mercoledì 27 gennaio 2021

Il giorno dopo l’assalto alla Capitale la protesta dei contadini continua, mentre la macchina della repressione si mette in azione utilizzando video "scandalosi"… altri brevi aggiornamenti

 Mentre la maggior parte dei contadini è tornata a rioccupare le proprie “cittadelle” (Tikri, Singhu ecc.) e bloccare i diversi ingressi a Delhi, e mentre i dirigenti della lotta stanno facendo mega assemblee per riprendere la lotta, le forze di polizia, tra le quali ci sarebbero 300 feriti, comincia a far circolare notizie di denunce e possibili arresti… in particolare le accuse si fondano su video come questi…

 


In Shocking Video, Delhi Cops Forced To Jump Off Wall To Escape Farmers At Red Fort

The video shows security forces being thrashed with sticks, and being backed up against the edge of the rampart, which they jump off in an attempt to escape

All IndiaReported by Mukesh Singh Sengar, Edited by Chandrashekar Srinivasan (with inputs from ANI)Updated: January 27, 2021 10:07 am IS

In un video scioccante, poliziotti di Delhi costretti a saltare dal muro per sfuggire ai contadini al Forte Rosso

Il video mostra le forze di sicurezza che vengono picchiate con bastoni e spinte contro il bordo del bastione, che saltano fuori nel tentativo di fuggire

All IndiaReported by  Mukesh Singh Sengar, A cura di Chandrashekar Srinivasan  (con input da ANI)Aggiornato: 27 gennaio 2021 10:07 IS

New Delhi:

Delhi witnessed unprecedented scenes of chaos and violence on Tuesday - on the nation's 72nd Republic Day - as groups of farmers protesting the centre's agriculture laws clashed with police and security forces during what was supposed to be a peaceful tractor rally around the city's borders.

In one video, shared online by news agency ANI, around a dozen police and paramilitary personnel can be seen forced to scramble and jump over a 15-foot wall at the Red Fort complex to escape a mob of lathi-wielding attackers.

The video shows police thrashed with lathis and sticks,and backed against the edge of a rampart.

[https://www.ndtv.com/india-news/farmers-protest-latest-news-live-updates-chaos-in-delhis-red-fort-ito-as-farmers-defy-rally-route-clash-with-police-2358505] 

Huge crowd at Tikri border as farmer union leaders address protesters from stage

[Una folla enorme a Tikri, periferia di Delhi, i leader informano dal palco] 

I CONTADINI ASSALTANO LA CAPITALE DELHI - breve aggiornamento



 
l'occupazione del Forte Rosso

L’hanno detto e l’hanno fatto, hanno marciato con i loro trattori fin nel cuore della Capitale, dopo due mesi di protesta “pacifica”.

Hanno abbattuto una dopo l’atra le barricate preparate dalla polizia, barricate fatte di container, pullman, transenne di ferro e di cemento… hanno messo in fuga i poliziotti che lanciavano lacrimogeni e cercavano di bloccare i contadini, un gruppo di poliziotti si è perfino seduto sulla strada a fare un sit-in per bloccare la marcia…

Nel contempo, sugli schermi delle tv indiane scorrevano le immagini dell’altra manifestazione, quella ufficiale del Giorno della Repubblica, alla presenza del fascista indù Modi, che terminava la sua manifestazione mostrando la potenza del caccia Raphale…

La potenza dei contadini si mostrava occupando nel cuore della Capitale, a due passi dai palazzi del potere, il simbolo della città, il Forte Rosso, issandovi le proprie bandiere, quelle della lotta…

Di fatto tutte le strade per Delhi sono state chiuse, tutta la capitale è stata chiusa in un immenso blocco del traffico… chiuse le stazioni della metropolitana compresa la principale vicina al centro, dove a causa del ribaltamento di un trattore è morto un manifestante…

Davanti all’impossibilità di fermare la protesta il governo ha deciso di bloccare internet fino a mezzanotte e di dispiegare, oltre alle Forze d’Intervento Rapide, altri battaglioni di paramilitari!

Il governo è attualmente riunito d’urgenza, mentre i contadini stanno ritornando (distruggendo un altro po' di barricate) alle cittadelle che hanno costruito attorno a Delhi.

INIZIATA L'INVASIONE DEI CONTADINI IN LOTTA... VERSO IL CENTRO DI DELHI TRA BARRICATE ABBATTUTE, LANCI DI LACRIMOGENI E CARICHE DELLA POLIZIA

 https://www.indiatoday.in/

In vista del grande raduno dei trattori, gli agricoltori che protestavano contro le nuove leggi agricole hanno rotto le barricate della polizia questa mattina vicino al confine di Singhu, epicentro dell'agitazione iniziata a fine novembre, quando sono entrati a Delhi. Restate sintonizzati con India Today per ulteriori aggiornamenti.

https://www.youtube.com/watch?v=aC2brl3qDWw

IN MARCIA CON I CONTADINI, OGGI, 26 GENNAIO PROTESTA AL CONSOLATO INDIANO A MILANO

 

MENTRE MILIONI I CONTADINI CALANO IN MASSA A NUOVA DELHI NELLO SCONTRO FRONTALE CON IL GOVERNO FASCISTA INDU DI MODI, DECISI A NON CEDERE DAVANTI ALL’INGANNO DELLE FALSE TRATTATIVE E DELLA REPRESSIONE 


La marcia dei contadini che assedia New Delhi

 L’armata rurale assedia la Grande Delhi

di Marina Forti (*)

Chi avrebbe mai detto che una protesta di agricoltori avrebbe creato un problema politico capace di mettere in imbarazzo il governo di Narendra Modi, in India. Eppure è proprio così. Da due mesi la capitale indiana Delhi è assediata da una moltitudine di coltivatori e lavoratori agricoli. Sono centinaia di migliaia di persone venute soprattutto dai grandi stati della pianura indogangetica ma in parte anche dal resto dell’India. Dalla fine di novembre sono accampati intorno alla Grande Delhi; chiedono l’abrogazione di tre nuove leggi che liberalizzano il mercato agricolo, approvate lo scorso settembre dal parlamento nazionale in gran fretta e senza dibattito. Sono determinati: hanno resistito prima alle cariche di polizia e poi al freddo invernale.

Una prova di forza

Ora, dopo undici round di incontri inconclusivi con rappresentanti del governo, le trattative sono rotte. Il governo offre di sospendere l’applicazione delle leggi contestate per 12 o 18 mesi, ma non tratterà

altro. I coltivatori ripetono che non se ne andranno finché quelle leggi non saranno abrogate.

Si prepara una prova di forza. I rappresentanti degli agricoltori confermano una “marcia dei trattori” il 26 gennaio, giorno della festa delle Repubblica, quando a Delhi si svolge un’imponente parata militare. Il governo sperava di evitarlo: ma la Corte Suprema, interpellata, ha rifiutato di emettere un divieto. La dimostrazione di potenza dell’India “emergente” oscurata da un’armata rurale.

Vivere della terra

Un movimento popolare così ampio ha spiazzato il governo. La protesta dei coltivatori è stata descritta dai grandi media indiani come la rivolta di un gruppo sociale che vive di sovvenzioni di stato e teme di perdere i propri privilegi: rappresentanti di un vecchio mondo assistito che frenano le riforme necessarie a modernizzare un settore agricolo inefficiente e insostenibile. Come ha ripetuto il primo ministro Modi, le nuove leggi «liberano gli agricoltori indiani», che potranno finalmente competere sul mercato. Molti hanno sottolineato che in fondo l’agricoltura fa solo il 16 per cento del Prodotto interno lordo indiano, una fetta marginale rispetto all’industria e soprattutto i servizi cresciuti negli ultimi vent’anni. Dimenticano però di aggiungere che il 55 per cento della forza lavoro è occupata in agricoltura, e anche neppure questo dato riflette la realtà: 800 milioni di persone, su un miliardo e 300 milioni di indiani, vivono direttamente o indirettamente della terra. La protesta dell’India rurale mette in imbarazzo il governo perché ogni dirigente indiano sa che la terra e i coltivatori restano la base della società e della legittimità politica della nazione.

Sette campi di protesta, sette città temporaneee

Chi ha visitato i sette campi di protesta che circondano la Grande Delhi infatti ha raccolto una storia ben diversa da quella raccontata dai media mainstream.
La scena. Le prime colonne di trattori e camion sono arrivate dagli stati del Punjab e dell’Haryana a nord-ovest della capitale federale. Bloccati dalla polizia al confine del territorio di Delhi (è un Territorio dell’Unione, come un ministato), si sono accampati là, in località Singhu. Altre colonne di protesta sono arrivate dall’Uttar Pradesh e dal Bihar a est, e in parte dal Rajasthan a ovest; delegazioni sono giunte dal Maharashtra (lo stato con capitale Mumbai) e dal Kerala a sud. Poco a poco sono sorti ben sette siti di protesta: il più grande, a Singhu, si estende per oltre dieci chilometri. Come città temporanee popolate da uomini e donne, vecchi e giovani. Ci sono caste rurali e anche Dalit (i fuoricasta, lo scalino più basso della gerarchia sociale indiana).

L'assedio di Delhi

Gli accampamenti nella Grande Dehli (foto da Kisan Ekta Morcha)

La solidarietà palpabile

Secondo un’inviata di “The Wire”, «l’ossatura della protesta sono contadini senza terra e coltivatori marginali», parola che indica una misura precisa: le proprietà agricole “marginali” sono quelle sotto un ettaro, “piccole” quelle sotto i due ettari. Secondo il censimento agricolo, in India l’86 per cento degli agricoltori sono appunto marginali e piccoli, vivono su meno di due ettari di terra; nel Punjab, da cui vengono molti dei manifestanti, un terzo delle proprietà sono sotto due ettari e un altro terzo sotto 4 ettari. l’India rurale è fatta di una miriade di piccolissimi produttori. Gli accampamenti sono organizzati per resistere. I rimorchi dei camion sono diventati alloggi di fortuna. Altri hanno montato tende. Centinaia di cucine da campo servono cibo a tutti, di ogni religione o casta. «In ogni sito di protesta il livello di organizzazione e il senso di solidarietà, è palpabile», riferisce un inviato del magazine “Frontline”. Intorno agli agricoltori si è costituita una rete di solidarietà; attivisti sociali hanno organizzato dispensari medici e dormitori in edifici pubblici; sono state allestite lavanderie, perfino biblioteche.


L’atmosfera oscilla tra la resistenza e la festa popolare, con decine di assemblee pubbliche, eventi culturali, lezioni, musica. Le notti d’inverno però sono gelide nell’India settentrionale. C’è notizia di numerose persone morte di ipotermia, o infarto o altro.

Protesta diffusa: le comunità sono unite

Ma nonostante tutto la protesta continua, e questo è possibile perché ha un retroterra. In Punjab, secondo numerose testimonianze, da ciascuno dei 13.000 villaggi sono partite delegazioni di decine di persone, coltivatori e anche maestri di scuola, camionisti, rappresentanti dei municipi rurali.
«In Punjab c’è un’insurrezione», scrive un’inviata del giornale online “The Wire”, che in una sola provincia di questo grande stato ha contato 68 sit-in permanenti, grandi e piccoli. Descrive comizi e raduni pubblici, e raccolte di viveri, coperte, tende da mandare a quelli che sono andati a Delhi. I manifestanti si alternano; c’è chi torna a casa per occuparsi del raccolto mentre altri danno il cambio. «Tutte le comunità sono unite», spiegano alcuni manifestanti.
Al movimento partecipano circa 500 organizzazioni di agricoltori e sindacati rurali, raggruppati n 40 organizzazioni ora raggruppate in un coordinamento. «Il governo pensa che i coltivatori oggi siano la massa impotente e ingenua descritta dalla letteratura preindipendenza. Ma i coltivatori oggi hanno assorbito l’eredità del movimento per la libertà [il movimento anticoloniale nella prima metà del Novecento], i giovani hanno ereditato quello spirito», spiega a “Frontline” un agricoltore ed ex soldato nel sito di Ghazipur, a est di Delhi. Non per nulla tra cartelli e volantini riemerge il volto di Bhagat Singh, leggendario leader socialista rivoluzionario novecentesco.

Assedio a Delhi

L’arrivo in città dei manifestanti da ogni parte del paese (foto da Kisan Ekta Morcha)

Il contrasto alla propaganda governativa

«Abbiamo capito che bisognava contrastare la propaganda che rimbalza sulla tv e sui social media», spiega (sempre a “Frontline”) un giovane ingegnere informatico impegnato nella protesta: con un piccolo gruppo di volontari ha creato una piattaforma elettronica che mette online conferenze stampa quotidiane, interviste, testimonianze: si chiama Kisan Ekta Morcha, è divenuta la grancassa del movimento.
Ai primi di dicembre il governo aveva offerto qualche emendamento alle leggi contestate, se i manifestanti avessero sgomberato le strade. Ma quando questi hanno rifiutato di tornare a casa prima di ottenere la revoca di quelle leggi, il governo li ha accusati…

sabato 23 gennaio 2021

Mentre i contadini in protesta preparano la “marcia dei trattori” per il 26 gennaio, il governo fascista indù di Modi a corto di argomenti accusa i contadini pure di terrorismo

 

Nel tentativo di prendere e tempo e liberare Nuova Delhi dall’assedio che oramai dura da due mesi, soprattutto in vista della Festa nazionale dell’Indipendenza del 26 gennaio, il governo del fascista indù Modi ha proposto ai contadini in lotta di congelare per un anno, un anno e mezzo, l’applicazione delle leggi agricole. Nel frattempo, una commissione si occuperebbe di discutere il contenuto e trovare un accordo con i contadini.

C’è chi ha già sbeffeggiato il governo dicendo che si tratta di qualcosa mai visto: congelare una legge dopo che è stata emanata dal Parlamento! Ma, in realtà, questa operazione del governo indiano si

chiama “comprare tempo”, secondo la nuova versione della vecchia frase “prendere tempo”, usata adesso da politici e “giornalisti”, che significa sempre la stessa cosa: dare l’illusione che durante le discussioni ci possano essere cambiamenti, sperando di mettere in difficoltà l’avversario o che questo si stanchi.

Ma anche a questa proposta i contadini hanno detto ancora no: bisogna abolire le tre leggi! E mentre il governo, pressato dalla lotta, comincia a fare la faccia feroce, attraverso il suo ministro dell’agricoltura, dicendo che non c’è più niente da discutere, e non conferma nemmeno una nuova data per l’incontro, i contadini continuano a preparare la marcia dei trattori per il 26 gennaio. E annunciano, anche, che per sottolineare l’impianto nazionale della protesta, che la marcia dei trattori sfilerà con le insegne di ogni Stato dell’Unione… La solidarietà, infatti, continua a farsi sentire, come nella capitale del Karnataka, Bangalore, nel sud dell’India, dove c’è stata una grande manifestazione che la polizia ha cercato di fermare.

Ma il governo non si ferma e usa la mano pesante: stanno arrivando infatti a diverse personalità, soprattutto della comunità Sikh, molto presente nel Punjab, guarda caso il cuore della produzione agricola del Paese, “avvisi” da parte della NIA (National Investigation Agency) con l’accusa di terrorismo. Tra coloro che hanno ricevuto avvisi ci sono leader dei contadini, un attore e attivista punjabi, un giornalista televisivo con sede nel Punjab…

A questo il governo aggiunge l’eterno tentativo di conquistare l’opinione pubblica, usando i mezzi di comunicazione di massa sotto il suo controllo, che pubblica “sondaggi” che sarebbero a favore delle scelte del governo!

La Corte Suprema, da parte sua, continua ad esprimersi, prima dicendo che non tocca ad essa, sarebbe inappropriato, dice, impedire il corteo di trattori, come richiestogli dal governo, perché si tratta di ordine pubblico e semmai se ne deve occupare la polizia (cha ha “suggerito” ai contadini di spostare la protesta del 26 sulla Superstrada Kundli-Manesar-Palwal invece della trafficata Tangenziale Esterna di Delhi!) e poi non accetta di cambiare i membri della Commissione che si occuperanno dell’esame delle leggi, anche se alcuni di essi avevano espresso posizione favorevole alle scelte del governo!

Insomma, il governo fascista indù di Modi, dopo ben undici incontri, di fronte alla determinazione dei contadini, continua ad arrampicarsi sugli specchi, che, come tutti sanno, è una operazione piuttosto difficile e pericolosa!

martedì 19 gennaio 2021

Speciale India - 1 - La grande lotta dei contadini indiani - verso la giornata del 26 - marcia su Nuova Delhi

 La protesta dei contadini in India

Migliaia di contadini si sono riversati nella capitale dell’India, Nuova Delhi, stringendola in un vero e proprio assedio, tra novembre e dicembre dello scorso anno, per protestare contro le nuove tre leggi sull’agricoltura che il governo ha emanato a settembre 2020.

Una protesta mai vista per dimensioni, come infatti ammettono diversi mezzi di informazione: “Le proteste sono la più grande mobilitazione di sempre dei contadini…”

Già dopo la promulgazione delle tre leggi nere, come le chiamano i contadini, erano cominciate le proteste nei vari Stati che compongono l’Unione Indiana, soprattutto negli stati del nord del Paese, Punjab, Rajasthan, Haryana, Uttar Pradesh occidentale… e dopo uno sciopero generale del 25 Settembre indetto per tutta l’India (Bharat Bandh) la protesta si è estesa anche a tutto  l’Uttar Pradesh, al Karnataka, Tamil Nadu, OdishaKerala, Uttarakhand e parti del Maharashtra e del Madhya Pradesh; ma dall’inizio di novembre le masse contadine organizzate raccolte in oltre 40 grandi “sindacati”, non avendo avuto alcuna risposta dal governo, hanno deciso di spostare la protesta direttamente nella città sede del governo.

I motivi della contestazione delle tre leggi nere sono chiari e semplici, come chiara è diventata a tutti la

loro sostanza: il governo vuole dare via libera all’ingresso delle multinazionali nell’agricoltura del Paese smantellando di fatto l’attuale sistema di produzione, vendita e distribuzione dei prodotti agricoli (che funziona attraverso la vendita allo Stato presso centri di raccolta e mercati protetti – i cosiddetti ‘mandi’  ad un prezzo minimo garantito – MSP è la sigla usata in India), che permette a milioni di contadini di sopravvivere; il governo vuole la privatizzazione di tutto il settore che rappresenta circa un quarto del prodotto interno lordo e 650 milioni di lavoratori coinvolti nell’agricoltura (metà di tutta la popolazione!) e metterlo nelle mani delle grandi multinazionali, soprattutto indiane in questo momento, dominate dagli Ambani, Adani, Birlas, Tata ecc., con il loro controllo sui prodotti agricoli, sui prezzi sui contratti con i contadini ecc., insomma un controllo totale del settore. Le dichiarazioni di Modi in questo senso sono chiare: “Il nuovo decennio vedrà la nascita e crescita di multinazionali autoctone”, “Le riforme, dall’agricoltura allo spazio, aumenteranno il raggio d’azione delle imprese…”

Il senso e gli obbiettivi delle leggi sono dunque chiari ma come si sa i governi provano a camuffarne il contenuto aggiungendo parole che servono a illudere, a calmare le masse in rivolta, dichiarando che queste leggi addirittura rappresentano dei miglioramenti e agevolazioni per le popolazioni!

Le tre leggi portano questi nomi altisonanti:

  1. Legge sul commercio dei prodotti agricoli (promozione e agevolazione), 2020

  2. Accordo dei contadini (potenziamento e protezione) sulla legge sulla garanzia dei prezzi e sui servizi agricoli, 2020

  3. Legge sui prodotti essenziali (Emendamento), 2020

INDIA/ITALIA: 9 PIAZZE POPOLARI HANNO UNITO CENTINAIA DI OPERAI, LAVORATORI DELLA LOGISTICA, GIOVANI, PROTAGONISTI DI UNA DOMENICA ROSSA DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA, NEL SOSTEGNO ALLA GRANDE LOTTA DEI CONTADINI IN INDIA

 IN ASSEDIO DA OLTRE 40 GIORNI A NUOVA DELHI, IN UNO SCONTRO FRONTALE CON IL GOVERNO FASCISTA INDU DI MODI, PER LA CANCELLAZIONE DELLE LEGGI SULL’AGRICOLTURA CHE LI GETTEREBBE NELLA FAME E NELLA MISERIA SCHIACCIATI DAI GRANDI GRUPPI MULTINAZIONALI.

GOVERNO, CHE DI RECENTE HA EMANATO LE LEGGI SUL LAVORO PER LICENZIAMENTI FACILI, TAGLIO DEI SALARI, PRECARIETÀ, CHE HANNO PORTATO AL GIGANTESCO SCIOPERO DI 250 MILIONI DI LAVORATORI DEL 26 NOVEMBRE, CHE HA DATO FORZA AI CONTADINI PER INIZIARE L’ASSEDIO

NELLE PIAZZE LA DENUNCIA DELLE FALSE TRATTATIVE PER ROMPERE IL FRONTE DI LOTTA, DELLA MAGISTRATURA CHE FIANCHEGGIA MODI CONTRO I CONTADINI, DELLA REPRESSIONE CONTRO CHI LOTTA

BELLE PIAZZE CHE GUARDANO ‘ALL’INDIA COME AD UN ESEMPIO’

CHE SI SONO ANIMATE CON L’AZIONE DELLE DONNE CHE DALLE FATICHE DEI CAMPI SI SONO PRESE IL POSTO IN PRIMA FILA NELLE MOBILITAZIONI,

CHE HANNO RICORDATO IL SACRIFICIO DELLE DECINE DI CONTADINI CHE IN QUESTO DURO ASSEDIO SONO GIÀ MORTI

UNA MOBILITAZIONE QUELLA DEL 17 CHE È SOLO AGLI INIZI, GUARDANDO AL 26 GENNAIO, GIORNATA DELL’INDIPENDENZA NAZIONALE, CON LA CALATA DEI CONTADINI A NUOVA DELHI CHE IL GOVERNO VUOLE IMPEDIRE, MA CHE ‘SI DEVE FARE’ PERCHÈ SOLO LA LOTTA PAGA.









17 gennaio - OGGI LA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALISTA DEI LAVORATORI A FIANCO DELLA GRANDE LOTTA DEI CONTADINI IN INDIA

 17.01.2021: 

ORE 15.00 BRESCIA PIAZZA VITTORIA

ORE 15.00: CHIARI, TELGATE, CALCINATE, COLOGNO, CIVIDATE AL PIANO, GORLAGO, TRESCORE BALNEARIO,

NELLE PIAZZE DAVANTI AI COMUNI,

con il rispetto delle misure anti contagio, distanziamento e mascherine






IL GOVERNO NON VUOLE CHE LA PROTESTA “IMBARAZZI LA NAZIONE” NEL GIORNO DELLA REPUBBLICA – DOMANI A PROCESSO LE INTENZIONI DEI CONTADINI

  

È andato a vuoto anche l’incontro del 15 gennaio tra rappresentanti dei contadini e rappresentanti del governo, con a capo il ministro dell’Agricoltura, che continuano a confermare le proprie posizioni: i contadini vogliono il ritiro delle tre leggi che riformano a favore delle multinazionali il settore agricolo, e il governo che continua a dire che vuole discutere solo su qualche clausola e ha invitato i contadini ad una ennesima riunione che si dovrebbe tenere il 19 gennaio.

Nel frattempo, il governo ha denunciato le intenzioni espresse dai contadini di fare una marcia il 26 gennaio, giorno della festa della repubblica a Nuova Delhi.

La Corte Suprema ha accolto la richiesta del governo e domani 18 gennaio, ascolterà la protesta del governo che chiede alla Corte di impedire la manifestazione.

Dalla stampa indiana si viene a sapere che “Il governo centrale, in una denuncia presentata attraverso la polizia di Delhi, ha detto che qualsiasi manifestazione o protesta che cerchi di disturbare le celebrazioni della Festa della Repubblica causerà un "imbarazzo per la nazione".”

Il governo centrale ha detto che “il diritto di protesta non può mai includere la ‘diffamazione della nazione a livello globale’. E inoltre ha chiesto alla Corte Suprema di impedire a chiunque di mettere in atto una “… qualsiasi marcia di protesta sotto forma di marcia del trattore, marcia dei pullman, marcia dei veicoli o qualsiasi altra modalità…” che entri nel Territorio della Regione della Capitale Nazionale di Delhi.”

Il governo del fascista indù di Modi è di fatto spaventato della dimensione che può prendere una tale manifestazione e mette le mani avanti con la denuncia per cercare di conquistare a sé l’opinione pubblica, sia nazionale (con comunicati che mettono in cattiva luce i contadini), che a livello internazionale.

I contadini dalla loro parte, forti delle loro ragioni, hanno deciso di sfidare il governo con i fatti...

LA CORTE SUPREMA ORDINA DI FERMARE TEMPORANEAMENTE L’APPLICAZIONE DELLE LEGGI AGRICOLE… I CONTADINI NON CI CASCANO E CONTINUANO LA PROTESTA

 La Corte Suprema ordina di fermare temporaneamente le leggi agricole, ma dà il via alla formazione di una commissione che dovrà ascoltare tutte le parti, governo e contadini, e infine decidere!

I contadini denunciano la composizione della commissione, continuano a chiedere l’abolizione delle tre leggi e continuano la lotta.

***

I contadini affermano che i membri della Commissione della Suprema Corte sono filogovernativi; il ministro li chiama imparziali

Di hindustantimes.com | A cura di Amit Chaturvedi

PUBBLICATO IL: 12 GENNAIO 2021 19:53

Il ministro dell'Agricoltura Kailash Choudhary ha detto che il governo è sempre pronto per i colloqui, ma spetta ai sindacati dei contadini decidere se vogliono portare avanti il nono round di colloqui previsto per il 15 gennaio.

Martedì il governo ha detto che l'ordinanza della Corte Suprema di fermare l'attuazione delle tre leggi agricole è contraria alla sua volontà, ma gli indirizzi del tribunale supremo sono "sarva-manya" (devono essere accettati da tutti) e ha accolto con favore la composizione di un comitato "imparziale" per risolvere lo stallo.

"Accogliamo con favore l'ordine della Corte Suprema. Sicuramente, è stato formato un comitato imparziale che acquisirà il parere di tutti i contadini e gli esperti in tutto il paese", ha detto il ministro dell'Agricoltura Kailash Choudhary.

"L'ordinanza della Corte Suprema è contro il nostro desiderio. Vogliamo che le leggi continuino. Ma, l'ordine è "sarva-manya" (deve essere accettato da tutti)", ha aggiunto.

Il ministro ha anche affermato che le nuove leggi sono nell'interesse dei contadini e li renderanno autosufficienti.

Chaudhary ha inoltre detto che il governo è sempre pronto per i colloqui, ma spetta ai sindacati dei contadini decidere se vogliono andare avanti con il nono round di colloqui previsto per il 15 gennaio.

Nel frattempo, i sindacati dei contadini che protestano contro le tre leggi hanno detto che vogliono solo la completa abrogazione delle leggi. I manifestanti hanno anche detto che i membri del comitato scelto

dalla Corte Suprema sono filo-governativi e che loro non sui presenteranno davanti a questo comitato.

"È chiaro che il tribunale è stato fuorviato da varie forze anche nella costituzione del comitato. Queste sono persone che sono note per il loro sostegno alle tre leggi e le hanno attivamente sostenute", si legge in una dichiarazione rilasciata da All India Kisan Sangharsh Coordination Committee (Comitato dei contadini di tutta l’India-AIKSCC).

Darshan Pal, presidente dell'Unione Krantikari Kisan, uno degli organismi dei contadini che partecipano all'agitazione, ha dichiarato di aver già detto che tale comitato non è accettabile per loro.

"Avevamo detto ieri stesso che non compariremo davanti a nessun comitato di questo tipo. La nostra agitazione continuerà come al solito. Tutti i membri di questo Comitato sono filo-governativi e hanno giustificato le leggi del governo", ha detto Balbir Singh Rajewal, membro dell'Unione Bhartiya Kisan.

Pur fermando l'attuazione delle tre nuove leggi agricole, approvate dal Parlamento nel settembre dello scorso anno, la Corte Suprema ha annunciato un comitato di quattro membri per porre fine all'impasse tra il governo e i contadini che protestano.

Bhupinder Singh Mann, Presidente dell'Unione Bhartiya Kisan; Anil Ghanwat, Presidente di Shetkari Sangthana, Maharashtra; Pramod Kumar Joshi, direttore per l'Asia meridionale, dell'International Food Policy Research Institute e l'economista agricolo Ashok Gulati sono stati inseriti nel comitato.

Gulati è un eminente scienziato agricolo e ha ricevuto il premio Padma Shri nel 2015 per il suo contributo in questo campo. Fu il membro più giovane del Consiglio Consultivo Economico dell'allora Primo Ministro Atal Bihari Vajpayee durante il primo governo della NDA (Alleanza Democratica Nazionale guidata dal Partito fascista indù di Modi Bharatiya Janata Party (BJP).

Pramod Kumar Joshi è il direttore dell'Asia meridionale, dell’International Food Policy Research Institute (IFPRI), di Nuova Delhi. In precedenza, aveva ricoperto le posizioni di direttore della National Academy of Agricultural Research Management di Hyderabad e del National Centre for Agricultural Economics and Policy Research di Nuova Delhi.

Il leader dei contadini Bhupinder Singh Mann è il presidente nazionale del Bhartiya Kisan (BKU-Sindacato dei contadini indiani), che fa parte del Comitato di Coordinamento nazionale. È stato membro di Rajya Sabha (Camera Alta del Parlamento) dal 1990 al 1996.

https://www.hindustantimes.com/india-news

Avanza la solidarietà proletaria con la gigantesca lotta in corso in India - Domenica 17 speciale India

 Esce un Report da fonti dirette ed esce il primo numero in edizione italiana di People's March - la voce ufficiosa del PCI (Maoista) - info e richieste csgpindia@gmail.com


La manifestazione dei lavoratori a sostegno della ribellione dei contadini spostata al 17 gennaio

 CAMBIA DATA MA NON SI FERMA LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI CON LO SLAI COBAS SC, A SOSTEGNO DELLA RIBELLIONE DEI CONTADINI IN INDIA CONTRO IL REGIME FASCIO INDUISTA DI NARENDRA MODI.

LA MANIFESTAZIONE A BRESCIA SPOSTATA AL 17.01.2021.

GLI OPERAI DEL SINDACATO CHE L’HANNO VOLUTA E COSTRUITA FANNO

APPELLO AD USARE QUESTO NUOVO TEMPO A DISPOSIZIONE PER 

RAFFORZARE ED ESTENDERE LA PROTESTA, FIANCO A FIANCO AI 

CONTADINI CHE HANNO ANNUNCIATO UNA MARCIA A NUOVA DHELI IL 26 

GENNAIO.



Dopo il fallimento dell'incontro del 4 gennaio, resiste l’assedio a Nuova Dheli dei contadini, con la straordinaria partecipazione delle donne che soffrono ancora condizioni di vita e di lavoro semi feudali, sobbarcandosi spesso anche il peso maggiore delle fatiche dei campi, mostrando la loro forza e determinazione nella battaglia in corso.

I lavoratori in massa che mantengono l’accampamento e accerchiano la città, nonostante un nuovo incontro fissato per l’8 gennaio, decisi a non arretrare alla false aperture del governo giocate solo per incrinare il fronte di lotta, per l’abolizione delle leggi sull’agricoltura.

Contadini che resistono e rilanciano con una manifestazione nazionale il 26 gennaio, giorno della Repubblica, significativa data in cui marceranno a Delhi.

LA PROTESTA DEI CONTADINI CONTRO LE LEGGI AGRICOLE CONTINUA... ANCHE L’OTTAVO INCONTRO E’ FALLITO MENTRE IL GOVERNO MODI INASPRISCE LA SUA POSIZIONE

 Nel bel mezzo di dati sull’epidemia da covid19 che fanno rabbrividire, tra contagiati – oltre 10 milioni - e morti - oltre 150 mila…  e in mezzo ad una congiura del silenzio internazionale sulla gigantesca protesta che i contadini in India stanno portando avanti richiedendo l’abrogazione delle tre leggi sull’agricoltura, il governo Modi, anche in questo ottavo round di incontri continua a chiudere ogni porta alle richieste.

una delle tante barricate abbattute dai contadini durante gli scontri dei giorni scorsi

Per meglio dire una porta aperta per il governo ci sarebbe, ed è quella suggerita in maniera ironica ai contadini, di presentare ricorso legale presso la Corte Suprema.

Naturalmente i contadini hanno respinto il suggerimento visto che hanno confermato la loro ferma posizione: “ce ne andremo a casa quando ritirerete le leggi” hanno risposto, mentre nel frattempo continuano ad accerchiare la capitale e ad esercitarsi con immense sfilate di trattori per prepararsi ad invadere Nuova Delhi il 26 gennaio prossimo.

[Per il video sulla protesta dei trattori: https://www.msn.com/it-it/video/notizie/india-gli-agricoltori-mettono-in-scena-la-protesta-del-trattore/vi-BB1cAhaL]

Il governo ha pure messo in mezzo il rappresentante della comunità religiosa dei Sikh come possibile mediatore, ma i contadini hanno detto che non hanno bisogno di intermediari.

Il governo ha comunque fissato un altro incontro per il 15 gennaio, ma i contadini non hanno ancora deciso se parteciperanno.

***

"Nessuna abrogazione" – Il governo Modi inasprisce la sua posizione, dice agli agricoltori che protestano di lasciare che SC risolvi la questione

Anche l'ottavo round di colloqui è stato inconcludente in quanto i sindacati dei contadini sono rimasti irremovibili sulla loro richiesta di abrogazione delle 3 leggi, cosa che il governo non è disposto a fare.

   8 gennaio 2021

 Nuova Delhi: il governo di Narendra Modi, venerdì, ha inasprito la sua posizione e ha detto ai

contadini in agitazione che le tre leggi agricole contro cui protestano non saranno abrogate.

Fonti governative hanno anche detto che i sindacati dei contadini si possono rivolgere alla Corte Suprema per risolvere la questione.

Una serie di richieste che contestano le nuove leggi agricole e anche quelle relative alla protesta dei contadini in corso alla periferia di Delhi dovrebbero essere trattate dalla Corte Suprema l'11 gennaio.

I sindacati dei contadini, tuttavia, si sono rifiutati di bussare alla porta del tribunale. "I contadini non hanno presentato alcun ricorso. Perché dovremmo andare alla Corte Suprema per sistemare la cosa? Il governo ha elaborato le leggi ed esso deve abrogarle", ha detto a ThePrint Hannan Mollah, segretario generale dell'All India Kisan Sabha, un insieme di 400 organizzazioni agricole.

Mollah ha detto che i contadini continueranno con le loro proteste e andranno avanti con la parata dei Kisan (contadini) sui trattori in programma a Delhi e in altre capitali dello Stato il 26 gennaio. 

Le due parti si sono incontrate per l'ottava volta, venerdì, nel Vigyan Bhawan di Nuova Delhi. Mentre lo stallo continua, il governo ha deciso di tenere il prossimo round di colloqui il 15 gennaio. I sindacati dei contadini, tuttavia, non hanno ancora deciso se parteciperanno.

Parlando con i giornalisti al termine dei colloqui, il ministro dell'Agricoltura dell'Unione Narendra Singh Tomar ha affermato che non è stato possibile raggiungere un accordo con i sindacati dei contadini. "Li abbiamo esortati ad esprimere un'opzione diversa dall'abrogazione, e la prenderemo in considerazione. Ma poiché non hanno presentato alcuna opzione, abbiamo concluso l'incontro", ha detto.

Fonti governative hanno detto di sperare in qualche svolta dopo che Lakha Singh, il capo del Nanaksar Gurdwara (Comunità dei Sikh) a Kaleran, ha deciso di mediare. Giovedì aveva incontrato sia Tomar che i leader sindacali nel tentativo di sbloccare la situazione.

Scene calde durante la riunione

Le fonti hanno detto che l'incontro di venerdì ha visto accesi scambi tra i leader dei contadini e gli interlocutori del governo, tra cui Tomar, tra cui il ministro delle Ferrovie Piyush Goyal e il ministro del Commercio som Prakash.

"Il ministro dell'Agricoltura ha detto ai leader sindacali che il governo nei giorni scorsi aveva tenuto consultazioni con varie organizzazioni agricole e altre parti interessate e la maggior parte di loro ha detto che le tre leggi agricole sono buone", ha detto una fonte governativa a ThePrint. "Alcuni dei leader sindacali hanno reagito con forza e hanno detto al ministro che avrebbe dovuto poi andare a parlare solo con quelle organizzazioni agricole e non venire da loro. I leader hanno detto che le tre leggi sono la campana a morto per gli agricoltori.

Con i contadini che insistono sul fatto che il governo dovrebbe discutere solo dell'abrogazione delle tre leggi e non della digressione sulle clausole, il governo ha deciso di terminare la riunione.

"Il governo si è rifiutato di abrogare le leggi e ha continuato a parlare di emendamenti", ha detto a ThePrint Jagmohan Singh Patiala, segretario generale, Bharatiya Kisan Union (Dakonda).  "Abbiamo ribadito che non vogliamo emendamenti e accetteremo solo un'abrogazione totale. Hanno poi detto che non abrogheranno le leggi e la questione può essere risolta solo in Corte Suprema.”

Migliaia di agricoltori protestano da oltre un mese alle varie frontiere di Delhi per protestare contro le tre leggi che il governo ha detto riformeranno il settore agricolo. Tra le altre cose, le leggi consentiranno agli agricoltori di vendere i loro prodotti al di fuori dei mercati agricoli controllati dal governo.

Stralci dall’articolo:

https://theprint.in/india/no-repeal-modi-govt-hardens-stance-tells-protesting-farmers-let-sc-settle-the-matter/582288/