martedì 5 agosto 2025

Iniziative in diverse città in Italia per la settimana dei martiri della rivoluzione indiana

 

settimana internazionale dei martiri della rivoluzione indiana a bergamo -info

 Nella settimana in onore dei martiri della rivoluzione indiana sono stati fatti due interventi nelle zone con una forte presenza di vita e di lavoro di lavoratori indianie  in alcune zone popolari della città; con materiali diffusi tra i lavoratori 

abbiamo portato la campagna alla manifestazione per la Palestina di Bergamo, con l’appello del comitato ICSPWI e nei nostri interventi abbiamo portato nel corteo anche la campagna in onore dei martiri della rivoluzione indiana, che hanno sacrificato la propria vita non solo per la liberazione dallo sfruttamento dell’India ma del mondo intero. Con lo spirito internazionalista e proletario, quello del sostegno alla resistenza palestinese che nonostante le difficoltà che sta attraversando il PCI (maoista) fin da subito ha portato dentro le sue attività polico militari, quello dei popoli che resistono e si danno la mano, dalla Palestina all’India, dall’India alla Palestina, fino alla vittoria.e massiccia affissione delle locandine durante tutto il percorso passaggio del corteo




la settimana internazionale dei martiri della rivoluzione indiana a palermo


si è tenuta a Palermo la riunione di solidarietà internazionalista, all'interno della settimana internazionale per i martiri della rivoluzione in India 28 luglio – 3 agosto.

In apertura è stato fatto un saluto ai e alle martiri della rivoluzione, elencati in parte nelle foto proiettate e nei documenti del Partico Comunista dell’India (Maoista) e si è proseguito con la visione di alcuni video.

Vi è stato poi un ampio punto che ha focalizzato la situazione in India oggi, sia in generale sul piano degli interessi dell'imperialismo e della borghesia burocratico compradora indiana al potere, oggi rappresentata dal governo fascista hindutva Modi, sia dal punto di vista della rivoluzione indiana con la guerra popolare guidata dal partito comunista indiano maoista.

Partendo dalla centralità data all’India dagli Stati Uniti nella loro strategia generale e in particolare nell’Asia, sono stati messi in luce i rapporti tra Stati Uniti e India, militari, economici e politici, così come gli stretti rapporti soprattutto militari tra Israele e India (l’India mira con il governo Modi a diventare un enorme fabbrica di armi e lo scrivono gli stessi giornali borghesi), più che complice nel genocidio e pulizia etnica dei popolo palestinese, e infine quelli sempre più stretti tra Italia e India, con il governo moderno fascista Meloni, con le ripercussioni di pesantissimo sfruttamento e oppressione del popolo indiano nelle sue diverse sfaccettature di classe, operai, contadini, giovani, donne, minoranze etniche…




Ci si è quindi concentrati sulla ribellione del popolo e sull'organizzazione rivoluzionaria della ribellione delle masse popolari da parte del partito indiano maoista che dirige la guerra popolare ... cosa è oggi la guerra popolare, come si sviluppa concretamente, in quale stadio è, gli strumenti rivoluzionari necessari, la capacità di resistenza a fronte delle operazioni sempre più repressive del governo di annientare la gp come oggi l’operazione Kagaar, la questione ideologica in primis e la formazione dei quadri del partito e poi la lotta politica, militare, pratica... , utilizzando in particolare i documenti intervista del compagno dirigente Basavaraj, ucciso insieme ad altri 26 compagni il 21 maggio scorso.

Vi è stato un significativo interesse dei presenti verso queste interviste al compagno Basavaraj, che innanzitutto, è stato detto, spiegano bene la condizione dell'India sul piano economico e come si affrontano tutti i temi, dalla questione ambientale in India alla questione dei lavoratori/ lotte sindacali alla questione delle discriminazioni di genere, come il partito le affronta cosi la lotta al revisionismo primo principale ostacolo alla lotta rivoluzionaria, l' analisi degli altri partiti che si dicono comunisti, cosa vuol dire applicare la politica del fronte...

La guerra popolare in questi anni ha sempre respinto e alla fine sconfitto tutti i piani repressivi dei vari governi indiani piani che hanno assunto nomi di ogni tipo come Sendra, Samadhan, Green Hunt, in proposito si è proiettato un video, sono stati sconfitti dalla gp anche se tanti compagni hanno perso la vita e versato il loro eroico sangue per la causa rivoluzionaria, adesso questa ultima operazione che il governo fascista indù di Modi ha scatenato con una violenza e crudeltà inaudita chiamata Kagar, per cancellare la guerra popolare e il partito, approfondisce le difficoltà del Partito Comunista dell’India (Maoista) che subisce attacchi quasi quotidiani e negli ultimi mesi ha causato perdite importanti ancora per il Partito che sta affrontando questa fase.



La proiezione di foto ha scandito la relazione nei vari passaggi e anche quello in particolare sulla questione delle donne e la loro partecipazione alla guerra popolare, una delle discriminanti importanti della rivoluzione indiana e linea del partito.

Sul piano della solidarietà tra i popoli in lotta si è sottolineata l’importanza di come la guerra popolare in India saluta e sostiene concretamente la resistenza del popolo palestinese combattendo il governo Modi, che sostiene apertamente Israele/Netanyahu, con appelli e manifestazioni così dalla Palestina arriva la denuncia e solidarietà verso il popolo indiano/adivasi contro l’operazione Kagaar, è stato fatto conoscere il documento dell’unione della gioventù democratica palestinese che parla di stesse “logiche genocidiarie” applicate anche in India dal governo Modi verso gli Adivasi.

Il nostro compito oggi è quello di continuare a sostenere attivamente il popolo indiano in lotta e la gp innanzitutto informando e controinformando, organizzando azioni solidali in ogni forma e lottando nel nostro paese in primis contro il governo Meloni che stringe sempre più relazioni economiche-militari con il governo Modi.

L’ interesse dei partecipanti, lavoratori, giovani solidali e alcuni compagni, si è anche esplicitato attraverso il prendere alla fine diversi materiali dal banchetto, come l’appello del comitato di sostegno, una scaletta con i riferimenti on line per la lettura in particolare delle interviste del compagno Basavaraj che ci è stato richiesto, lo speciale India, gli opuscoli sulle donne a cura del mfpr e l'opuscolo della compagna Anuradha Ghandi…




all'assemblea nazionale guerra alla guerra di torino



 
 
 MILANO - incontro al cs transiti - breve report

 L'niziativa a milano al CS Transiti è stata x conoscere-approfondire nella prospettiva di costruire iniziative (di studio collettivo dei documenti del Partito; nel diffondere solidarietà e sostegno alla gp e contro la genocida operazione Kaagar; approfondire le questioni e le problematiche che parlano della situazione indiana ma che ci riguardano -dalla lotta al moderno revisionismo-opportunismo-sindacato di classe-ri/avvicinare principalmente le nuove generazioni al protagonismo rivoluzionario-centralità del partito per la rivoluzione-lavoro, principalmente, tra la classe-combattere le derive del movimento rivoluzionario/antifascista/antimerialista/ecologista/negazioniste delle situazione rivoluzionaria-quali iniziative creative fare e chi rivolgerle-programmare lo studio collettivo dei documenti. . La serata è stata un'ampia spiegazione della settimana dei martiri a cui si è reso onore; di denuncia dell'operazione kagaar; per la liberazione di tutti i prigionieri politici; della questione Palestina; della solidarietà internazionalista; e di tutte le questione che ci dicono che l'India ci parla. Con interventi di tutti  i compagni/e presentiche hanno fatto riferimento ai vari aspetti e in particolare del ruole delle compagne del PCI e delle donne, Adivasi in testa. L'iniziativa per milano è stata un passo avanti frutto del nuovo approccio intrapreso nella situazione concreta attuale  coinvolgere nuovi compagni per lavorare insieme su questo-  dobbiamo migliorare, essere più creativi, tenere conto degli insegnamenti emersi nella serata) nella preparazione/coinvolgimento.

Assemblea sulla "settimana dei martiri della rivoluzione in India" alla Casa del Popolo di Taranto - dal blog Tarantocontro

Buona, utile assemblea - un report per informare, aiutare a capire informarci

Assemblea di oltre 3 ore alla Casa del popolo a Taranto - Una informazione/introduzione del rappresentante a Taranto del Comitato internazionale per il sostegno alla guerra popolare in India - pubblichiamo in seguito stralci - in cui è stata illustrato il valore nella mobilitazione internazionale, nazionale e locale nella settimana dei Martiri della rivoluzione, dall'India a diversi paesi del mondo; il legame internazionale tra la situazione mondiale della lotta tra imperialismo e popoli oppressi, i rapporti tra la lotta in Palestina e in India; lo stato attuale della guerra di popolo e l'importanza dell'informazione e sostegno internazionalista.

Sono seguiti video provenienti dall'India in cui era illustrata la situazione in India governo Modi/esercito, l'operazione repressiva Kagar' di stampo genocida portata avanti  verso le popolazioni indigene Adivasi per fermare la guerra di popolo e i maoisti che la guidano - al cui interno vi è stato il massacro del 21 maggio; la guerra di popolo portata avanti dal Partito Comunista dell'India (Maoista), i suoi vari aspetti, la lotta rivoluzionaria nelle foreste; ed elementi di  storia, le origini ideologiche, teoriche, politiche dei comunisti indiani..
Sono stati presentati e distribuiti 2 opuscoli: Intervista a Basavaraj, segretario generale del PCI (M) ucciso insieme a 28 compagni il 21 maggio, e il messaggio per la settimana dei martiri del PCI maoista - in italiano. 
La serata, in un clima attivo, solidale si è conclusa con  e friselle al pomodoro e birra per tutti.
 



Dall'informazione del compagno del Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India - stralci
 
"...per comprendere il legale India/Palestina leggiamo la dichiarazione dell'Unione della gioventù democratica palestinese (1)
Ma chiaramente tutto questo non è espresso soltanto dalla popolazione palestinese nei confronti dell'India, ma è espressa dalle masse indiane, dal partito, dall'esercito popolare, da tutto ciò che è organizzato in India nei confronti della Palestina. I compagni indiani sono stati tra i primi a sviluppare l'immediata solidarietà con il popolo palestinese e la hanno fatto non solo con le manifestazioni ma con uno sforzo militare e nello stesso tempo con uno sforzo internazionale per mobilitare tutti coloro che erano dalla loro parte già prima nel mondo a sostegno della Palestina. 
I compagni indiani hanno dichiarato a livello internazionale ben due settimane internazionali di solidarietà con il popolo palestinese. Hanno prodotto un numero massivo di manifesti e iniziative, hanno espresso in tutte le forme la solidarietà alla resistenza palestinese, in maniera chiara, limpida e anche precisa.

La posizione dei compagni indiani noi l'abbiamo portata nelle manifestazioni più partecipate a Milano della Palestina sia  nel primo anno in cui normalmente i numeri dei partecipanti erano molto grossi, sia nelle ultime tre manifestazioni a Milano sono stati fatti tre interventi, in cui in uno è stato denunciato il massacro del 21 maggio in India, in un altro è stata annunciata la mobilitazione che era in corso su questo massacro, e nell'ultimo, fatto da una compagna di Milano, è stato fatto l'intervento che ha parlato della settimana dei martiri che si sta facendo a livello internazionale. Questi nostri interventi sono stati fatti in quella città che è una sorta di “capitale morale” della solidarietà della Palestina, dato che sono praticamente 75 sabati consecutivi di manifestazione.

Anche da tutta questa attività, da quello che sta avvenendo in diversi paesi del mondo, che nasce il rapporto tra India, tra movimento comunista e di guerra dei popoli indigene, soprattutto dei popoli delle foreste, con la resistenza palestinese.

Chiaramente a questo corrisponde la posizione del regime. Il regime fascista indiano è stato uno dei primi che immediatamente ha solidarizzato con Israele, e ha fatto infiniti abbracci, saluti, ecc., e l'ha fatto con un discorso molto preciso, chiamando il popolo indiano ad essere solidale con Israele, perché, come è stato detto, nel nostro paese stiamo combattendo gli stessi nemici. Quindi vedrete che se dovrà essere riconosciuto lo Stato di Palestina, l'ultimo Stato che lo riconoscerà sono gli Usa e il penultimo sarà l'India. Anche perché il regime indiano è un regime fascista Hindutva, integralista, con un'ideologia, che somiglia al sionismo. Quindi anche lì c'è una massiccia persecuzione, non solo dei maoisti, ma dei musulmani e di tutte le altre etnie, con la negazione dei diritti nazionali, innanzitutto verso un grande Stato, che è il Kashmir.

Il regime indiano ha riciclato all’interno subito il piano genocida dello Stato sionista di Israele. E, come dicono gli stessi compagni palestinesi, la prassi ideologica, politica, culturale, militare che il regime indiano sta usando verso le popolazioni utilizza molte delle forme che noi vediamo in maniera nei confronti del popolo palestinese.

Quindi il legame tra la lotta per la liberazione del popolo palestinese e la guerra del popolo in corso in India in un'area definita “corridoio rosso” e che riguarda una popolazione di 50 milioni di abitanti, è una realtà importante e significativa nei contenuti e nei metodi.

... noi siamo comunisti solidali con tutte le lotte dei popoli oppressi dall'imperialismo, questo per principio, per storia, per significato reale della parola comunismo-internazionalismo; abbiamo un legame ideologico, storico, e anche pratico con l’India, abbiamo  partecipato, incontrato i compagni del PCI (M),  partecipato a loro eventi, ricavando anche un rispetto e un legame più forte; facciamo un’attività in Italia per far conoscere le esperienze che i compagni indiani stanno portando avanti - compagni indiani che sono così forti nelle aree dell'India dove ci sono le popolazioni più sfruttate, i territori devastati; per far conoscere qual è il segreto di questa forza politica.

Questo partito organizza una massa di indigeni armati in un paese di quasi 1.500.000.000 di persone; questo partito è a maggioranza femminile, un'altra caratteristica che viene descritta anche dai giornalisti, e così via; questo partito affronta le questioni ambientali e territoriali, in una zona molto diversa dalla nostra, con un programma nazionale di mobilitazione che ha molte lezioni da darci.

Questo lavoro è fatto da un partito, sotto certi aspetti, senza precedenti, differente. In una lunga intervista, il compagno segretario generale, Basavaraj, ucciso il 21 maggio, spiega tutte queste cose; e capire ciò che spiega, come stanno affrontando i problemi e che problemi stanno affrontando, diventa non una esperienza, ma un insegnamento, un messaggio che tutti possono apprendere. E la cosa migliore che possiamo fare noi oggi è leggere questa intervista.

Il massacro che c'è stato il 21 maggio è stato fatto perché vogliono distruggere le foreste, perché vogliono cancellare un'intera popolazione.

Ebbene, compagni, leggete l'intervista e la lotta che si sta svolgendo in quelle terre e trovate nomi di multinazionali ben conosciute anche in Italia, sono i Jindal, i Mittal che sono tra i primi produttori di acciaio del mondo, la Tata, ecc.

Voglio dire, compagni, che questa storia di cui parliamo stasera ha molto a che fare perfino con tutto ciò che stiamo facendo nel nostro paese.

Ma questa storia è in gran parte sconosciuta e dovrà essere raccontata.

I compagni indiani sono un po' particolari. Succede un massacro, raccontano il massacro minuto per minuto. Si sa che anche i partiti rivoluzionari subiscono repressione, morti. Ma difficilmente si trova un partito che racconta pure come è avvenuto. Minuto per minuto. Spiegano com'è successo che il gruppo dei compagni a un certo punto si sia trovato isolato. Che cosa è stato fatto dalle popolazioni per salvarli, che cosa non sono riusciti a salvare. Perché in un certo momento salvare il compagno sembrava possibile e il compagno ha detto: no, lasciate stare, quante altre perdite deve costare questo? Il problema è che io ho già dato, e ci sono tanti altri come me…

Questo tipo di questione ha molto a che fare con la concezione del partito, della rivoluzione, della guerra di popolo, della trasformazione sociale che evidentemente viene da linea, ma anche da altri aspetti che tutti quanti dovremmo conoscere.

Come viene scritto nell'opuscolo sulla settimana dei martiri della rivoluzione indiana, che i compagni indiani hanno fatto arrivare tre giorni fa e noi l’abbiamo subito tradotto e fatto uscire, si dice esattamente che cosa si sta facendo in questo momento in India, che stanno facendo i compagni, stanno cercando di raccontare il massacro e che stanno facendo loro, che cosa intendono loro per la settimana dei massacri. Perchè ogni aspetto di questa storia è una memoria. L'opuscolo è in ben buona parte fatto con i nomi e i cognomi dei compagni caduti, raccontando chi sono, la vita, dove sono morti, come sono morti, che avevano fatto finora. Quindi non è un opuscolo di propaganda. Metà di esso è dedicata ai singoli compagni uccisi, in cui viene spiegata la loro militanza, la loro vita.

Chiaramente tutte queste notizie non arrivano esattamente con i normalissimi mezzi di internet, ma attraverso forme non sempre recuperabili facilmente in internet. Però, ciò che succede in India in questa settimana non sarà un mistero per chi vuole conoscere, ma potrà conoscerlo attraverso le immagini che si riusciranno a fare pervenire.

A Taranto, nei prossimi due giorni ci saranno dei grandi striscioni che saranno messi in punti della città. Nella giornata di ieri siamo passati nell’area in cui vi sono realtà asiatiche e abbiamo parlato con alcuni che provengono prevalentemente dal Bangladesh.

A Bergamo c’è una quantità di lavoratori indiani, e in alcuni posti di lavoro sono iscritti allo Slai cobas per il sindacato di classe sono indiani, a giugno si sono fatte riunioni sui prigionieri politici e la situazione in India con i lavoratori indiani; A Bergamo Milano i nostri compagni hanno fatto due iniziative al Consolato indiano. A Roma, in occasione dell'ultima manifestazione nazionale del 21 giugno, è stato sanzionato con uno striscione l'ambasciata indiana.

In India dopo il massacro del 21 maggio si sono mobilitati in solidarietà con i compagni non soloi compagni ma anche associazioni e forze di sinistra,. C'è stata una mobilitazione estesa.

L’esercito indiano ha fatto cose che abbiamo visto anche in altri paesi, ha fatto subito sparire i corpi, non ha restituito i cadaveri, non ha risposto alle istanze che sono venute, non solo da familiari, associazioni, e così via, ma anche da alcuni dei governi dell'India, perché l'India è uno Stato multinazionale. Ci sono 50 stati, 50 governi, e alcuni stati hanno contestato al governo centrale la situazione che esiste.

In India vi sono state quattro operazioni che, tutte, avevano come obiettivo cancellare la ribellione armata. Ora Modi dice che sarà cancellata entro il 31 marzo del 2026. E' chiaro che questa scadenza è anche una scadenza per noi.

Come le popolazioni indiane stanno dicendo: potete pensarla come volete, potete fare quello che volete, ma pure noi lo faremo… e il 31 marzo vediamo se siete riusciti a fare qualcosa.

Chiaramente anche a livello internazionale ci siamo dati questa scadenza del 31 marzo. Essa prevede due cose: una delegazione in India, una delegazione internazionale. E chiaramente chi appartiene all'area di chi vi parla sarà in India con questa delegazione.

Nello stesso tempo si prevedono cortei e manifestazioni, proprio nell'ultima settimana di marzo 26, che è anche l'anniversario della Comune di Parigi. Comune di Parigi che ha un effetto strategico e programmatico per i compagni indiani, perché forse la differenza fondamentale con le forze della Resistenza palestinese sta nell'idea di uno stato socialista e della marcia verso il comunismo che non sia solo un ideale, ma abbia le caratteristiche della Comune di Parigi. 

(1) Dichiarazione dell’Unione della gioventù democratica palestinese (PDYU)
Contro il genocidio e l’oppressione da Gaza alle foreste dell’India

L’ Unione della gioventù democratica palestinese (PDYU) condanna fermamente la brutale campagna di violenza e pulizia etnica che viene portata avanti con il nome di “Operazione Kagar” contro il popolo Adivasi in India. Con il pretesto della “controinsurrezione” e della lotta contro i movimenti maoisti, lo Stato indiano ha scatenato una devastante operazione militare che prende di mira sistematicamente le comunità indigene – distruzione di villaggi, spostamento forzato di famiglie, e messa a tacere delle voci che chiedono giustizia e dignità.
Riconosciamo in questi crimini la stessa logica di genocidio che si sviluppa sotto gli occhi del mondo a Gaza. Che siano bombe fatte piovere sui bambini palestinesi o i proiettili e i bulldozer che spianano le foreste ancestrali in India, il modello è lo stesso: colonialismo, avidità delle multinazionali, e violenza autoritaria che schiaccia i più poveri e i più marginalizzati per strappare loro terra e risorse.
La nostra lotta in Palestina contro l’occupazione e la cancellazione è profondamente connessa alla lotta del popolo Adivasi per proteggere la loro terra, cultura e modo di vita. Sia a Gaza che nelle foreste dell’India, intere popolazioni vengono criminalizzate semplicemente perché resistono al dominio e allo sfruttamento.
Facciamo appello alla gioventù, agli studenti e alle forze progressiste di tutto il mondo ad alzare le proprie voci contro questi genocidi, a solidarizzare con gli Adivasi, e a chiedere la fine immediata dell’Operazione Kagar. Allo stesso tempo, riaffermiamo il nostro incrollabile impegno per la causa palestinese e la liberazione di tutti i popoli oppressi che lottano per la giustizia e la dignità.
Da Gaza al Bastar, da Dheisheh a Dantewada – la solidarietà è la nostra arma.

Palestinian Democratic Youth Union (PDYU)

Unione della gioventù democratica palestinese