lunedì 30 marzo 2020

India e coronavirus: il governo fascista-indù di Modi chiude il Paese per la pandemia e mette in difficoltà e in pericolo milioni di poveri per i quali prepara un piano… qualche euro e qualche chilo di riso!

"Specialmente quando guardo ai miei fratelli e sorelle poveri, penso che certamente staranno pensando ma che primo ministro è uno che ci mette in tali difficoltà?", ha detto Modi, "chiedo in particolare il loro perdono".

Questo riferisce un comunicato Ansa di ieri: “E' l'appello che il premier lancia nel suo intervento radiofonico mensile ed è la risposta alle critiche sulla mancanza di pianificazione che ha portato alla rapida introduzione delle misure restrittive fra le più rigide, sottolinea la Bbc nel dare la notizia. Fra le conseguenze si lamenta la perdita di lavoro e le difficoltà per molto dei 1,3 miliardi di indiani. Decine di migliaia di lavoratori rimasti senza impiego sono stati costretti ad attraversare a piedi il paese per rientrare nei villaggi di origine.”

L’emergenza coronavirus che tocca tutto il mondo, compreso l’india, il secondo paese più popoloso al mondo con i suoi circa 1 miliardo e 350 milioni di persone, sta mettendo in luce davanti all’opinione pubblica mondiale aspetti considerati secondari in tempi “normali”.
Quanto un governo reazionario, come quello di Modi possa fare ancora più danni in una situazione come questa lo si vede dalla reazione che la chiusura sta avendo su centinaia di milioni di persone, soprattutto povere, che devono tornare ai loro villaggi, ammassandosi fino all’inverosimile in stazioni di treni e di pullman.

Non è facilmente immaginabile quanto sia povera la maggior parte della popolazione indiana, che come una matrioska ha dentro di sé tante etnie diverse, settori, gruppi che se possibile stanno ancora peggio e per i quali il problema principale non sarà certo la mascherina! Tra l’altro i dati veri dei contagi, dei morti ecc. naturalmente sarà molto difficile averli, visto che quasi tutta l’informazione di ogni ordine e tipo è nelle mani di chi sta al potere.
Il piano di Modi sarebbe rivolto alle fasce più povere, dice il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria italiana, in un articoletto del 27 marzo: “… un piano da 20,6 miliardi di euro (1.700 miliardi di rupie) contro gli effetti economici dell’epidemia di coronavirus.” Si capisce subito che 20 miliardi di euro in un paese di queste dimensioni non sono proprio niente!
Ma quel che aiuta a comprendere cosa vuol dire essere poveri è anche il resto del piano che mette in luce altri dati.
- “Circa 2 mila rupie (25 euro) arriveranno ai contadini che ne guadagnano 6mila l’anno.”
- “Vedove e anziani ne riceveranno mille (12 euro)”
- “Gli iscritti al programma nazionale che garantisce un numero minimo di giornate di lavoro avranno un aumento di stipendio da 182 rupie (2,2 euro) a 202 (2,5) al giorno, con un aumento del reddito di 25 euro.”
“Aiuti alimentari arriveranno agli 800 milioni di indiani iscritti al piano di sostegno varato nel 2016: riceveranno nei prossimi tre mesi 10 chili di riso a testa (il doppio rispetto alla norma) e un chilo di legumi; per altri 83 milioni di famiglie è prevista la fornitura gratuita di bombole di gas, per tre mesi. Sgravi contributivi sono previsti per le imprese con non più di 100 addetti. I lavoratori potranno ritirare fino a tre mesi di paga dai fondi pensione…”
La ridicola e infinitamente ipocrita richiesta di perdono di Modi vale, quindi, quanto il suo “piano”...

domenica 22 marzo 2020

In India il PCI(maoista) scatena un’offensiva di propaganda contro le politiche del governo fascista di Modi

CPICon un un netto cambio nella loro strategia di comunicazione, i maoisti del Chhattisgarh hanno deciso di intervenire sulle più scottanti e controverse misure a livello nazionale come il Citizenship Amendment Act (CAA), il National Register of Citizens (NRC) o il National Population Register (NPR) e su come vengono trattate le minoranze in generale, come parte di nuova offensiva nella lotta contro lo Stato.
In precedenza, l’approccio era volto ad attrarre la popolazione locale del Bastar ai problemi che investivano le vite dei tribali: lo "Jal, Jungle, Zameen" (acqua, foresta, terra). Le denunce erano principalmente centrate sulle presunte atrocità da parte della polizia locale, contro i progetti di sviluppo "non graditi", contro le società minerarie e la costruzione di strade.
In una recente dichiarazione ufficiale, questi estremisti di sinistra si scagliano contro il programma Hindutva della destra indiana ed esprimono il loro sostegno alle minoranze. Ciò avviene nel contesto del perdurante prolungato della destra contro intellettuali di sinistra additati come "Urban Naxals" (naxaliti urbani, ndt).
In una dichiarazione diffusa il 7 marzo, il PCI (maoista) lancia un violento attacco contro il Bharatiya Janata Party e il suo ispiratore ideologico, il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), accusati di imporre all’India l'ideologia "Hindhva brahminica" per opprimere e soffocare la voce di Dalits, Adivasis , minoranze, contadini, donne e gruppi progressisti. Sono attaccate anche le politiche del governo centrale di Narendra Modi.

“Con il CAA e il NRC, il governo ha incluso nella lista lista nera 19 milioni di indiani e si appresta a dichiararli non cittadini. Un gran numero di poveri in Assam è stato deportato nei centri di detenzione perché non è riuscito a fornire i documenti che dimostrino la loro cittadinanza. Con l'introduzione di
una tripla proposta di legge sul talaq (la forma di divorzio in uso tra i musulmani in India), il governo Modi pretende di essere dalla parte delle donne musulmane, ma è falso”, afferma Sainath nella dichiarazione il segretario del Comitato Divisionale Darbha, Dandakaranya, del CPI (maoista)ha affermato.

Perché i maoisti si occupano di questioni nazionali?
Probabilmente è il tentativo da parte del gruppo estremista di ampliare la propria base sociale -oltre le terre tribali- ed entrare nelle aree urbane, ottenere la simpatia e tacito sostegno di coloro che sono o critici dell'attuale governo o che hanno in qualche modo patito le politiche del governo centrale di Modi.
Come affermava Mao Zedong, padre fondatore della Repubblica popolare cinese, se la lotta armata e il movimento nelle aree rurali è la prima priorità, va data importanza anche alla lotta urbana. "L'obiettivo finale della rivoluzione è la presa delle città, delle basi principali del nemico, e questo obiettivo non può essere raggiunto senza un adeguato lavoro nelle città", scriveva Mao.
Il documento dei maoisti “Strategia e la tattica nella rivoluzione indiana” afferma: “Oltre che alla classe operaia e le masse di poveri nelle città, dobbiamo anche prestare particolare attenzione alle donne che lavorano, agli studenti, ai giovani, agli insegnanti e agli intellettuali della classe media di altre professioni ... e anche alle attività del movimento nelle città”
Dietro garanzia di restare anonimo un ufficiale impegnato nelle operazioni anti-Naxalit in Chhattisgarh ha dichiarato a Firstpost: “Dato che i maoisti mirano ad espandere la loro base ideologica oltre il Bastar e gli altri territori forestali, e anche a reclutare quadri, in diminuzione da oltre un decennio, utilizzano specificamente queste problematiche nazionali, oggetto di polemiche, come strumento di propaganda. Questo è anche un modo per ottenere un sostegno indiretto alla loro causa (Naxalismo) tra i moderati indiani e mettersi in contatti con i gruppi loro interlocutori.”
Nel corso degli anni, c'è stato un netto declino tra i ranghi maoisti, dato che il reclutamento per i loro "Dalams" (piccole unità armate della guerriglia) nelle aree tribali è diventato sempre più difficile a causa del piano d'azione su due fronti del governo -crescente l'offensiva delle forze di sicurezza e progetti di sviluppo dei territori colpiti dal Naxalismo. Anche i tribali stanno comprendendo la vacuità dell'ideologia maoista e della violenza contro alcuni di loro in quanto "informatori della polizia". Perciò da qualche tempo il numero di Naxaliti che si sono arresi allo Stato e aumentato rispetto a quanti sono stati reclutati.

Le Operazioni anti-Naxalite dello Stato sono “un falso in malafede”.
La macchina di propaganda del PCI (maoista) non si limita ad attaccare il BJP e le politiche del RSS o del governo centrale, le offensive anti-Naxal del governo sono definite un "falso in malafede".
La serie di offensive lanciate recentemente dalle forze di sicurezza col nome “Operazione Prahar” per combattere il Naxalismo nelle roccaforti maoiste del Bastar ha aggiunto una nuova dimensione allo scontro tra lo Stato e i Naxaliti in Chhattisgarh. La Operazione Prahar è un'operazione anti-Naxal di una forza congiunta che comprende il battaglione CoBRA del CRPF, la Task Force speciale (STF) della polizia di Chhattisgarh e le guardie della riserva distrettuale (DRG).
Smentendo le dichiarazioni dello Stato sui successi della operazione nel mese di febbraio, i maoisti le definiscono "fake" e parte del "tentativo dello stato di reprimere il movimento rivoluzionario Naxalita".
“Le forze di sicurezza hanno reso false dichiarazioni circa successo della Operazione Prahar contro di noi. Con questa operazione, il governo intende costruire una rete di strade in Bastar, per dare libero accesso alle grandi compagnie e appaltatori per saccheggiare minerali ferrosi e altri minerali e distruggere la cultura tribale. Per realizzare questo obiettivo il governo ha usato forze di sicurezza per uccidere tribali innocenti in falsi scontri definendoli "maoisti", Afferma i comitato sub-zonale meridionale del Dandakaranya del PCI (maoista) in un'altra dichiarazione cui Firstpost ha avuto accesso.
I maoisti si sono sempre opposti alla costruzione di strade, che consentono alle forze di sicurezza di accedere ai loro covi situati nelle profondo della foreste.
Nella sua dichiarazione il PCI (maoista) ha affermato che la sua ala militare -l’Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione (PLGA)- ha ucciso otto effettivi delle forze di sicurezza durante le operazioni in Bastar, contro una solo vittima da parte loro.
“Contrariamente a quanto dichiarano, abbiamo recuperato i corpi di tre maoisti uccisi durante l'operazione. Abbiamo perso solo due uomini, non otto. È parte della strategia di propaganda maoista. Attaccano la credibilità delle forze di sicurezza per motivare i loro quadri demoralizzati. In particolare, non ammettono le gravi perdite subite dalle formazioni del loro PLGA, dato che questi quadri sono la loro forza principale” ha replicato a Firstpost P. Sundarraj, ispettore generale (Divisione Bastar), della polizia del Chhattisgarh.

Cosa dà forza alla propaganda maoista?
L'incapacità da parte del governo di raggiungere un vasto settore di tribali con programmi mirati a gruppi specifici, sospetto falsi scontri e atrocità da parte delle forze di sicurezza e incidenti come lo scontro di Sarkeguda hanno aiutato i maoisti a rafforzare la loro base e ottenere il sostegno della popolazione del posto.
Va ricordato il rapporto della commissione di inchiesta sullo scontro di Sarkeguda del 2012, in cui 17 persone tra cui sei minori sono state uccise dalle forze di sicurezza del Chhattisgarh. Nessuno di loro era maoista.
Molti esperti ritengono che ci sia un mancanza di fiducia verso le istituzioni in una vasta parte della popolazione tribale. Nonostante lo sviluppo del Bastar, ci sono diverse lamentele degli abitanti dei villaggi, specialmente nelle aree più remote, che non hanno accesso all’acqua potabile, a strutture sanitarie e all’istruzione elementare, cosa di cui approfittano Naxals.
“C'è una discrasia tra lo sviluppo in corso e i problemi della riqualificazione nella cintura tribale del Bastar. Ai sensi del Forest Rights Act, un gran numero di tribali non è in grado di un atto di proprietà (Patta). Ancor oggi i tribali che vivono nei villaggi interni non riescono ad accedere alle strutture mediche e all'acqua potabile” ha osservato il segretario di stato Sanjay Parate.
Infine, rivolgendosi loro come a compagni d'armi, la dichiarazione dei maoisti fa appello ai "tribali sfruttati e oppressi" a tendere la mano ai Naxaliti sotto la "bandiera rossa", affermando che il PLGA è determinato a colpire duramente attaccando le "forze fasciste" (leggi governo e forze di sicurezza) cavalcando questioni nazionali.

(Fonte: https://www.firstpost.com/india/maoists-adopt-new-propaganda-strategy-amp-up-rhetoric-on-caa-nrc-npr-to-drive-new-offensive-against-state -8164071.html)