martedì 12 novembre 2024

Onore a Saibaba - discorso del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India 12ottobre/12novembre

 Il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India - sezione italiana esprime il suo saluto rivoluzionario, democratico, antimperialista e comunista al professor Saibaba.

Afferma innanzitutto che il professor Saibaba è stato assassinato. La sua morte non è dovuta, se non tecnicamente, all'evoluzione della malattia e alle sue ultime vicende che hanno poi causato la sua morte. La sua morte è dovuta alla sua carcerazione, persecuzione in tutte le forme che il regime fascista indù ha fatto nei suoi confronti. Il regime di Modi e il suo governo hanno fatto di tutto per mettere a tacere la sua voce e il suo impegno.

Il suo impegno svolto nelle università e tra le masse popolari ha raccolto l'adesione, la mobilitazione non solo del mondo intellettuale, democratico in India, ma di ampie fette delle masse popolari.

Il professor Saibaba per questo è diventato un simbolo della grande battaglia che in India si è combattuta e si combatte contro il regime fascista hindutva, contro la repressione, la persecuzione, i massacri che questo regime, per conto e come parte dell'imperialismo, sviluppa contro il suo popolo. Da un lato, quindi, Saibaba è stato vittima di una guerra, dall'altro è stato parte della guerra che le masse popolari in tutte le forme hanno fatto e continuano a fare contro il regime e l’imperialismo. L'India, che gli imperialisti amano chiamare “la più grande democrazia del mondo”, è in realtà una gigantesca prigione dei popoli. L'imperialismo USA e altri paesi imperialisti la considerano una riserva di materie prime, manodopera, terre a basso costo e un grande mercato internazionale delle multinazionali.

L'India è il paese di grandi oppressioni e sfruttamento a livelli incalcolabili. Il 77% della popolazione vive con mezzo dollaro al giorno, gran parte della popolazione non ha accesso al sapere. A ogni nuova spirale della crisi economica il governo indiano e il suo regime continuano a colpire contadini, lavoratori e popolazioni.

A questa oppressione le masse hanno reagito con grandi lotte di massa, con la resistenza e con lo sviluppo della guerra popolare guidata dal Partito Comunista dell’India (Maoista).

E’ questa guerra popolare di lunga durata in corso in India l'habitat della vita e dell’opera del professor Saibaba.

Oggi tutti i suoi sostenitori, ma anche parte dei suoi nemici diretti o mascherati, hanno reso onore a Saibaba in diverse forme, valorizzandone la natura di intellettuale democratico coerente e irriducibile perseguitato.

Il fatto che Saibaba era colpito da una paralisi provocata dalla polio ha reso ancora più inumana la persecuzione che ha subito nelle carceri e nei tribunali.

Saibaba è stato arrestato, condannato e incarcerato innanzitutto perhè era il Segretario generale del Fronte democratico rivoluzionario dell'India. Il Fronte ha raccolto ampie forze che sostenevano la lotta del popolo indiano di cui parte importante è la guerra popolare guidata dal PCI (Maoista).

Il regime ha teso a dipingere il professor Saibaba perché legato al PCI (Maoista). Il professor Saibaba non aveva da difendersi da questa “accusa” perché in tutta la sua vita ha inflessibilmente lottato dalla parte degli oppressi e sfruttati dell'India.

Penalizzato su una sedia a rotelle con disabilità superiore al 90%, ma con un cervello che funzionava benissimo. E’ la cancellazione di quel cervello l'obiettivo dichiarato di tutta la sua persecuzione. In questo giustamente qualcuno ha paragonato la sua persecuzione a quella del fascismo italiano nei confronti del dirigente comunista Antonio Gramsci.


Il professor Saibaba è diventato non solo un simbolo della resistenza al regime di Modi ma anche del sostegno alle forze della rivoluzione in India, alle grandi e giuste lotte dei contadini. Saibaba è stato anche analista delle lotte dei lavoratori contro le politiche antioperaie dei padroni e delle multinazionali indiane e straniere.

Saibaba è divenuto un simbolo dei prigionieri politici rivoluzionari, democratici, antimperialisti, comunisti marxisti leninisti maoisti che hanno riempito le carceri indiane, subendo le infami condizioni di detenzione, la tortura e l’assassinio.

A difesa di Saibaba si sono levate molte voci nel mondo intellettuale, in India e all'estero e si è sviluppato un potente movimento di massa a difesa dei diritti dei prigionieri politici.

Onore e gloria al professor Saibaba, che ha conquistato il suo posto nella storia dell’India, del proletariato e del movimento comunista internazionale, con il suo impegno che lo ha portato a dare la vita per la liberazione del popolo indiano e per un'alternativa al regime fascista indù, espressione della borghesia capitalistica e delle sue componenti feudali al servizio e uniti all'imperialismo mondiale.


Il PCI (Maoista) ha chiesto a tutte le organizzazioni comuniste e ai progressisti, democratici e rivoluzionari nel mondo di difendere Saibaba come parte della difesa dei prigionieri politici e del loro rilascio immediato.

Il Partito Comunista dell'India, in questa importante battaglia internazionale, ha potuto contare sul Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India, che è stato promotore e animatore in alcuni paesi del mondo delle campagne per la liberazione del professor Saibaba e di tutti i prigionieri politici.

Il Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India ha incontrato, in uno dei brevi momenti in cui è stato libero, il professor Saibaba e ha condiviso con lui l’analisi della situazione in India nella fase della lotta contro l’operazione Green Hunt e discusso il ruolo della campagna internazionale per la sua liberazione e le forme che essa poteva assumere.

Il Comitato ha sviluppato iniziative di ogni tipo per contribuire alla liberazione del Professor Saibaba, in un quadro che richiedeva la liberazione di tutti gli intellettuali democratici, scrittori, artisti, avvocati, giuristi che in India combattono questa battaglia e sono perseguitati perché difendono i diritti del popolo, il diritto alla resistenza, il diritto a sviluppare una guerra popolare di liberazione.

Attraverso diverse operazioni repressive, il regime fascista hindutva di Modi, sostenuto dall'imperialismo, ha fatto di tutto per cancellare la guerra popolare e per reprimere fino alla morte tutti coloro che la sostenevano. Per questo hanno pagato con la vita un numero grande non solo di militanti e combattenti della guerra popolare ma anche di intellettuali, democratici, giovani studenti, esponenti delle minoranze nazionali e degli adivasi, colpiti con massacri, prigioni e torture.


Saibaba vive nella necessaria continuità di questa lotta in India e nel mondo.

Salutiamo e appoggiamo gli ampi settori delle masse che in India gli hanno reso omaggio sia con la partecipazione militante al suo funerale, sia con la volontà di continuare la lotta in India per liberare il paese dal regime dei mostri.

Il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India si impegna a rafforzare nel nome di Saibaba il lavoro per unire tutto ciò che si può unire per una campagna prolungata, fatta di azioni militanti e di massa che possano contribuire a far avanzare a livello internazionale questa battaglia.

In particolare va rivendicata oggi la liberazione di tutti i prigionieri politici in India, lo stop alle operazioni repressive, oggi operazione Kagaar.


Il professor Saibaba per primo sapeva benissimo che le campagne democratiche e la lotta per la democrazia in India non aveva alcun futuro senza che avanzi la lotta di liberazione del proletariato e delle masse popolari.

La guerra popolare in India guidata dal PCI (Maoista) è la vera speranza del popolo indiano e di tutti i democratici, anti-imperialisti in India per la liberazione del popolo, per mettere fine al fascismo indù e per mettere fine, al dominio imperialista sull'India. per mettere fine alla classe in questo paese.

Per questo il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India ha sempre unito la lotta per la liberazione di Saibaba, la lotta per la liberazione dei prigionieri politici al sostegno della guerra popolare, guidata dal Partito comunista dell'India maoista.

Per questo il saluto e onore al compagno Saibaba alla celebrazione del 20° anniversario del PCI (Maoista) Il Comitato pubblica in questi giorni giorni in tutto il mondo e con tutti i mezzi, il Documento del PCI (Maoista) che celebra il ventesimo anniversario.

Si tratta di un documento estremamente importante in cui il Partito analizza lo stato effettivo della guerra popolare in India, e lo analizza con metodo scientifico marxista-leninista-maoista, scevro da ogni autocelebrazione e da ogni retorica. Il Partito avanza nella sua costruzione nel fuoco della guerra di popolo. Questa lotta comprende una lotta al suo interno, contro ogni resa e abbandono, una lotta per la bolscevizzazione, perché essa è la chiave per avanzare nella guerra di popolo.

Il Partito comunista dell'India maoista in questo documento analizza difficoltà limiti ed errori. Ciò non ha niente a che fare con i ‘celebratori di guerre popolari che avanzano sempre e comunque’, che non analizzano avanzate e ritirate e compromettono il futuro della rivoluzione nei loro paesi.

Quanta ipocrisia in chi celebra il Partito comunista dell'India maoista e nello stesso tempo nelle loro riunioni lo attaccano! Il PCI (Maoista) dell'India è la bandiera e il riferimento più importante della guerra popolare nel mondo.

Dobbiamo rilanciare come Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India la campagna prolungata contro le operazioni genocide repressive del regime di Modi.

La guerra di popolo e il PCI (Maoista) hanno resistito e reso vane l’Operazione Green Hunt, la Operazione Samadan e oggi combatte e resiste all’Operazione Kagaar, che hanno l’obiettivo di cancellare e distruggere la guerra popolare.

Per questo oggi la lotta contro il regime fascista e le sue operazioni, la difesa dei prigionieri politici in India sono legate al sostegno alla guerra popolare; sono uno dei due compiti principali che hanno i partiti e le organizzazioni comuniste nel mondo così come tutte le forze autenticamente antimperialiste.


Il Comitato internazionale a sostegno della guerra popolare in India ha scelto, là dove ha potuto, di portare il saluto a Saibaba dove si combatte la lotta della classe operaia. Lo ha portato in Italia tra i lavoratori, gli operai, gli operai indiani. Una pagina importante è stata scritta a Bergamo dove gli operai indiani in lotta hanno reso onore a Saibaba e lo hanno ricordato nel fuoco della loro lotta per iniziativa del Comitato internazionale di sostegno della guerra popolare in India e delle forze che in Italia lo compongono.


*****

Nello stesso tempo. Stiamo portando il sostegno alla guerra popolare in India all'interno del movimento gigantesco che si sviluppa di solidarietà alla Palestina. Perché in questo movimento si affermi non solo il sostegno dei popoli in lotta, ma anche la necessità della guerra di popolo come unica via per liberare le masse oppresse nel mondo, in India come in Palestina.

Così come all’interno dei movimenti di lotta contro la guerra imperialista, attivata e sviluppata in forme accelerate con l'invasione dell'imperialismo russo in Ucraina e la volontà delle forze imperialisti a guida USA di trasformare questa guerra in una guerra imperialista mondiale.

È lì che la voce della guerra di popolo, che la voce a difesa dei diritti dei prigionieri politici in India e del professor Saibaba, è lì che la lotta intransigente a sostegno del gigantesco movimento dei contadini, degli operai, delle popolazioni adivasi contro il regime fascista indù trova il suo ascolto e il suo sostegno. Nella considerazione che la lotta dei popoli oppressi è una, è indivisibile e vincente se diretta dal proletariato con i suoi partiti. E i suoi fronti e i suoi eserciti.

In questo svolgiamo il ruolo di cui abbiamo parlato nell’incontro con Saibaba.

Allora avevamo naturalmente un problema nella battaglia per la sua liberazione, di non rendere pubblici gli incontri col professor Saibaba, di non rendere pubblici aspetti della sua attività militante perché non offrissero il destro all'operazione repressiva persecutoria e oggi omicida. Ora però è giusto restituire la figura di Saibaba a 360°, e restituirla ai proletari, ai popoli per quella che realmente è stata la sua vita che, certamente, la sua compagna, i suoi compagni più vicini conoscono benissimo.


Onore e gloria al professor Saibaba!

Viva il XX Congresso del Partito Comunista dell'India (Maoista)!
Massimo sostegno alla guerra popolare in India!

Massimo sostegno al Partito Comunista dell'India (Maoista) che la guida!

Viva l'internazionalismo proletario e le sue due facce: lo sviluppo della rivoluzione all'interno dei propri paesi; il sostegno a coloro che conducono la stessa rivoluzione in tutti i paesi del mondo.

E Saibaba è parte di questa battaglia.

 video del funerale e della mobilitazione delle masse

 

domenica 13 ottobre 2024

L'ex prigioniero politico Dr G N Saibaba muore all'età di 57 anni nel distretto di Hyderabad

 

Distretto di Hyderabad, 12 ottobre 2024: il dottor G.N. Saibaba, ex prigioniero politico e professore di inglese presso il Ram lal Anand College dell'Università di Delhi, è deceduto nella tarda serata di oggi a seguito di complicazioni post-operatorie dopo aver subito un intervento chirurgico per calcoli alla cistifellea. Aveva 57 anni.

Saibaba, costretto su una sedia a rotelle, che era disabile al 90% a causa di un attacco di poliomielite infantile, era in cura presso l'Istituto di Scienze Mediche di Nizam nel distretto di Hyderabad nel Telangana, dove era stato ricoverato 10 giorni fa a causa di problemi di salute. I suoi assistenti hanno detto che ha avuto un attacco di cuore intorno alle 20 ed è stato dichiarato morto dai medici dell'ospedale alle 20,30.

Il dottor Saibaba è stato assolto dal tribunale di Nagpur dell'Alta Corte di Bombay il 5 marzo di quest'anno, quasi 10 anni dopo essere stato arrestato per la prima volta in un presunto caso di legami maoisti. È stato rilasciato dal carcere di Nagpur il 7 marzo.

Parlando alla stampa, Deepak Kumar, un caro amico di famiglia del dottor Saibaba che ha aiutato la famiglia a prendersi cura di lui dopo il suo rilascio dal carcere, e che è anche membro del Comitato per la difesa e il rilascio del dottor G N Saibaba, un'organizzazione che stava facendo campagna per il dottor Saibaba durante la sua incarcerazione, ha detto: "L'ho lasciato all'aeroporto di Delhi il 18 settembre. Due giorni prima, soffriva di un dolore estremo alla cistifellea. Lo abbiamo portato in un ospedale a Vasant Kunj e anche all'AIIMS, ma alla fine abbiamo deciso di ricoverarlo al NIMS di Hyderabad perché avevamo la famiglia lì e pensavamo che sarebbe stata una procedura che richiedeva tempo".

Kumar aveva svolto un ruolo attivo nella campagna per il dottor Saibaba durante il suo periodo in prigione.

"Ci siamo presi cura di lui giorno e notte. Parlava sempre di migliorare la sua salute e di tornare al suo lavoro per i diritti umani e voleva anche insegnare. La sua cistifellea è stata rimossa all'inizio di questo mese, questo intervento chirurgico ha avuto successo e si stava riprendendo. L'ultima volta che gli ho parlato, il 6 ottobre, sembrava a posto. Mi ha chiesto tutto su una recente protesta che avevo tenuto, ma la sua salute ha iniziato a peggiorare intorno al 7 ottobre", ha detto Kumar, aggiungendo che Saibaba aveva sviluppato una febbre alta da venerdì sera.

Il dottor Saibaba stava anche lottando attivamente legalmente per riavere il suo lavoro all'Università di Delhi, hanno detto alla stampa stretti collaboratori. L'ultima udienza del caso è stata a settembre di quest'anno.

Nandita Narain, ex professore dell’Università di Delhi e amico di famiglia del dottor G.N. Saibaba, ha dichiarato: "Ciò che è ancora più spiacevole è che mentre la sua famiglia stava combattendo e aveva ancora speranza nella sua battaglia legale, era appena tornato a casa dopo essere stato assolto e le cose stavano tornando alla normalità, ma ancora una volta è successo questo sfortunato incidente".

"Era un uomo brillante ed è così triste perderlo. Dobbiamo mantenere viva la sua eredità e il suo coraggio", ha detto Narain, aggiungendo di essere stata costantemente in contatto con la famiglia da quando il dottor Saibaba è stato ricoverato al NIMS 10 giorni fa.

Durante un'intervista con la stampa dopo la sua assoluzione, il dottor Saibaba ha dichiarato: "Ho perso molto più dei 10 anni che ho trascorso in prigione".

I giudici Vinay Joshi e Valmiki SA Menezes hanno annullato la condanna all'ergastolo inflitta al dottor Saibaba e hanno assolto altri cinque imputati nello stesso caso. Il tribunale ha detto che stava assolvendo tutti gli imputati poiché l'accusa non è riuscita a dimostrare il fatto oltre ogni ragionevole dubbio contro di loro.

Il dottor Saibaba è stato accusato di aver organizzato un incontro degli altri accusati – lo studente della JNU Hem Mishra e il giornalista dell'Uttarakhand Prashant Rahi – con membri del PCI (maoista) e della sua presunta organizzazione di fronte, il Fronte Democratico Rivoluzionario.

È stato arrestato il 9 maggio 2014. Nel marzo 2017, un tribunale del Maharashtra ha condannato il dottor Saibaba e altre cinque persone, tra cui Mahesh Tirki, Pandu Narote, Hem Mishra, Prashant Rahi e Vijay Tirki, per presunti legami con il partito maoista e coinvolgimento in attività ritenute di guerra contro la nazione.

E' morto il compagno prof. Saibaba - Onore e Gloria!

 

lunedì 7 ottobre 2024

Oggi 7 ottobre la settimana internazionale di sostegno alla palestina è cominciata (7-13 ottobre) - Dichiarazione congiunta su Palestina e Operazione Kagaar

 


Dichiarazione congiunta internazionale a base della Settimana internazionalista d'azione a sostegno della Resistenza Palestinese

Intensificare le azioni e fare avanzare in maniera sempre più poderosa il movimento militante, di massa, in appoggio alla causa palestinese.

Sono passati già 12 mesi dall’inizio dell’offensiva criminale da parte dello stato terrorista di Israele contro il popolo palestinese. Da allora oltre 40.000 palestinesi sono stati assassinati, tra essi donne e bambini e oltre 100 mila risultano feriti

I sionisti durante i loro bombardamenti, massacri e occupazioni, hanno obbligato più di un milione di palestinesi a spostarsi verso il sud della striscia di Gaza. Senza dubbio i genocidi sionisti stanno sviluppando un’operazione per occupare il sud della striscia di Gaza. I sionisti vogliono annientare il popolo palestinese, appropriarsi del suo territorio e risorse, cercando di spingere i palestinesi nel deserto del Sinai in Egitto, vecchio progetto di spostamento forzato che lasci il cammino libero all’occupazione definitiva di tutto il territorio della Palestina.

La loro intenzione di annientare il popolo palestinese pere appropriarsi del suo territorio e risorse, cercano di spingere i palestinesi nel deserto del Sinai in Egitto. Un vecchio progetto di deportazione forzata che lasci il cammino libero ad Israele per occupare definitivamente il territorio della Palestina.

Rafah, città a sud della striscia di Gaza, è servita come rifugio dei palestinesi, concentrando quasi un milione e mezzo di persone in un piccolo territorio, dove vivono sotto bombardamenti e ostacoli posti dalle forze israeliane perché arrivino aiuti umanitari.

Questo aggrava la crisi umanitaria poiché la popolazione palestinese che si trova a Rafah sta soffrendo malattie infettive prodotte dalla mancanza di acqua potabile, scarsità di mezzi di igiene, insicurezza alimentare, mancanza di ospedali e rifugi in buone condizioni causati dalla costante offensiva dei sionisti. Sono tanti i bambini che muoiono non solo per i bombardamenti ma per la mancanza di cure e di cibo.

Secondo le informazioni della stessa Agenzia sanitaria dell’ONU, circa l’80% dei bambini palestinesi minori di 5 anni non riescono a mangiare tutti i giorni.

Questo si unisce con l’intenzione dei sionisti di colpire anche moralmente il popolo palestinese con atti violenti che vanno al di là del massacro dei civili. La distruzione premeditata dei templi, dei luoghi di vita, scuole, università, ospedali, unita alla privazione di acqua, energie, attacca selvaggiamente la vita dei palestinesi, distrugge le speranze, li espone a morte lenta.

Gli assedi agli ospedali violano le fondamentali regole della guerra, causando effetti pesanti con distruzione delle infrastrutture per assistere infermi e feriti, assassinare il personale medico e assediare le zone vicine.

Il popolo palestinese deve sopportare soldati delle forze sioniste che burlano e disprezzano la loro condizioni, ballano sulle rovine delle loro case e riprendono disprezzabili scene che esaltano le loro azioni, fuse con assurdi spot commerciali delle TV. I loro video nei social sono pieni di discorsi anti palestinesi, uniti a dichiarazioni razziste dei governanti israeliani ed educazione violenta sui bambini, insegnandoli ad odiare i palestinesi fin da piccoli.

Il genocidio contro il popolo palestinese non è solo opera del sionismo israeliano. Gli Stati imperialisti che prestano il loro appoggio sono responsabili, specialmente Stati Uniti, Gran Bretagna con gli altri governi imperialisti europei, Germania, Francia, Italia, ecc. complici.

Gli imperialisti yankee appoggiano senza condizione il loro cane da guardia in Medio Oriente. Utilizzano il loro potere di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU per bloccare qualunque misura di iniziativa di pace, inviano armi e denaro ai sionisti per rafforzare il loro potere militare, e recentemente con un atto che molti considerano storico il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un progetto di legge per sanzionare la Corte Penale Internazionale per aver disposto l’arresto dei dirigenti politici sionisti.

A fronte di tutto questo il popolo palestinese e le sue Organizzazioni di Resistenza, oppongono nelle condizioni date un’eroica resistenza, continuando ad assestare colpi alle truppe di occupazione, di invasione genocida.

Esprimiamo il massimo appoggio a questa Resistenza.

Il genocidio contro il popolo palestinese ha acceso la solidarietà internazionale che da ottobre non si è mai fermata.

I proletari e i popoli del mondo hanno mantenuta alta la causa della liberazione della Palestina, condannando la feroce offensiva sionista.

Respingendo la repressione degli Stati reazionari, le masse hanno realizzato meeting e grandi manifestazioni, richiedendo di fermare l’aggressione, sviluppando il boicottaggio delle imprese israeliane e di quelle che appoggiano i sionisti, esigendo la rottura delle relazioni e i trattati dei governi con Israele; fino allo straordinario sviluppo negli ultimi mesi del movimento degli studenti che ha incendiato le Università, le strade, dagli Usa, all’Europa a tutto il mondo, ricordando il movimento di solidarietà con la causa del popolo vietnamita degli anni 60 e 70.

Sotto la pressione delle masse, alcuni governi hanno interrotto le relazioni con Israele e hanno obbligato parte degli organismi internazionali a promuovere azioni giuridiche.

La Corte Internazionale di Giustizia ha accolto la domanda presentata dal Sud Africa e sostenuta da altri Stati che ordina ai sionisti la cessazione immediata delle operazioni militari contro la striscia di Gaza. La Corte Penale Internazionale ha emesso ordini di arresto contro il Ministro Netanyahu e il suo Ministro di Difesa, Gallant.

Ma nello stesso tempo ha ordinato la detenzione dei dirigenti di Hamas.

Quest’ultimo fatto dimostra il carattere borghese della CPI nell’equiparare la violenza degli oppressori e quella degli oppressi.

A fronte della situazione è necessario ora più che mai intensificare le azioni e fare avanzare in maniera sempre più poderosa il movimento militante, di massa, in appoggio alla causa palestinese.

La pressione popolare deve elevarsi a scioperi di solidarietà, ad azioni sempre più dure contro i governi che appoggiano Israele e le Ambasciate israeliane in ogni angolo del mondo.

I partiti e le organizzazioni comuniste marxiste-leniniste-maoiste devono svolgere un ruolo sempre più di prima fila in questo movimento, intorno alle rivendicazioni di massa condivise:

esigere che le truppe israeliane abbandonino la striscia di Gaza e la Cisgiordania;

esigere che le truppe imperialiste abbandonino la regione e cessino le loro azioni militari in Medio Oriente in appoggio allo stato di Israele e contro le forze solidali con il popolo palestinese, in Mar rosso, in Libano, ecc.;

esigere la rottura delle relazioni diplomatiche, commerciali, militari con Israele;

esigere che i governanti sionisti siano giudicati per crimini di guerra e genocidi.

Nello stesso tempo invitiamo che nelle manifestazioni di solidarietà con il popolo della Palestina e di denuncia del genocidio dei sionisti, si realizzi anche la denuncia dell’azione che sta realizzando lo stato fascista hindutva di Modi/India, grande sostenitore del governo di Netanyahu, appoggiato dall’imperialismo Usa contro i popoli indigeni, tribali in questo paese. Una campagna di stampo genocida, denominata ‘Operazione Kaghaar’, nel mezzo della quale vengono perpetrati massacri e deportazioni forzate, assassinati civili e dirigenti dei popoli tribali, attivisti e dirigenti rivoluzionari; così come vengono perseguitati giornalisti, difensori dei diritti umani che si oppongono. Operazione che mira a soffocare la lotta di liberazione delle masse indiane, la guerra di popolo anti imperialista delle masse popolari.

I lavoratori e i popoli del mondo devono appoggiare la resistenza e la guerra di liberazione nazionale del popolo palestinese, dentro la lotta di liberazione definitiva dei popoli dallo sfruttamento e l’oppressione capitalista, imperialista, che sarà possibile con il trionfo delle rivoluzioni in ogni paese e l’avanzata della rivoluzione proletaria mondiale, per sradicare dalla faccia della terra ogni forma di oppressione e sfruttamento.

Proletari e popoli del mondo uniamoci contro l’imperialismo!

Viva la lotta di liberazione del popolo palestinese!

Palestina libera!

 

Lista aperta di adesioni

International Commitee Support People's War India

Communist (Maoist) Party of Afghanistan 

Communist Party of Australia (Marxist-Leninist)

Communist Party of Turkey - Marxist Leninist (TKP-ML)*

Communist Worker Union (mlm) Colombia

Construction Committee of the Maoist Communist Party of Galicia

Maoist Communist Party – Italy

Proletarian Party Of Purbo Bangla(PBSP)/Bangladesh*

Red Road of Iran (Maoist group)

Revolutionary Study Group (USA)

Revolutionary Communist Party of Uruguay

Chinese Proletarian Alliance Communist Party*

Partito marxista-leninista italiano

Russian Maoist Party 

Reagroupacion Proletaria de Peru'

Maoist Communist Committee – Brazil. 

 

per materiali e adesioni alla Dichiarazione e alla settimana di azione

info per l'Italia pcro.red@gmail.com

 ICSPWI csgpindia@gmail.com 

*con nota di commento

domenica 6 ottobre 2024

L’Alta Corte del Kerala ribalta le condanne degli attivisti del Frontre Democratico Rivoluzionario nel caso costruito contro di loro dalla NIA

 

Distretto di Alappuzha, 25 settembre 2024: mercoledì una sezione dell'Alta Corte del Kerala ha annullato il verdetto del Tribunale speciale di Ernakulam per le accuse della NIA [National Investigation Agency] che hanno portato alla condanna di cinque attivisti del Fronte Democratico Rivoluzionario (FDR) a tre anni di reclusione per una riunione di persone presunte quadri dirigenti del partito maoista a Mavelikara.

Le accuse della NIA contro gli attivisti dicevano che avevano organizzato una riunione segreta del FDR, che si pretendeva fosse un'organizzazione di facciata del PCI (maoista), in un alloggio a Mavelikara il 29 dicembre 2012, con l'intenzione di formare un'ala studentesca del FDR nello stato del Kerala.

Il tribunale ha assolto gli imputati sulla base del fatto che l'accusa in questo caso non era riuscita a stabilire che il FDR fosse un'organizzazione terroristica. La corte ha sottolineato che il FDR non è stato elencato come organizzazione terroristica nel primo elenco dell'Unlawful Activities (Prevention) Act (UAPA), sebbene il PCI (Maoista) e le sue organizzazioni di facciata siano attualmente messe al bando dal governo dell'Unione.

Coloro che sono stati assolti sono il primo accusato Rajesh Madhavan, il secondo accusato Gopal, il terzo accusato Devarajan, il quarto accusato Bahuleyan e il quinto accusato Ajayakumar alias Ajayan alias Mannoor Ajayan.

sabato 17 agosto 2024

TORTURE NELLE CARCERI: PROTESTE DEI PRIGIONIERI POLITICI

Notizie dalle proteste dei maoisti e dei prigionieri politici in India

Il leader detenuto dell'EPGL Dalam inizia lo sciopero della fame nella prigione centrale di Thrissur -info

Distretto di Kozhikode, 7 agosto 2024: Janakeeya Manushyavakasa Prasthanam (JMP), un'organizzazione per i diritti umani, ha informato la stampa che il dirigente del PCI (Maoista) Soman, arrestato dalla Squadra Antiterrorismo della polizia del Kerala la scorsa settimana, è in sciopero della fame all'interno del carcere di massima sicurezza di Thrissur.

In una dichiarazione, l'organizzazione ha affermato che Soman sta protestando contro le torture della polizia, compreso quella di costringerlo a rimanere nudo nella sua cella.

JMP ha detto che Soman ha preparato una denuncia al tribunale e la polizia ha detto di averla inviata via e-mail. Ma si è appreso che la denuncia non ha raggiunto il tribunale. È stato affermato che, sebbene Soman sia stato ricoverato al Thrissur Medical College, non gli è stato dato un trattamento adeguato dal personale ospedaliero. JMP ha inoltre affermato che all'avvocato P A Shyna non è stato permesso di vedere Soman al Medical College, sebbene avesse ottenuto il permesso dalle autorità. L'organizzazione ha affermato che lo stato sta cercando di creare un altro Stan Swamy in Kerala.

Soman, il leader della Kabani dalam (squadra) dell'Esercito Guerrigliero di Liberazione del Popolo (EGLP) del PCI (Maoista), è stato arrestato a Shoranur domenica scorsa.

 

***

Prigionieri politici maoisti protestano il 15 agosto, "Giorno dell'Indipendenza", nel carcere di massima sicurezza di Viyur

Le richieste avanzate dai prigionieri politici:

1. Ai procedimenti intentati secondo l’UAPA viene negata la cauzione e l'imputato viene mandato in prigione senza indagini. Anche secondo l'UAPA la cauzione dovrebbe essere legalmente accettata.

2. Coloro che sono in carcere con accuse per motivi politici dovrebbero essere riconosciuti come prigionieri politici.

3. Il salario dei prigionieri dovrebbe essere aumentato.

4. La pratica della perquisizione del corpo nudo, le manette forzate, ecc. dovrebbero essere fermate.

5. Le minacce, la tortura e la vendetta in carcere dovrebbero essere fermate.

6. Ai prigionieri secondo la legge UAPA dovrebbero ricevere la libertà vigilata legale una volta ogni 6 mesi.

7. Smettere di rifiutarsi di fornire beni di prima necessità ai detenuti tramite carcere, mensa, posta.

8. Al fine di ridurre lo stress dei detenuti, dovrebbero essere aumentati ogni giorno spazi per esercizi, e spazi per attività educativa.

9. Le autorità carcerarie non dovrebbero fermare le denunce presentate dai prigionieri in tribunale e in altri luoghi.

mercoledì 17 luglio 2024

Sciopero totale (bandh) indetto dal PCI (maoista) ferma tutte le attività nella divisione di Kolhan

 

Distretto di East Singhbhum, 10 luglio 2024: mercoledì il Partito Comunista dell'India (Maoista) ha attuato con successo un bandh di un giorno in tutta la divisione di Kolhan, nello stato di Jharkhand. Il bandh, indetto per protestare contro la presunta brutalità della polizia nella regione di Kolhan-Saranda, ha avuto un impatto ad ampio raggio sulla vita quotidiana e sui trasporti della zona.

L'incidente più drammatico si è verificato nelle prime ore di mercoledì, quando i quadri del partito maoista hanno sradicato traversine dalla linea ferroviaria principale Howrah-Mumbai, costringendo all'arresto immediato di tutti i movimenti dei treni. Il sabotaggio alla linea ferroviaria è avvenuto tra le 2 e le 3 del mattino. Le forze di sicurezza si sono precipitate sul posto dopo aver ricevuto informazioni sull'incidente.

I quadri del partito maoista hanno posizionato uno striscione lungo i binari della ferrovia tra i pali numero 378/35A e 378/31A-35A sulla terza linea della sezione Manoharpur-Jaraikela. Lo striscione, attribuito al Comitato Zonale Meridionale del PCI (Maoista), chiedeva sostegno al bandh e denunciava quello che hanno definito un "massacro della polizia" nell'area di Kolhan Saranda.

I servizi ferroviari sono stati interrotti per circa cinque ore, dalle 2 alle 6:10, quando le forze di sicurezza hanno rimosso lo striscione e hanno completato le indagini.

L'impatto del bandh si estese oltre le ferrovie. Negli isolati di Manoharpur e Anandpur, la vita normale si è fermata a causa della chiusura degli uffici governativi e non governativi. Le strade erano per la maggior parte deserte, con il traffico veicolare a lunga percorrenza e locale che si è fermato completamente. Solo i servizi essenziali come le ambulanze, i veicoli per la fornitura di latte e quelli relativi alle emergenze ospedaliere sono stati esentati dal bandh.

A Chaibasa, la sede del distretto di West Singhbhum, i servizi di autobus a lunga percorrenza sono stati sospesi. La fermata dell'autobus, solitamente affollata, era silenziosa, con file di autobus fermi che fungevano da cruda rappresentazione visiva dell'efficacia del bandh.

Le forze dell'ordine, tra cui la polizia locale, la Forza di protezione ferroviaria e il personale CRPF (CoBRA), hanno mantenuto un'allerta elevata in tutte le aree colpite. Le misure di sicurezza sono state particolarmente rigorose nelle aree delle stazioni di polizia di Manoharpur, Anandpur, Jaraikela, Chotanagra e Chidiya OP sotto il Circolo di Manoharpur.

Il bandh è stato indetto dal compagno Ashok, portavoce del Comitato Zonale Meridionale del PCI (Maoista), in risposta alle operazioni di polizia e paramilitari in corso nelle aree forestali di Trijunction Podahat, Kolhan e Saranda. I maoisti sostengono che queste operazioni, tra cui l'"Operazione Kagaar" e l'"Operazione Clean", hanno provocato vittime civili in aree come Lovad e Lipunga.

 (dalla stampa indiana online)

giovedì 4 luglio 2024

1 luglio la giornata internazionale di azione a Taranto contro l'operazione Kahaar/proseguendo dal G7 e unendo operai e migranti

 


 La giornata internazionale d’azione a Taranto del 1° luglio si è sviluppata dopo la importante partecipazione al G7 di Puglia, dove nella manifestazione tenutasi a Fasano contro i governi imperialisti, la presenza di Modi è stata oggetto di una forte contestazione all’interno della grande manifestazione. Grandi pannelli hanno riempito la piazza da dove partiva la manifestazione che denunciavano l’operazione Kahaar e il ruolo di Modi nella guerra imperialista nel sostegno al regime sionista di Netanyahu, insieme vi erano immagini dei prigionieri politici, delle popolazioni massacrate, ma nello stesso tempo le immagini della più grande guerra popolare in corso.

I manifestanti hanno fortemente solidarizzato e si sono stretti intorno a questi cartelli e alle voci di denuncia, controinformazione, appello alla solidarietà del Comitato Internazionale di sostegno alla guerra popolare in India. La stampa nazionale internazionale ha dovuto riprendere queste immagini e farle circolare su scala mondiale. Anche nel corso del corteo vi è stato un vibrante discorso di una compagna, facente parte del Comitato internazionale.  

La solidarietà al popolo palestinese e la lotta contro la guerra si sono quindi fuse con la denuncia del regime di Modi, servo dell’imperialismo e delle multinazionali.

Il primo luglio ha portato nel cuore della città di Taranto l’onda di questa manifestazione, con un presidio nella piazza principale, supportato da striscioni, cartelli, foto e immagini video.

Taranto è la città della più grande acciaieria d’Europa nelle mani dei padroni indiani Mittal, recentemente estromessi, e di altri padroni indiani, Jindal, che ora vogliono metterci le mani. Per questo importanti in questa città sono state le iniziative tra gli operai dell’Acciaieria, con volantini e incontri alle portinerie della grande fabbrica.

E proprio l’organizzazione dei lavoratori, Slai cobas per il sindacato di classe, che aderisce ed è parte attiva del Comitato internazionale, ha voluto caratterizzare la giornata del 1° luglio sottolineando il legame tra le masse popolari indiane e la guerra popolare e i lavoratori indiani in Italia, ponendo al centro - con un manifesto molto appoggiato dalle masse - l’orribile morte per mano dei padroni schiavisti italiani di Satnam Singh, bracciante di Latina, dove lavorano centinaia di lavoratori Sikh. 

Ma si è fatto di più, attraverso una squadra durante la serata della manifestazione si è andati là dove c’erano gruppi di immigrati, sia di origine africani sia di origine asiatica. Attivisti del Comitato Internazionale hanno spiegato a gruppi di migranti il significato della giornata internazionale, hanno fatto appello alla solidarietà internazionalista e ad intraprendere la via della guerra popolare sia all’interno dei paesi   imperialisti sia dei paesi oppressi dall’imperialismo.

Alla manifestazione hanno partecipato anche gruppi solidali con la Palestina del territorio. 

mercoledì 3 luglio 2024

BERGAMO, OPERAIE E OPERAI SOLIDALI RISPONDONO ALL’APPELLO PER LA GIORNATA DI AZIONE DEL 1 LUGLIO

 

Decine di lavoratori hanno animato la protesta del 1 luglio a Bergamo, con la solidarietà e il sostegno al popolo che in India lotta e resiste per rovesciare il regime fascista hindutva di Modi, della repressione, con l’operazione Kahaar, una guerra interna contro lo stesso popolo indiano, ‘per eliminare entro il 2024 i maoisti', la guerra popolare dal paese, con il genocidio delle popolazioni tribali Adivasi.

Un governo imperialista che ha cementato i suoi rapporti già molto estesi commerciali e di guerra col nostro governo proprio nel G7 di Puglia, mostrando la particolare vicinanza a Meloni, moderno fascista che sta trascinando il paese sempre più nel conflitto globale.

Un governo che tra l’altro ha già teso la sua rete di controllo e potere su di una grossa fetta dell’informazione. Tanto da rendere necessaria la controinformazione per smontare l’ignobile campagna arrivata anche tra le comunità indiane, con la falsa immagine di una Meloni addolorata per la morte di Satnam Singh, con le sue promesse di interventi per la sicurezza. Proprio la Meloni, quella con le mani sporche del sangue indelebile dei bambini di Cutro, quella a capo di un governo che copre i padroni fascisti e sfruttatori!

E non è un caso che dalle operaie e operai si sia sentita la forte preoccupazione da tutte le loro fabbriche, per le condizioni non sicure in cui lavorano, un allarme che si è fuso con la rabbia e il dolore, per la morte atroce di Satnam Singh, assassinato da padroni che considerano la vita dei braccianti uguale a zero.

‘Basta scappare dall’India per venire a morire a Latina’ è diventata così una proposta per non disperdere questa bella assemblea, ‘organizzarci e lottare uniti a casa nostra’, contro questo sistema di sfruttamento, sostenere le lotte dei popoli oppressi, dall’India alla Palestina, perché il nostro internazionalismo è fare la nostra parte per rovesciare il governo fascista e imperialista della Meloni.