lunedì 8 dicembre 2014

Mettiamo in pratica le decisioni importanti del Meeting Internazionale del Comitato tenutosi il 27-28 settembre in Italia! Nuovi passi importanti!

Decisioni

Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India si è assunto tre compiti:

1- Pubblicazione di tutti i discorsi e messaggi al Meeting, il più presto possibile – Fatto

2 - Una nuova giornata internazionale a sostegno della guerra popolare nei prossimi mesi
-         Sono state decise Tre Giornate Internazionali per il 29-30-31 gennaio 2015

3 - Intensificare la preparazione per la delegazione internazionale in India
-  il 13 dicembre in Italia avanzeranno le discussioni sulla preparazione

Altre decisioni

Collegare la campagna per i prigionieri politici in India a tutte le campagne per i prigionieri politici in corso nel mondo.

Nuove dichiarazioni e azioni nel mondo, Brasile, Francia, Italia, Palestina, ecc. vedranno la partecipazione del Comitato. Il 13 dicembre in Italia si programmerà.

Sviluppare iniziative specifiche nelle fabbriche delle multinazionali indiane, in particolare in Europa, per forgiare un legame internazionalista tra i lavoratori nei paesi imperialisti e dei lavoratori indiani.

Il 29 Gennaio 2015, una delle tre Giornate internazionali, si svolgeranno in tutto il mondo diverse azioni.

Accettare la proposta di sostenere una richiesta di un ponte tra il movimento delle donne e la lotta delle donne della guerra popolare. Un passo importante su questo sarà realizzato il prossimo anno

Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India


Dicembre 2014

lunedì 10 novembre 2014

Intervento del MFPR al Meeting Internazionale per il decimo anniversario de PC India (maoista)

                                 

Il movimento femminista proletario rivoluzionario, organismo generato del PCm Italia, saluta oggi, in questo meeting internazionale, con profonda gioia rivoluzionaria il 10° anniversario della fondazione del Partito Comunista dell'India (maoista), partito dirigente e guida della grande guerra popolare in India contro il sempre più reazionario Stato indiano e l'imperialismo; saluta tutti i compagni del Partito e le masse popolari indiane in lotta e in particolare le tante compagne, donne che nel cammino verso la conquista di un nuovo potere, il potere del popolo, ne costituiscono una ampia parte integrante e determinante; e rende oggi anche grande onore a tutti i martiri e le martiri caduti combattendo, alzando ancora più in alto le bandiere rosse della rivoluzione.


Già alla Conferenza internazionale di Amburgo del novembre 2012, che cadde in concomitanza del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lanciammo durante l'intervento la proposta di costruire un ponte/collegamento di solidarietà/sostegno con le compagne, donne indiane "…sia per fare conoscere alle masse proletarie e popolari femminili la guerra di popolo indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante compagne e migliaia di donne, sia per trovare forza e esempio per fare avanzare anche nel nostro paese il processo rivoluzionario che veda protagoniste le donne, in particolare le proletarie…", l'India è oggi infatti uno dei luoghi più avanzati in tutto il mondo della lotta rivoluzionaria delle donne per l' emancipazione e liberazione dalle doppie, triple catene di oppressione, infatti "... la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con forza: non solo una lotta "per sé" ma una lotta complessiva che chiama a fare i conti con il tipo di società che si vuole costruire…" (dall'intervento di Amburgo)
E quel ponte lo abbiamo iniziato a costruire concretamente a partire da quel 25 novembre, in cui sul piano internazionale si dedicò la giornata in particolare alle donne indiane maoiste; e avanzando poi nel nostro paese verso nuove e importanti tappe di lotta sul piano delle donne, soprattutto con l'evento storico del primo Sciopero delle donne il 25 novembre 2013 e l'8 marzo di quest'anno, ogni volta, proiettando lo sguardo internazionalista verso tutte le donne, operaie, lavoratrici, proletarie che lottano nel mondo, verso tutte le compagne rivoluzionarie che sono in prima linea nelle guerre popolari, in particolare "…abbiamo voluto alzare sempre più in alto e stringere insieme le mani con le nostre sorelle indiane…", perché l'India sta sempre più diventando il simbolo della violenza del sistema imperialista e capitalista e in particolare contro le donne in tutti i suoi aspetti, e oggi con l'avvento del nuovo governo fascista e filo imperialista di Modi, questo processo avanza rapidamente. In India alle vecchie tradizioni feudali, al tribalismo familiare, l'integralismo religioso nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città si uniscono la ferocia di branco, il nuovo bullismo delle grandi città dove l'imperialismo aggiunge alle vecchie le nuove aberrazioni.


Anuradha Gandhy, compagna Janaki, dirigente del Partito Comunista dell'India (Maoista), oggi non più in vita, che ha teorizzato sul movimento delle donne rivoluzionarie in India organizzandolo praticamente in alcune regioni, nel marzo 2001 in un'intervista di Poru Mahila, l'organo della Krantikari Adivasi Mahila Sanghatan, in Dandakaranya, diceva in particolare sulle condizione delle donne delle città urbane : "… tutte le donne in India subiscono l'oppressione feudale, capitalista, imperialista e patriarcale, ciò avviene in varie forme in diverse aree, urbane e rurali. Le donne della classe operaia e le donne della classe media nelle aree urbane hanno alcuni problemi specifici. In primo luogo, se guardiamo ai problemi all'interno della famiglia, anche nelle aree urbane le donne sono oppresse dalla cultura feudale… Le ragazze non sposate sono sotto pressione per sposare un uomo della stessa casta e religione… Anche se una donna vuole lavorare fuori casa dovrà ottenere il permesso di suo padre, fratello o marito. Così diventa inevitabile per le donne combattere anche per l'indipendenza economica. Specialmente negli ultimi 25-30 anni l'India può essere divenuta l'unico paese al mondo in cui il nuovo crimine dell’uccisione delle spose bruciandole per la dote è diventato di moda… Le donne nelle aree urbane…ottengono posti di lavoro in fabbriche, uffici, scuole, ospedali e negozi. Ma in molti posti di lavoro non sono pagate allo stesso modo degli uomini … e in cima a tutto questo esse devono fronteggiare le vessazioni da parte degli appaltatori e degli uomini per i quali lavorano. Ciò avviene in molte forme. Non solo le donne della classe operaia, ma anche le donne istruite della classe media si trovano ad affrontare tali intimidazioni… un altro punto è che l'influenza della cultura imperialista è molto grande sulle donne urbane. Non solo sono influenzate dal consumismo, ma ne sono anche vittime. Questo aumenta di giorno in giorno. Invece dei valori umani si dà più importanza alla bellezza e ai prodotti di bellezza. La conseguenza è che vi è un ambiente di insicurezza a causa di atrocità e molestie nelle aree urbane…"


Ma soprattutto in India le violenze, uccisioni delle donne, che in questi ultimi periodi in alcuni Stati hanno fatto esplodere grandissime manifestazioni di massa, in cui la partecipazione delle donne, delle giovani, è stata enorme, vengono perpetrati direttamente da parte dello Stato indiano come arma di repressione soprattutto nelle zone rurali dove è in corso la guerra popolare, gli stupri atroci di contadine, delle donne dei villaggi, delle donne dalit, da parte della polizia e delle forze militari e paramilitari, vedi l'operazione Green Hunt, sono una normalità; e gli stupri odiosamente accompagnano sempre le torture contro le compagne maoiste arrestate.
Moltissime donne, compagne hanno però trasformato questa violenza subita, le condizioni brutali di vita, la repressione dell'esercito di Stato in impetuoso fattore di ribellione e aderendo alla guerra popolare oggi costituiscono più del 50% dei combattenti costituendo una parte fondamentale della guerra rivoluzionaria del popolo guidata dal Partito Comunista maoista.
"La guerra popolare ha mandato in frantumi le esitazioni delle donne del Dandakaranya" ha affermato la compagna Anuradha Gandhy riferendosi alla massiccia adesione delle donne adivasi alla guerra popolare in quella regione, ma ciò ha riguardato tutte le zone coinvolte dalla guerra popolare a tal punto che il governo, lo Stato teme la numerosa presenza delle donne nella guerra popolare e cerca di contrastarne con ogni mezzo violento l'adesione e partecipazione.


La questione delle donne è quindi uno degli elementi fondamentali trattati dal Partito Comunista indiano maoista, lo sviluppo e il rafforzamento della militanza rivoluzionaria delle donne, tante sono quadri nell'esercito e all'interno del partito, anche se passi in avanti si devono ancora fare per affermare pienamente il ruolo dirigente delle compagne – scrive Anuradha Gandhy: "…Ovunque il partito lavora in modo sistematico, possiamo vedere che la partecipazione delle donne è maggiore in tutte le attività e movimenti politici… ma vi è anche la necessità di dare speciale formazione sociale e politica alle donne…Anche se si stanno contrapponendo a tali grandi nemici e forze, la timidezza e il senso di subordinazione, i cui i resti sono ancora presenti, sono anch'essi i loro grandi nemici che ostacolano il loro sviluppo... Devono combattere contro i nemici che si trovano innanzitutto dentro di sé… Per affrontare tutte queste sfide le nostre compagne dovrebbero raggiungere la maturità politica e ideologica e avere fiducia in se stesse… per portare avanti anche la comprensione per quanto riguarda la vera liberazione della donna intervenendo anche nel movimento delle donne che sta andando avanti nella forma di varie correnti nel paese…".
La lotta contro l'oppressione feudale/patriarcale/maschilista nelle zone del nuovo potere è una lotta concreta, quotidiana, che seppur complessa è avanzata sia praticamente che ideologicamente anche attraverso le organizzazioni di massa specifiche per le donne dirette dal partito, ma questa lotta avviene anche all'interno del partito, nelle file rivoluzionarie contro la permanenza o il riprodursi di manifestazioni patriarcali, anche attraverso specifiche campagne di rettifica.
Il protagonismo delle donne nella guerra popolare in India mostra che mentre si porta avanti la lotta di classe rivoluzionaria nel contempo si mette in moto la lotta per una trasformazione delle idee, della cultura, della famiglia, delle tradizioni religiose…


La guerra popolare in India rappresenta pertanto un esempio internazionale della lotta di liberazione delle donne e del mettere in atto la rivoluzione nella rivoluzione, un esempio verso cui come compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario, abbiamo sempre guardato nel cammino non facile ma entusiasmante, in un paese imperialista come l'Italia, volto alla conquista alla lotta rivoluzionaria della maggioranza delle donne.


Il collegamento/sostegno con la lotta rivoluzionaria delle compagne indiane è e deve essere uno stimolo, ispirazione e incoraggiamento reciproco: in particolare oggi nel nostro paese il nostro terreno di lotta principale sul piano delle donne è la condizione di vita e di lavoro, la doppia oppressione delle donne proletarie, operaie, precarie, disoccupate, immigrate… un terreno in cui le compagne del Mfpr, dirigono e guidano diverse lotte che per esempio l'anno scorso a novembre, come abbiamo accennato all'inizio, sono confluite in un eccezionale e partecipato nuovo evento "lo sciopero delle donne', che ha visto l'adesione e partecipazione di migliaia di donne tra operaie di fabbrica, lavoratrici scuola, precarie di vari settori, disoccupate, studentesse; uno sciopero in cui la lotta contro l'emergenza sistemica dei femminicidi e violenza sessuale contro le donne nel nostro paese, cosiddetto "civile", si è intrecciata a tutta la condizione di doppia oppressione e sfruttamento che come maggioranza di donne subiamo a causa delle politiche governative sempre più reazionarie e da moderno medioevo al servizio del capitale; uno sciopero avvertito come "un pericolo" dai padroni, governo, Stato, partiti parlamentari, sindacati confederali, realtà femministe borghesi e piccolo-borghesi ma anche sottovalutato o ignorato da organizzazioni economiciste di ispirazione comunista, perché, ha posto al centro la questione della doppia lotta rivoluzionaria delle donne come determinante per rovesciare da cima a fondo questo sistema sociale, secondo la concezione della rivoluzione nella rivoluzione per costruire una nuova società in cui tutta la vita deve cambiare, ha rappresentato una concreta scintilla luminosa che accendendo tanti fuochi di lotta delle donne dal Nord al Sud del paese può nel tempo "incendiare la prateria"; durante lo sciopero delle donne abbiamo collegato la nostra lotta a quella delle compagne, donne indiane e di tutte le donne nel mondo contro il sistema capitalista e imperialista come forza poderosa per la rivoluzione.


Attraverso le esperienze di lotta come l'importante Sciopero delle donne le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario, organismo ispirato e guidato dalle idee del marxismo-leninismo-maoismo, che sono in prima fila nell'organizzazione e guida delle donne proletarie in particolare, avanzano nell'assumere un ruolo di direzione in tutti i campi, nel movimento sindacale, nel movimento delle donne e soprattutto nella lotta per la trasformazione rivoluzionaria del nostro paese a partire dalla costruzione del partito della rivoluzione. Un partito comunista di tipo nuovo, che pone la questione delle donne come strategica, come netta discriminante, un partito in cui le compagne costituiscono oggettivamente l'avanguardia più radicale, la forza trainante all'interno ideologica e politica contro patriarcalismo, concezioni e influenze borghesi/maschiliste, contro la mera accettazione "di principio" della questione delle donne che non si trasforma in forza materiale, impugnando la concezione della rivoluzione nella rivoluzione già all'interno del partito, come ricchezza generale in esso e per esso. Tra avanzate e arretramenti, le compagne così contribuiscono al processo rivoluzionario in questo paese.
In questa ottica essere saldamente legate con le donne maoiste delle guerre popolari nel mondo, e oggi in particolare con le compagne, donne protagoniste della guerra popolare più avanzata e incisiva a livello internazionale è un punto fondamentale.
Alla luce di tutto questo, nel chiudere questo saluto, come compagne del Mfpr riteniamo necessario assumere l'impegno per un'iniziativa specifica rivolta alle donne indiane, cuore determinante della guerra popolare contro la ferocia dello Stato indiano, genocida del suo stesso popolo, iniziativa che proponiamo al Comitato di sostegno che ha organizzato questo meeting e al movimento delle donne a livello internazionale, affinchè il ponte che abbiamo costruito si rafforzi e si estenda.

venerdì 31 ottobre 2014

Messaggio al Meeting Internazionale India da Voie Proletarienne (Francia)

Cari compagni,

Ci dispiace molto di non poter essere tra di voi per questa conferenza, pur avendo partecipato a quella che si é svolta ad Amburgo l’anno scorso. Noi difendiamo la posizione che vede nel sostengo alla Rivoluzione indiana una linea di demarcazione importante in seno al Movimento Comunista Internazionale.
Riaffermiamo il nostro sostengo alle organizzazioni rivoluzionarie dello Statu indiano che dirigono la guerra popolare sulla via della Nuova democrazia e del socialismo, cosi come più in generale al movimento popolare e democratico di questo paese, e a tutti quelli che si oppongono all’imperialismo, al feudalesimo e al capitalismo. In quanto comunisti francesi, abbiamo la responsabilità di essere particolarmente vigilanti rispetto alle ingerenze del nostro stesso imperialismo.
Auguriamo che questa conferenza riesca con sucesso, e ci congratuliamo con gli organizzatori.

Viva la solidarietà internazionale con la Rivoluzione indiana !

Organizzazione Comunista Marxista-Leninista Voie Proletarienne (Francia)

giovedì 30 ottobre 2014

Dal Canada a sostegno del PC India (maoista) e della Guerra Popolare



Messaggio al Meeting Internazionale del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India

Cari compagni,
Vi giunga il nostri saluti di solidarietà per al Meeting Internazionale di Solidarietà con la guerra popolare in IndiaCircostanze indipendenti dalla nostra volontà ci impediscono di essere fisicamente presenti insieme a voima con voi celebriamo il 10° anniversariodel glorioso Partito Comunista dell'India (Maoista) e riaffermiamo il nostro appoggio alComitato internazionale di Sostegno alla guerra popolare in India e al suo lavoro.
Siamo certi che questo incontro segnerà un passo in avanti nel decisivo lavoro di solidarietà che i comunisti rivoluzionari, gli anti-imperialisti e i progressisti di tutti i paesidevono sviluppare verso i nostri compagni e le masse popolari dell’India che stanno combattendo con grande coraggio e determinazione per nazionale liberazione, laNuova Democrazia e socialismo contro uno stato reazionario ben integrato del sistema imperialista mondiale e supportato da tutte le grandi potenze imperialiste.

Gli eventi successivi alla vittoriosa Prima Conferenza Internazionale del novembre 2012 ad Amburgo rendono ancora più necessario e urgente lo sviluppo di una vastasolidarietà con i rivoluzionari in India.

In Indialo stato reazionario prosegue i suoi sforzi per schiacciare la guerra popolare.Dal lancio della Operazione Green Hunt, cinque anni fale forze repressive dello stato indiano attaccato indiscriminatamente le masse che sostengono la guerra popolare epartecipano alla costruzione di un nuovo potereL'obiettivo di questa massiccia operazioneche ha assunto la forma di guerra al popoloè quello di fare terra bruciata dei territori in cui si sviluppa un movimento che ha già cominciato a scuotere il vecchio Stato e le classi reazionarie.

Questa guerra al popolo ha già inflitto terribili sofferenze e fatto migliaia di vittime le masse dell’IndiaMa non è riuscita a distruggere e spegnere le aspirazioni alla liberazione delle masse di questo paeseche sono incarnate dal movimento guidato da nostri compagni del PCI (Maoista). Con il lancio della Operazione Green HuntloStato indiano ha agito come i reazionari di qualsiasi i paese checome ha sottolineato il compagno Mao Zedongsollevare una pietra che non potrà che ricadergli sui piedi.”

Infattii massacri perpetrati dalle forze dello Stato indiano hanno spinto diversi settori della società indiana a condannarli e solidarizzare coi maoistiLa stessa cosa, anche se su scala minore, è avvenuta all'estero, dove si sono sentite migliaia di vocidenunciare la Operazione Green Hunt e la repressione a tutto campo esercitata dalloStato indiano.

L'ampliamento della mobilitazione in solidarietà con le masse dell'India è intollerabileper lo stato reazionarioÈ questa la ragione della risposta isterica delle autorità indiane alla costituzione del Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolarein India e alla conferenza di AmburgoQuesto spiega anche la recente campagna lanciata dallo Stato indiano contro settori, organizzazioni e attivisti progressisti edemocratici che hanno osato denunciare la Operazione Green Hunt e difendere la legittimità del movimento rivoluzionario.

Il vile arresto del professor GN Saibaba e di decine di altri attivisti ha lo scopo sia di terrorizzare le masse urbane e scoraggiar li dal sostenere la lotta degli adivasi e dei contadini poverisia di isolare i rivoluzionari maoisti.

Nel lungo terminequesti tentativi sono inutili e destinati a fallireLa storia ha più volte dimostrato che anche la peggiore repressione non riuscirà mai a soffocare le aspirazioni alla liberazione delle masse proletarie e popolariTuttavia, nel brevetermine, essi rappresentano un vero pericolo e c’è l’urgente necessità di fermarli esconfiggere lo stato reazionario.

Il lavoro svolto dal Comitato internazionale di sostegno al la guerra popolare in India dalla sua formazione a oggi è già considerevole. Si mantenuta l’iniziativa e le giornateinternazionali di azione che esso ha promosso hanno riunito le forze rivoluzionarieautentiche e le ha chiamate all’azione e portare alla ribalta i temi della rivoluzione in corso in India e il ruolo svolto in essa dal PCI (Maoista).

Crediamo che questo lavoro debba continuare e crescere con l'obiettivo di costruireun ancora più vasto movimento di solidarietà con il popolo indianoCome abbiamo detto in occasione della conferenza di Amburgopensiamo che non ci sia contraddizione tra il sostegno alla guerra popolare e lo sviluppo di un vasto movimento di massa contro l'Operazione Green Hunt e la repressione condotta dallo StatoindianoInfattil'esistenza di un movimento anti-imperialista e democratico di questo tipo non può che giovare alla continuazione della guerra popolare fino alla sua vittoria.

Nel breve terminela costruzione di tale movimento è il compito principale dei partiti e organizzazioni che vogliono sostenere la guerra popolare in IndiaEcco perchéabbiamo sostenuto e sosteniamo ancora la Campagna Internazionale contra la guerraal Popolo in India (ICAWPI). Se è necessario raccogliere e unire i comunisti autentici sotto la bandiera del maoismo per sostenere con coraggio e determinazione icompagni del PCI (Maoista), dobbiamo anche saper mobilitare e unire tutte le forzeche possono opporsi alla guerra al popolo condotta dal Stato indiano, che siano o no d'accordo con tutti gli obiettivi della guerra popolare e della Rivoluzione di Nuova Democrazia in India.

E, nella misura in cui si considera tale movimento necessario, è responsabilità di chi sostiene la guerra popolare costruire questa campagnaanche se oggi appare meno attiva di quanto lo fosse al momento in cui fu lanciata, un paio di anni fa, e i compagniresponsabili di questa campagna non sono più in grado di rispondere alle e-mail che gli si scrive.

È in questo contesto che sosteniamo la prossima delegazione internazionale comeun'occasione unica per misurarsi con lo stato reazionariocondannare la Operazione Green Hunt e la repressione a tutto campo contro il popolo e smascherare l'ipocrisia della cosiddetta "più grande democrazia del mondo"che gli imperialisti ei reazionariproteggono e difendere con tutti i mezzi.

Pieno successo al Meeting internazionale di sostegno alla guerra popolare in India!
Viva il Partito Comunista dell'India (Maoista)!
Muovere cielo e la terra per fermare la guerra contro il popolo indiano!
PCR-RCP Canada
20 settembre 2014

martedì 28 ottobre 2014

Il saluto di Gran Marcha Hacia el Comunismo al Meeting Internazionale in occasione dell'anniversario del PC India (maoista)



Cari compagni e amici:
Gran Marcha Hacia el Comunismo esprime il suoappoggio entusiasta al Meeting Internazionale inoccasione del 10° anniversario del PCI (Maoista)e saluta il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India che lo ha organizzato, così come tutti quei partiti, organizzazioni, comitati, gruppi e personepartecipanti a questa riunione e coloro che nonhanno potuto partecipare per diversi motivi, masostengono la Guerra Popolare in Indialasperanza degli oppressi e sfruttati del mondo.
Nella precedente Conferenza internazionale a sostegno della Guerra Popolare in India, tenutasiil 24 novembre 2012 ad AmburgoGran MarchaHacia el Comunismo si era impegnata a portare la voce rivoluzionaria e la lotta del PCI (Maoista), dell’Esercito Popolare Guerrigliero di Liberazionedei Comitati Popolari Rivoluzionari e delle altre organizzazioni di massa rivoluzionarie indiane ai proletarioperai, studenti, intellettuali progressistiche nella diverse città e villaggi della Spagna si mobilitano contro la crisi del sistema capitalistico, affinché conoscessero e imparassero da questa esperienzaE questo non solo perché è nostro dovere internazionalista, ma, ancora più importanteperché i media spagnoliper lo più nelle mani della borghesia e dell'imperialismomantengono un muro di rigoroso silenzio sulla Guerra Popolare in India guidata dal PCI (Maoista),- che oggi festeggia il suo 10 ° anniversario – per impedire che il suo esempio si diffonda.
Un vano tentativo!
Ecco perchéin questi quasi due anni dalla precedente Conferenza Internazionale,Gran Marcha Hacia el Comunismo non ha mai smesso di lavorare all’informazione esensibilizzazione per far conoscere la Guerra Popolare in Indianon solo attraverso volantini e manifesti, ma anche, e principalmente, col suo blogche è oggi un megafono in lingua spagnola dell’eroica Rivoluzione di Nuova Democrazia che avanzaattraverso la Guerra Popolare rivoluzionaria diretta dal PCI (maoista) e che è seguitocon interesse dai proletari e a dalle masse con coscienza di classe non solo inSpagna, ma anche in America Latina e in altre parti del mondo.
Gran Marcha Hacia el Comunismo è fermamente convinta che questo incontro internazionale sarà un altro passo molto importante – come è stata la ConferenzaInternazionale di Amburgo – per consolidare ed estendere il movimento di sostegno e solidarietà con la Guerra Popolare in India, e vi augura il miglior successo nel vostro lavoro e discussione.

Viva la Guerra Popolare in India!
Viva il 10 ° anniversario del CPI (Maoista)!
Viva l'internazionalismo proletario attiva!
Saluti rosso! Lal Salaam!

Madrid (Spagna), settembre 2014

lunedì 27 ottobre 2014

Intervento del Movimento Comunista Maoista in Tunisia al Meeting Internazionale per il 10° anniversario del PC India (maoista)



Dal paese che ha dato i natali alla “Primavera Araba” in cui le masse popolari hanno scosso e abbattuto regimi filo-imperialisti giunge il sostegno militante e internazionalista alla Guerra Popolare in India e al partito che la dirige. 
La Tunisia pur essendo un piccolo paese di 10 milioni di abitanti nel Nord Africa è, in particolare negli ultimi anni, di importanza notevole per lo sviluppo rivoluzionario dell’area. Dopo le prime avvisaglie rappresentati dagli scioperi dei minatori di Gafsa e Metlaoui nel sud del paese nel 2008, nel dicembre 2010 la rivolta contro il decennale regime di Ben Alì è partita da Sidi Bouzid, sempre da quel meridione del paese che fin dai tempi di Bourguiba, primo presidente della Tunisia “indipendente” e legato alla borghesia imperialista francese, è stato condannato dalla borghesia compradora tunisina ad un sottosviluppo economico e sociale a vantaggio della stessa con sede a Tunisi e nelle altre principali città costiere. Contro questa situazione gli scioperi partiti prima dai minatori e dalle masse popolari (principalmente giovanili) meridionali, si sono via via estesi ai lavoratori, ai giovani, alle donne di tutto il paese coinvolgendo anche la piccola e media borghesia e gli intellettuali. Scioperi di massa combinati con blocchi stradali e attacchi alle odiate caserme in tutto il paese hanno permesso la caduta del regime, tutta questa storia recente è nota.
Quello che forse è meno noto anche all’interno del nostro movimento è quanto sia variegata la presenza dei maoisti in Tunisia. Vi sono differenti gruppi e partiti presenti nelle città principali del paese e nelle campagne, questi compagni nel loro insieme svolgono un lavoro rivoluzionario tra i diversi settori della società e sono in prima linea nel sostegno internazionalista alla GP in India e al partito che la dirige; come scriveva il Movimento Comunista Maoista in Tunisia nel suo messaggio alla C.I. di Amburgo: “Siamo orgogliosi dei progressi realizzati dal PCI (Maoista), soprattutto a partire dal 2004, data della sua creazione e ci congratuliamo con i militanti e combattenti che, grazie alla loro tenacia e coraggio sono riusciti a liberare 1/3 del territorio "indiano" e fondato il potere popolare, il potere della nuova democrazia” e come scriveva l’ Organizzazione Comunista Maoista in Tunisia per la stessa occasione: “Come organizzazione comunista maoista in Tunisia avremmo voluto partecipare a questa conferenza internazionale per esprimere il nostro sostegno alla guerra popolare in India guidata dai nostri compagni del Partito Comunista dell’Indiano (maoista).”
Questa solidarietà non si limita ai messaggi inviati alla C.I. di Amburgo, da queste due organizzazioni facenti parte del più ampio movimento maoista tunisino ma si esplica nell’attività militante dei compagni nelle lotte quotidiane che essi conducono.
Ad esempio sul fronte studentesco, in particolare universitario, in un contesto in cui la forma organizzata degli studenti, il sindacato studentesco UGET, è pesantemente influenzata dai partiti socialdemocratici del Fronte Popolare, questa attività di sostegno alla G P in India prevede una dura lotta teorica e ideologica contro chi si fa portavoce di vie pacifiche ed elettorali al socialismo. Volantinaggi, messaggi di solidarietà da parte degli studenti tunisini, assemblee all’università sono state organizzate negli ultimi anni a questo proposito. Alcuni studenti di arte hanno messo al servizio le loro capacità per le ultime campagne internazionali producendo ad esempio locandine disegnate a mano.
Altro esempio è il fronte dei prigionieri politici, lotta quanto mai fondamentale ed estesa in Tunisia dove i giovani che hanno partecipato alla rivolta del precedente regime e che continuano a fare paura anche all’attuale definito di “transizione” (leggi di restaurazione) e gli oppositori in generale sono arrestati, picchiati e torturati nelle caserme. In occasione della scorsa giornata del 19 Giugno dedicata a Saibaba, portavoce del FDR arrestato dal regime indiano, i compagni del MCM-T hanno diffuso un messaggio e un manifesto creando un “ponte” di lotta alla repressione che viene condotta in Tunisia con quella in l’India nei termini espressi dal messaggio che gli stessi compagni hanno inviato in occasione della C.I. di Amburgo “capiamo la ferocia dell'imperialismo e dei suoi servi contro il movimento rivoluzionario e la guerra popolare in particolare, capiamo perché hanno fatto di tutto per trasformare le insurrezioni nei paesi arabi a loro favore, queste insurrezioni spontanee senza direzione rivoluzionaria non potevano andare lontano, anche se le masse continuano a combattere con le unghie e con i denti.”
Diceva Lenin che il miglior internazionalismo proletario è fare la rivoluzione nel proprio paese, in Tunisia così come in India la strategia rivoluzionaria è quella della Guerra Popolare di Lunga Durata con la creazione di zone liberate nelle campagne accerchiando le città. La Tunisia  ha vaste aree di campagne e negli scorsi decenni vi sono state esperienze di lotta armata, in particolare nel nord-ovest e nel sud del paese, in cui formazioni guerrigliere come i fellagha durante la lotta di liberazione nazionale negli anni 1952-1954 conducevano campagne di accerchiamento contro le forze coloniali. Queste condizioni oggettive favorevoli purtroppo vengono sfruttate attualmente solo dai gruppi jihadisti in Tunisia che sfruttano anche i confini porosi algerini e libici per muoversi facilmente e compiere azioni. Bisogna anche imparare dall’ultima rivolta che ha mostrato il proprio carattere insurrezionale e il ruolo predominante dei giovani proletari provenienti dai quartieri popolari e dalle banlieues. Sempre dei giovani che potremmo definire “democratici” giusto due giorni fa hanno organizzato “la prima manifestazione contro l’ISIL in un paese arabo e musulmano”. Non conosciamo esattamente la natura di questa manifestazione, in ogni caso è necessario che si affermi una lotta senza quartiere contro il fascismo-islamico rappresentato da forze quali l’ISIS, in quanto reale ostacole per le forze rivoluzionarie. Bisogna tener conto di tutti questi elementi nell’applicazione della strategia generale della GP.
L’egemonia islamista è un problema che tocca tutto il mondo arabo in cui nella fase attuale vi sono molti gruppi armati che si richiamano al jihad e praticamente nessuna formazione rivoluzionaria che pratica la lotta armata con eccezione dei compagni iracheni per quanto concerne il nostro campo. È evidente che il primo obiettivo da raggiungere perché si affermi la via della GP nei paesi del NA e del MO, è sconfiggere teoricamente e politicamente i movimenti e gruppi islamisti che spesso godono di un supporto di massa (questo problema è quanto mai evidente in Palestina con Hamas).
Secondariamente c’è il problema della lotta alle forze neo-revisioniste.
Questo lavoro è al servizio per la nascita e il rafforzamento di partiti maoisti nei paesi della regione unendo i maoisti tramite una lotta ideologica contro deviazioni presenti nel movimento come il pan-arabismo che strizza l’occhio a teorie non proletarie e mascherate da “anti-imperialiste” come il ba’hatismo, il nasserismo  e anche l’islamismo, arrivando a teorizzare “fronti uniti” con forze reazionarie quali hezbollah o hamas confondendole per “nazionaliste”.
La questione è seria in particolare circa la contraddizione in seno al popolo scaturente dall’influenza che la religione islamica ha tra le masse di questa grande area che è la regione MENA. Per questo il dibattito interessante su questo problema intrapreso nella Conferenza di Parigi “Dalle rivolte nei paesi arabi alla rivoluzione” nel 2011 va approfondito.
I fatti degli ultimi mesi riguardanti lo Stato Islamico in Irak e nel Levante (ISIL) dimostrano ancora una volta che i movimenti reazionari religiosi sono speculari all’imperialismo, entrambi opprimono le masse, la non direzione maoista in quella regione fa si che la lotta sul campo contro l’ISIS sia condotta da un fronte che comprende gli imperialisti e i sionisti che hanno foraggiato l’ISIL in funzione antisiriana, i kurdi peshmerga irakeni filo-imperialisti, i kurdi siriani dello ypg sedicenti anti-imperialisti ma che accolgono i bombardamenti dell’imperialismo in Siria. Una vittoria di questo fronte non risolverà i problemi delle masse.
I partiti e organizzazioni maoiste a cavallo tra Turchia, Kurdistan e Iraq possono e devono rappresentare una soluzione a questa situazione.
In Palestina l’egemonia di Hamas da un lato e il revisionismo dei revisionisti dall’altro non permette che il popolo palestinese intraprenda la via della GP.
La guerra popolare in India e il partito che la dirige di cui oggi celebriamo il decimo anniversario della sua fondazione così come le altre guerre popolari, rappresentano un faro ideologico per lo sviluppo del maoismo nella regione MENA e per l’affermarsi della via della GP.
Come hanno espresso bene i compagni del Movimento Comunista Maoista in Tunisia in occasione della C.I. di Amburgo: “affermiamo che la guerra popolare in India è la nostra guerra, perché l'imperialismo e i suoi lacchè fanno guerra ai lavoratori sfruttati e ai popoli oppressi di tutto il mondo e di fronte a questa violenza di Stato reazionaria, solo la guerra popolare diretta dal Partito comunista maoista può portare la vittoria, la liberazione e la costruzione del potere popolare, la nuova democrazia, aprendo la strada al socialismo.”
Che l’anniversario della nascita del PCI(m) sia di buon augurio per la nascita di nuovi partiti maoisti che lancino Guerre Popolari in Nord Africa e Medio Oriente opportunità storica necessaria al servizio della rivoluzione proletaria mondiale.

MovimentoComunista Maoista in Tunisia

venerdì 24 ottobre 2014

Messaggio dal PC(maoista) d'Afghanistan al Meeting Internazionale in occasione del 10° anniversario del PC India (maoista)

Al Meeting Internazionale di sostegno alla Guerra popolare di celebrazione del 10° Anniversario della costituzione del Partito Comunista dell’India (Maoista)!

Compagni,
A causa dei tanti impegno del partito nelle lotte rivoluzionarie in Afghanistan, non siamo in grado di inviare un delegato a partecipare al meeting.Speriamo che accettiate le nostr5e scuse per questoAuguriamo che la riunione si tenga con successo e che produca risultati positivi. Gli sforzi del Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra popolare India per tenere queste riunioni internazionali è davvero ammirevole. Nell’ultimo anno abbiamo lavorato per risolvere problemi tra i nostri sostenitori nei diversi paesi europei perché partecipino seriamente alle lotte rivoluzionarie lì presenti, compresa la partecipazione All’ICSPWI. Ci auguriamo che qualcuno di loro sia presto in grado di stabilire relazioni dirette e stabili con il Comitato.
La guerra popolare in India è forte fonte di ispirazione per i rivoluzionari di tutto il nel mondo. Perciò, per stabilire una relazione permanente e durevole con l’ICSPWI, ci sforzeremo di costituire nella nostra parte del mondo un comitato di sostegno alla guerra popolare in India.
Con i nostri saluti rivoluzionari!
Communist (Maoist) Party of Afghanistan
16 settembre 2014

giovedì 23 ottobre 2014

India-Italia Modi-Renzi fascisti antioperai - PCI (M) - Jobs-act all'indiana

PARTITO COMUNISTA dell'INDIA 

(MAOISTA)

COMITATO CENTRALE
COMUNICATO

Lottare contro la riforma anti-operaia delle Labour Laws 
del governo NDA Modi!
Il modello Vikas (sviluppo) di Modi è Vinash (devastazione) per il popolo 
dell’ India e Vistar (espansione) per gli imperialisti e compradori!
26-09-2014

Con le recenti modifiche alle leggi sul lavoro, il governo NDA di Modi ha ancora una volta mostrato il suo volto anti-operaio. Nella prima settimana di settembre 2014 ha proposto modifiche all’Industrial Disputes Act, 1947; al Contract Labour (Regolamento e Abolizione) Act, 1970; al Factories Act, 1948; all’Apprentices Act, 1961 e al Trade Union Act (leggi sulle controversie industriali, contratti di lavoro, lavoro in fabbrica e apprendistato).
Narendra Singh Tomar, il ministro del lavoro dell’Unione li ha annunciati senza batter ciglio, come se fosse il ministro responsabile del benessere dei padroni delle fabbriche, non degli operai. Queste modifiche hanno come unico scopo il super-sfruttamento dei lavoratori, aumentare i super profitti delle multinazionali imperialiste e indiane che si gettano come avvoltoi sul sangue e la carne dei nostri lavoratori.
Queste modifiche rendono parole morte i diritti sul lavoro straordinario e salario aggiuntivo e consentono ai padroni delle fabbriche di far lavorare gli operai per 12 ore invece della giornata lavorativa di otto ore. I turni di notte per le donne sono resi legali. È ora consentito ai padroni di fabbriche che impiegano fino a 300 lavoratori di ridurre il personale o chiudere la fabbrica senza passare attraverso alcuna procedura, secondo la loro volontà. La Legge sulle controversie industriali favorisce ora i padroni in tutte le vertenze relative al lavoro. La legge sui contratti di lavoro si applica ora alle imprese che occupano più di 50 dipendenti, invece che 20, il che significa che a tutte le aziende che impiegano meno di 50 lavoratori a contratto non si applicano neppure le tenui disposizioni di tutela previste dalla legge. Finora, il datore di lavoro principale era responsabile per qualsiasi violazione di legge, anche in caso di lavoratori dell’appalto impiegati da un altro imprenditore. Gli emendamenti ora lo liberano da ogni vincolo.
Ora i lavoratori hanno facoltà di formare un sindacato solo se hanno il consenso del 30% dei lavoratori, mentre in precedenza sette operai potevano fare una domanda di registrazione di un sindacato e potevano formarne uno anche solo col 15% dei lavoratori. Si dice che la misura ha lo scopo di ridurre l'onere di trattare con troppi sindacati, ma non è altro che un palese tentativo di impedire ai lavoratori di organizzarsi per i loro diritti, permettendo ai capitalisti di sfruttarli, opprimerli e reprimerli a loro piacimento. Che razza di democrazia è questa se i lavoratori non possono esercitare correttamente nemmeno il loro diritto di formare un sindacato? Dato che i sindacati revisionisti e borghesi, che vanno quasi sempre a braccetto con i padroni contro gli interessi dei lavoratori, hanno ancora una posizione dominante sulla classe operaia, è diventato estremamente difficile per gli operai per liberarsi da queste catene e formare loro sindacati indipendenti.
Per essere precisi, queste modifiche hanno con un tratto di penna reso legali diversi illeciti in materia di condizioni di lavoro in fabbrica, calpestando tutti i diritti conquistati dei lavoratori in secoli di dure lotte, che sono in un certo senso erano patrimonio di lotte che risalgono alle ribellioni degli schiavi contro lo sfruttamento assoluto del lavoro umano. La giornata lavorativa di otto ore, non far fare alle donne i turni di notte e la regolamentazione degli straordinari e del salario per lavoro straordinario erano tutte conquiste di decenni di lotta di classe tra capitalisti e lavoratori. Queste modifiche avranno un grave impatto sulla salute fisica e mentale dei lavoratori, porteranno a ulteriori disastri industriali e avranno anche un pesante impatto sociale. In un contesto in cui nel migliore dei casi le donne che lavorano sono oggetto solo di molestie sessuali al ritorno dal posto di lavoro di notte, e quando diverse ricerche hanno stabilito che la salute delle donne è gravemente e irrimediabilmente danneggiata dai di turni di notte, la legalizzazione del lavoro notturno per le donne non solo incide sulla loro salute fisica e mentale, creando patologie ginecologiche, ma le espone a gravi rischi sul posto di lavoro e lungo percorso al e dal lavoro.
Nel complesso, queste condizioni di lavoro portano all’invecchiamento precoce dei lavoratori e i capitalisti potranno cacciarli senza pietà e assumere nuovi lavoratori, che passeranno a loro voltaattraverso lo stesso ciclo di sfruttamento per essere infine cacciati.
Molto sangue è stato versato per conquistare questi diritti, nelle lotte dei lavoratori in tutto il mondo e nelle rivoluzioni che miravano a mettere fine allo sfruttamento del lavoro e all'oppressione del proletariato e di tutte le masse lavoratrici. Sono stati conquistati come risultato accumulato delle lotte jn tutte le forme e nel loro insieme.
Ora con queste riforme il governo NDA vuole portare indietro l'orologio della storia. In realtà, sta seguendo la via aperta da tutti i precedenti governi in carica dal 1991 a oggi, da quando sono state adottate nuove misure economiche e hanno preso piede le politiche Globalizzazione, Privatizzazione e Liberalizzazione (GPL), che hanno imposto queste misure anti-operaie su sollecitazione degli imperialisti. In effetti, già Indira Gandhi aveva cercato di portare questi cambiamenti nelle leggi sul lavoro nel 1982, ma allora dovette ritirarle per le grandi resistenze incontrate. Il governo UPA ha all’attivo diverse misure antioperaie, tra cui alcune altrettanto gravi modifiche alle leggi sul lavoro. Tutte queste misure, possibili per dei governi di coalizione, sono ora rese ancora più possibili grazie alla 'maggioranza' di cui gode governo, che sostiene di avere il 'mandato' del popolo.
Il popolo gli ha dato il 'mandato' anche di negare i suoi diritti fondamentali?
Nei primi 100 giorni, il governo Modi/NDA ha ottenuto il record storico di adottare una o più misure antipopolari ogni giorno, questa sfilza di decreti contro i lavoratori sono solo le ultime. Modi e soci mettono in pratica l’ideale della borghesia dominante, aprendo ancor più alla penetrazione di investimenti diretti stranieri in settori finora non aperti o solo parzialmente aperti. Le Zone Economiche Speciali funzionano già come "paesi dentro il Paese", con proprie norme anti-operaie non vincolate alla stessa Costituzione indiana. Oltre a questo, i governi di quasi tutti gli stati dell'India si disputano il triste primato della brutale repressione delle lotte operaie e dei lavoratori quando scioperano e si mobilitano per le loro giuste rivendicazioni. L’attacco contro lo sciopero dei dipendenti pubblici dello Stato del Tamilnadu e la repressione contro i lavoratori di Gurgaon in Haryana sono solo i casi estremi. In realtà, è stato il governo BJP del Rajasthan che ha spianato la strada alla proposta governativa di riforma di modifica delle tre leggi fondamentali del lavoro, già il 5 luglio. A fronte della dura opposizione, l’ha ritirata, dicendo che erano "semplici proposte". Anche la magistratura sta facendo la sua parte nell’imporre l'agenda della globalizzazione imperialista adottando sentenze contro i lavoratori, tra cui la famigerata sentenza che vieta gli scioperi. I grandi media ripetono falsi argomenti per sostenere queste politiche anti-operaie, dicendo che andranno a creare “nuova occupazione”, “posti di lavoro”,“aumento della quota manifatturiera del PIL” ecc.
Con la disoccupazione, precarietà e sotto-occupazione che raggiungono livelli sempre più alti, nel quadro della crisi economica mondiale, e con l'inflazione alle stelle, i salari reali dei lavoratori sono sempre più compressi. Il popolo sprofonda sempre più nel classico pantano capitalista, dove quelli che riescono a trovare lavoro lavorano per lunghissime ore in condizioni di lavoro orribili mentre fuori dai cancelli della fabbrica circolano lavoratori affamati che non riescono a lavorare neppure un'ora per mantenere se stessi o le loro famiglie. L’enorme esercito industriale di riserva dei disoccupati spinge ancor più verso il basso i salari dei lavoratori, a causa della spietata concorrenza per il lavoro. In combinata con le ultime misure anti-operaie, questa situazione diventa sempre più preoccupante per le masse lavoratrici del nostro paese.
Nonostante i giochi delle classi dominanti sulle cifre del tasso di crescita, che puntano il dito sull’aumento degli investimenti di capitale speculativo nel mercato azionario e cercano di farlo passare come indice di sviluppo del paese, tutti sanno molto bene che la vera ricchezza viene dal lavoro degli operai. Tutti sanno molto bene che solo sfruttando gli operai fino all’ultima goccia di sangue possono riempire i loro conti bancari e sguazzare nel lusso.
Per la classe operaia la necessità immediata è comprendere più chiaramente questa realtà, organizzarsi e condurre una dura lotta di classe contro i loro sfruttatori e i politici della borghesia che gli leccano gli stivali.
In tutto il mondo c’è stata una impennata di lotta classe, in particolare nel quadro della crisi economica mondiale. Perfino negli Stati Uniti e in Europa abbiamo assistito a movimenti come Occupy Wall Street, per non parlare delle grandi manifestazioni e lotte in tutta Europa contro i licenziamenti, il taglio del welfare e la perdita dei risparmi a causa dei crack delle banche. Anche in India crescono le lotte della classe operaia per migliori condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, come il diritto di formare sindacati e anche solo a tenere riunioni o dharnas (marce). Operai e impiegati non stanno subendo passivamente le riforme alle leggi sul lavoro. Ci sono state forti proteste, militanti e pacifiche, tra cui un bandh Bharat (sciopero generale) indetto da tutti i sindacati contro il precedente tentativo del governo UPA. Anche i sindacati tradizionali hanno criticato le riforme alle leggi sul lavoro. Per tutti i sindacati e associazioni di lavoratori la necessità del momento è di mettersi insieme per combattere questa offensiva della classe dominante contro le masse lavoratrici.
Il CC del PCI (Maoista) chiama i lavoratori del nostro paese a sollevarsi uniti contro le ultime riforme anti-operaie adottate dal governo NDA di Modi e a piegarlo con le loro lotte e mobilitazioni militanti. Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni e individui democratici e progressisti perché stiano dalla parte dei lavoratori nelle loro lotte e diano loro voce contro il super-sfruttamento da parte dei padroni compradori che dominano il nostro paese per nutrire la bestia imperialista.
Smascherare il modello Vikas del governo Modi come svendita anti-popolare e antinazionale. Non è altro che il modello degli imperialisti che mirano a sfruttare, opprimere e reprimere le masse lavoratrici del nostro paese. Uniamoci e combattiamo questo falso modello di sviluppo e traditore degli interessi del popolo denominato Vikas e lottiamo per costruie un modello di sviluppo indipendente, autosufficiente, a favore del proletariato e del popolo.

(Abhay)
Portavoce,
Comitato Central, PCI (Maoista)