domenica 21 luglio 2019

la corte del Kerala esprime una sentenza difforme dal regime fascista Modi

L'Alta corte del Kerala dice che il maoismo non è un crimine,
mantiene la condanna di Rs 1 lakh nei confronti della polizia

Lunedì la Corte Suprema ha respinto un ricorso presentato dal governo statale contro una ordinanza del tribunale che condanna il governo a versare un risarcimento di Rs 1 lakh e Rs 10.000 [110.000 rupie] come spese giudiziarie a Shyam Balakrishnan, un residente di Vellamunda a Wayanad, arrestato perché sospettato di essere un attivista maoista. Il governo aveva anche contestato l'osservazione del tribunale che l'ideologia del maoismo o l’essere membro di tali organizzazioni e diffonderne l'ideologia con le parole non costituisce un crimine.
La sessione del tribunale che comprendeva il capo della giustizia Ris-hikesh Roy e il giudice A.K. Jayashankaran Nambiar ha respinto l'appello e ha dichiarato che la polizia si è comportata senza tenere conto delle libertà individuali e della libertà in generale. La corte ha sottolineato che la costituzione garantisce la libertà per le persone di credere in una filosofia politica di loro scelta. La
polizia ha arrestato il signor Balakrishnan con l'accusa di essere un maoista, ma l'accusa non ha fornito alcuna prova per giustificarlo.
Affermando che non vi era alcuna giustificazione per trattenere, interrogare e perquisire la sua residenza senza seguire le norme previste dal codice di procedura penale, la corte ha osservato che il paese e la costituzione danno importanza primaria alla libertà in generale e alla libertà individuali.
I comandanti di Thunderbolt [sezione speciale delle forze armate del Kerala, ndt] hanno arrestato Shyam Balakrishnan il 20 maggio 2014 mentre viaggiava con una moto di un suo amico e lo hanno condotto in una stazione di polizia.
Una perquisizione è stata anche condotta nella sua residenza a mezzanotte. Fu rilasciato più tardi, poiché la polizia non riuscì a recuperare nulla di compromettente. Figlio dell'ex giudice della Corte Suprema N.K. Balakrishnan, Shyam Balakrishnan ha quindi presentato una denuncia contro l'arresto illegale presso la corte suprema e il 22 maggio 2015 una sessione del tribunale ha deliberato per un risarcimento di Rs 1 lakh e Rs 10.000 come spese legali.

la caccia ai 'naxaliti urbani' in India - solidarietà a tutti i prigionieri politici in India- solidarietà alla guerra popolare, solidarietà al PCI (Maoista)! info csgpindia@gmail.com

Secondo Telangana Today, un giovane studente di geo-informatica, presso l'Università di Osmania, è stato arrestato a Bijapur, per presunti legami con il Partito comunista clandestino dell'India (maoista).
Il 34enne, identificato come Ugge Bharath, è stato arrestato da agenti di polizia che lo considerano un esperto, che ha facilitato e istruito i maoisti nelle tecniche per intercettare le reti wireless e le attrezzature di riparazione delle forze repressive.
Secondo la polizia, durante il suo arresto è stata sequestrata numerosa propaganda maoista.

Ugge Bharath è un parente del noto leader naxalita Ugge Chandramouli, arrestato nel 2006.

Il governo minaccia l'impiego dell'esercito contro la Guerra Popolare

La stampa indiana riferisce di dichiarazioni del ministro di Stato dell'interno dell'Unione, Nityananda Rai, che ha affermato, nel mezzo di un discorso trionfalista, che il governo non esclude di schierare unità dell'esercito indiano per combattere l'insurrezione maoista e "liberare ciascun centimetro del Paese".

Queste dichiarazioni, fatte domenica scorsa, evidenziano il fallimento delle forze paramilitari del CRPF nella loro lotta con l'esercito guerrigliero di liberazione popolare maoista, che ogni giorno colpisce più duramente il regime marcio dei Brahmini e la grande borghesia indiana.
Il ministro ha avvertito che se i maoisti non accettano l'iniziativa del governo di trasformare le loro forme, seguendo l'attraente schema di riabilitazione, il governo sarebbe costretto a considerare l'opzione di usare l'esercito per annientarli.

https://www.dailypioneer.com/2019/state-editions/every-inch-of-india-to-be-maoist-free--union-minister.html

Un nuovo libro-reportage sulla guerra popolare in India e i guerriglieri maoisti info a cura del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India - Italia


Mentre le forze della solidarietà internazionale e internazionalista mantengono in generale un silenzio sulla più grande lotta armata esistente al mondo, guidata dal Partito Comunista maoista dell’India, silenzio originato da un orientamento anticomunista, di stampo trotskista in generale, diversa è l’attenzione che studiosi e scrittrici hanno verso quello che succede in India.
C’è una buona conoscenza sull’azione svolta dalla grande scrittrice indiana Arundhati Roy, per il suo libro reportage IN MARCIA CON I RIBELLI, uscito in diverse edizioni italiane, tradotto in numerose lingue c, un nuovo libro del genere è uscito anche in italiano nelle scorse settimane. E’ scritto dalla scrittrice Alpa Shah: “Marcia notturna”, tradotto da Daniela Bezzi, una studiosa progressista, attiva nella lotta contro la repressione in India.
Il libro della studiosa anglo-keyniana ha caratteristiche molto simile a quello di Arundhati Roy. Anche qui la scrittrice si è ribellata al silenzio e alla sottovalutazione della ribellione naxalita e alla
campagna imperialista e del regime fascista indiano che la definisce “movimento terrorista”. Tra il 2008 e il 2010 Alpa Shah ha trascorso 18 mesi nello stato Jharkhand, vivendo tra gli adivasi, e nel 2010 ha intrapreso un viaggio di 7 notti con i guerriglieri, camminando per 250 Km nelle fitte foreste collinari dell’India orientali, incontrando e parlando con i leader e vivendo con gli abitanti dei villaggi nei quali fa base la guerriglia.
Shah è partita dall’intendo di capire perché quella che viene definita la “più grande democrazia del mondo” masse povere si sono armate per lottare “per una società più giusta”.
L’autrice esplora la ribellione dal basso, fornendo un resoconto molto esteso. In particolare il suo sforzo è cercare di capire il nesso tra i maoisti indiani contemporanei e la loro storia che nasce con la Rivoluzione culturale e le condizioni di vita delle masse povere adivasi.
Importante è la segnalazione che la scrittrice fa di quello che scrive la Stampa: “Nel nuovo millennio i maoisti hanno guadagnato ulteriore trazione, collegando le loro cause alle proteste ambientali, da quando dopo il 2003 lo Stato indiano ha rilasciato concessioni di sfruttamento minerario alle multinazionali. La questione comunista incontra allora il diritto alla terra e nasce una nuova ribellione”.
La Shah opera anche un’altra utile azione. Intreccia il diario delle sue marce nella foresta con le conversazioni con i capi militari e i militanti. Come dice la Stampa: “dando a ciascuno di loro un nome e un volto che li strappa dal cliché di terroristi, assegnato loro dai media indiani”. ED è forse la parte più interessante del libro perché, citiamo dalla recensione, “sottolinea l’impegno civile di molti capi della ribellione, alcuni dei quali sono nati in clan di casta lata e hanno avuto una ricca istruzione e nascono dai movimenti di protesta globale degli anni 60 e 70, abbandonano le loro famiglie per combattere come rivoluzionari a tempo piena con le masse proletarie e povere dell’India”.

Naturalmente non tutto quello che scrive l’antropologa è condivisibile, ma sicuramente la realtà che essa vede e racconta è più forte degli elementi critici che pure nel libro vengono espressi.
La cosa per noi più interessante è quando essa scrive e documenta un fatto incontrovertibile: “Le donne adivasi godono di livelli molto più elevati di libertà di quella della società indiana dominata dalle caste, pur vivendo condizioni di esistenza dura a causa dell’accesso precario al cibo, alle cure mediche e anche a quella che viene definita istruzione”.
E’ quindi un libro interessante da leggere. Il Comitato di sostegno alla guerra popolare in India, in Italia contribuirà con iniziative, presentazioni a farlo conoscere innanzitutto alle forze che hanno il dovere alla solidarietà internazionalista, ma più in generale ai giovani, alle donne, ai proletari che possono dar vita all’ampio movimento di solidarietà che è necessario e urgente anche nel nostro paese.

Asse militare imperialista guerrafondaio USA/India in Asia - massimo sostegno a chi lo combatte, la guerra popolare guidata dai maoisti India-Usa: incontro Modi-Pompeo, “scambio di opinioni su vari aspetti della relazione”


Nuova Delhi, 26 giu 09:08 - (Agenzia Nova) - Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, giunto in India ieri sera, ha incontrato oggi a Nuova Delhi il primo ministro indiano, Narendra Modi, prima del colloquio col ministro degli Esteri, Subrahmanyam Jaishankar, e il consigliere per la Sicurezza nazionale, Ajit Doval. Tra i probabili temi degli incontri l’acquisto da parte indiana dei sistemi di
difesa russi S-400, per il quale Washington minaccia sanzioni in base alla legge Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (Caatsa); la cooperazione nella sicurezza, nel commercio, nell’energia e nella ricerca spaziale. “Lavorare insieme per approfondire ulteriormente la partnership strategica. Il segretario Pompeo ha incontrato il primo ministro Modi per scambiare opinioni su vari aspetti della relazione indo-statunitense”, ha scritto su Twitter il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Raveesh Kumar, annunciando che Modi incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a margine del vertice dei capi di Stato e di governo del G20 in Giappone, a Osaka (28 e 29 giugno).

L’India è “major partner” degli Stati Uniti dal 2016, ovvero dalla firma dell’accordo di sostegno logistico Logistics Exchange Memorandum of Agreement (Lemoa), seguito nel settembre del 2018 da quello per la compatibilità e la sicurezza delle comunicazioni Communications, Compatibility, Security Agreement (Comcasa). Al tempo stesso, ha una stretta collaborazione con la Russia: secondo l’ultimo rapporto del Sipri, lo Stockholm International Peace Research Institute, relativo al periodo 2014-18, l’India è il secondo paese importatore di armi al mondo (dietro all’Arabia Saudita) e Mosca è il suo primo fornitore, con il 58 per cento delle importazioni di Nuova Delhi (benché in calo rispetto al 76 per cento del 2009-13). Gli Stati Uniti sono al terzo posto (dopo Israele), col 12 per cento delle forniture, in ascesa.
© Agenzia Nova

La polizia inventa nuove accusa contro il poeta rivoluzionario Vara Vara Rao







India: La policía inventa nuevos cargos contra el poeta revolucionario Vara Vara Rao.Fuentes de la prensa india informan que el poeta maoísta telegu, camarada Varavara Rao, ha sido puesto bajo la custodia de la policía de Karnataka, por supuestos cargos, en relación con un ataque del maoísta Ejercito Guerrillero Popular de Liberación en el 2005, en el que fueron aniquilados seis miembros de la Karnataka State Reserve Police.El camarada Vara Vara Rao se encuentra preso en la actualidad, en la cárcel de Yerwada, en Pune por ser supuestamente un Urban Naxalite.Es evidente la falsedad de tales cargos, pero al igual que en el caso del Dr. Saibaba, se trata de una persecución del estado genocida hinduista contra los que defienden a las masas con la ideologia maoísta.

Il regime fascista indu di Modi al servizio dei ricchi e dell'imperialismo


L’India in rivolta per la siccità: “Portano l’acqua solo ai ricchi”
Dopo 200 giorni senza piogge esplodono le manifestazioni contro le autocisterne private che svuotano i pozzi

CHENNAI. A rischiare la vita sono sempre i più poveri. Che si prendono gastrite o diarrea, costretti a bere acqua inquinata per non morire disidratati. Perché, quando non piove da 200 giorni, quando i salvifici acquazzoni monsonici non arrivano e i pozzi si svuotano, mentre laghi e paludi si prosciugano, se non hai i soldi per pagare l’autocisterna come fai?