Sosteniamo ora più che mai la guerra popolare in India guidata dal Partito Comunista dell'India (Maoista) nella settimana internazionale di azione dal 7 al 13 aprile 2025
Il regime di Modi guidato ideologicamente da un suprematismo hindu di stampo reazionario e fascista (ideologia hindutva) si sta militarizzando puntando sull'industria militare nazionale al fine di diventare una potenza regionale sempre più agguerrita nel Sud Asia e di svolgere il proprio ruolo di partner affidabile dell'imperialismo yankee.
Questo doppio ruolo serve alla borghesia compradora e burocratica indiana per espandersi nell'area a danno degli Stati vicini ed in particolare Nepal e Buthan1 ma anche di Pakistan e Bangladesh.
Per quanto riguarda invece le relazioni con la Cina, essendo quest'ultima un paese social-imperialista, quindi molto più sviluppato economicamente, l'India in questa fase punta a svolgere il ruolo da testa di ponte al servizio dell'imperialismo USA contro il proprio vicino.
Infatti l'India attualmente non è in grado di competere direttamente con la Cina né sul piano economico né quindi su quello strettamente militare (e i numeri parlano chiaro: quest'anno la Cina ha destinato investimenti nel settore militare per 275 miliardi di dollari mentre la quota indiana, equivale a 75 miliardi di dollari, con un incremento di 7 miliardi rispetto all'anno precedente).
In ogni caso il regime hindutva di Modi non solo ha aumentato il proprio budget rispetto agli anni precedenti, ma da un punto di vista qualitativo sta puntando alla "nazionalizzazione" del settore limitando l'importazione di armi e sviluppando l'industria militare interna anche tramite il supporto di aziende private e startup nazionali nonché di joint ventures.
India: la "più grande democrazia del mondo"?
L'India oggi è il paese più popoloso del mondo con circa 1 miliardo e 400 milioni di persone, un paese in crescita economica (7,5 % annuo, più del doppio della media mondiale), ma la sua economia è ancora dipendente dall'imperialismo e la borghesia indiana sogna di costruire un paese forte cementato dall'ideologia fascista hindutva in cui non vi è posto né per le minoranze religiose come cristiani e musulmani (che in certi Stati federati sono però la maggioranza come in Kashmir o una buona fetta della popolazione) né per il dissenso democratico.
In realtà l'India è un paese profondamente eterogeneo e diviso, o come viene definito dai compagni indiani è una "prigione dei popoli", in cui molte nazionalità sono costrette a essere parte della federazione indiana (composta da 28 stati e 8 territori).
Sono infatti presenti movimenti indipendentisti in almeno otto Stati, a partire dalle "sette sorelle" (gli Stati federati del Nord-est di Assam, Maghalaya, Manipur, Mizoram, Tripuram, Nagaland e Arunachal Pradesh) e nel Kashmir, quest'ultimo dal 2019 è stato "degradato" dal regime di Modi, da Stato federato a "territorio" amministrato direttamente da Nuova Delhi, inoltre è stata modificata la legislazione favorendo l'acquisizione della cittadinanza e l'acquisizione di terre e proprietà da parte degli indiani non kashmiri. Ciò in aperta violazione della Costituzione del 1947 apre la strada a forme più brutali di colonialismo in Kashmir da parte del governo centrale.
A ciò si aggiunge che l'imposizione dell'ideologia hindutva nell'ultimo decennio, poco si adatta agli Stati in cui vi sono forti identità linguistiche, culturali e nazionali come in Tamil Nadu e Punjab.
L'alternativa all'India hindutva è la Rivoluzione di Nuova Democrazia per un India veramente democratica e socialista
Ma è la Guerra Popolare lanciata nel 1968 a Naxalbari nel Bengala Occidentale (da qui i termini "naxalismo" e "naxaliti" per definire rispettivamente il maoismo ed i maoisti in India) e oggi diretta dal Partito Comunista dell'India (Maoista), frutto dell'unificazione nel 2004 dei due principali tronconi "naxaliti", il Partito Comunista dell'India (marxista-leninista) Gruppo Guerra Popolare ed il Centro Comunista Maoista, a cui nel 2012 si è unito il Partito Comunista dell'India (marxista-leninista) Naxalbari, che oggi rappresenta il "principale pericolo interno alla sicurezza" dell'India come lo definì l'ex primo ministro Singh nel 2006.
Il Partito Comunista dell'India (Maoista) tramite la strategia della guerra di popolo, conduce una Rivoluzione di Nuova Democrazia con l'obiettivo di eliminare i residui feudali che opprimono i contadini, gli adivasi (le popolazioni tribali) ed il popolo nelle campagne e distribuire le terre ai contadini ed eliminare la dipendenza semicoloniale del paese verso l'imperialismo ed in particolare quello yankee. Tale rivoluzione condotta a partire dalle vaste aree rurali del paese, ma anche con presenza nelle metropoli, non può che coronarsi con la presa del potere politico centrale e la continuazione rivoluzionaria senza interruzione verso una rivoluzione socialista guidata dai lavoratori e dalla classe operaia indiana alleata alle altre classi sociali oppresse del paese. Inoltre il PCI (Maoista) sostiene i movimenti indipendentisti e le nazioni oppresse all'interno della federazione indiana.
Il PCI (Maoista) è un partito genuinamente internazionalista, sostenendo innanzitutto le altre guerre popolari e le lotte armate dei partiti fratelli m-l-m in corso nelle Filippine, nel Manipur (all'interno del paese) guidata dal Partito Comunista Maoista del Manipur, in Turchia e Nord-Kurdistan ed in Bangladesh nonché dei movimenti di liberazione nazionale a partire da quello palestinese e sostenendo anche la lotta di classe dei lavoratori nei Paesi Imperialisti.
Dopo l'operazione Diluvio di Al-Aqsa da parte della Resistenza Palestinese il 7 ottobre 2023, il PCI (Maoista) ha espresso pieno appoggio ad Hamas e a tutti i gruppi della resistenza organizzando iniziative e campagne politiche tra le masse indiane ed i lavoratori a partire dalle zone liberate e nelle zone di guerriglia in cui il PCI (Maoista) opera.
Da tutto ciò si evince che solo la linea politica e strategica del PCI (Maoista) guidata dall'ideologia marxista-leninista-maoista rappresenti oggi l'unica reale alternativa al progetto della borghesia indiana, vero e proprio incubo per i popoli e per le masse popolari indiani.
Quello che dalla borghesia indiana viene percepito come un pericolo esistenziale, per i popoli dell'India e del mondo rappresenta la liberazione dallo sfruttamento e dal giogo imperialista.
Il regime di Modi è antipopolare ed al servizio dell'imperialismo yankee e del sionismo
Il governo indiano di Modi ed il regime indiano in generale è stato da sempre un forte alleato del sionismo e dello Stato sionista di Israele.
Tale alleanza tra i due paesi guidati da ideologie reazionarie di tipo nazista come il sionismo e l'hindutva, é diventata sempre più forte traducendosi in una stretta cooperazione economico-militare, tecnologica e di intelligence. I sionisti non solo hanno fornito l'India di droni e know-how, ma hanno formato le forze repressive indiane nelle tecniche di anti-guerriglia e di eliminazione selettiva da loro applicate in Palestina ed in Medio Oriente contro i leader della Resistenza.
Oggi con l'ascesa di Trump alla presidenza USA, l'asse Washington-Nuova Delhi è ancor più rafforzato, dato che l'area dell'indo-pacifico ed in particolare Taiwan, sta diventando il centro delle contradizioni inter-imperialistiche tra l'imperialismo yankee ed il social-imperialismo cinese.
La borghesia compradora e burocratica indiana in questa fase non aspettava di meglio per poter garantire ancor più il proprio ruolo di bastione dell'imperialismo yankee in Sud Asia e trarre ancor più vantaggio della propria posizione garantita dall'imperialismo stesso.
La controrivoluzione genocida del regime indiano e del governo Modi
A partire dal novembre 2009 il regime indiano ha lanciato un'operazione militare chiamata Green Hunt con l'obiettivo di fare terra bruciata nelle zone liberate sotto il governo popolare del PCI (Maoista) e nelle zone di guerriglia, trasferendo interi villaggi in campi di concentramento per separare la popolazione (il mare) dai rivoluzionari (il pesce) e per danneggiare quindi non solo il partito ma anche le organizzazioni popolari di massa dei contadini e degli adivasi, allo stesso tempo sono state create forze speciali di élite come i Greyhounds o il corpo COBRA da affiancare ai vari corpi di polizia (ovvero alla polizia federale, a quella locale di ogni stato, alla polizia transfrontaliera tra i vari Stati) che si sono macchiati di crimini orrendi perpetuando massacri nei villaggi contadini e adivasi.
Contemporaneamente il governo ha provato a penetrare nelle aree rivoluzionarie promettendo "sviluppo", con la costruzione di infrastrutture a partire dalle strade, che in realtà sono il mezzo per facilitare il movimento di truppe e mentre avanzano le strade, come funghi sorgono centrali di polizia, prigioni, campi di concentramento insieme al moltiplicarsi di contratti per aziende straniere e joint ventures per sfruttare le materie prime di quelle regioni a danno dell'economia delle popolazioni locali.
Anche se nel corso di questi 15 anni il PCI (Maoista) ed il EPGL hanno organizzato campagne controffensive costringendo il regime indiano a rimandare di volta in volta la sua promessa di eliminare completamente il naxalismo, come affermano gli stessi compagni indiani, le perdite nel campo rivoluzionario sono state ingenti: molte aree liberate sono state riconquistate, i fronti di guerriglia sono diminuiti, alcuni importanti leader del partito anche a livello del comitato centrale sono stati assassinati e arrestati cosi come sono aumentate le perdite tra le file dei guerriglieri.
Tutto ciò è stato favorito anche dalla capacità del regime indiano di aggiornare la propria strategia generale dell'Operazione Green Hunt, tramite le sotto-operazioni Samadhan e Prahar a partire dal 2017 che ha visto l'utilizzo di bombardamenti aerei con l'impiego dell'esercito a partire dal 2021.
Contemporaneamente negli ultimi 15 anni il regime indiano ha intensificato la repressione verso intellettuali democratici, progressisti e rivoluzionari che criticano la repressione militare e l'uccisione di migliaia di civili tribali nelle aree della Zona Compatta Rivoluzionaria (le aree in cui opera il PCI (Maoista) che la borghesia chiama "corridoio rosso").
Questi intellettuali sono etichettati dal governo "urban maoists" e sono arrestati applicando la legge antiterrorista la Unlawful Activities Prevention Act del 1967 (varata un anno prima la rivolta di Naxalbari) che è stata ampiamente modificata ed estesa nel 2004, l'anno della nascita del PCI (Maoista). Emblematico è stato il lento assassinio di Stato del prof. Saibaba dell'Università di Nuova Delhi, leader progressista che ha denunciato l'Operazione Green Hunt.
Accusato di essere un "urban maoist", in seguito a lunghi periodi di detenzione a partire dal 2014 in condizioni che hanno minato progressivamente la sua salute precaria è infine deceduto lo scorso 12 ottobre.
Rivoluzione o Reazione? Schierarsi é d'obbligo!
Adesso l'ultima deadline fissata dal governo indiano per eliminare il naxalismo in India è marzo 2026 tramite l'attuale operazione genocida denominata Kagaar.
Ora più che mai è necessario sostenere a livello mondiale la Guerra Popolare in India ed il PCI (Maoista) perché solo la GP è l'unica alternativa alla barbarie hindutva che obbliga la maggior parte della popolazione indiana a vivere nella miseria e che la condanna alla spoliazione delle ricchezze del proprio paese da parte dell'imperialismo in combutta con la borghesia compradora indiana.
Sostenere la GP in India ed il PCI(Maoista) che la dirige:
significa quindi sostenere la possibilità che il paese più popolato del mondo si liberi dall'oppressione;
significa intralciare i piani dell'imperialismo in Asia e nell'area dell'indo-pacifico;
significa sostenere lo sviluppo dei movimenti rivoluzionari in Sud Asia ed in particolare nei paesi confinanti come in Nepal, Buthan, Myanmar e nella stessa Cina social-imperialista;
significa sostenere il fronte anti-imperialista mondiale ed in particolare sostenere la lotta di liberazione nazionale in Palestina colpendo l'asse Israele-India.
La campagna internazionale di sostegno lanciata dal nostro comitato fa appello a tutti le organizzazioni e partiti marxisti-leninisti-maoisti, a tutti i comunisti e ai rivoluzionari, ai progressisti e ai democratici di sostenere la campagna internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India e al PCI (Maoista) nella settimana tra il 7 ed il 13 aprile in tutti i continenti e in più paesi del mondo possibili.
Questa settimana internazionale è la prima tappa di una campagna prolungata di un anno per sostenere con tutte i mezzi e le forze possibili la Rivoluzione in India contro la reazione hindutva sostenuta dall'imperialismo.
1Per questi due paesi si parla di processo di sikkimizzazione, che prende il nome dall'annessione negli anni '70 del piccolo Stato indipendente del Sikkim (sito proprio tra Nepal e Buthan) tramite un referendum farsa. L'India non solo annette annualmente piccole porzioni di territorio nepalese spostando arbitrariamente
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