mercoledì 30 gennaio 2019

La campagna India a Ravenna

A Ravenna la campagna internazionale a sostegno della guerra popolare in India è stata portata il 25 gennaio al Dock 61, un circolo arci che ospita eventi, presentazione di libri.

La serata internazionalista necessariamente si è aperta con la denuncia dei crimini imperialisti in Venezuela, dove l'attività del fascio-imperialismo Usa a guida Trump in questi giorni sta cercando, attraverso un golpe, di schiacciare le legittime aspirazioni del popolo, dei lavoratori venezuelani. 
E sempre nella stessa giornata che ci sono state mobilitazioni per denunciare il regime fascista egiziano, sostenuto dall'imperialismo, compreso quello italiano, che ha ucciso in modo atroce, torturandolo, il ricercatore Giulio Regeni.
L'imperialismo è il nemico dei popoli. E tra i popoli che invece lo combattono c'è quello indiano di cui poco si conosce. La lotta antimperialista che unisce i lavoratori di
tutto il mondo e i popoli oppressi è sempre più necessaria.
E, quindi, abbiamo portato elementi di denuncia e di controinformazione sul regime genocida e fascista indù di Modi sostenuto dall'imperialismo, con diversi materiali, una mostra e dei video. Dietro la mistificazione della "più grande democrazia del mondo" si nasconde la realtà della povertà di 632 milioni di persone, deportazioni, repressione, stupri come arma di guerra e sterilizzazioni forzate, per favorire gli interessi delle multinazionali, la realtà di una struttura sociale classista, patriarcale, razzista. Il genocidio contro il suo stesso popolo compiuto da Modi oggi si chiama Green Hunt.
La divisione in caste (e quindi i concetti razzisti di puro/impuro) ha favorito l'affermazione del fascismo indù, su di esso punta la classe dirigente indiana compradora. Ma questo si traduce in un inferno per i popoli, ma anche in una capacità di colpire duro l'imperialismo con la rivoluzione, la guerra popolare. 
Stiamo parlando di un popolo che non necessita di aiuti materiali perchè vittima dell'oppressione imperialista, ma di una rivoluzione che è un faro per gli oppressi di tutto il mondo. Con cui si sono schierati anche importanti intellettuali democratici, una fra tutti A. Roy.
Quindi è stato presentato il libro del ricercatore/antropologo galiziano Naya Fernandez  (attivista, tra l'altro, del comitato) "L'operazione Green Hunt" come terrorismo che gli stati imperialisti esercitano contro i popoli e quindi sulla natura ideologica di questo strumento di morte nelle mani dell'imperialismo. La strategia controrivoluzionaria "Cuori e Menti" mira a mettere popolo contro popolo per prosciugare l'acqua in cui nuotano i pesci, cioè tutti quei legami dei rivoluzionari combattenti con il popolo. Quindi pianificazione dello sterminio, eliminazione fisica selettiva, internamento. Ma anche disumanizzazione, umiliazione, nei confronti di chi resiste armi in pugno, cioè quello che il compagno nel suo libro chiama la "perversione del linguaggio" che serve alla legittimazione dell'imperialismo. Questione ripresa da Fanon ne "I dannati della terra" e da A. Roy in alcuni articoli sul linguaggio usato dal governo contro i naxaliti ("aree infestate da maoisti"...). 
All'interno delle operazioni di polizia governative ci sono pratiche aberranti come torture, ma anche le fake news dei "falsi scontri". Un capitolo particolare è dedicato alla violenza sessuale contro le donne come arma di guerra, contro cui le stesse donne combattono, armi in pugno, anche ai massimi livelli del partito e delle organizzazioni dirette dal Partito.
Al termine dell'incontro abbiamo riportato le parole del compagno Ajith per fare comprendere il significato di questa guerra popolare che non è solo resistenza ma è "una lotta a lungo termine in cui si proietta un modo di vivere diverso", "gli arretrati" stanno insegnando agli "avanzati". La vera minaccia per la borghesia imperialista e per quella compradora.

comitato india ravenna


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