mercoledì 30 maggio 2012

: i maoisti sostengono il Bharat Bandh (sciopero e blocco totale) contro l’aumento dei prezzi del gas


India: i maoisti sostengono il Bharat Bandh (sciopero e blocco totale) contro l’aumento dei prezzi del gas
TNN | 27 mag 2012
BHOPAL: Il Partito Comunista dell'India (Maoista), fuorilegge, ha esteso il proprio sostegno al 'Bharat Bandh' del 31 maggio in segno di protesta contro l'aumento senza precedenti del prezzo del petrolio chiedendo alle masse popolari di essere in prima linea nell'agitazione contro le politiche sbagliate con al centro il governo  UPA-II. “I prezzi dei carburanti è salito 10 volte in 14 mesi, provocando inflazione. La gente deve sollevarsi contro lo sfruttamento, "Il portavoce del Comitato Centrale del PCI (Maoista), Abhay, ha detto in un comunicato e-mail inviata al Times of India. Criticando il governo UPA-II per aver detto più volte che la povertà era in declino, i ribelli hanno detto che l’aumento dei prezzi dei carburanti in pochi giorni dopo che il Primo Ministro Manmohan Singh ha fatto una simile affermazione indica che il governo non è preoccupato per le masse popolari. Abhay ha detto che il governo UPA-II e i suoi economisti criticano la richiesta di sussidi per l'attuale crisi economica e stanno cercando di eliminarli in qualche modo. "Questo porterà soltanto chi è già sovraccarico, la gente comune, a fronteggiare altri guai", ha aggiunto.
I maoisti hanno fatto appello al popolo del Chhattisgarh, Jharkhand, Orissa, parti del Maharashtra (Gadchiroli, Gondia, Chandrapur e Bhandara), Andhra Pradesh, West Bengala e Bihar a partecipare attivamente al  Bandh Bharat  il 31 maggio.

lunedì 28 maggio 2012

CONFERENZA INTERNAZIONALE 24 NOVEMBRE - AMBURGO - GERMANIA


Appoggiare la guerra popolare in India!

I padroni del sistema imperialista mondiale portano avanti un’offensiva contro i popoli del mondo. Guerre di aggressione imperialiste come quelle contro Iraq, Afghanistan e Libia hanno segnato l’inizio del secolo e stanno preparando la prossima guerra contro la Siria, l'Iran o chissà chi altro, perché una cosa è certa, non si fermeranno per loro volontà. Allo stesso tempo, scaricano sui popoli le conseguenze della crisi, specie sui popoli delle nazioni oppresse, ma anche negli stessi paesi imperialisti, dove la classe operaia è costantemente calpestata e i suoi diritti fondamentali vengono rapidamente cancellati. In questa situazione, il fascismo non è una minaccia vaga, ma una forza agente.
Allo stesso tempo, gli imperialisti distruggono sistematicamente il pianeta. Tutto ciò è ben noto. Dimostra che l'imperialismo è reazione su tutta la linea, dimostra che l’imperialismo non è compatibile col progresso dell’umanità e neppure con la sopravvivenza di una parte sempre più grande della popolazione mondiale. “La fine della storia” che gli imperialisti hanno annunciato a gran voce  dagli anni novanta è un inferno per il proletariato e per i popoli del mondo, ma più oppressione scatena più resistenza, e così, dal Perù alle Filippine, dalla Gran Bretagna alla Cina, dalla Colombia al Kurdistan, dalla Nigeria alla Grecia, i paesi in tutto il mondo vogliono l’indipendenza, le nazioni la liberazione, e i popoli la rivoluzione.
Questa è la base di una corrente che seppellirà l’imperialismo, ma il problema è che in molti casi la lotta contro imperialismo si limita alla sola resistenza senza altra prospettiva che la propria sopravvivenza. Perciò, per sviluppare queste lotte come una poderosa ondata di lotta antimperialista e rivoluzionaria, occorre un fattore cosciente e organizzato che sia in grado di dirigere conseguentemente la lotta fino a stabilire il Potere popolare. Per questo vale la pena di rivolgere lo sguardo all’India.
L’India, e quello che le classi dominanti presentano cinicamente come la “Via indù” è un esempio di quello che porta lo “sviluppo” dell’imperialismo, un paradiso per i ricchi e l’inferno per il popolo. I patrimoni delle 53 persone più ricche del paese è pari al 31% del PIL, mentre il 77% della popolazione vive con meno di 20 rupie al giorno (circa 50 centesimi di euro). Ogni giorno 5.000 bambini muoiono per fame e malnutrizione, quasi due milioni di bambini morti all’anno. La percentuale delle persone che soffrono la fame è superiore a quella dell’Etiopia. La crisi agraria, conseguenza diretta della politica imperialista, è sempre causa di estrema misera per i contadini e di un’ondata di suicidi di centinaia di migliaia di contadini disperati che si tolgono la vita. “La più grande democrazia del mondo” è un paese in cui la grande borghesia e i latifondisti fanno ciò che vogliono. Un paese dove il sistema delle caste è ancora intatto. Le diverse minoranze, nazionalità e popoli diversi devono sopportare di vivere in una “prigione dei popoli”.
Per incrementare lo sfruttamento imperialista sono state istituite le Zone Economiche Speciali, dove le cosiddette “multinazionali” sono libere di operare senza vincoli. Decine di milioni di persone sono costrette a diventare profughi nel loro paese, espulsi dalla terra dove i loro antenati hanno sempre vissuto, per permettere al capitale di razziare le materie prime. Potremmo fare molti altri esempi, fino a riempire un libro, ma la questione è chiara: la rivoluzione antimperialista e antifeudale è una necessità per la stragrande maggioranza del popolo dell’India.
Questa rivoluzione è in corso. Sotto la direzione del Partito Comunista dell'India (Maoista) si sta sviluppando una guerra popolare, definita dagli esponenti più importanti delle classi dominanti la più grande minaccia per il sistema. Nelle campagne ci sono migliaia di organizzazioni di vero potere popolare. Nei Comitati Popolari Rivoluzionari hanno iniziato a stabilire il loro Stato quelli che per secoli hanno avuto nulla. Organizzano con le proprie forze una società dove non c’è fame, dove ci sono istruzione e la salute, dove la terra è proprietà di chi lavora. Lì non ci sono più latifondisti né servi degli imperialisti, le esigenze delle masse sono la legge, vive la vera democrazia, la nuova democrazia del popolo. Nelle città le organizzazioni di massa avanzano per salti. A febbraio di quest’anno la classe operaia indiana ha realizzato il più grande sciopero della storia dell’umanità, con la partecipazione di 100 milioni di persone, e le classi dominanti sono terrorizzate dalla crescente influenza dei maoisti. La guerra popolare scuote la società dalle fondamenta più profonde.
Ovviamente le classi dirigenti e i loro padroni imperialisti non se ne stanno tranquilli a braccia conserte a guardare il movimento rivoluzionario che avanza. Agiscono come hanno fatto sempre e ovunque, cercando di soffocare nel sangue la lotta del popolo. “Specialisti” della lotta anti-sovversiva sono giunti dagli Stati Uniti e dal Mossad di Israele per collaborare sul campo con le forze repressive. Forze paramilitari dello Stato combattono quotidianamente contro la guerriglia, paramilitari organizzati e armati militarmente. Esercito e aviazione prendono sempre parte ai combattimenti. Lo stato reazionario ha scatenato barbare campagne quali, tra la altre, Salwa Judum, “Green Hunt”, e applica una politica paragonabile alle campagne dei nazisti contro le resistenze antifasciste nella seconda guerra mondiale, praticando sistematicamente assassinii, torture e "sparizioni" contro i dirigenti rivoluzionari.
Ma il popolo non si fa schiacciare. La guerra popolare avanza senza fermarsi col chiaro obiettivo della presa del potere. Ciò è possibile in quanto quel fattore cosciente e organizzato di cui abbiamo parlato, esiste ed è in grado di dirigere coerentemente la lotta fino in fondo. La loro è una lotta giusta ed è un dovere internazionalista darle il nostro pieno e saldo appoggio. La guerra popolare in India deve fondersi con la lotta dei popoli di tutto il mondo ed essere parte della grande corrente rivoluzionaria che infine sconfiggerà l’imperialismo. Lo sviluppo di un movimento antimperialista conseguente in un paese di 1,2 miliardi di persone, farà sì che cambino i rapporti di forze tra imperialismo e popoli oppressi, e sarebbe perciò una grande spinta per le forze rivoluzionarie in tutto il mondo. Appoggiare questo movimento non significa solo osservare un dovere, ma serve anche a fare avanzare il movimento in tutti i paesi.
E’ in questo senso che il 24 novembre di quest’anno organizziamo ad Amburgo una conferenza internazionale. Ci aspettiamo che questa conferenza dia un impulso importante al movimento internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India. Delegazioni da diversi paesi vi parteciperanno e porteranno le loro esperienze e idee su come far crescere questa campagna a un livello superiore. Vogliamo che questa sia una conferenza in cui esprimano l’iniziativa, l’energia e la volontà antimperialista e rivoluzionaria, di proletari, donne, giovani, immigrati, artisti e intellettuali progressisti. Non vogliamo che sia solo un atto formale, ma una viva espressione di internazionalismo proletario, che possa servire a fare progressi concreti nella campagna di appoggio. La conferenza è aperta a tutte le forze coinvolte in questo obiettivo. Perciò:
Tutti alla Conferenza Internazionale di Appoggio alla Guerra Popolare in India!
cgspindia@gmail.com

martedì 22 maggio 2012

verso la conferenza internazionale di sostegno alla guerra popolare in India



in questa settimana esce l'appello che convoca una conferenza internazionale di sostegno alla guerra popolare in india
un avvenimento internazionalista di straordinaria importanza per i comunisti , gli antimperialisti e i proletari nel mondo

sabato 19 maggio 2012

INIZIATIVA A MILANO A SOSTEGNO

AL FIANCO DEL POPOLO ADIVASI
CON LE MASSE POVERE DELL’INDIA
CONTRO LA MISSIONE GENOCIDA GREEN HUNT DELL’ESERCITO REAZIONARIO INDIANO
SABATO 19 MAGGIO 2012
APERITIVO SOLIDALE
A PARTIRE DALLE H. 19.OO
C/O PANETTERIA OCCUPATA
VIA CONTE ROSSO, 20 – MI – MM2 LAMBRATE

SOSTENIAMO LA GUERRA POPOLARE IN INDIA GUIDATA DAL PCI(MAOIST)!
Il comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India sta
preparando una conferenza internazionale che si terrà a fine novembre in
Germania, invitiamo tutti i compagni e compagne, partiti e organizzazioni
sindacali, studenti, donne e realtà in lotta a contattare:
cgsgpindia@gmail.com
e a partecipare alle riunioni del comitato che si svolgono mensilmente nella
propria città, al fine di costruire insieme un percorso di sostegno,
diffusione, lotta e propaganda alla rivoluzione indiana,
per Milano:
csgpindia_mi@libero.it.

mercoledì 9 maggio 2012

Sospeso carcere a vita per un settantenne maoista


Tribunale indiano sospende il carcere a vita per un ribelle maoista

Narayan Sanyal

NEW DELHI, 7 maggio (UPI Asia) - La Corte Suprema dell'India lunedì, ha liberato un ribelle maoista settantenne su cauzione e ha sospeso la condanna all'ergastolo che gli era stata inflitta nel 2010 dopo essere stato condannato per sedizione.

I giudici della Corte Suprema GS Singhvi e SJ Mukhopadhaya hanno detto di aver concesso la sospensione perché ha 78 anni ed era già stato in carcere per sei anni. Nel 2010, un tribunale nello stato orientale indiano del Chhattisgarh aveva condannato Sanyal, leader del fuorilegge Partito Comunista dell'India (Maoista), con altri due.

Il caso ha attirato l'attenzione internazionale nel 2008 quando il noto attivista per i diritti umani Binayak Sen è stato implicato nel caso per aver visitato in carcere Sanyal.

La polizia aveva affermato che Sen, un medico, aveva consegnato messaggi a Sanyal con il pretesto di fargli visita in carcere e visitarlo in quanto medico.

Il giudice del Chhattisgarh gli aveva dato cinque anni di carcere secondo la controversa legge Unlawful Activities Prevention Act [Legge di prevenzione sulle attività illegali].

L'arresto di Sen è stato accolto con una protesta a livello nazionale dato che egli è vicepresidente dell'Unione popolare per le libertà civili, un gruppo indiano che critica i presunti eccessi della polizia. Diversi premi Nobel hanno scritto al governo indiano un appello per la sua liberazione.

La Corte Suprema aveva concesso libertà su cauzione a Sen nell'aprile dello scorso anno.

Sia Sen che Sanyal si sono appellati contro la loro condanna presso l'Alta Corte del Chhattisgarh.

martedì 8 maggio 2012

Le “compagne api” sciamano sulle truppe paramilitari indiane nel Chhattisgarh



[Una interessante, anche se abbozzata, notizia. Altri media hanno riferito che i soldati feriti "erano in ricognizione su una 'area di dominio della pattuglia', per lo sminamento". Non c'era alcuna spiegazione per l'attacco dello sciame di api - se fosse il risultato del lavoro qualificato di apicoltori locali o di altri che conoscono le condizioni della foresta, o se il risultato di un comportamento sconsiderato delle stesse truppe che disturbato le arnie. - Frontlines ndr].
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Per Salman Ravi, Hindi BBC, Raipur, 7 Maggio 2012

Almeno 19 paramilitari sono stati colpiti da uno sciame e punti da api durante un operazione di contro-insurrezione contro i ribelli maoisti nello stato di Chhattisgarh.

Le truppe stavano portando avanti operazioni di sminamento nelle fitte foreste del distretto di Narayanpur quando sono stati attaccati.

Quattro dei soldati erano in "uno stato davvero cattivo" con gonfiore grave sulle loro facce e le mani, ha detto la polizia.

Gli uomini sono stati ricoverati in un ospedale del governo locale.

Il personale paramilitare della Central Reserve Police Force (CRPF) è stato schierato nella zona Farasgaon della regione di Bastar.

L'area è piena di fitte foreste ed è stata teatro di una pesante rivolta maoista, hanno riferito alla BBC la polizia e i funzionari locali.

I funzionari hanno detto che nel pomeriggio di domenica si pensa che una tempesta nella zona abbia abbattuto un albero o un ramo su un alveare di api, mentre la polizia paramilitare stava setacciando il territorio a caccia di mine.

Insetti e rettili costituiscono un grosso problema per le forze di sicurezza schierate contro i maoisti nelle foreste del Chhattisgarh, Jharkhand e Orissa.

Secondo stime approssimative, la malaria e gli insetti uccidono tanto personale addetto alla sicurezza quanto ne muore in combattimento contro i ribelli maoisti.

I maoisti sono attivi in più di un terzo dei 600 distretti dell'India. Il Primo Ministro Manmohan Singh li ha descritto come la più grande sfida per la sicurezza interna dell'India.

I ribelli dicono che stanno combattendo per i diritti degli indigeni delle tribù e delle aree rurali povere, che dicono di essere stati trascurati dai governi per decenni.

L'India ha dispiegato decine di migliaia di truppe paramilitari federali e poliziotti per combattere i ribelli.

venerdì 4 maggio 2012

L’India, la “più grande democrazia del mondo” vede maoisti e sostenitori dappertutto! Bene! Facciamo in modo che tutti questi sostenitori partecipino alla Conferenza Internazionale di sostegno che è stata decisa!



Secondo un resoconto della BBC news alla fine di aprile, il governo indiano ha ordinato l’espulsione di 9 cittadini francesi accusati di cooperare con un gruppo di pressione indiano che avrebbe avuto rapporti con i ribelli maoisti.
La polizia ha dichiarato che i francesi erano entrati nel paese come turisti, ma che poi hanno violato la legge mettendosi a lavorare in un gruppo nello stato del Bihar.
I nove francesi sono stati trattenuti in una zona remota della regione di Nawada, donde erano arrivati per incontrarsi con contadini locali.
L’ambasciata francese di Delhi ha rifiutato di rilasciare commenti sull’espulsione. A febbraio l’india aveva espulso un turista tedesco sospettato di partecipare a proteste antinucleari.

mercoledì 2 maggio 2012

'Lo Stato deve ammettere le proprie responsabilità sulle uccisioni di Green Hunt'


India: 'Lo Stato deve ammettere le proprie responsabilità sulle uccisioni di Green Hunt'
di Kunal Majumder, Corrispondente, Tehelka
kunal@tehelka.com


Intervista con GN Saibaba, Vice-Presidente, Fronte Democratico Rivoluzionario dell’India

Attivisti civili come Prashant Bhushan e Binayak Sen hanno fatto un appello per la liberazione del prefetto amministrativo di Sukma Alex Menon. Sei d'accordo?

Il prefetto amministrativo di un distretto rappresenta il governo in quel distretto. Il governo deve assumersi la responsabilità per qualsiasi atrocità e omicidi avvengono sotto il nome di Operazione Green Hunt. Non importa se il prefetto è una persona buona o no. Centinaia di persone vengono arrestate e torturate. Quando non vi è alcun meccanismo in atto per occuparsi della loro incolumità, le persone sono costrette a questa situazione. Questa è una creazione del governo. Non ha senso dire che queste cose non devono accadere come se tutto il resto fosse a posto. Si tratta di una sorta di situazione di guerra in cui sia il governo che il PCI (Maoista) sono bloccati in una battaglia di tattica e di contro-tattica.

I maoisti hanno detto che non la prendono con i medici, insegnanti e funzionari onesti. Perché questo è accaduto? Menon stava lavorando per il benessere tribale. Come si fa a giustificare il suo rapimento?

Non credo che i maoisti hanno intenzione di arrecare danno a Menon. Credo che il rapimento sia stato fatto per fare pressione sul governo e anche per evidenziare la condizione che esiste nel Bastar. In caso contrario, la loro voce non viene ascoltata. Tali atti aiutano i maoisti ad evidenziare la situazione nelle regioni interne.

Di recente, abbiamo visto una raffica di sequestri. In primo luogo sono stati i turisti italiani, poi è stato rapito un membro dell’assemblea legislativa nello stato dell'Odisha. Pensi che i maoisti stiano perdendo la loro coerenza ideologica con tali atti?

Il rapimento è solo una tattica. Tre avvenimenti in tre mesi sono eventi casuali. Dato che avevano la possibilità di catturare un membro dell’assemblea legislativa o un prefetto, i maoisti lo hanno fatto. Hanno utilizzato la situazione per evidenziare le atrocità che stanno avvenendo in quella zona. Io non credo che ci sia un modello in questo. Se ci fosse un'erosione dell’ideologia, avrebbero potuto uccidere anche queste due persone, ma non lo hanno fatto. Non hanno torturato come usano fare la polizia o le forze paramilitari mentre li hanno in custodia. Questo indica chiaramente che aderiscono alla loro ideologia e non fanno ricorso ad alcun tipo di violenza insensata.