venerdì 30 gennaio 2015
La prima delle tre Giornate Internazionali di Azione a Roma, Università la Sapienza
Un'iniziativa di agitazione all'Università la Sapienza ha aperto le tre giornate internazionali di azione a sostegno della guerra popolare in India.
Una squadra di attivisti del Comitato Internazionale ha affisso i manifesti della campagna all'ingresso delle diverse facoltà, lungo i viali della cittadella universitarianel quartiere circostante di S. Lorenzo.
E' stato anche diffuso il volantino che riportiamo sotto.
La giornata è proseguita con alcuni incontri con organizzazioni di lavoratori e della solidarietà, che hanno espresso l'accordo con i temi della campagna e preso l'impegno a costruire una più ampia e approfondita giornata di informazione e approfondimento da tenersi nelle prossime settimane.
Una squadra di attivisti del Comitato Internazionale ha affisso i manifesti della campagna all'ingresso delle diverse facoltà, lungo i viali della cittadella universitarianel quartiere circostante di S. Lorenzo.
E' stato anche diffuso il volantino che riportiamo sotto.
La giornata è proseguita con alcuni incontri con organizzazioni di lavoratori e della solidarietà, che hanno espresso l'accordo con i temi della campagna e preso l'impegno a costruire una più ampia e approfondita giornata di informazione e approfondimento da tenersi nelle prossime settimane.
Dall'INDIA all'Italia gli operai non hanno nazione… internazionalismo, rivoluzione
Oggi è stato portato tra i lavoratori il messaggio di speranza della lotta degli operai e del popolo dell'India, in mattinata nel corso della vertenza contro i licenziamenti di natura.com, per protestare contro la Direzione del lavoro che non effettua approfondite ispezioni sul trasferimento del lavoro, gli operai, tutti indiani, hanno convenuto che dall'India all'Italia i padroni sono uniti per attaccare i lavoratori attraverso i loro governi Modi=Renzi=JOB ACTS.
La lotta degli operai della Maruti-Suzuki, non è stata solo una lotta per migliori condizioni di lavoro, ma ha messo al centro la questione del comando di fabbrica, dove al centro ci sta lo sfruttamento dei lavoratori per il profitto, su cui si basa l'intero sistema capitalista.
Gli operai sono una classe internazionale e rappresentano l'unica forza in grado di trasformare il mondo, per questo hanno un unico obbiettivo, farla finita con il sistema dei padroni.
Al cambio turno una delegazione di lavoratori ha partecipato al sit-in con spikeraggio agli operai siderurgici della Tenaris Dalmine, multinazionale, che proprio in questo periodo sta utilizzando strumentalmente il calo del petrolio (generato dal fatto che un sistema assurdo prevede di continuare a mettere sul mercato il greggio anche quando non serve….), per riorganizzare la produzione nei suoi stabilimenti e attaccare i lavoratori, la crisi viene spiegata come un evento soprannaturale, quando invece è parte ciclica del capitale, sono i grandi padroni da Arcelor-Mittal a Rocca che generano e utilizzano le crisi per ritagliarsi nuovi mercati e fare sempre più profitti.
Gli operai non devono farsi la guerra tra loro, come vorrebbero i padroni e i sindacati confederali complici, gli operai non hanno niente da guadagnare se non spezzare le loro catene della schiavitù del lavoro salariato, devono osare alzare la testa e guardare il mondo dal loro punto di vista…..i padroni costretti per mantenere i profitti a conquistare nuovi mercati per vendere i loro prodotti, hanno creato milioni di operai che li seppelliranno.
giovedì 29 gennaio 2015
Maruti Suzuki gli operai indiani in lotta - lo Slai cobas per il sindacato di classe lancia dal 29 gennaio - all'interno della 3 giorni internazionale di azione promossa dal comitato di sostegno alla guerra popolare in india, guidata dai maoisti - una campagna nazionale che prevede una delegazione in India - chi fosse interessato contatti slaicobasta@gmail.com - csgpindia@gmail.com
vedi articolo
INDIA. GIOVANI OPERAI SFIDANO LA MARUTI SUZUKI
Appello degli operai MARUTI SUZUKI WORKERS UNION
Compagni e amici,
Per portare avanti la nostra lotta ed esigere giustizia per tutti i 147 arrestati, i 2500 lavoratori Maruti licenziati e le nostre famiglie, oggi 5 ottobre abbiamo organizzato una manifestazione a Kaithal, Haryana. Abbiamo portato i nostri slogan in corteo attraverso la città di Kaithal, come parte di una campagna nazionale contro la politica anti-operaia del governo e i padroni, nel cui interesse esso agisce.
Gli interventi al termine della manifestazione hanno sottolineato che, guardando alle prossime elezioni in Haryana, il 15 ottobre, sappiamo già per esperienza che, per quanto abbiamo bussato alla porta di ogni rappresentante eletto, il governo si è sempre schierato dalla parte della proproietà. Non vogliamo un governo sotto il controllo dei capitalisti.
Quando siamo andati in corteo verso la sede del ministero dell’Industria, abbiamo trovato ancora una volta le strade sbarrate. Abbiamo presentato una richiesta al ministro, attraverso il DC Kaithal.
Nella manifestazione di oggi, come nelle tante altre degli ultimi due anni e mezzo, c’erano ad incoraggiarci gli sguardi determinati dei nostri amici e familiari, insieme ai nostri compagni di lavoro. La nostra famiglia, oggi presente in gran numero, sono i lavoratori venuti da tutto l’Haryana, l’UP, il MP, Rajasthan, Bihar e da altrove. Negli ultimi due anni e mezzo hanno sopportato continui abusi e violenze nell'indifferenza, ne migliore dei casi, del governo. Allo stesso tempo, ci hanno mostrato il coraggio e la lotta determinata con cui hanno affrontato difficoltà economiche e pressioni psicologiche per stare dalla parte dei fratelli, figli, padri, amici lavoratori arrestati.
Amici, voi sapete che questa è stata una lotta prolungata dei lavoratori per i loro diritti, guidata dalla Maruti Suzuki Workers Union. E di fronte ai crescenti attacchi contro operai e lavoratori, sotto forma di aumento degli appalti, disoccupazione, riforme delle leggi sul lavoro, ecc., queste lotte sono destinate a intensificarsi nei prossimi giorni. Diamo qui un breve aggiornamento sui processi in corso, e ultime notizie apparse sui media:
martedì 27 gennaio 2015
Obama in India - alleanza di guerra militar- nucleare nella contesa interimperialista e cooperazione di guerra contro la guerra di popolo guidata dai maoisti
India e USA siglano un patto nucleare durante la visita di Obama
Narendra Modi rompe il protocollo accogliendo di persona Obama all'aerporto di Delhi |
L'accordo nucleare era da sei anni in sospeso per le preoccupazioni per leresponsabilità in caso di incidente nucleare.
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha dichiarato che i due paesi si stannoimbarcando per un "nuovo viaggio" di cooperazione, con difesa più forte elegami commerciali più stretti.
Visita di Obama in India - Lo stato indiano agisce sempre più come il gendarme dell’imperialismo USA nella regione e così soddisfa le sue ambizioni espansionistiche, sopprimendo i movimenti popolari di tutto il sub-continente. ... PCI(Maoista)-PCMaoista Manipur
Comunicato congiunto del Partito Comunista dell’India (Maoista) e del Partito Comunista Maoista di Manipur.
UNITE IN STRUGGLE AGAINST THE INDIAN STATE!
Nel segno della globalizzazione, delle riforme strutturali e dell’economia di mercato aperta, l’imperialismo mondiale ha annunciato il suo programma globale di ulteriore intensificazione del dominio, dello sfruttamento e oppressione dei popoli. L’attuale crisi globale dell’imperialismo mondiale ha ulteriormente accentuato i suoi attacchi, determinando su scala mondiale l’inevitabilità di ancora più miseria, orrore, devastazione e guerra. Il proletariato e i popoli oppressi di tutto il mondo continuano a resistere contro questo programma sollevandosi in lotte rivoluzionarie contro l’imperialismo e le classi dirigenti reazionarie a esso asservite nei diversi paesi, generando una nuova ondata di lotte popolari in tutto il mondo, in particolare nei paesi oppressi.
I paesi oppressi sono i centri della tempesta della rivoluzione mondiale, come Mao lo ha definiti, e la rivoluzione è la tendenza principale oggi nel mondo. La regione del
dagli operai di Bergamo il là alla tre giorni internazionalista sull'india in italia
3 giornate di solidarietà proletaria con l'India
Contro il governo fascista e genocida di Modi
Giovedì 29 iniziative di controinformazione alle fabbriche : l'esempio della lotta degli operai alla Suzuki: una rivolta contro il sistema dei padroni
Importante dossier sui caratteri della lotta operaia
All'interno dello sviluppo della guerra popolare diretta dai maoisti
All'interno dello sviluppo della guerra popolare diretta dai maoisti
la tre giorni internazionalista per l'India a Palermo e Taranto
Giornate internazionali a sostegno India
Iniziative a Palermo
Giovedì 29 gennaio
Fabbriche – volantinaggi e affissioni sulle lotte operaie in India
Cantieri navali Palermo
Zona industriale Carini
Pomeriggio ore 16,00 in sede per assemblea proletaria con i lavoratori
Venerdì 30 gennaio
Mattina banchetto informativo all'università e attacchinaggio locandine
pomeriggio
alla sede del quotidiano nazionale La Repubblica denuncia e informazione
Sabato 31 gennaio
film “Chakravyuh” in sede dalle ore 16,30 sulla guerra popolare in corso in India
e aperitivo popolare a seguire
intervento al corteo cittadino senza-casa
Giornate internazionali a taranto
29 gennaio -
lettera agli operai ilva taranto
cosa è la Mittal la multinazionale Indiana dei padroni dell'acciaio che vuole rilevare l'Ilva
ristrutturata dal decreto renzi
quali sono le condizioni degli operai indiani che fanno fare grandi profitti ai padroni indiani
tali da potersi permettere di acquisire l'Ilva allombra dell'alleanza MODI-RENZI
perchè bisogna sostenere la lotta degli operai indiani e
la guerra di popolo delle masse indiane guidate dai maoisti
29 ore 18 sede slai cobas
serata proletaria di denuncia dell'operazione Green hunt e di sostegno alla guerra popolare
nel contesto della situazione mondiale e dell'azione dell'imperialismo contro i popoli
sotto le false bandiere della lotta ' al terrorismo
30-31 gennaio striscioni, locandine in tutta la città
mercoledì 21 gennaio 2015
"40.000 maoisti addestrati in 10 anni"... nonostante l'operazione genocida Green Hunt!
La stampa online indiana, così come la borghesia, è preoccupata e perciò si occupa costantemente del "monitoraggio" delle forze maoiste in lotta nella guerra popolare, e così facendo ne svela, anche se parzialmente, come da loro stessi ammesso, la qualità...
***
***
Negli ultimi 10 anni, il Partito Comunista dell'India (maoista) ha organizzato ben 489 campi di addestramento per i più di 40.000 quadri che hanno appreso l'uso di armi sofisticate e di guerriglia, in base alle informazioni ottenute ai sensi della Legge sul diritto all'informazione (RTI Act) del Ministero degli affari interni (MHA). Le rivelazioni sono significative, dato che negli ultimi mesi diversi attacchi contro il personale di sicurezza sono stati eseguiti dai maoisti. Questi stessi 40.000 quadri sono stati formati nel corso degli anni per tali attacchi mortali.
Il vero numero di quadri addestrati potrebbe essere molto maggiore, dato che questo è solo il dato che ha registrato il MHA. Le informazioni fornite dal MHA sotto la Legge RTI dimostra che, mentre vi è stato un aumento anno su anno del numero di campi di addestramento - da 16 nel 2004 a 93 nel 2010, da allora in poi il numero è sceso a cinque nel 2014. Mentre i funzionari del ministero stanno attribuendo la diminuzione al successo dell’Operazione Green Hunt, esperti maoisti affermano che i ribelli stanno spostando i quartieri dei campi di addestramento e che per questo le forze dello stato non sono in grado di scoprirli. "A causa dell’Operazione Green Hunt i maoisti non sono stati in grado di organizzare campi di addestramento come prima", ha detto infatti un funzionario che lavora nella Divisione per la Gestione dei Naxaliti del MHA che ha voluto restare anonimo.
Il MFPR nella 3 gg su India
Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario sarà presente nella tre giorni di sostegno alla guerra popolare in India del 29-30-31 gennaio, indetta dal Comitato Internazionale, per portare in ognuna delle giornate di questa campagna la realtà della lotta delle donne in India,della partecipazione delle donne alla Guerra popolare, divenute uno dei bersagli principali dell'attacco del regime capitalista -compradore -feudale indiano
Il 29, dedicato alla lotta contro le multinazionali indiane porteremo anche la denuncia delle condizioni di lavoro delle donne nelle fabbriche indiane e l'informazione della grande lotta delle operaie, in particolare lo sciopero e l'occupazione della fabbrica Asti Electronics.
Il 30, contro operazione Green Hunt, parleremo di come questa operazione nel colpire le masse popolari, gli adivasi, porta avanti, un massacro e una repressione particolarmente bestiale verso le donne, degli stupri e uccisoni di massa, di donne, bambine, usati anche come arma di guerra; ma nello stesso tempo della resistenza delle donne.
Il 31, dedicato all'informazione sui risultati per il popolo della guerra di popolo, parleremo del grande ruolo in prima fila delle donne; del come, in un sistema sociale in cui subiscono una triplice oppressione, le donne combattenti sono quasi il 60% della forza rivoluzionaria.
Una rappresentante del MFPR-Italia farà parte della delegazione in preparazione che andrà in India.
MFPR
Il 29, dedicato alla lotta contro le multinazionali indiane porteremo anche la denuncia delle condizioni di lavoro delle donne nelle fabbriche indiane e l'informazione della grande lotta delle operaie, in particolare lo sciopero e l'occupazione della fabbrica Asti Electronics.
Il 30, contro operazione Green Hunt, parleremo di come questa operazione nel colpire le masse popolari, gli adivasi, porta avanti, un massacro e una repressione particolarmente bestiale verso le donne, degli stupri e uccisoni di massa, di donne, bambine, usati anche come arma di guerra; ma nello stesso tempo della resistenza delle donne.
Il 31, dedicato all'informazione sui risultati per il popolo della guerra di popolo, parleremo del grande ruolo in prima fila delle donne; del come, in un sistema sociale in cui subiscono una triplice oppressione, le donne combattenti sono quasi il 60% della forza rivoluzionaria.
Una rappresentante del MFPR-Italia farà parte della delegazione in preparazione che andrà in India.
MFPR
sabato 17 gennaio 2015
Si prepara una grande accoglienza alla visita di OBAMA il 26 gennaio - mentre sono in preparazione in diversi paesi del mondo le tre giornate internazionali di azione 29-30-31 gennaio
martedì 13 gennaio 2015
Oggi "l'India è vicina" - tre giornate internazionali di mobilitazione anche in Italia
Tre giornate internazionali di mobilitazione anche in Italia
29 gennaio - Sviluppare iniziative specifiche nelle e alle fabbriche delle multinazionali indiane, per noi in Italia e in Europa, per forgiare un legame internazionalista tra i lavoratori nei paesi imperialisti e dei lavoratori indiani.
30 gennaio - manifestare alle ambasciate, consolati e ogni altra struttura economico-istituzionale indiana presente nel nostro paese contro il regime fascista indù di Modi, contro l'operazione GREEN HUNT, contro la repressione, per la liberazione degli oltre 10.000 prigionieri politici in India - tra cui importanti intellettuali come il prof. SAIBABA e dirigenti del PCIm che rischiano la morte.
31 gennaio - assemblee, mostre, eventi culturali per approfondire il significato e lo stadio della rivoluzione indiana a 10 anni dalla fondazione del Partito Comunista dell'India (Maoista), la sua funzione oggi nella lotta contro l'imperialismo in crisi e nelle lotte di liberazione nazionale e sociale nel mondo; con presentazione dei documenti del Partito, dei materiali e video delle lotte e conquiste dei movimenti di massa diretti dal Partito, atti e documenti del sostegno internazionale e nel nostro paese alla Guerra Popolare.
Adesioni, info, materiali: csgpindia@gmail.com
Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India-Italia
csgpindia@gmail.com
29 gennaio - Sviluppare iniziative specifiche nelle e alle fabbriche delle multinazionali indiane, per noi in Italia e in Europa, per forgiare un legame internazionalista tra i lavoratori nei paesi imperialisti e dei lavoratori indiani.
30 gennaio - manifestare alle ambasciate, consolati e ogni altra struttura economico-istituzionale indiana presente nel nostro paese contro il regime fascista indù di Modi, contro l'operazione GREEN HUNT, contro la repressione, per la liberazione degli oltre 10.000 prigionieri politici in India - tra cui importanti intellettuali come il prof. SAIBABA e dirigenti del PCIm che rischiano la morte.
31 gennaio - assemblee, mostre, eventi culturali per approfondire il significato e lo stadio della rivoluzione indiana a 10 anni dalla fondazione del Partito Comunista dell'India (Maoista), la sua funzione oggi nella lotta contro l'imperialismo in crisi e nelle lotte di liberazione nazionale e sociale nel mondo; con presentazione dei documenti del Partito, dei materiali e video delle lotte e conquiste dei movimenti di massa diretti dal Partito, atti e documenti del sostegno internazionale e nel nostro paese alla Guerra Popolare.
Adesioni, info, materiali: csgpindia@gmail.com
Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India-Italia
csgpindia@gmail.com
giovedì 8 gennaio 2015
Appello per la tre giorni internazionale di azione 29-30-31 contro il regime fascista indù di Modi, contro l'operazione green hunt, a sostegno della guerra popolare in India
Nei
primi 10 anni del secolo, l'economia indiana ha registrato tassi di
crescita senza precedenti nella sua storia. Uno "sviluppo"
modellato secondo i diktat delle istituzioni internazionali
imperialiste (BM, FMI, WTO ecc.), subordinato agli interessi della
borghesia burocratica compradora e dei
latifondisti indiani in collusione con le multinazionali e i grandi investitori internazionali che non ha prodotto alcun significativo miglioramento nelle condizioni di vita delle sterminate masse povere
dell'India, di cui l'80% continuano a sopravvivere con meno di un euro al giorno.
latifondisti indiani in collusione con le multinazionali e i grandi investitori internazionali che non ha prodotto alcun significativo miglioramento nelle condizioni di vita delle sterminate masse povere
dell'India, di cui l'80% continuano a sopravvivere con meno di un euro al giorno.
Quelle
che si sono effettivamente sviluppate e cresciute "spettacolarmente"
sono tutte le disuguaglianze: reddito, patrimonio, casta, regione,
stato.
Poche
decine di magnati hanno accumulato ricchezze favolose. I grandi
gruppi indiani di cui sono a capo, Jindal Mittal e Tata in testa,
sono cresciuti al punto da conquistare mercati, proprietà e quote di
produzione negli stessi paesi imperialisti, in particolare nel
settore dell'acciaio, dove in diversi
paesi i gruppi indiani sono divenuti i primi produttori.
paesi i gruppi indiani sono divenuti i primi produttori.
Con Narendra Modi, le classi dominanti indiane e i loro padroni imperialisti hanno "l'uomo forte" che cercavano, per tentare di uscire dalla fase di relativo rallentamento dovuta alla crisi mondiale e alla crescente resistenza delle masse alle loro politiche.
Con
un ritmo ed efficienza senza precedenti, in pochi giorni il governo
Modi ha approvato centinaia di progetti minerari, industriali, di
Zone Economiche. Ha sistematicamente aperto all'imperialismo tutti i
settori dell'economia indiana: dalla difesa alle assicurazioni alle
risorse naturali - tutto è in
vendita. Ha approvato la sua riforma del lavoro, che rende parola morta diritti e conquiste di decenni lotte dei lavoratori in tutto il mondo, portando indietro l'orologio della storia.
Così l'India entra prepotentemente nello scenario mondiale dell'imperialismo con le sue multinazionali che guadagnano posizioni e un ruolo attivo, mentre si consolidano nei paesi imperialisti i legami tra le multinazionali indiane e i padroni locali in un rapporto di collusione e alleanza - pur sempre all'interno della contesa e concorrenza sul mercato mondiale attraversato
dalla crisi economica e finanziaria. Così le multinazionali indiane diventano per il proletariato dei paesi imperialisti anche un nemico interno e, d'altra parte, le multinazionali dei paesi imperialisti partecipano pienamente al supersfruttamento del proletariato indiano e alla rapina delle sue risorse.
vendita. Ha approvato la sua riforma del lavoro, che rende parola morta diritti e conquiste di decenni lotte dei lavoratori in tutto il mondo, portando indietro l'orologio della storia.
Così l'India entra prepotentemente nello scenario mondiale dell'imperialismo con le sue multinazionali che guadagnano posizioni e un ruolo attivo, mentre si consolidano nei paesi imperialisti i legami tra le multinazionali indiane e i padroni locali in un rapporto di collusione e alleanza - pur sempre all'interno della contesa e concorrenza sul mercato mondiale attraversato
dalla crisi economica e finanziaria. Così le multinazionali indiane diventano per il proletariato dei paesi imperialisti anche un nemico interno e, d'altra parte, le multinazionali dei paesi imperialisti partecipano pienamente al supersfruttamento del proletariato indiano e alla rapina delle sue risorse.
I proletari indiani e del mondo stanno sperimentano sulla propria pelle che i padroni, dall'America, all'Europa all'India, sono uniti nel portare avanti i loro profitti di sangue sulla pelle dei proletari e delle masse. Questo legame sul piano economico si traduce in una nuova sintonia politica tra il
governo fascista Indù di Modi e i governi di stampo moderno fascisti delle potenze imperialiste. Questi governi vogliono camminare mano nella mano e il governo indiano chiede ai governi di fermare il sostegno alla guerra popolare e alle lotte del popolo indiano. Ma gli operai sono una sola classe a livello internazionale e devono stringere in maniera forte i loro legami di solidarietà e di lotta.
Per questo il 29 gennaio facciamo appello a una giornata internazionale di azioni alle fabbriche delle multinazionali indiane, Jindal Mittal e Tata in particolare, che porti forte questo messaggio, tanto agli operai quanto ai padroni, indiani e del mondo.
Facciamo
appello a realizzare presidi, comizi, scritte e ogni altra forma di
mobilitazione e azione che si ritenga opportuna a livello di ciascun
paese.
È disponibile una ampia gamma di materiali di agitazione e propaganda e una mappatura degli obiettivi di possibili mobilitazione.
Richiedeteli
a csgpindia@gmail.com
Non
solo lo "sviluppo" determinato in India da oltre vent'anni
di politiche neoliberiste applicate da tutti i governi e tutti i
partiti a vantaggio delle classi dominanti indiane, dei loro padroni
imperialisti e le loro multinazionali non ha prodotto significativi
miglioramenti negli standard di vita della gran massa del popolo
dell'India, non ha portato neppure alcun progresso nei rapporti
sociali e culturali, sulla condizione di emarginazione e oppressione
delle masse di contadini e braccianti senza terra nelle campagne e
degli intoccabili, delle minoranze religiose e nazionali, delle
donne, nelle città e in tutto il paese, anzi, al contrario la loro
situazione è in realtà perfino peggiorata.
I
meccanismi di espropriazione delle terre e del surplus agricolo anche
dei contadini medi si sono fatti più sofisticati e spietati. Il
sistema delle caste si è rafforzato. L'occupazione militare di
Kashmir, Manipur e altre regioni contro i movimenti di liberazione
nazionale è continuata e si è
ancora inasprita. I pogrom contro le minoranze religiose e culturali, in particolare i musulmani, si sono ripetuti. Gli orribili episodi di stupri e assassinii di donne sono diventati fatto quotidiano. L'intolleranza, disprezzo e criminalizzazione di intellettuali democratici giovani critici e ogni voce di dissenso si sono fatti sistema.
ancora inasprita. I pogrom contro le minoranze religiose e culturali, in particolare i musulmani, si sono ripetuti. Gli orribili episodi di stupri e assassinii di donne sono diventati fatto quotidiano. L'intolleranza, disprezzo e criminalizzazione di intellettuali democratici giovani critici e ogni voce di dissenso si sono fatti sistema.
Nel
2009 le classi dominanti indiane spalleggiate dall'imperialismo hanno
lanciato la Operazione Green Hunt, un'autentica guerra contro il loro
stesso popolo, che mira a cancellare ogni resistenza, ma soprattutto
a decapitare e annientare il movimento rivoluzionario maoista che ha
guadagnato forza e terreno, estendendosi in nuove aree.
Una
sporca guerra, condotta con impiego di mezzi enormi in termini di
truppe, armamenti e tecnologie. Si applica la già nota strategia di
"guerra a bassa intensità", ma di altissima intensità
sono i crimini efferati quotidianamente perpetrati.
Dal
2009 a oggi, centinaia di combattenti e dirigenti, sindacali,
politici e rivoluzionari sono stati massacrati nei famigerati "falsi
scontri", decine di migliaia gli adivasi, contadini, operai,
donne, studenti, giovani musulmani, intellettuali, attivisti dei
diritti umani e delle nazionalità oppresse che sono stati arrestati
e restano incarcerati senza processo, tutti invariabilmente marchiati
come "maoisti" o "terroristi". Green Hunt ha
trasformato l'intero subcontinente della "più grande democrazia
del mondo" in una "prigione dei movimenti popolari".
La
salita al potere di Modi, ha impresso anche alla Operazione Green
Hunt un salto, spingendola verso la cosiddetta 3a Fase. 3a Fase
significa intensificazione. Ulteriori migliaia di paramilitari,
agenti di polizie e milizie private hanno mano libera nei loro
attacchi al popolo. Significa
mobilitazione reazionaria delle organizzazioni di massa "zafferano" e normalizzazione e "zafferanizzazione" dell'educazione e della cultura. 3a Fase significa estensione. Ogni giorni di più l'intero subcontinente, non solo i territori del "corridoio rosso" in cui agiscono e combattono i
rivoluzionari maoisti, diventa terreno di azione delle forze statali e della loro violenza impunita. In ultima istanza 3a Fase significa generalizzazione della guerra al popolo. Il bersaglio non sono più solo i "maoisti", i "terroristi" e le masse tribali da questi "strumentalizzate", ma ogni opposizione organizzata, ogni singola voce che si opponga allo "sviluppo" dell'India come nuova potenza internazionale. Sempre più, nella sua 3a Fase, Green Hunt si proietta anche a livello internazionale, con rinnovate pressioni ai governi occidentali perché fermino e colpiscano la solidarietà che a livello mondiale è cresciuta contro Green Hunt e a sostegno della guerra popolare, mobilitandosi in azioni in decine di paesi in tutto il mondo.
mobilitazione reazionaria delle organizzazioni di massa "zafferano" e normalizzazione e "zafferanizzazione" dell'educazione e della cultura. 3a Fase significa estensione. Ogni giorni di più l'intero subcontinente, non solo i territori del "corridoio rosso" in cui agiscono e combattono i
rivoluzionari maoisti, diventa terreno di azione delle forze statali e della loro violenza impunita. In ultima istanza 3a Fase significa generalizzazione della guerra al popolo. Il bersaglio non sono più solo i "maoisti", i "terroristi" e le masse tribali da questi "strumentalizzate", ma ogni opposizione organizzata, ogni singola voce che si opponga allo "sviluppo" dell'India come nuova potenza internazionale. Sempre più, nella sua 3a Fase, Green Hunt si proietta anche a livello internazionale, con rinnovate pressioni ai governi occidentali perché fermino e colpiscano la solidarietà che a livello mondiale è cresciuta contro Green Hunt e a sostegno della guerra popolare, mobilitandosi in azioni in decine di paesi in tutto il mondo.
Per tutte queste ragioni la seconda Giornata Internazionale di Solidarietà chiamiamo ad organizzare azioni presso ambasciate, consolati e altre istituzioni governative indiane, con presidi, proteste e conferenze stampa che chiedano a gran voce la fine della "guerra al popolo", per opporre una 3a Fase della solidarietà internazionale, smascherare e ribattere le menzogne e l'arroganza del regime braminico fascista indù di modi e i suoi padrini imperialisti.
Anche su questo sono a disposizione di tutti quanti raccoglieranno l'appello molti materiali di informazione, agitazione e propaganda utili nella preparazione e svolgimento delle iniziative.
Richiedeteli a csgpindia@gmail.com
Nel
Marzo 1967, con la rivolta contadina armata del piccolo villaggio di
Naxalbari, è iniziata un'epopea di liberazione del popolo indiano
dal giogo delle tre montagne che lo schiacciano: la condizione di
semicolonia, le relazioni di dipendenza dall'imperialismo che la
formale indipendenza del paese dall'impero britannico del 1947 non ha
sostanzialmente intaccato; le relazioni semifeudali,
indissolubilmente legate al sistema delle caste che sopravvive e anzi
oggi si rafforza, a dispetto della retorica dello "sviluppo"
che tutti i governi ripetono, e condanna la stragrande maggioranza
del popolo al disprezzo ed emarginazione; il capitalismo burocratico
compradore cresciuto in combutta con i capitali imperialisti fino a
scalare posizioni in diversi settori e su scala internazionale, ma
pur sempre fondato sul supersfruttamento della forza lavoro e la
svendita
delle risorse naturali del paese, che invece che "sviluppo" e progresso civile portano nuove forme di oppressione ancora più spietate e imbarbarite.
delle risorse naturali del paese, che invece che "sviluppo" e progresso civile portano nuove forme di oppressione ancora più spietate e imbarbarite.
Tre
montagne che si sostengono e alimentano a vicenda. Contro di esse si
è sviluppata tumultuosa la guerra popolare diretta dagli eredi del
glorioso inizio di Naxalbari, i maoisti da 10 anni uniti nel PCI
(maoista).
Una
guerra popolare che ha dimostrato la potenza delle masse armate
dirette da un partito comunista maoista. Grazie alla direzione di
questo partito, la guerra popolare si è estesa in tutto il paese e
ha costruito le sue basi in circa un terzo del suo territorio. Una
guerra popolare che è divenuta così la principale minaccia interna
per il regime indiano e per l'imperialismo in una regione cruciale
del mondo. Una guerra popolare che ha irradiato il suo messaggio e la
sua forza tra le masse oppresse di tutto il mondo.
Contro
questa minaccia il regime indiano, supportato dall'imperialismo, ha
scatenato la più feroce delle repressioni contro il popolo in lotta.
La "Operazione Green Hunt" è una vera e propria guerra
contro il popolo. Il cuore di questa repressione è colpire il PCI
(maoista), i suoi quadri, i suoi dirigenti, i suoi militanti, i suoi
sostenitori, non solo nelle zone in rivolta ma anche all'interno
delle città, delle università e in tutte le classi e settori
sociali che sostengono o simpatizzano con la guerra
popolare, la ribellione maoista, la ribellione armata delle masse popolari.
popolare, la ribellione maoista, la ribellione armata delle masse popolari.
In
uno scenario mondiale di crisi da cui il sistema imperialista non
riesce a uscire, la guerra popolare in India è messaggio e ragione
di speranza non solo per le masse oppresse del paese ma per i
proletari e i popoli di tutto il mondo. È un'esperienza da far
conoscere alle grandi masse di tutto il mondo, per trarre non solo
fiducia dalla forza delle azioni dell'Esercito Popolare, ma anche
lezioni dalla natura e sviluppo dei movimenti popolari che il partito
dirige e che la guerra popolare raccoglie e anima, perché
l'avanzamento della guerra popolare in India mette in discussione i
rapporti di forza non solo nel sud Asia ma in tutto l'assetto del
sistema imperialista mondiale.
Per
questo, il 31 gennaio 2015, per la terza delle Giornate
Internazionali di azione e solidarietà con la guerra popolare in
India, facciamo appello a tenere iniziative di approfondimento e
propaganda, sulla realtà straordinaria di questa lotta, le sue
conquiste, le grandi difficoltà che ha superato e quelle che ha
ancora di fronte, il ruolo in essa, delle masse, movimenti, classi,
settori sociali e, cosa più decisiva, della direzione dei maoisti.
Facciamo appello a organizzare assemblee conferenze, momenti di informazione e divulgazione ovunque esistano forze attive nella solidarietà e masse sensibili cui far giungere l'eco tonante della rivoluzione in India.
Materiali, documenti, video, pubblicazioni per preparare e tenere queste iniziative vanno chiesti a:
Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India
martedì 6 gennaio 2015
La guerra contro il popolo del regime indiano del fascista indu MODI - mobilitazionale internazionale e internazionalista anche in italia
La guerra del regime di MODI contro il popolo vuole cancellare le organizzazioni di massa popolari e democratiche
Sviluppiamo anche in italia le campagne di denuncia e azione di massa democratiche e antimperialiste
Sosteniamo la organizzazione di una delegazione internazionale in India
Sosteniamo le tre giornate internazionali di sostegno il 29 -30-31 gennaio
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Sosteniamo la organizzazione di una delegazione internazionale in India
Sosteniamo le tre giornate internazionali di sostegno il 29 -30-31 gennaio
dalla stampa indiana
La guerra al 'terrorismo rosso' non si limita più alle giungle dei distretti più remoti, dato che maoisti nelle città sono diventati un pericolo visibile e presente. Da diversi anni le organizzazioni maoiste di fronte che operano lontano dalle loro roccaforti nella giungla dell'India centrale, sono riuscite a penetrare nell’India urbana, sfuggendo alle agenzie di intelligence.
Contro di esse il governo sta ora pianificando un giro di vite. Nella nuova politica adottata dal Ministero degli Interni per la lotta al 'terrorismo rosso' si parla anche della minaccia rappresentata da queste organizzazioni, che occorre contrastare con forza.
In una nota di indirizzo del ministero, si dice che "organizzazioni di fronte" del Partito Comunista dell’India (maoista) sono attive in 21 stati del paese.
Fonti dicono che il Ministero dell’Interno dell’Unione ha ordinato alle agenzie di intelligence di questi Stati, oltre che alle agenzie di intelligence centrali, di sorvegliare strettamente le attività di queste organizzazioni e raccogliere le prove contro di loro. Sono 128 le organizzazioni nei radar dei servizi segreti per i loro legami con i ribelli. "Queste organizzazioni svolgono apertamente attività di agitazione, nel tentativo di ampliare la base di massa del partito e preparare il terreno per l’insurrezione armata", prosegue la nota. Funzionari del ministero dicono che un giro di vite contro queste organizzazioni è una priorità. Rapporti intelligence indicano che molte di queste organizzazioni di fronte hanno sede in centri urbani e forniscono supporto logistico al movimento, garantendo fusione tra attività pubbliche e attività clandestine.
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