venerdì 30 novembre 2018

India - Free Ajith, free all political prisoners - manifestazioni che si moltiplicano in India


 
manifestazione per il leader maoista Ajith
Nessun testo alternativo automatico disponibile.

La situazione interna del PCI (Maoista) India - un comunicato del Partito annuncia un cambio nella massima direzione - le ragioni ideologiche - politiche e organizzative saranno spiegate dal Comitato internazionale di Sostegno alla Guerra popolare in India nel Meeting internazionalista dell'8 dicembre a Milano - ore 10 CS micene

Il PCI (maoísta) ha emesso un comunicato il 10 novembre che conferma il cambio nella Direzione del Partito. Il compagno Ganapathi è sostituito dal  compagno Nambala Keshav Rao "Vasavaraju" fino ad ora responsabile della Commissione Militare Centrale

La dichiarazione è firmata dal portavoce del Comitato Centrale compagno Abahy, emessa dopo la 5ª riunione del Comitato Centrale , el Camarada Ganaphaty, seguendo la direttiva approvata nel 2017 

Al meeting India dell'8 dicembre sarà presentato il nuovo libro contenente gli scritti della compagna del PCI (Maoista) Anuradha Ghandy


lunedì 19 novembre 2018

ARRESTATO DI NUOVO DALLA POLIZIA FASCISTA DI MODI IL POETA VARAVARA RAO


Il poeta e intellettuale maoista, di 78 anni, Varavara Rao è stato arrestato dagli organismi repressivi al termine degli arresti domiciliari sabato scorso, ad Hyderabad, per portarlo a Pune con l’accusa di legami con i maoisti.
L’arresto è avvenuto tra grande tensione attorno al suo appartamento di Gandhinagar, dove si sono riuniti tanti simpatizzanti, attivisti dei diritti umani e membri delle organizzazioni per le libertà civili, che hanno gridato slogan contro un “arresto illegale”. “Condanniamo energicamente la brutale repressione contro gli attivisti per i diritti umani e democratici”.
“L’arresto di Varavara Rao è totalmente incostituzionale e illegale”, ha affermato l’attivisto per i diritti civili e avvocato V Raghunath. I membri della famiglia Rao, compreso sua moglie Hemalatha, si sono precipitati quando la polizia di Pune lo ha obbligato a salire su un veicolo.
È evidente che l’accanimento delle autorità reazionarie contro coloro che senza alcuna prova vengono descritti come Naxaliti Urbani legandoli ad un supposto complotto contro il premier Modi.


mercoledì 7 novembre 2018

All'interno di un campo maoista: la "città" nel mezzo di una foresta nello Jharkhand

Sempre più intellettuali e studiosi in India e nel mondo scoprono la Guerra Popolare e la vogliono conoscere meglio e raccontare.  Tanto che il regime fascista di Modi, considera tutti gli intellettuali pericolosi e ha scatenato una “caccia alle streghe” di vecchia memoria per zittire ogni opposizione alle atrocità messe in atto dal suo governo.
Questo che pubblichiamo è uno stralcio di un libro dal titolo “Nightmarch: A Journey into India's Naxal Heartlands”


(Un manifesto della campagna a difesa degli intellettuali accusati o arrestati da Modi come "minaccia per la nazione")
***


India - All'interno di un campo maoista: la "città" nel mezzo di una foresta nello Jharkhand

Nel 2010, Alpa Shah, un professore di antropologia si unì a un plotone Naxalita (maoista) che partì per una marcia di sette notti attraverso 250 km attraverso il Bihar e lo Jharkhand. Un estratto dal suo viaggio.
Dopo un'ora e mezza di cammino, un giovane vestito con un'uniforme verde oliva, con un vecchio fucile a tracolla, apparve tra i cespugli. Dietro di lui c'erano cinque uomini vestiti in modo simile, a diversi metri di distanza. Il primo post di sentinella per la nostra destinazione, sospettavo.
'Lal salaam, lal salaam (saluto rosso, saluto rosso),' li salutammo uno dopo l'altro, mentre ci stringevano le mani e sollevavano i pugni a mezz'aria. L'ultimo soldato indossava una maglietta nera stampata recante la scritta: "Sono inaffidabile, inefficiente, imprevedibile, disorganizzato, indisciplinato, immaturo, ma sono divertente!" Un messaggio in netto contrasto con la linea disciplinata che i soldati avevano formato per salutarci, mi ha fatto sorridere.

sabato 3 novembre 2018

Conte in India, Il viaggio del presidente del consiglio italiano


E' passato pressoché sotto silenzio di gran parte della stampa, della Tv, il recente viaggio di due giorni del presidente del consiglio in India. Chi ne ha scritto ha parlato, però, di una missione importante, “una missione di sistema”.

Una missione che si è mossa su due piani. Quello politico-diplomatico cementato dall'incontro con Modi e quello del Vertice economico chiamato ampollosamente “Tecnology summit”.
A questo summit hanno partecipato ben 145 esponenti italiani a rappresentare 54 aziende tra le più grandi del nostro paese e tutti gli enti e le istituzioni italiane legate agli affari e interessi di queste aziende, prima tra tutte la Confindustria.

Gli investimenti italiani attuali in India sono circa 6 miliardi. Lo scopo della visita governativa è quello di mettersi in sintonia con la politica del governo Modi, che va sotto il nome di “make in India”, inaugurata da Modi nel 2014 e che vuol essere un grande appello alle multinazionali di vario ordine e tipo ad investire in India. Ed era quindi questo il vero obiettivo della visita che ha richiamato le orde fameliche delle multinazionali italiane.

Gli investimenti in India hanno in questa fase un doppio aspetto e si inseriscono nello scenario attuale del ruolo dell'India, nell'assetto imperialista e multipolare del mondo.
Per le imprese italiane è la ricerca di sbocchi di mercato, di profitti e di penetrazione tipica dell'imperialismo; quello che non è esattamente come prima è però il ruolo dell'India che utilizza gli
investimenti imperialisti per far crescere la sua economia, sempre deformata ma ciononostante in grado di far divenire l'India una presenza economica globale.
Non si tratta, vale a dire, del tradizionale “scambio diseguale”.