensione di 5 studenti dell'Ambedkar Students Association, tra cui Rohith Vemula; una decisione presa su indicazione del ministero delle HRD (Human Resource Development), che ha duramente condannato l'attività politica del collettivo.
Così, i 5 studenti dell'Università Centrale di Hyderabad da inizio gennaio si sono visti negare l'accesso alle strutture universitarie (escluse le aule di lezione) e sono stati espulsi dalle loro stanze nel dormitorio del campus. Di fronte a questa decisione discriminatoria e tutta politica da parte dell'amministrazione universitaria, i 5 attivisti hanno dormito all'aperto per giorni in segno di protesta, trovando il supporto e la solidarietà di molti altri studenti e associazioni universitarie. Nella giornata di lunedì, a poche ore dalla diffusione della notizia del suicidio di Rohith, migliaia di studenti hanno preso le strade della capitale indiana, muovendosi in corteo in direzione del Shastri Bhawan, edificio governativo che ospita molti ministeri (tra cui quello delle HRD), pretendendo risposte chiare da parte del ministro Irani sulla vicenda e denunciando le responsabilità delle autorità accademiche e politiche nel suicidio del giovane studente. All'arrivo del corteo di fronte al ministero, i manifestanti hanno iniziato a rimuovere le barriere metalliche che erano state poste attorno all'edificio, scontrandosi con la polizia che ha aperto gli idranti sugli studenti. Decine di loro sono stati arrestati (alcune fonti parlano di 70 persone, altre di 115) e caricati a forza sui pullman delle forze dell'ordine. Dopo gli scontri di lunedì, in questi giorni la protesta contro la morte di Rohith Vemula prosegue e si sta allargando a tutti i campus universitari del paese, sollevando un'ondata di rabbia contro un sistema educativo profondamente escludente e discriminatorio che punisce e mette a tacere chi si batte per cambiare questo stato di cose.

lunedì 18 gennaio 2016

appello del PCI(maoista) Contro il piano di attacchi aerei sulle aree Adivasi - verso nuove iniziative internazionali di solidarietà che saranno decise nei prossimi giorni ICSPWI italia csgpindia@gmail.com tel 3471102638



Appello
PARTITO COMUNISTA DELL’INDIA (Maoista) 
Comitato Speciale di Zona – Dandakaranya

Comunicato stampa 28 novembre 2015
Nella zona di Bijapur nel Bastar, sotto la diretta supervisione di alti funzionari di polizia e ufficiali superiori della Air Force, sono stati effettuati addestramenti con simulazioni di attacchi aerei, usando 3 elicotteri, il 13 ottobre scorso. Il governo fascista brahminico indù del BJP [Bharatiya Janata Party – partito reazionario attualmente al governo – ndt] di Modi ha preparato un piano d'azione, "Missione 2016", per spazzare via la lotta rivoluzionaria nel Dandakaranya entro la fine del 2016, e queste esercitazioni ne fanno parte. Questi addestramenti sono parte del processo che vuole sopprimere crudelmente la lotta maoista e
le lotte contro i trasferimenti forzati di massa per consegnare le ricchezze e le risorse naturali alle multinazionali nazionali e internazionali il più presto possibile. Il nostro partito condanna con forza e fa appello al popolo ad opporsi e a far sentire la propria voce contro gli attacchi aerei proposti.

giovedì 14 gennaio 2016

Ancora uno sciopero totale (bandh) contro l'operazione genocida, per mano del governo Modi "GreenHunt"

(dalla stampa borghese indiana online)
Uno sciopero totale (bandh) di 2 giorni è stato indetto dai maoisti per opporsi all’Operazione 'Greenhunt' a Nuapada, distretto di Malkangiri e Kalahandi da domani per protesta contro l'Operazione Greenhunt'.
L ‘Operazione 'Greenhunt' è un'operazione congiunta delle forze di sicurezza contro i maoisti nella parte sud-occidentale dello stato di Odisha. Secondo le fonti il gruppo messo al bando ha fatto appello allo sciopero anche nel vicino Chhattishgarh. Il bandh è stato proclamato dal Comitato divisionale di Nuapada Menpur e chiede anche la restituzione delle terre forestali alle popolazioni tribali e una società senza sfruttamento.