La stampa borghese indiana esprime preoccupazione per il ritorno dei maoisti a Lalgarh, e tentano naturalmente con le affermazioni dei dirigenti dei partiti al potere e dei militari di sminuirne la portata.
Qui sotto uno degli articoli apparsi sulla stampa online borghese indiana.
Lalgarh: i maoisti si stanno
raggruppando verso la zona di Jangalmahal del Bengala Occidentale,
dove la pace ha prevalso per più di un anno dopo che il loro leader
Kishenji è stato ucciso e diversi alti funzionari del partito sono
stati arrestati, secondo i Servizi di Intelligence dello Stato.
Jangalmahal, che comprende i tre
distretti di West Midnapore, Bankura e Purulia, dove assassini e
scontri tra maoisti e le forze di sicurezza erano quasi all'ordine
del giorno dal 2008, ha visto una relativa pace a partire dalla metà
del 2011. Ma gli ultimi rapporti dell’Intelligence dicono che gli
estremisti in piccoli gruppi stanno cercando di riorganizzarsi nella
zona e ricostruire il loro movimento da zero. “Abbiamo notizie
particolari che i maoisti stanno cercando di riorganizzarsi nella
regione. Le squadre dei leader maoisti, Bikash nel settore di Lalgarh
(Midnapore Occidentale), nelle colline Ranjit di Ayodhya (Purulia),
Madan Mahato in Jambani, Akash e Jayanto stanno cercando di
riorganizzarsi e reclutare nuove persone,” ha detto SIB ADG,
Banibrata Basu. Un motivo per cui i maoisti sono pronti a tornare in
zona è la topografia della zona che con le sue foreste e terreni
collinari fanno da sfondo ideale per la loro attività clandestina.
Un altro fattore a loro favore è la fonte immediata di quadri tra i
popoli tribali, sfruttati da lungo tempo, di tutta la regione, che è
poco sviluppato in termini di disponibilità di posti di lavoro e
delle infrastrutture. Anche il terreno è adatto ai loro metodi di
guerriglia quando attaccano le forze di sicurezza e di polizia.
L'area, che ha registrato 350 omicidi
nel 2010-11, non ne ha visto nessuno nel 2012. Secondo le fonti,
Tara, la moglie del comandanti maoista Bikash, la moglie di Madan,
Jaba e Jayanto sono impegnati nel far rivivere il movimento e
ricostruire la base di sostegno tra i tribali. L’ispettore generale
di polizia del settore occidentale Gangeshwar Singh, ha detto che le
forze di sicurezza sono ben preparate per combattere ogni rinascita
della rivolta maoista nella zona.
"Bikash, Akash, Madan, Ranjit si
stanno muovendo con piccole squadre nella zona di Junglemahal. Stanno
cercando di riorganizzarsi e stabilire un contatto con la gente del
luogo," ha detto Singh in una agenzia di stampa. In reazione a
questo sviluppo, l’ideologo maoista Vervara Rao ha detto: "E'
il processo naturale di un movimento armato. Una volta che ti ritiri
il raggruppamento e la ritirata sono parte del movimento di
guerriglia. Se lo sviluppo promesso non avviene nel Jangalmahal, la
gente della zona di nuovo si solleverà nella rivolta."
Sin dagli anni Novanta, il movimento
maoista nel Bengala, che è la discendenza ideologica della
rivoluzione di Naxalbari degli anni '60 e primi anni '70, aveva una
base flebile nel Jangalmahal e una presenza ideologica solo tra una
parte di studenti e intellettuali di Calcutta. Ha preso slancio nel
2007, durante la protesta contro l’acquisizione della terra a
Nandigram che alla fine ha visto il regime del Fronte di Sinistra
estromesso nelle elezioni per l’Assemblea del 2011. L'attacco
mortale al convoglio dell'ex primo ministro Buddhadeb Bhattacharya
presso Salboni nel distretto di West Midnapore, nei pressi di
Lalgarh, nel novembre 2008, dai maoisti ha dato luogo a un movimento
spontaneo tribale conosciuto come il movimento di Lalgarh.
Il movimento si è diffuso rapidamente
nei distretti adiacenti di Purulia e Bankura sotto la bandiera del
Comitato popolare contro le atrocità della polizia (PCAPA),
un’organizzazione sostenuta dai maoisti guidata da Chattradhar
Mahato, che è attualmente in carcere. Ma le redini del movimento
rapidamente hanno cambiato mani e all'inizio del 2009, i maoisti, che
hanno sempre tenuto conto della rabbia delle masse contro
l'oppressione dello Stato e il sottosviluppo, hanno dirottato
l'intero movimento. I maoisti con le loro tattiche di guerriglia e
una crescente base di massa hanno rapidamente trasformato varie parti
del Jangalmahal in zone liberate, azione cui ha fatto seguito
l’uccisione dilagante di quadri del CPI (M)[Marxista, partito di
governo], e personale di sicurezza della zona.
Il leader del CPI (ML) ed ex naxalita
Rana Santosh ha detto: "L'intero movimento maoista non aveva
alcuna linea di classe. L'uccisione indiscriminata di tribali poveri
con l'unico scopo di rimuovere il CPI (M) da Jangalmahal ha
dimostrato di essere la loro nemesi. Il movimento tribale era un
movimento popolare distrutto dai maoisti." Il governo Mamata
Banerjee dopo aver assunto il potere nel 2011, ha annunciato un
pacchetto di riabilitazione per i maoisti e proposto colloqui di
pace, ma i colloqui sono falliti, ciò che ha dato il via ad un altro
giro di assassinii nella regione.
Questa volta i quadri del Trinamool
[partito di governo dello Stato del West Bengal] erano alla fine. Gli
interlocutori, tuttavia, hanno accusato il governo per il fallimento
dei colloqui. L'attivista per i diritti umani Sujato Bhadra, che era
l'interlocutore principale, accusava: "Il governo non ha mai
fatto sul serio sui colloqui di pace. Da un lato proponevano colloqui
e dall'altro erano impegnati a propagandare la resa dei maoisti."
I maoisti, che stavano rapidamente perdendo terreno, hanno ricevuto
un duro colpo quando Kishenji è stato ucciso in uno scontro con le
forze di sicurezza nel novembre 2011.
L'assassinio è stato seguito da
arresti e rese di diversi leader maoisti come Suchitra Mahato, Jagori
Baske, Abhishek, S. Ramakrishna e Bikram, che ha rotto la spina
dorsale di tutto il movimento. Nel solo 2012 più del 50 maoisti sono
stati arrestati o si erano arresi. Il pacchetto di sviluppo di
Banerjee per Jangalmahal, che comprendeva l'assunzione di giovani
locali nelle forze di polizia e la fornitura di riso sovvenzionato,
ha dato una battuta d'arresto al movimento maoista. Tuttavia, l'ex
Naxailta, Ajijul Haque, è ottimista circa la rinascita del movimento
popolare nella zona se lo sviluppo, promesso da Banerjee, non sarà
attuato.
"Si raggrupperanno lì e il
movimento popolare è destinato a crescere se lo sviluppo promesso
non avviene nella zona, ha detto Haque ad una agenzia di stampa. Il
leader del CPI (M) Mohammed Salim ritiene che la battaglia maoista è
lunga ed estenuante, "non scemerà così presto. Il leader del
TMC Suvendu Adhikary è di opinione diversa, sostenendo che il
movimento non potrà mai rivivere nel Jangalmahal dato che il
problema principale del sottosviluppo della zona è stato affrontato.
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