le vere responsabilità sono del fascista indù modi
Intervista alla studiosa Prati Singh riportata da Il Manifesto
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«Le vere
vittime del virus in India sono i lavoratori»
Asia. Intervista alla studiosa Prati Singh:
«Pagati pochissimo, senza certezze, i poveri delle città hanno intrapreso
lunghi viaggi a piedi per tornare nei villaggi. Centinaia di chilometri con
bambini e anziani»
Un autobus a New Delhi
diretto verso le zone rurali
© LaPresse
«Il
22 marzo il premier indiano Modi aveva dichiarato una giornata di restrizioni
dalle 7 alle 21. I casi di covid19 erano pochi, non eravamo in grado di
comprendere la gravità della situazione. Due giorni dopo, in diretta tv, ha
imposto il lockdown totale dalla mezzanotte. Erano le 20, ad andare in panico
sono stati gli operai: pagati pochissimo, su base giornaliera o settimanale,
senza certezze e quindi costretti a spostarsi spesso. Anche i contadini sono in
difficoltà: dovrebbero andare nei campi per la raccolta, ma non possono uscire
di casa e perdono quel guadagno che permetterebbe di vivere 2-3 mesi».
A delineare la situazione in India è – in collegamento da Delhi – la
studiosa Prati Singh. Membro dell’advisory board del Guarini Institute della
John Cabot University di Roma, è stata decorata con l’ordine al merito della
Stella d’Italia per le numerose iniziative tra i due Paesi.
Che cosa è successo dopo la restrizione imposta dal premier Modi?
Chiuse le stazioni ferroviarie, nell’impossibilità di muoversi, i poveri
delle città hanno intrapreso lunghi viaggi a piedi per tornare nei villaggi
consapevoli che una volta arrivati avrebbero avuto un pasto. Un’odissea:
centinaia di chilometri da percorrere con bambini e anziani. Un’ottantina di
persone sono morte durante il tragitto. È stato il caos totale, il governo non
era preparato. È stata stanziata una somma per gli operai, ma non sono stati
comunicati né tempi né modalità.
Qual è la situazione?
Oltre 5000 i casi positivi, 165 i decessi. Di positivo c’è una diminuzione
dei reati: meno stupri, meno omicidi, meno furti. Il tallone d’Achille è il
numero limitato di tamponi, ne sono stati effettuati solo 100.000, ovviamente i
positivi al Covid-19 sono molti di più. Detto questo, non si riscontra un
numero maggiore di ricoveri né di decessi.
Prati Singh
Gli indiani potrebbero essere meno colpiti dal virus rispetto ad altre
popolazioni?
Stiamo cercando di capire se il virus ha perso potenza a causa del clima o
di qualche altro fattore, oppure se i positivi hanno sintomi leggeri e si
curano a casa, non rientrando così nelle statistiche. Si stanno vagliando altre
ipotesi: in India la vaccinazione contro la tubercolosi è obbligatoria e
potrebbe, come sostengono gli scienziati in Australia, essere efficace contro
il Covid-19. Oppure l’ampia diffusione della malaria in India fa sì che, dopo
la cura, i nostri anticorpi siano simili a quelli per combattere il covid19.
Sono congetture, servono più tamponi.
La popolazione è di 1,3 miliardi e molti non hanno una casa, in quale
misura viene rispettato il lockdown previsto – al momento – fino al 14 aprile?
Il virus ha colpito l’India con qualche settimana di ritardo rispetto ad
altri paesi, abbiamo visto i danni che ha fatto altrove e ci siamo spaventati.
Gli indiani non escono perché consapevoli dei rischi, ma è molto difficile
evitare gli assembramenti religiosi: induisti, musulmani e cristiani vogliono
recarsi nei templi, in moschea, in chiesa. È pericoloso, le autorità dovrebbero
intervenire con determinazione.
La pandemia impedisce la celebrazione dei riti funerari. Come si stanno
organizzando gli indiani?
In questo momento in India sono in vigore leggi speciali che impongono la
cremazione per tutti. È prerogativa del rito induista e non tutti sono
d’accordo perché in contrasto con la loro fede. Tutte le religioni
accompagnano, per tradizione, il defunto. Ma in questo momento di lockdown le
famiglie non possono andare in processione e quindi ad accompagnare i morti
sono gli operatori sanitari, indipendentemente dalla fede professata.
Quali danni economici può infliggere il Covid-19 all’India?
In queste tre settimane di lockdown il Pil rischia di diminuire del 4
percento. Se le restrizioni verranno prolungate, i danni saranno maggiori.
L’economia informale rappresenta il 40 percento del PIL e dà lavoro al 55-60
percento della manodopera: i rischi maggiori stanno qui, perché a marzo 2020 la
disoccupazione è arrivata al 23,4 percento e, impedendo ai lavoratori di
muoversi, non può che andare peggio.
Come si comporta la leadership politica?
Nella prima settimana di febbraio il leader del Congresso Rahul Gandhi
parlava già del pericolo del Covid-19, ma il governo Modi non sembrava farci
caso e a fine febbraio, in occasione della visita del presidente statunitense
Trump, aveva organizzato eventi con tantissime persone.
Modi sembra muoversi su un palcoscenico, senza troppo badare alle
conseguenze per la salute…
Ha imposto il lockdown senza pensare a che cosa sarebbe accaduto agli
operai, ai contadini, ai poveri. Una volta la settimana, chiede di accendere
luci alle finestre e di applaudire il personale sanitario, laddove sarebbe
meglio dare loro protezioni adeguate.
Lei è madrina dell’Art Film Festival di Asolo: quale film evoca la
situazione surreale che stiamo vivendo?
Contagion di Steven Soderbergh, ma anche
tante altre pellicole americane di science fiction con le loro strade svuotate,
i sospetti, i tanti morti.
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