giovedì 22 luglio 2021

Il PCI (Maoista) organizza in diversi territori la settimana nazionale dei martiri 28 luglio/3 agosto

                             


[la stampa borghese indiana online segue l'evolversi delle iniziative del Partito Comunista dell'India (Maoista) nei vari Stati della confederazione, in questo caso ne elenca 6]

Distretto di Mulugu, 20 luglio 2021: Una serie di manifesti presumibilmente lasciati dal PCI (Maoista) sono stati trovati dagli abitanti del villaggio a Bodhapuram, villaggio di Venkatapuram (Nuguru) nel distretto di Mulugu martedì. I maoisti hanno rivolto un appello al popolo affinché osservi in grande stile la Settimana dei Martiri del partito dal 28 luglio al 3 agosto.

I manifesti emessi a nome del Comitato Statale Telangana del PCI (maoista), esortano i membri del partito a sconfiggere l'assalto lanciato dal governo che va sotto il nome di Operazione Prahar. Il partito maoista organizza ogni anno la settimana commemorativa dei martiri nel Chhattisgarh, Telangana, Andhra Pradesh, Maharashtra, Odisha e Jharkhand.

Nei manifesti, i maoisti hanno anche attaccato sia lo Stato centrale che i governi dei singoli stati e hanno affermato che i governi non sono riusciti a controllare la diffusione del Covid-19 che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone nel paese. Vi si dice anche che la polizia abbia ucciso i leader del PCI (maoista) Gangal e Gaddam Madhukar alias Shobroy non fornendo loro adeguate cure anche se invece avevano assicurato di fornire cure per covid-19 ai maoisti prigionieri.

Il PCI (Maoista) ha anche incolpato il governo statale per il suo tentativo di reclutare 20.000 poliziotti. "Il governo del TRS ha fatto ricorso a falsi scontri", ha affermato il Comitato statale Telangana del partito maoista. Ha inoltre condannato l'arresto di intellettuali, attivisti per i diritti e altri con la scusa che erano naxaliti.

lunedì 12 luglio 2021

La morte di Stan Swamy è un omicidio istituzionale da parte del governo Modi - Partito Maoista

                                   

PARTITO COMUNISTA DELL’INDIANO (MAOISTA), Comitato centrale

Comunicato stampa

lunedì 10 luglio 2021

I Dalit, le comunità tribali e dei popoli oppressi del paese hanno perso il loro sostenitore e vero democratico. Il sacerdote gesuita Padre Stan Slas Lurd Swamy è stato ucciso a causa dell'atteggiamento burocratico delle forze brahmaniche hindutwa del paese. Aveva 84 anni. Era in cura all'ospedale Holy Family di Bandra, Mumbai, dal 28 maggio di quest'anno ed è morto alle 13.30 del 5 luglio per infarto. Il Comitato Centrale del nostro Partito trasmette un umile omaggio rivoluzionario a Padre Stan Swamy.

La sua scomparsa è una perdita incolmabile per i membri della sua famiglia, i suoi parenti, i suoi colleghi del ʹBagaichaʹ che gestiva. Era molto affezionato alle popolazioni tribali. Il nostro partito porge le più sentite condoglianze ad ognuno e tutti coloro che gli erano vicini. Spera anche che i membri del Bagaicha si dedichino ancora alla realizzazione dei suoi ideali.

Stan Slas Lurd Swamy era nato il 26 aprile 1937 a Tiruchirapalli nel Tamilnadu. Ha conseguito il suo dottorato post-laurea in Sociologia all'Università di Manila. Si avvicinò ai leader religiosi cristiani mentre studiava a Bruxelles e attraverso ciò sviluppò la volontà di servire i poveri. Ha lavorato come direttore dell'Indian Social Institute a Bangalore dal 1975 al 1986. Nel 1991 si recò nello Jharkhand dove ha fondato il Bagaicha (centro di formazione per piantagioni e ricerca sociale) e ha lavorato per la popolazione tribale negli ultimi tre decenni.

Il padre, non sposato, lavorava alla luce degli ideali degli eroi tribali del popolo Birsa Munda, Tilak Majhi, Siddho-Kanho che rappresentavano i diritti del popolo tribale nella foresta. Ha costruito le loro colonne commemorative. Si unì alla Provincia di Jamshedpur del Gesù come sacerdote. Si oppose all’accaparramento delle terre del popolo tribale da parte dei governi centrale e statali per la costruzione di mega dighe, miniere e città in nome dello sviluppo e combatté per la loro causa. Perciò il popolo tribale lo ama molto, lo rispetta e lo segue. Le classi oppresse e le comunità sociali speciali del paese hanno perso un attivista altruista.

Maxi rimpasto di governo per il fascista indù Narendra Modi

Il "nuovo" governo: 43 nuovi ministri e sottosegretari.


Per “reagire al calo di consensi nei confronti del Governo, in seguito alla seconda ondata di infezioni da covid-19” si legge nell’articoletto che vi ha dedicato il Sole24Ore di ieri.

Certo, questo è uno dei problemi che sta affrontando il genocida governo Modi, che con i suoi oltre 30 milioni di contagi e 400mila morti (e queste sono solo stime approssimative) è tra i “primi” al mondo per la gestione scellerata della pandemia, ma questo problema vanno aggiunti quelli della crisi economica dalla quale Modi sta tentando di uscire con nuove leggi, come quella sull’agricoltura che, volendo agevolare le multinazionali, ha scatenato una ribellione di massa mai vista dei contadini che assediano da oltre sette mesi la capitale, Nuova Delhi.

E poi c’è l’irrisolvibile problema per la borghesia burocratica indiana della guerra popolare in corso

diretta dal Partito Comunista dell’India (maoista) che tocca diversi Stati e ostacola concretamente i piani di espansione delle multinazionali (miniere di ogni tipo…) con la connessa distruzione delle foreste e la cacciata di intere popolazioni.

È per questo che il governo ricorre sempre più alla repressione (è di queste ore l’approvazione di una legge per il controllo dei social), alla persecuzione e incarcerazione di tutti coloro che si oppongono a queste politiche… Ma non sarà certo un rimpasto, anche se gigantesco, e un nuovo governo con altre facce (tra cui quella di un miliardario padrone dei media) che potrà fermare le proteste di un intero popolo.

INDIA

Maxi rimpasto per il premier Modi

Maxi rimpasto per il Governo guidato da Narendra Modi. Il premier indiano ha incaricato ieri 43 nuovi ministri e sottosegretari. Il Consiglio dei ministri è così salito a 78 persone, compreso il premier; i ministeri sono divenuti 30, nove più di prima, e i sottosegretari sono quasi raddoppiati: da 23 a 45. Tra le esclusioni più eclatanti, quella del ministro per la Salute e la Famiglia, Harsh Vardhan, sostituito da Mansukh Mandaviya: secondo le opposizioni, un’ammissione del fallimento del Governo nella gestione della seconda ondata della pandemia. Sostituiti anche Ravi Shankar Prasad, ministro alle Tecnologie informatiche, protagonista nelle scorse settimane di un braccio di ferro con le piattaforme social, sotto i riflettori per la durezza con cui ha imposto la nuova legge sulla privacy. Terzo ministro chiave estromesso, Prakash Javadekar, ex titolare all’Ambiente. Nomina all’Aviazione per Jyotiraditya Scindia, ex leader del partito del Congresso, il cui passaggio al Bjp, qualche mese fa, aveva suscitato clamore. Nel nuovo governo entra un magnate dei media, l’imprenditore Rajeev Chadrasekhan. Secondo gli analisti, Modi avrebbe deciso il rimpasto per reagire al calo di consensi nei confronti del Governo, in seguito alla seconda ondata di infezioni di covid-19.

Il Sole 24 Ore 9 lug. 21