sabato 27 febbraio 2021

“Quando le masse si uniscono, i governi vengono cambiati” è la risposta dei contadini in protesta all’arroganza del governo fascista indù di Modi… e il 27 tutti a rafforzare l’assedio a Delhi!

 Il “Rail roko” (blocco delle ferrovie) messo in atto il 18 febbraio scorso, è stato un altro successo della mobilitazione dei contadini in protesta oramai in tutta l’India da 3 mesi! Questo tipo di protesta è stato scelto di proposito, in questa occasione, per rispondere e smentire anche davanti all’opinione pubblica di tutto il paese (e anche questa è diventata una guerra nella guerra) le affermazioni interessate del governo e dei mezzi di informazioni ad esso asservite spudoratamente che insistono nel voler circoscrivere l’ampiezza della protesta che ha, invece, un carattere nazionale!

E queste proteste continuano in varie forme, come per esempio alcune mega assemblea che vedono la presenza di oltre 120.000, 130.000 contadini in alcuni stati, mentre purtroppo continuano ad aumentare i morti: siamo a 274; e gli arresti di alcuni leader dei contadini che hanno partecipato alla manifestazione a Delhi il 26 gennaio.

Tutto questo però non ferma affatto la decisione di milioni di contadini di combattere fino alla fine per far ritirare le tre leggi nere al governo del fascista indù Narendra Modi, tanto che qua è là qualche contadino ha cominciato a bruciare il raccolto ed è dovuto intervenire il leader riconosciuto della protesta, Tikait, per dire che non è ancora il momento di passare a questo, anche se rientra tra le modalità di cui tutto il movimento ha parlato.

Continua pure la prova di forza contro il governo con l’accumulo di forze che assediano la capitale: i contadini hanno lanciato un altro appello a recarsi nei luoghi della protesta il 27 febbraio, e altre centinaia di migliaia hanno accolto la chiamata e si sono messi in cammino!

Le assemblee in corso per discutere dell’appello danno un esempio, per niente esaustivo, di ciò che sta succedendo: nel video che pubblichiamo fatto con le riprese di un drone (comunque alcuni mezzi di informazione nazionali e internazionali nel frattempo si interessano sempre più) si mostra la portata delle massicce proteste dei contadini in India: il primo contadino intervistato dice che sono presenti 250.000 persone e tra queste, tiene a precisare, 50.000 donne!

Il governo continua a fare il duro attraverso il suo ministro dell’agricoltura, ma le sue frasi di sfida e arroganti: “Ammassare la folla non porterà al ritiro delle leggi”, vengono smontate dalle affermazioni di uno dei leader, Tikait, che con la solita ironia risponde: “Quando le masse si uniscono i governi vengono cambiati”.

In aggiunta il governo incassa un’altra batosta: i suoi tribunali sono stati costretti a rilasciare su cauzione l’attivista ambientalista che era stata arrestata per sedizione e attentato contro lo Stato per il “complotto su internet”, Disha Ravi, il cui caso è diventato argomento di discussione sulla libertà di espressione in India.

le donne lavoratrici verso la marcia di protesta del 4 marzo -info a cura del MFPR

 in via di traduzione e di integrazione delle informazioni

Image Courtesy:tribuneindia.com

The All-Punjab Anganwadi Workers’ Union called for a state-level protest followed by a march towards Vidhan Bhawan on March 4, 2021 to reiterate long-standing demands of workers, Union President Hargobind Kaur told SabrangIndia.

“The Punjab government treats us like second-class citizens. Home Ministry officials take a long-time meeting with us and even then, they tell us they can’t do anything. It is horrible how they are treating us,” said Hargobind Kaur.

The anganwadi leader talked about how for at least five years, workers have been demanding minimum wages of monthly Rs. 24,000 and Rs. 18,000 for anganwadi workers and helpers respectively. Yet workers only receive Rs. 7,500 per month while neighbouring Haryana pays Rs. 11,000 per month to its workers.

Kaur questioned what happened to the money sent by the central government to pay people at anganwadis. Similarly, she pointed out that while pregnant women received as much as Rs. 6,000 cash incentive under the Pradhan Mantri Matru Vandana Yojana (PMMVY) anganwadi workers and helpers haven’t received their dues for three years. The scheme has now been clubbed with the integrated child development services (ICS) as per the 2021-22 budget considering both schemes “suffered greatly” after the lockdown and closing of Anganwadi centres. The revised estimate for PMMVY – Rs. 1,300 crore for 2020-21 – was barely half of what was initially allocated for the program.

Another demand of the Union is the provision of smart phones as promised in 2012. The Union leader said that the central government has already given the money for the same but the state government has not finished the process.

“The state government has the money but we have no idea how it is being used. The Home Ministry tells us they will talk to the Finance Minister. Meanwhile, the Chief Minister hasn’t met us once,” she said.

Last year, the Union demanded regularisation of their services and payment of creche workers’ salaries along with the above demands. At the time, the government made efforts for the same and paid ex-gratia amounts of Rs. 1 lakh and Rs. 50,000 to retired anganwadi workers and helpers respectively.

However, creche workers have not received wages for the last 22 months, said Hargobind. Further, creches do not have food to feed their children since January 2017, she claimed.

Similarly, anganwadi facilities also have not been upgraded to supply water, efficient toilet services. This despite the fact that anganwadi workers were among the frontline workers during coronavirus.

“After all this, they say anganwadi workers protest too much. That is why we are alive. On March 4, we will assemble in the evening and reiterate our longstanding demands,” said Hargobind Kaur.

Varavara Rao esce per motivi di salute ma le condizioni sono ingiuste

 


INDIA: Es extraño que quieran llamarlo fianza (Arasavili Krishna-Virasam)



Al poeta Varavara Rao, miembro fundador de la Asociación de Escritores Revolucionarios, se le concedió una fianza temporal por motivos de salud, pero las condiciones son injustas. No querer que se vaya de Bombay y que sólo esté con sus familiares es como una especie de arresto domiciliario. Los arrestados domiciliarios se quedan en la casa de alguien, pero ahora él no puede ir a su propia casa. A excepción de su colega, los miembros de su familia que trabajan en Hyderabad no pueden quedarse con él. Es extraño llamarlo fianza.

Varavara Rao, que ha estado en las cárceles de Maharashtra durante dos años y medio en relación con el caso de conspiración de Bhima koregaon, se encuentra en estado crítico. Autores de todo el mundo, intelectuales, escritores, artistas, comunidades y diversos partidos políticos de la sociedad india han pedido su liberación dada su edad y enfermedad. 

Llegó la solidaridad. Son el motivo de la iniciativa de conseguir esta fianza. Muchos exigieron un mejor tratamiento para Varavara Rao cuando cayó gravemente enfermo en la cárcel. El fastidio recuerda el arduo trabajo de ambos.

Un informe reciente de la firma forense Arsenal con sede en EE. UU. En el caso Bhima Koregaon concluyó que las acusaciones hechas por la policía fueron fabricadas y que la evidencia que mostraron fue introducida de contrabando en las computadoras de los sospechosos. El fastidio exige la liberación inmediata de las 16 personas que fueron detenidas ilegalmente en el caso. Stan Swamy y Sudha Bhardwaj, quienes están siendo juzgados junto con Varavara Rao, tienen serios problemas de salud. El fastidio también exige que Saibaba, que sufre de corona junto con muchos otros problemas de salud, reciba una fianza inmediata y busque un mejor tratamiento.
Arasavili Krishna es el
presidente de Virasam

http://avaninews.com/article.php?page=2952

la grande lotta delle masse contadine alimenta l'avanzamento della guerra di popolo in India - video di una manifestazione di questi giorni

 


Musica dalla protesta indiana Ailaan: Music from the Farmers Protests in India

 

Ailaan: Music from the Farmers Protests in India

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verso l'8 marzo internazionalista - donne indiane in India e in Italia

 


  




sotto

 donne indiane manifestano a brescia nel quadro della grande mobilitazione solidale organizzata dallo slai cobas per il sindacato di classe

manifestazioni di operai di fabbrica, e della logistica, donne, famiglie giovani che da un mese hanno animato la solidarietà internazionalista quella vera e non quella enunciata a parole a Brescia organizzate dallo slai cobas per il sindacato di classe bergamo e brescia 


è abbastanza ignobile che il blog pungolo rosso parli come un grillo parlante della lotta dei contadini indiani e delle donne indiane ignorando la sostanza della partecipazione gigantesca delle donne alle manifestazioni in India  ed è una insopportabile manifestazione di settarismo che ignori le  manifestazioni  organizzate dallo slai cobas per il sindacato di classe bergamo e brescia 

il FMI e il WEF dietro le riforme di Modi

 

Un articolo in via di traduzione

In September 2021 the UN will hold a Food Systems Summit. The aim will be to reshape world agriculture and food production in the context of the Malthusian UN Agenda 2030 “sustainable agriculture” goals. The recent radical farm laws from the government of Narenda Modi in India are part of the same global agenda, and it’s all not good.

In Modi’s India, farmers have been in massive protest since three new farm laws were rushed through Parliament last September. The Modi reforms were motivated by a well-organized effort of the World Economic Forum (WEF) and its New Vision for Agriculture, part of Klaus Schwab’s Great Reset, the corporate side of the UN Agenda 2030.

Modi Shock Therapy

In September, 2020 in a rushed Parliamentary voice vote, rather than a duly-registered formal vote, and reportedly with no prior consultation with Indian farmer unions or organizations, the government of Prime Minister Narenda Modi passed three new laws radically deregulating India’s agriculture. That has

sparked months of national farmer protest and nationwide strikes.The protests which are spreading across all India, demands repeal of the three laws.

In effect the laws end restrictions on large corporations’ buying land and stockpiling commodities to control farmer prices. They also allow large multinational businesses to bypass local or regional state markets where farmers’ produce is normally sold at guaranteed prices, and allows business to strike direct deals with farmers. This all will result in the ruin of an estimated tens millions of marginal or smallholder farmers and small middlemen in India’s fragile food chain.

The new Modi laws are measures the IMF and World Bank have been demanding since the early 1990s to bring Indian agriculture and farming into the corporate agribusiness model pioneered in the USA by the Rockefeller Foundation decades ago.Until now no Indian government has been willing to attack the farmers, the country’s largest population group, many of whom are on tiny plots or bare subsistence. Modi’s argument is that by changing the present system, Indian farmers could “double” income by 2022, an unproven,dubious claim. It allows corporations to buy farm land for the first time nationally so large companies, food processing firms, and exporters can invest in the farm sector.Against them a small farmer has no chance. Who’s behind the radical push? Here we find the WEF and the Gates Foundation’s radical globalized agriculture agenda.

WEF and the Corporativists

The laws are a direct result of several years’ effort of the World Economic Forum and its New Vision for Agriculture (NVA) initiative. For more than 12 years the WEF and its NVA has pushed a corporate model in Africa, Latin America and Asia. The “big target” has been India, where resistance to corporate takeover of agriculture has been fierce ever since the failed 1960’s Green Revolution of the Rockefeller Foundation. For the WEF Great Reset, better known as the UN Agenda 2030 for “sustainable agriculture,” India’s traditional farm and food system must be broken. Its smallholder family farmers must be forced to sell to large agribusiness conglomerates and regional or state-level protections for those farmers eliminated. It will be “sustainable,” not for the small farmers, but rather the giant agribusiness groups.

To advance that agenda the WEF created a powerful group of corporate and government interests called the NVA India Business Council. Its website at the homepage of the WEF states, “The NVA India Business Council serves as an informal, high-level leadership group to champion private sector collaboration and investment to drive sustainable agricultural growth in India.” An idea what they mean by “sustainable”is found in their membership.

The WEF’s NVA India Business Council in 2017 included Bayer CropScience, one of the world’s largest purveyors of agriculture pesticides and now,of Monsanto GMO seeds; Cargill India Pvt.of the giant US grain company; Dow AgroSciences, GMO seed and pesticide producer;GMO and agrichemical firm DuPont;grain cartel giant Louis Dreyfus Company; Wal-Mart India; India Mahindra & Mahindra (world’s largest tractor maker); Nestle India Ltd; PepsiCo India; Rabobank International; State Bank of India; Swiss Re Services, the world’s largest re-insurer; India Private Limited, a chemicals maker;and the Adani Group of Gautam Adani,the second richest man in India and major financier of Modi’s BJP party. Notice the absence of any Indian farmer organizations.

In addition to top Modi backer Guatam Adani on the WEF NVA India Business Council, MukeshAmbani, sits on the Board of Directors of Klaus Schwab’s World Economic Forum. Ambani, another top Modi backer, is Chairman and Managing Director of India’s largest conglomerate, Reliance Industries, and Asia’s second wealthiest person worth some $74 billion. Ambani is a strong advocate of the radical farm reform as Reliance stands to reap huge gains.

In December farmers in Punjab burned effigies of Prime Minister Modi, along with Reliance Industries chairman Mukesh Ambani, and Adani Group chairman Gautam Adani, accusing them of being behind the new laws of Modi.

For anyone with even a slight idea of these corporate behemoths, it is clear that the interests and welfare of India’s estimated 650 million farmers are not the priority. Notably, IMF’s Chief Economist Gita Gopinath, an Indian now in USA,has endorsed the laws, and has said that India’s recently-enacted agriculture laws have the “potential” to increase farmers’ income.

On 26 November a nationwide general strike began that involved approximately 250 million people in support of the farmers. Transport unions representing over 14 million truck drivers have come out in support of the farmer unions. This is the biggest challenge to the BJP Modi regime to date. The fact the government refuses to back down suggests it will be a bitter battle.

For the Agenda 2030, or Great Reset to transform the global food and agricultural industries as Klaus Schwab prefers to call it, to succeed, it is highest priority that India, with the world’s largest population,be brought into the globalist web of corporate agribusiness control. Clearly the timing of the Modi deregulation has in mind the UN 2021 Food Systems Summit.

AGRA and the UN Food Systems Summit

Indication of the agenda in store for India’s farmers is the upcoming September UN Food Systems Summit. UN Secretary General Antonio Guterres in 2019 announced the UN will host Food Systems Summit in 2021 with the aim of maximizing the benefits of a “food systems approach” consistent with UN 2030 Sustainable Development Goals. He named Agnes Kalibata of Rwanda as his Special Envoy for the 2021 Food Systems Summit. The summit’s founding statement pushes “precision farming” such as GPS, Big Data and robotics, and GMO, as solutions.

Kalibata, former Minister of Agriculture in war-torn Rwanda,is also the President of AGRA, the Alliance for a Green Revolution in Africa. AGRA was created by the Gates and Rockefeller Foundations to introduce GMO patented seeds and related chemical pesticides into African agriculture. A key person Gates put in charge of the AGRA, Robert Horsch, spent 25 years as a senior Monsanto executive. The Bill & Melinda Gates Foundation is also a “Contributing Partner” of the WEF.

After nearly 15 years and some $1 billion in funds from Gates, Rockefeller and other large donors, AGRA has failed to lift farmers into a better wellbeing. Farmers are forced by their governments to buy seeds from commercial suppliers, often tied to Monsanto and other GMO companies, as well as commercial fertilizer. The result is debt and often bankruptcy. The farmers are forbidden to reuse the commercial seeds and are forced to abandon traditional seeds which they could reuse. AGRA’s focus on “market-oriented” means the global export market controlled by Cargill and other major grain cartel giants. In the 1990s, under pressure from Washington and agribusiness, the World Bank demanded African and other governments in developing countries end their agriculture subsidies. That, while the USA and EU agriculture remains heavily subsidized. The cheap subsidized EU and OECD imports drive local farmers bankrupt. That’s intended.

A 2020 report on AGRA, False Promises, concluded, “yield increases for key staple crops in the years before AGRA were just as low as during AGRA. Instead of halving hunger, the situation in the 13 focus countries has worsened since AGRA was launched. The number of people going hungry has increased by 30 percent during the AGRA years… affecting 130 million people in the 13 AGRA focus countries.” Gates’ AGRA has made African food production more globalized and dependent than ever on the will of global multinationals whose aim is cheap inputs. It forces farmers into debt and demands specific “cash crops” like GMO corn or soya, be grown for export.

Gates Foundation’s confidential Agricultural Development Strategy 2008-2011 outlined its strategy:

“Smallholders with the potential to produce a surplus can create a market-oriented agricultural system… to exit poverty…The vision of success involves market-oriented farmers operating profitable farms…this will require some degree of land mobility and a lower percentage of total employment involved in direct agricultural production.” (emphasis added)

In 2008 Rajiv Shah was the Gates Foundation’s Director of Agricultural Development, and led the Foundation’s creation of the AGRA together with the Rockefeller Foundation. Today Shah is President of Rockefeller Foundation,Gates’ partner in AGRA, which foundation also financed the creation of GMO patented seeds back in the 1970s, the creation of CGIAR seed banks with the World Bank and India’s 1960’s failed Green Revolution.Rajiv Shah is also an Agenda Contributor at the World Economic Forum. Small world.

The fact that the President of AGRA is heading the September 2021 UN Food Systems Summit (note the use of “food systems”) exposes the seamless links between the UN, the Gates and Rockefeller Foundations, the World Economic Forum and their web of global corporate mega companies.

India, with 1.4 billion people, perhaps half in agriculture, is the last bastion where global agribusiness has been unable to dominate the production of food. The OECD has been globalized by industrial agribusiness since decades and the deterioration in food quality and nutrition confirms it. China has opened up and is a major player in the GMO world with Syngenta, as well as the world largest producer of glyphosate. China industrial pork factory farms such as Smithfield Farms, where the recent African Swine Fever is believed to have originated, are on the way to wipe out small-scale farmers there.The central role of the Gates-Rockefeller AGRA in the UN 2021 Food Systems Summit, the major role of the WEF in the world “food systems” reset, and the pressures in recent months on the Modi government to implement the same corporate agenda in India as in Africa, are all no accident. It sets the world up for catastrophic harvest failures and worse.

 F. William Engdahl is strategic risk consultant and lecturer, he holds a degree in politics from Princeton University and is a best-selling author on oil and geopolitics, exclusively for the online magazine “New Eastern Outlook

lunedì 15 febbraio 2021

FORTE E CALOROSA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA IN PIAZZA A BRESCIA, IN 200 RACCOLGONO L’APPELLO DEGLI OPERAI SLAI COBAS SC, TRA QUESTI MOLTI GIOVANI COMBATTIVI.

 DALLA PIAZZA FORTE LA DENUNCIA DEL CARATTERE FASCISTA INDU DI MODI, DEI PUNTI COMUNI CON LA DITTATURA DI MUSSOLINI, DELLA VIA PERDENTE DEL PACIFISMO DI GHANDI

PER IL MASSIMO APPOGGIO AI CONTADINI, CHE RIFIUTANO LA RIFORMA DELLE LEGGI SULL’AGRICOLTURA PROPOSTA DAL GOVERNO AL SOLO SCOPO DI FAR RITIRARE L’ASSEDIO A NUOVA DHELI E DISARMARE IL MOVIMENTO

MENTRE CRESCE L’UNITÀ CON GLI OPERAI E SI RAFFORZANO LE MOBILITAZIONI CON NUOVE E COMBATTIVE FORME DI LOTTA, PER LA CANCELLAZIONE DELLE TRE LEGGI CHE METTERANNO LE TERRE NELLE MANI DEI GRANDI GRUPPI MULTINAZIONALI, TOGLIENDO AI CONTADINI I MEZZI PER VIVERE

IN UNA BATTAGLIA APERTA CONTRO IL REGIME DI MODI AL SERVIZIO DELL’IMPERIALISMO, CHE HA GIÀ ‘SVENDUTO TUTTO IL PAESE’, E CHE ORA, MESSO IN DIFFICOLTÀ NELLO SCONTRO STORICO CON I CONTADINI, TRATTA IL MOVIMENTO DI LOTTA COME UN NEMICO INTERNO, SCHIERA RSS/BJP, POLIZIA INFILTRATI E PROVOCATORI, COSTRUISCE CAMPAGNE DIFFAMATORIE AD ARTE COSÌ COME BARRICATE DI CEMENTO CON FILO SPINATO, MILITARIZZANDO LA CITTÀ, NEL TENTATIVO DI REPRIMERE, SABOTARE E DIVIDERE IL FRONTE UNITO DI LOTTA.

DALLA PIAZZA TANTE VOCI UNITE CONTRO IL REGIME E LA REPRESSIONE, A CONTINUARE LA MOBILITAZIONE PER I CONTADINI, RICORDANDO, COME SOLIDARIETÀ CON I POPOLI CHE LOTTANO VOGLIA DIRE, LOTTARE NEL PROPRIO PAESE CONTRO IL PROPRIO IMPERIALISMO, CONTRO IL PROPRIO GOVERNO

IL NUOVO GOVERNO DRAGHI DELLE BANCHE DELLA FINANZA DEI PADRONI, CHE ANCHE QUI, SENZA UNA FORTE MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI E DELLE MASSE POPOLARI, PORTERÀ ALLA FAME E ALLA MISERIA I PROLETARI, CON UNA NUOVA POLITICA DI TAGLI  PRIVATIZZAZIONI LICENZIAMENTI...

 














NON SOLO LA GRANDIOSA LOTTA DEI CONTADINI. ANCHE NELLE FABBRICHE LAVORATRICI E LAVORATORI, CON LA LOTTA, STRAPPANO RISULTATI PARZIALI

 1257 lavoratori riconquistano il lavoro in tempo di pandemia: la forza operaia sconfigge i fornitori del colosso multinazionale H&M


1257 lavoratori riconquistano il lavoro in tempo di pandemia

9 febbraio 2021, segreteria NTUI

La New Trade Union Initiative celebra la straordinaria vittoria dei 1257 lavoratori della Euro Clothing Company (ECC 2) della Gokaldas Exports (GE) che hanno riconquistato il loro posto di lavoro e ottenuto il riconoscimento del loro sindacato, la Garment and Textile Workers’ Union, affiliata alla NTUI, dopo una lotta determinata durata otto mesi. Le lavoratrici della ECC2 a Srirangapatna, Karnataka, sono state illegalmente licenziate l’8 giugno 2020, una settimana dopo aver contrastato il tentativo della direzione di rimuovere i macchinari dalla fabbrica. La fabbrica produceva principalmente per il gigante globale dell’abbigliamento H&M. Come affiliata di IndustriALL Global Union, la GATWU ha cercato di far rispettare l’accordo quadro globale (GFA) di H&M con IndustriALL, con la consapevolezza che nella catena di approvvigionamento globale le multinazionali devono essere responsabili anche dei diritti dei lavoratori dei loro fornitori. La politica antisindacale di Gokaldas e H&M

sabato 13 febbraio 2021

Alla ferma protesta dei contadini che annunciano un nuovo blocco nazionale dei treni per il 18 febbraio, il governo risponde con la nuova arma GREEN e fa guerra… pure ai trattori!

 Sembra che il governo guidato dal fascista indù Narendra Modi, voglia applicare ironicamente alla protesta dei contadini il detto “chi di trattore ferisce…” … infatti, come ultimo, si fa per dire, ritrovato della sua lotta contro i contadini si è ricordato di una ordinanza del 26 novembre 2014 del National Green Tribunal (NGT-Tribunale Verde Nazionale. Vedi quanto può tornare utile il GREEN!!!) che prescrive che i diesel di età superiore ai 10 anni non può andare in giro per le strade di Delhi.

A questa mirata spudorata iniziativa del governo i contadini hanno risposto subito che non se ne parla e pure con ironia invitando tutti a scrivere sui propri trattori “Tractor Kranti” – Rivoluzione dei Trattori!


Questo si unisce agli altri tentativi da parte del governo di mettere la protesta dei contadini in difficoltà davanti all’opinione pubblica: prima con l’accusa di aver violato il tricolore issando le bandiere sul Forte rosso, di essere infiltrati di professionisti della rivolta, di essere sostenuti da potenze straniere e dai “maoisti urbani”; di sostenere i separatisti, "Khalistani”, e addirittura c’è chi tira in ballo adesso l'intelligence pakistana (ISI) e la Cina per aver finanziato l'agitazione… e poi i tentativi di interrompere le comunicazioni con il taglio di internet, l’uso dei droni e tutto l’armamentario di barricate di ogni tipo le cui immagini fanno rimpiombare nell’atmosfera degli assedi medievali! (Una pratica che a quanto pare il governo sta estendendo in tutta la nazione).

A tutto questo bisogna aggiungere il tentativo di sfiancamento scelto in questo momento da Modi che h

a ingaggiato la Corte Suprema in una serie di “colloqui”, con un comitato di tre membri, infatti, sta tenendo consultazioni con le parti interessate, sia online che di persona. Il comitato ha già incontrato 12 sindacati degli agricoltori e contadini di otto Stati (Andhra Pradesh, Bihar, Jammu e Kashmir, Madhya Pradesh, Rajasthan, Telangana, Uttar Pradesh e Bengala Occidentale)… e siamo alla settima riunione tenuta finora dal panel.

Le posizioni dei contadini, per bocca dei loro leader, sono ben ferme: prima la solita ironia dicono che il governo non sta mostrando serietà dopo che il primo ministro Narendra Modi ha detto che il telefono era a portata di mano. Mentre il presidente nazionale dell'Unione Bharatiya Kisan Naresh Tikait ha affermato che lo stallo sulle leggi agricole può essere risolto se il governo evita il suo atteggiamento "testardo" e non gioca con l'onore degli agricoltori.

Procedono quindi, all’interno di una grande solidarietà, i preparativi delle prossime iniziative.

Tutti colo che provengono dai diversi distretti dell'Haryana, in particolare coloro che stanno vicino alla capitale, stanno aiutando i contadini a protestare in molti modi: portano, per esempio, tutto ciò che serve al fabbisogno quotidiano dai villaggi vicini di Haryana. Ad esempio, portano carrelli pieni di latte, ghee, verdure, frutta e molti altri prodotti alimentari che vengono forniti dagli abitanti del villaggio per gestire l’assedio. "Non possiamo venire a mani vuote.” Dicono.

In merito alle prossime iniziative il 10 febbraio hanno annunciato un blocco ferroviario nazionale di quattro ore, 12:00 alle 16:00, il 18 febbraio mentre rinnovavano la loro strategia per intensificare l’agitazione, che include anche una marcia delle candele il 14 febbraio in memoria delle vittime dell'attacco terroristico di Pulwama del 2019; dal 12 febbraio e per una settimana non pagheranno i pedaggi nel Rajasthan.

venerdì 12 febbraio 2021

ampia documentazione sulla lotta dei contadini in India e su la posizione e azione di sostegno del PCI (Maoista)

  in via di traduzione 

2021:

avanza la solidarietà proletaria e internazionalista con la grande lotta dei contadini indiani

                   

NO ALLE PROPOSTE ‘TRAPPOLA’ DI SOSPENSIONE E REVISIONE DELLE TRE LEGGI SULL’AGRICOLTURA; CONTRO LA REPRESSIONE DEL GOVERNO FASCISTA INDU DI MODI, CHE CERCA DI FERMARE IL MOVIMENTO DI LOTTA CON CARICHE ARRESTI SPARIZIONI VIOLENZE ALLE DONNE, LA MILITARIZZAZIONE DELLA CITTÀ, LE INTIMIDAZIONI ALLA STAMPA E LE LIMITAZIONI DI INTERNET.

CHE CERCA DI DIVIDERE E ISOLARE IL FRONTE DI LOTTA, CON INFILTRATI PROVOCATORI E UNA CAMPAGNA DI MENZOGNE SUI VERI OBIETTIVI DELLA RIBELLIONE DEI CONTADINI, CHE RESTANO L’ABOLIZIONE DELLE TRE LEGGI SULL’AGRICOLTURA, NON RIVENDICAZIONI RELIGIOSE O SEPARATISTE 

PER UN MOVIMENTO CHE RESISTE E SI RAFFORZA ALLARGANDO L’UNITÀ TRA OPERAI E CONTADINI ‘KISAN-MAJDOOR EKTA’ E TROVA FORME NUOVE DI LOTTA CON IL ‘TRACTOR RALLY’, LA MARCIA STORICA DEL 26 GENNAIO SU NUOVA DHELI, IL GRANDE SUCCESSO DEL ‘CHAKKA JAM’, IL BLOCCO DI MOLTE STRADE PER TRE ORE, IN QUELLO CHE È DIVENTATO UNO SCONTRO APERTO CON IL GOVERNO, CHE HA GIÀ PRIVATIZZATO E SVENDUTO ‘TUTTO’, CHE HA PEGGIORATO LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO DELLA CLASSE OPERAIA. UNO SCONTRO SEGNATO DALLO SCIOPERO DI 250 MILIONI DI LAVORATORI DEL 26 NOVEMBRE 2020.


L'infame 'Partito 'comunista' dell'India ' marxista' impegnato a indirizzare la grande lotta delle masse contadine a difesa dell''ordine costituzionale e le basi economiche dell'india'' ovvero il regime capitalista burocratico/feudale al servizio dell'imperialismo , e la via elettorale

 E' necessario anche nel nostro paese denunciare riformisti e revisionisti in India e sostenere il grande movimento di massa in India - vedi importante iniziativa dei lavoratori indiani in Italia organizzata dallo slai cobas per il sindacato di classe a Bergamo /Brescia - far conoscere e intensificare il sostegno al PCI(maoista)

 dal documento Comunicato del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'India (Marxista) emesso a seguito della riunione in remoto del 30-31 gennaio 2021 3° Congresso del CPI(M)


Il Comitato Centrale ha deciso di avviare l'elaborato percorso congressuale interno al Partito che inizia dalle unità di base del Partito, dalle sezioni e culmina con il Congresso del Partito. Le conferenze di sezione cominceranno dalla prima settimana di luglio 2021, dopo le prossime elezioni dell'assemblea. Il 23° Congresso del Partito, che doveva tenersi nell'aprile 2021, ha dovuto essere rimandato a causa della pandemia e delle elezioni assembleari in Kerala, Bengala occidentale, Tamilnadu e Assam. Il Comitato centrale mira a convocare il 23° Congresso nel primo trimestre del 2022, preferibilmente entro la fine di febbraio.

Chiamata del Comitato Centrale
Il Comitato Centrale ha deciso che tutte le unità del Partito osserveranno una campagna di quindici giorni in tutto il paese nella seconda metà di febbraio 2021. Questa sarà su questioni che stanno distruggendo l'ordine costituzionale e le basi economiche dell'India attraverso l'acuirsi della polarizzazione della ricchezza; il saccheggio dei beni nazionali; la privatizzazione su larga scala; l'aumento dei prezzi; l'abolizione delle leggi sul lavoro, la disoccupazione galoppante ecc., rafforzando la solidarietà con le lotte dei contadini in corso e smascherando la falsa propaganda di RSS/BJP.


Il Comitato centrale ha deciso che l'obiettivo principale nel prossimo periodo sarà quello di sconfiggere il BJP nelle prossime elezioni dell'assemblea, assicurare il ritorno del governo di sinistra guidato dal CPI(M) in Kerala, lavorare per un'alternativa democratica laica e di sinistra nel Bengala occidentale, sconfiggere l'alleanza BJP-AIADMK assicurando la vittoria del fronte guidato dal DMK e aumentare l'influenza del partito nell'assemblea dell'Assam.

martedì 9 febbraio 2021

I contadini sono accampati fuori Delhi. Ma per Modi è colpa degli «stranieri» (Il Manifesto)



- Matteo Miavaldi, 09.02.2021

India. L’India di Modi, sempre più simile alla Cina quando si tratta di rapporti con l’opinione

pubblica straniera o col dissenso interno, tende a ricorrere sistematicamente alla sindrome

d’accerchiamento per ricompattare il Paese quando il consenso scricchiola.

Grazie al coinvolgimento di celebrità come la cantante Rihanna e l’attivista Greta Thunberg, da

giorni la protesta dei contadini indiani rimbalza sui social network di mezzo mondo. Per il governo

guidato da Narendra Modi le manifestazioni di dissenso che da quasi tre mesi interessano gli stati di

Haryana, Punjab e New Delhi rappresentano un ostacolo non più sottovalutabile, sia in termini di

tensioni sul campo sia, soprattutto, di danni d’immagine.

Nella giornata di ieri il premier indiano ha puntellato gli sforzi della propaganda governativa proprio

dai banchi del parlamento di New Delhi. Mentre un esercito di lacché del governo più o meno noti –

se ne trovano a decine nel mondo del cricket e di Bollywood, ma non mancano giornalisti e

opinionisti – agitava lo spauracchio dell’ingerenza straniera negli «affari interni indiani» su Twitter,

Modi si avventurava alla camera bassa del parlamento in uno dei suoi tradizionali calembour politici.

Mentre noi stiamo parlando di Fdi, di Foreign Direct Investments per far crescere l’India, ha detto

Modi, qui siamo sotto attacco di un altro tipo di Fdi: «Foreign Destructive Ideology», parafrasando il

premier, un’ideologia straniera distruttiva che mira a destabilizzare l’armonia indiana fondata,

secondo il Bharatiya Janata Party (Bjp), sul rispetto delle «tradizioni».

Lo scenario non è nuovo: l’India di Modi, sempre più simile alla Cina quando si tratta di rapporti con

l’opinione pubblica straniera o col dissenso interno, tende a ricorrere sistematicamente alla

sindrome d’accerchiamento per ricompattare il Paese quando il consenso scricchiola.

Con centinaia di migliaia di contadini ancora accampati alle porte della capitale, Modi ha anche

attaccato i «manifestanti di professione», puntando il dito contro chi, sempre secondo la vulgata

governativa, starebbe ingannando milioni di braccianti, raccontando falsità. Le liberalizzazioni

dell’agricoltura, che secondo i rappresentanti dei contadini porterebbero allo spolpamento del

settore da parte delle multinazionali della distribuzione, per il governo rappresentano

un’opportunità per aumentare i profitti. Un’occasione, ricordiamo, che l’esecutivo ha fatto passare di

corsa lo scorso settembre tagliando i tempi di discussione nelle commissioni parlamentari e senza

coinvolgere le sigle sindacali.

Sul nodo del prezzo minimo di vendita, uno dei punti centrali per i manifestanti, il primo ministro ha

cercato di offrire rassicurazioni, ripetendo più volte che non è nelle intenzioni del governo

cancellarlo: rimarrà a tutela dei lavoratori, come rimarranno le derrate alimentari calmierate per i

più bisognosi.

Rakesh Tikait, delegato del sindacato contadino Bharatiya Kisan Union (Bku), ieri pomeriggio ha

replicato a Modi in conferenza stampa: «Non si faranno affari sulla fame del Paese. Se la fame

aumenta, il prezzo del raccolto deve essere fissato di conseguenza. Chi vuole fare affari sulla fame

della gente sarà cacciato dal Paese».

La protesta, insomma, è destinata a continuare ad oltranza finché, dicono i contadini, le tre leggi

sull’agricoltura non saranno abrogate.

Nel frattempo, prosegue la stretta governativa sulla libertà d’espressione nel Paese. Oltre all’arresto

dei giornalisti che hanno raccontato le proteste, il governo ha segnalato a Twitter 1.200 account

«sospetti», chiedendone la sospensione o il blocco. Secondo i servizi indiani sarebbero

«simpatizzanti di organizzazioni separatiste per il Khalistan o vicine al Pakistan». Al rifiuto del social

network, fonti governative hanno fatto sapere che alcuni «like» di Jack Dorsey – Ceo di Twitter a

tweet di sostegno alle manifestazioni «fanno emergere dubbi sulla neutralità di Twitter.

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sabato 6 febbraio 2021

Arundathi Roy: “In India la Storia è in marcia”

tratto da Contropiano

Arundathi Roy: “In India la Storia è in marcia”

Le nostre menti stanno ancora correndo avanti e indietro, desiderando un ritorno alla “normalità”, cercando di ricucire il futuro al passato e rifiutando di accogliere la rottura. Ma la rottura esiste. E nel mezzo di questa terribile disperazione, ci offre la possibilità di ripensare alla macchina del destino che abbiamo costruito per noi stessi.

Niente può essere peggio di un ritorno alla normalità. Storicamente, le pandemie hanno forzato l’umanità a rompere col passato e immaginare il suo mondo di nuovo. Questa non è diversa.

È un portale, un cancello fra un mondo e il prossimo.

Possiamo decidere di passarci attraverso, portando con noi la carcassa dei nostri pregiudizi e del nostro odio, la nostra avarizia, i nostri dati bancari e le nostre idee morte, i nostri fiumi morti e i cieli inquinati. O possiamo attraversarlo leggermente, con un piccolo bagaglio, pronti ad immaginare un nuovo mondo. E pronti a lottare per questo!

La Pandemia è un portale, non si torna alla “normalità”

Arundhati Roy

L’india ha quasi un miliardo e quattrocento milioni di abitanti (come la Cina), un sesto della popolazione mondiale ed è una delle maggiori economie globali.

È uno Stato, o meglio un’Unione di Stati, dove poco più di un centinaio di famiglie controlla l’economia ed in cui la polarizzazione sociale è progredita durante la pandemia. Una tendenza a livello mondiale ben fotografata dal rapporto Oxfam: Il virus della diseguaglianza.

Mentre centinaia di milioni di persone hanno perso il lavoro durante il lockdown, i miliardari indiani hanno accresciuto la loro ricchezza del 35%. I cento più ricchi della corporate class hanno guadagnato abbastanza da distribuire, se volessero, circa 100.000 rupie – 1.340 euro – ad ognuno dei 138 milioni di indiani più poveri!

L’India esce con le ossa rotte dalla sfida pandemica che ne ha mostrato le fragilità, ogni paragone con il “vicino” cinese è impietoso a riguardo: più di 150 mila decessi contro meno di 5 mila della Repubblica Popolare.

La politica neo-liberista che i dirigenti politici indiani hanno sviluppato negli ultimi trent’anni ha portato ad una simbiosi mortale tra il privilegio di casta, il dominio politico e la supremazia economica. O, come dice Arundhati Roy, nell’intervento che qui abbiamo tradotto: “Casta e capitalismo si sono fusi per creare un tutt’uno particolarmente letale e peculiarmente indiano.”

Un progetto politico, quello delle élite indiane, che ha coniugato il neo-liberismo, il nazionalismo indù ed una sempre più marcata involuzione autoritaria dello Stato, verso una forma di fascismo indiano promosso dal suo capitale monopolistico con il consenso dell’Occidente.

Il trattamento ricevuto, negli accampamenti ai bordi della capitale, dai circa 250 mila contadini che da fine novembre la stanno pacificamente “assediando”, e che lottano contro un pacchetto legislativo teso a distruggere gli elementi di regolamentazione statale della produzione e distribuzione agricola, per spianare definitivamente la strada all’agrobusiness, dà la cifra di come quella che si vanta essere “la più grande democrazia al mondo” stia da tempo scivolando nell’abisso.

Solo sul piano della censura, il governo ha reiterato l’ordine a Twitter di sospendere l’accesso in India a circa duecento account collegati alla lotta degli agricoltori – dopo una prima sospensione avvenuta questo lunedì ed un successivo sblocco – minacciando ritorsioni penali e monetarie previste dalla legge indiana Under Section 69A.

Ma la censura mediatica è solo un aspetto della lotta contro i contadini mobilitati, fatta di repressione poliziesca, agenti provocatori, squadracce, militarizzazione…

“E’ come osservare un’automobile che viene smontata pezzo per pezzo, a cui viene distrutto il motore, rimosse le ruote, strappati I rivestimenti, vandalizzato lo scheletro lasciato al bordo della strada, mentre le altre macchine (…) sfrecciano lontano”, afferma Roy, che descrive quest’ennesima tappa dell’accumulazione attraverso l’espropriazione praticata ai danni dei contadini, cioè circa la metà della popolazione.

E proprio nei giorni successivi alla storica marcia del 26 gennaio scorso, la situazione è andata peggiorando, facendo assumere a questo conflitto sociale il profilo di una vera e propria guerra contro una porzione importante della popolazione. La quale viene trattata alla stregua di nemico interno, perpetuando il modus operandi contro chi si è mobilitato, negli anni scorsi, in opposizione ad una legge discriminatoria come il Citizenship Amendment Act (CAA), o applicato all’intera popolazione del Kashmir da un anno e mezzo circa.

La stigmatizzazione negativa a tutto tondo dei propri oppositori è la tecnica collaudata dei media in mano ai grandi interessi economici: i contadini che protestano oggi – di cui una buona parte Sikh – sono stati dipinti come tutti “separatisti” del movimento Khalistan, così come “tutto ciò che ha a che fare con i mussulmani è di default “jihadismo” (usato incorrettamente come eufemismo di terrorismo) e tutto ciò che contraddice questo sono solo dettagli”, afferma la Roy.

Uno degli strumenti del dominio di classe è la supremazia razziale che esclude una buona parte della popolazione che prende la forma della discriminazione religiosa: “Il rapido diminuire di Hindu ha contribuito all’ansia della casta privilegiata, preoccupata per la demografia e galvanizzata dalle politiche di ciò che oggi è chiamato Hindutva. Oggi, tuttavia, con il potere delle RSS, le cose si sono invertite.”

L’estrema destra induista – le RSS – è da tempo uno strumento in mano alle élites al potere, che ne ha di fatto sposato la Weltanschauung e che attinge dalle sue squadracce per pogrom ed assalti anti-popolari, in piena impunità con la complicità delle forze dell’ordine.

Un nemico di classe che non vuole perdere la propria rendita di posizione, disposto ad usare tutto l’armamentario necessario, è quello che stanno affrontando le organizzazioni sindacali dei contadini indiani e le forze comuniste che le sostengono, in una battaglia decisiva in un Paese che è uno dei perni della strategia di contenimento della Cina da parte di USA ed UE.

Abbiamo quindi ritenuto utile offrire un quadro generale attraverso l’intervento che l’attivista e scrittrice indiana ha fatto durante l’Elgar Parishad di quest’anno.

Questo è un importante appuntamento tenutosi la scorsa domenica, organizzato per la prima volta nel 2018 da una coalizione di circa 250 gruppi “anti-casta” ed organizzazioni che si battono per i diritti umani, quest’anno oggetto alla militarizzazione e alla repressione.

La scrittrice e attivista indiana, nel finale della sua esposizione, ha ricordato Rohit Vermula, studente universitario suicidatosi nel gennaio 2016, a causa delle discriminazioni subite come membro di una casta “inferiore”, che accese le proteste studentesche, un “punto di svolta” nell’India di Modi.

Le parole della Roy sono tutt’altro che un lamento vittimistico ma un invito alla lotta: “contro il Brahamanismo, contro il Capitalismo, contro l’Islamofobia e contro il Patriarcato. Il Patriarcato, il fondamento di tutto questo – perché se gli uomini non controllano o non possono controllare le donne, allora non controllano più nulla.”

Buona Lettura.

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Arundhati Roy: “la battaglia per l’amore deve essere intrapresa in modo militante e sarà meravigliosamente vinta”

Ringrazio gli organizzatori dell’Elgar Parishad 2021 per avermi invitato a parlare in questo incontro per ricordare quello che sarebbe stato il trentaduesimo compleanno di Rohith Vemula e l’anniversario della vittoria nella battaglia di Bhima Koregaon nel 1818. Non lontano da qui, le truppe mahar combattendo nell’esercito britannico sconfiggevano il re Peshwa Bajirao II sotto cui i mahar e altre caste dalit furono perseguitate e ritualmente degradate in modi indescrivibili.