lunedì 8 agosto 2022

Dal PCI(maoista): Salutiamo la Giornata Internazionale dei popoli indigeni, saluto agli amici della Rivoluzione Indiana all’estero

 

Rivolgiamo il nostro saluto rivoluzionario a tutti coloro che hanno sostenuto le nostre lotte, in particolare agli amici della guerra popolare indiana, ai sostenitori all'estero. Siamo i popoli indigeni dell'India. Stiamo lottando per i nostri giusti diritti. Chiediamo l'attuazione della legge indiana. Nel nostro paese, leviamo la nostra voce per i diritti sulle foreste e per il diritto al Jai-Jungle-Jameen. Ci opponiamo al saccheggio delle nostre foreste, delle nostre grandi risorse da parte del Capitale Mondiale. Con le nostre lotte, stiamo ostacolando la distruzione delle nostre vite e la devastazione delle foreste.

Stiamo consolidando l’unita delle lotte per la nostra esistenza, per la conservazione dell'ambiente. I governi sfruttatori ci imputano con false accuse. Grazie alle loro leggi nere, ci perseguitano come terroristi, ci arrestano e torturano. Giocano con le nostre vite e spesso ci assassinano in falsi scontri, stuprano e uccidono le nostre donne. Ciononostante, la nostra stessa vita ci insegna a combattere. Le difficoltà ci riempiono eroismo e coraggio. Le atrocità e la violenza dei governi ci rendono ancora più

determinati. Ci costringono a lanciare la chiamata alla guerra per combattere e a combattere per la vittoria.

Da trent’anni conduciamo lotte per proteggere le colline di Raughat. Sono colline di giacimenti minerari di ferro. Sono le colline nostri luoghi di culto. Sono colline che hanno un ruolo importante per la conservazione dell'ambiente. Stiamo lottando per il Jai-Jungle,-Jameen, per i diritti sulle foreste, per la conservazione dell'ambiente. E combatteremo fino alla fine.

Ci opponiamo alle attività minerarie di Amdai. La nostra è una lotta per la nostra stessa esistenza. Il capitale compradore vuole queste miniere. Noi Vogliamo la nostra vita. Si può immaginare l'esistenza degli Adivasi senza foreste e colline? Senza gli indigeni chi le proteggerà? Il capitale vuole la loro distruzione. Il capitale si espande solo con devastazione. Ma noi lo stiamo ostacolando. Lo Stato entra in campo dalla sua parte. Polizia, armi, proiettili, bastoni, carcere: vogliono vedere la nostra fine. Siamo pronti ad affrontarli e combattere. Stiamo combattendo. Combatteremo fino alla fine. Combatteremo e vinceremo.

Ci opponiamo alla costruzione di campi di polizia nei distretti di Bijapur e Sukma. Da decenni lo stato scatena contro di noi il terrore bianco e continua a farlo. Salwa Judum, Operazione Green Hunt, Samadhan, Prahar o comunque le chiamino, il loro scopo è portarci via le foreste e le nostre risorse. Le foreste si stanno insanguinando, il sangue scorre, il Capitale continua a marciare sui cadaveri. Noi ci opponiamo. La nostra vita ci ha insegnato a contrastare l'ingiustizia. La democrazia ci ha insegnato ad opporci alla burocrazia. Ci opponiamo alla creazione di campi di polizia, per non permettere massacri come quelli di Bijapur e Sukma, per non permettere arresti, atrocità, assassinii in falsi scontri. Ci opponiamo alla costruzione di campi di polizia a Silinger, Pombad, Gompad, Pundri, Barregudem e di molti altri campi e alla costruzione di strade. Costruiamo da noi le strade che servono alle nostre esigenze, costruiamo, ponti, dighe, canali e tutto cio che ci serve. Stiamo trasformando le nostre vite. Continueremo a trasformarle solo con le lotte. Vogliamo il vostro appoggio.

Stiamo lottando nel ghat Vecha. Ci opponiamo alla costruzione di ponti sui nostri fiumi e alla trasformazione delle nostre foreste in centri turistici per il diletto dei milionari. Sappiamo benissimo che i ponti servono a portare via le nostre risorse e perciò ne ostacoliamo la costruzione. Ci opponiamo alla creazione di campi di polizia. Leviamo la nostra voce per affermare che non siamo indù, per ribadire che gli indigeni non sono indù. Ci opponiamo a tutte gli spudorati attacchi delle forze brahmaniche hindutva.

A Surjagad, da trent’anni ci opponiamo al capitale mondiale con la parola d’ordine "Cibo, non miniere". Ma le classi dirigenti, le forze hindutva vogliono strapparci le foreste e le colline. Calpestano la nostra volontà, distruggono i nostri villaggi e continuando l’estrazione di risorse minerarie.

Siamo immensamente grati a tutti quanti hanno sostenuto le nostre lotte. Con il vostro sostegno riusciremo a ostacolare le attività minerarie. Repressioni e divieti non potranno mai fermare le nostre lotte. Combatteremo. Conquisteremo le nostre foreste.

Da oltre 10 anni combattiamo per proteggere le foreste di Hasdev. Rapaci sfruttatori guardano alle nostre foreste a caccia delle immense riserve di carbone. Ma senza foreste, senza le risorse idriche delle foreste, senza le foreste di Hasdev, essenziali per la protezione ambientale del paese, senza i Devi, luoghi sacri di culto dei Devatha, che sono tutto ciò che noi indigeni abbiamo mai avuto, sarebbe come non avere più niente. Ecco perché per essi siamo determinati a combattere fino alla fine.

Combattiamo a Kaimur, Kawala, Nethrahat, Sompeta e a Niyamgiri. Abbiamo lottato a Lalgad. Abbiamo lottato a Narayanpatna. Stiamo combattendo ovunque ci siano attacchi contro di noi. È scritto nella storia dell'India che gli indigeni sono i primi a resistere e a combattere. Raccogliamo questa eredità. Nostri antenati sono migliaia di eroi del popolo, come Gend singh, Sidhu, Kaanu, Gundadur, Baburao, Komuram Bheem, Sidam Sinnu, Jungu Dada. Salutiamo il loro sacrificio.

Non siamo soli nella lotta. Abbiamo la solidarietà di operai, contadini, studenti, intellettuali, impiegati, scrittori, artisti, avvocati, dei dalit, dei fratelli musulmani, e soprattutto dei sostenitori delle popolazioni indigene del paese e a nostra volta sosteniamo le loro lotte. Non rivendichiamo solo le nostre foreste, la nostra esistenza, la conservazione delle nostre foreste. Rivendichiamo la liberazione di tutte le masse sfruttate. Non guardiamo solo al nostro Paese. Rivendichiamo una vita migliore per i popoli del mondo e la loro emancipazione. Ci opponiamo alla guerra imperialista attualmente in corso. Sappiamo che, finché ci sarà l'imperialismo, i popoli non potranno avere la pace. Perciò lo combattiamo. È il principale nemico della stessa esistenza dell'umanità e dell'ambiente. Dobbiamo seppellirlo. In occasione della Giornata dei Popoli Indigeni, con il vostro appoggio, vi impegniamo a lottare fino alla fine per dare soluzione a tutti questi problemi. Vi rinnoviamo il nostro saluto e il nostro Lal Salaam!. 

Quest'anno, il Comitato Internazionale di Sostegno alla guerra popolare in India ha deciso di celebrare nei rispettivi paesi il 9 agosto come giornata di solidarietà dei popoli indigeni dell'India, a sostegno delle nostre lotte e per denunciare gli attacchi dello Stato e delle forze Hindutva contro di noi, il che rende felici tutti noi. Ci dà grande forza e ispirazione sapere che i fratelli indigeni, le masse sfruttate sono con noi fianco a fianco. Il nostro saluti rivoluzionario a tutti voi.

Amrut,
incaricato,
Relazioni Internazionali
PCI (maoista)

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