domenica 30 settembre 2012

VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE- A proposito del movimento maoista in India una nota per il movimento NOTAV



Lo scorso 24 marzo il movimento No Tav  in occasione del rapimento nello stato indiano di Orissa di due italiani,scriveva sul suo sito “La val di Susa e l’India, due terre così lontane che si legano quasi per caso nella vicenda di Paolo”, in merito al rapimento di Paolo Bosusco da parte del movimento maoista facente capo al  comitato di  stato di Orissa.
Nel messaggio e in quello precedente i compagni dicevano anche: “Abbiamo conosciuto la grave situazione del vostro popolo e delle vostre terre, abbiamo capito i sentimenti e la voglia di libertà che vi anima nel lottare e richiedere la liberazione dei vostri compagni in carcere “ e inoltre “anche in val di Susa si parla e si racconta della lotta no tav in modo falsato e distorto, solo chi vive, solo chi attraversa le situazioni può capirle.” Ebbene da allora sono passati quasi 5 mesi e come sappiamo la lotta in valle continua e si sviluppa assestando nuovi colpi ai piani del governo Monti e alla militarizzazione della valle che, nonostante la presenza asfissiante dell’occupante, resiste e contro-attacca con fantasia, intelligenza e determinazione.
Quello che sicuramente è meno a conoscenza del movimento italiano sono invece gli sviluppi rivoluzionari in India, una rivoluzione (la più grande del mondo attualmente in corso nel paese più popolato del pianeta dopo la Cina) che in questi ultimi continua a svilupparsi, come denunciano preoccupati i media indiani circa l’estendersi del movimento rivoluzionario nel nord-est e all’estremo sud del paese  e la sua influenza nei settori urbani in primis università e movimento operaio (vedi l’ultimo grosso sciopero alla maruti-suzuki).

Dal 2009 lo stato fascista indiano ha lanciato una vera e propria campagna militare contro le “zone liberate” autogovernate dai maoisti con l’invio di 70mila uomini (equivalenti alle truppe straniere in Afghanistan), la nota scrittrice progressista indiana Arundathy Roy ha definito la campagna militare governativa come “genocida” e “guerra del governo contro il suo stesso popolo”. In questo contesto i popoli indiani, le masse indiane, i lavoratori resistono eroicamente grazie al loro esercito popolare e a tutte le forme organizzative utilizzate di volta in volta e in maniera complementare come le organizzazioni delle donne, studentesche, i sindacati rivoluzionari racchiuse nel Fronte Democratico Rivoluzionario (che il governo sta per dichiarare fuorilegge, così come il Partito Comunista Indiano maoista già da anni nelle liste delle organizzazioni terroristiche).

Oltre a fronteggiare gli attacchi governativi la rivoluzione indiana, come succede spesso in questi movimenti, deve respingere anche attacchi “interni” e tradimenti, ultimo dei quali viene proprio da Sabyasachi Panda l’ex leader maoista sotto la direzione del quale nello Stato di Orissa,  è avvenuto il sequestro di Paolo e Claudio.
Il suo passaggio dalla parte del nemico è stato denunciato duramente in un documento del PCI(M) di cui riportiamo qualche stralcio perché crediamo tratti anche dei punti di interesse con il movimento NOTAV, come il testo di quest'ultimo segnalava.
Qualsiasi organizzazione o movimento serio necessariamente adotta un metodo che si basa sul confronto aperto e la decisione collettiva che, dopo essere stata presa, viene attuata con la massima solerzia come abbiamo visto in valle in cui al di là delle appartenenze politiche e ai “credo” la linea di condotta è attuata collettivamente dalle componenti del movimento.
Come scrivono i compagni indiani nel documento citato “vogliamo dire chiaramente che il nostro partito conduce meeting, plenum e conferenze al fine di correggere e migliorare la nostra pratica e avanzare con più alti compiti. Esso individua i propri problemi  e errori e li corregge per mezzo della critica, l’autocritica, prese di posizione e campagne di rettifica assunte specificatamente. Questo è un processo continuo”.
Il PCIndia maoista sottolinea che invece l’ex leader maoista Panda agendo in maniera “anarchica” ha agito contro gli interessi della rivoluzione indiana nel “caso Bosusco” (al di là del merito della vicenda).

In particolare riguardo la questione del rapimento il documento dice “Ha ricorso a metodi opportunisti di destra durante l’arresto sotto la sua leadership dei turisti italiani. Ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale per l’intero stato di Odisha. Ma in realtà, non è stato corretto da parte sua dichiararlo quando due differenti comitati di stato di partito confinanti stanno lavorando in notevoli parti dell’Odisha e dei suoi confini e non aveva il diritto di dettare i termini agli altri due comitati di partito......
I compagni nel rivendicare la necessità della lotta armata contro il regime indiano, proseguono: “la polizia, paramilitari e militari conducono questa offensiva dal fronte mentre tutte le altre componenti partecipano molto crudelmente nell’offensiva in una maniera pianificata, coordinata e complice. Così diventa assolutamente necessario per il popolo ricorrere alla lotta armata.
In particolare riguardo all’Odisha: “l’offensiva è destinata ad intensificarsi anche in questo stato. La ragione dell’intensificarsi di questa grande offensiva sono gli interessi delle multinazionali e della borghesia compradora del nostro paese che vogliono schiacciare ogni organizzazione e il popolo che si rivela un ostacolo al loro saccheggio di risorse naturali e materie prime nei paesi arretrati come l’India.

I compagni della valle del movimento NOTAV ben sanno come l’estendersi della solidarietà è vitale per un movimento, in questo senso tutti conoscono l’ospitalità che si riceve in valle quando si va a dare solidarietà concretamente, soprattutto da parte di quei soggetti che lottano nei propri territori da nord a sud del paese (e questo è l’aiuto migliore che possono ricevere i valsusini e tutti i movimenti che si sviluppano nel nostro paese), in ogni caso nessun valsusino si immaginerebbe o confonderebbe tale atto di solidarietà concreta come una sorta di “ingerenza”.
Questo ovviamente succede anche in India dato che il movimento si sviluppa in più di 1/3 del paese in cui si incrociano compagni ed esperienze diverse e che parlano anche lingue diverse (nel senso letterale del termine), è interessante come viene trattato anche questo aspetto nella critica alle false accuse dell’ex dirigente nello stato di Orissa Panda che ha “denunciato” come ingerenza l'azione e la critica esercitata dagli altri comitati di partito dello Stato Indiano sottolineando come “ogni membro del nostro partito deve essere preparato ad andare in ogni parte del paese per lavorare. Inoltre, come comunisti internazionalisti dobbiamo essere preparati ad andare in ogni paese o area e lavorare li spalla a spalla con il popoli per la loro liberazione […]. A causa della sua stretta mentalità regionalista non solo oggi, Panda non poteva mai accettare il fatto che compagni di altri stati stanno andando e lavorando in Odisha.”
Infine Panda utilizza una ben nota argomentazione dello stato indiano ovvero che gli adivasi (le popolazioni indigene che partecipano attivamente alla rivoluzione) siano 'sfruttati' dai maoisti:
La risposta del PCI (M) può essere facilmente compresa dai compagni del movimento No Tav: “esercito popolare stesso significa  esercito in cui le masse popolari sono protagoniste, esercito che  oltre che partecipare alla guerra  fa il suo lavoro in seno e di sostegno alle masse come cucinare, trasportare merci e generi di prima necessità ecc e che questi lavori sono proprio  parte integrante di esso “. Tutto questo è tutto il contrario che sfruttare le masse

Tornando al comunicato scritto mesi addietro dai compagni valsusini si leggeva anche “Non vogliamo qui entrare nel merito di un conflitto, il vostro, che non conosciamo ma vogliamo invece raccontarvi la nostra storia.” Noi auspichiamo che il Movimento no tav acquisisca ulteriori conoscenze circa un movimento rivoluzionario che si sviluppa in India, dato che nonostante la sua ampiezza e importanza è spesso sconosciuto e ignorato anche se oggettivamente è direttamente correlato all’intralcio degli interessi dei “nostri” padroni italiani come ad esempio le difficoltà che i padroni delle multinazionali automobilistiche, compresa la Fiat di Marchionne trovano nel delocalizzare in India proprio grazie al pericolo costituito dalla mobilitazione popolare e dalla attività rivoluzionaria indiana per gli interessi della Fiat, o della Impregilo che ha rinunciato a finanziare molti progetti in India di devastazione ambientale perché combattuta da quei movimenti popolari. Inoltre vogliamo far notare ai compagni la serietà del movimento  maoista indiano nel trattare i propri problemi “interni” anche pubblicamente e in questo caso, in un certo senso dando una risposta ai problemi sollevati dal movimento No Tav nei due comunicati dello scorso Aprile e Maggio.

In questo momento la rivoluzione indiana attraversa una fase complessa a cui crediamo debba andare il nostro massimo supporto per il fatto che, se la loro lotta avanza, questo darà un aiuto ancora più intenso e concreto alle nostre lotte contro i nemici comuni si chiamino essi Impregilo, Federmeccanica, Marchionne, Monti e Singh.

Per questo facciamo appello ai compagni No Tav a solidarizzare attivamente con il movimento maoista indiano partecipando con una delegazione o una rappresentanza alla Conferenza Internazionale di Appoggio alla Guerra Popolare in India che si terrà il prossimo 24 Novembre ad Amburgo e  a cui hanno dato già adesione rappresentanti provenienti da quattro continenti.
Sarà una conferenza di lotta e “militante” dove tutte le delegazioni porteranno la propria esperienza di lotta e solidarietà internazionale e internazionalista dal territorio dal quale provengono secondo l’ottica che tutte le lotte contro il nemico comune debbano incontrarsi e arricchirsi vicendevolmente scambiandosi le esperienze.

Per ulteriori informazioni sulla conferenza e la guerra popolare in india si può consultare il blog:
e in particolare l’appello di partecipazione alla conferenza:

il documento citato dei compagni indiani dal titolo ““CC, CPI (Maoist) out rightly rejects all the vicious, baseless and sham allegations made by Sabyasachi Panda in cahoots with the ruling classes and expels him from the party for his betrayal”” è invece scaricabile in inglese al seguente indirizzo:

Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India – Sezione italiana
 csgpindia@gmail.com

venerdì 28 settembre 2012

NEWS DALL'INDIA-L’Ufficio di Intelligence accusa i Maoisti di fomentare la violenza a Delhi, Regione della Capitale Nazionale.

Libera traduzione di un articolo apparso lo scorso 21 Settembre su giornale borghese "Indiatoday", da cui si evince lo sviluppo del movimento rivoluzionario in settori urbani dell'India, l'inadeguatezza delle forze repressive nell'arrestarne l'espansione unita ad un clima di "caccia alle streghe" con il tentativo di mettere fuori legge organizzazione democratiche, di massa e dei lavoratori in primis il Fronte Democratico Rivoluzionario a cui va la nostra massima solidarietà.


Gli estremisti di sinistra hanno infiltrato le organizzazioni dei lavoratori a Delhi nella Regione della Capitale Nazionale (NCR) con piani per supportare proteste violente, secondo le agenzie di intelligence.

Una nota preparata dall’Ufficio di Intelligence (IB) fornisce l’evidenza di questo disegno pericoloso dei maoisti di creare disordini vicino le aree urbane, e non solamente nei distanti Gadchiroli, Dantewada e West Midnapore.

La violenza nella fabbrica Maruti a Manesar il 18 Luglio quest’anno, dove il manager generale per le risorse umane della Maruti-Suzuki è stato ucciso, è stato supportato da gruppi estremisti di estrema sinistra, secondo una nota segreta dell’IB preparata lo scorso mese.
Lo slancio violento era venuto da precedenti agitazioni alla fabrica Maruti che aveva fermato la produzione tre volte lo scorso anno.
“Quello che avevo detto precedentemente circa la possibilità del coinvolgimento di estremisti di sinistra era basato su una mia valutazione dei fatti ed era un’ipotesi. Se erano coinvolti o no necessita di essere investigato. Vediamo cosa esce fuori dalle indagini,” ha detto R. C. Bhargava, presidente della Maruti Suzuki India.

 Archiviando sistematicamente i segnali per trovare la prova del coinvolgimento maoista nella violenza coinvolgente i lavoratori, le agenzie di intelligence sono state capaci di stabilire l’identità del Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF), un’organizzazione frontale del Partito Comunista dell’India (Maoista).

Secondo la nota dell’IB, il fronte ha “esortato i lavoratori a continuare la lotta.” La nota ha anche detto che hanno “deciso di lanciare una campagna militante contro la violenza di casta”. Fonti dicono che il RDF è diventato il volto urbano del movimento maoista e sta provando di espandere la propria base in altre metropoli. Secondo le fonti d’intelligence, le sue attività non sono limitate a Delhi e alla NCR anche se sono più attive qui.

Le rivelazioni shock hanno solo confermato quello che era sospettato da tempo.

Strategia

“Questo è stato parte della loro strategia di entrare gradualmente nelle aree urbane e condurre tranquillamente le loro attività. Queste sono come cellule dormienti. Con i recenti arresti fatti qui e intorno a Delhi, l’interrogazione dei sospetti dovrebbe rivelare di più. Ma certe volte la teoria dell’incursione dei maoisti in città come Delhi può essere un po’ esagerata,” ha dichiarato A. S. Dulat ex capo dell’Ala Ricerca e Analisi (R & AW).
Secondo Prakash Singh, ex direttore generale della Forza di Sicurezza di Confine (BSF), l’ideologia maoista è attrattiva verso una certa classe di gente nelle aree urbane.“ è iniziato nelle scuole a Delhi e in altri centri urbani. Ma adesso è più sinistro. Un caso in questione è il corridoio dorato, la strada da Pune a Ahmedabad,” ha detto Singh che è l’autore de “Il movimento Naxalita in India”. Un programma circa la base dell’ultra sinistra nelle aree urbane è stata resa nota 3 anni fa quando l’importante leader maoista Kobad Ghandy,  presumibilmente responsabile di reclutare e installare basi nelle metropoli, è stato arrestato a Delhi.
Fin dal 2009, le agenzie di intelligence hanno realizzato che la base maoista si stava espandendo.
L’arresto di Ghandy ha dimostrato di essere un freno per i maoisti ma le agenzie di intelligence credono che in seguito l’estremismo di sinistra raccoglierà supporto nelle aree urbane. Delhi e la regione della capitale nazionale è un terreno fertile per nuove reclute e crescere. Adesso è un problema di registrare (l’evolversi dei fatti n.d.r.).
Recentemente,  rispondendo ad un quesito parlamentare, il Ministro di Stato per gli Affari Interni Jitendra Singh ha detto che 7  distretti su 11 a Delhi sono interessati dall’estremismo di sinistra. Fonti dicono che molti maoisti sono attivi a Gurgaon e Ghaziabad.
Le informazioni d’intelligence indicano che usando il fronte RDF, stanno provando a trovare un appiglio nelle associazioni dei lavoratori. Lo scopo evidente è di lavorare dall’interno e motivare i lavoratori per portare avanti proteste violente e destabilizzare lo stato.
“L’emergenza di Delhi o Mumbai è una delle ragioni per questo fenomeno. C’è una città nella città e un sobborgo dentro un sobborgo. La demografia di queste città sfida la sicurezza dell’India sia se venga dagli jihadisti o dai maoisti. Alcune di queste aree diventano molto vulnerabili all’influenza maoista rappresentando una grande sfida nelle aree urbane,” ha detto l’esperto di sicurezza (retd) Uday Bhaskar. La risposta del governo alla diffusione di questa rete è stata scarsa, secondo gli analisti. “l’approccio del governo al problema è stato anche molto confuso”, ha detto Prakash Singh.
Mentre inizialmente i report suggerivano la presenza degli estremisti di sinistra tra i lavoratori, la polizia di Haryana, come parte delle proprie investigazioni aveva screditato la teoria. La polizia nella loro investigazione aveva escluso il coinvolgimento maoista nell’incidente di Manesar. Questo adesso è stato dimostrato essere incorretto. “E' sospettato che alcuni membri di questi gruppi istigavano i lavoratori e continuano a fare così. Hanno supporto a Delhi e nelle aree limitrofe,” ha detto una fonte d’intelligence.
Supporto
Dopo la violenza alla fabbrica Maruti più di 90 lavoratori sono stati arrestati e accusati di omicidio, tentato omicidio, rivolta armata, assalto e  trasgressione.
Secondo la nota dell’IB, il RDF al suo incontro esecutivo a Delhi l’uno e il due Agosto, mentre si riferiva alla violenza di Manesar come “un movimento militante di lavoratori di fabbrica”, aveva deciso di estendere tutto il supporto al movimento e chiedere il rilascio degli arrestati e il ritiro delle accuse contro di loro.
Le agenzie di intelligence hanno informazione che lo RDF ha fatto un appello alle sue organizzazioni fraterne di partecipare e guidare la risposta contro “la violenza della classe dominante”.  L’informazione raccolta dalle agenzie di intelligence è stata condivisa con la polizia di stato e  altre forze di sicurezza. Secondo fonti altolocate, un rapporto dettagliato è stato preparato dalle agenzie di intelligence sull’attività del RDF.
Sette degli undici distretti della capitale: Central Delhi, New Delhi, South Delhi, North-West Delhi, South-West Delhi, North and North-East sono sotto l’influenza maoista. Questo è stato rivelato recentemente dal Ministro di Stato per gli Affari Interni. Jitendra Singh mentre rispondeva ad un quesito parlamentare.
Maoisti arrestati a Delhi
Shiv Kumar: un esperto di fabbricazione di mine e armi sofisticate, è stato arrestato nella periferia di Delhi nel Giugno di quest’anno.
Pradeep Kumar: ricercato per l’uccisione di un’agente di polizia e coinvolto in agitazioni violente, è stato arrestato dalla Polizia di Delhi a Rohini nel Maggio di quest’anno.

N. Dileep Singh and Run Kumar Singh: entrambi membri dell’Esercito di Liberazione Popolare sono stati catturati a Paharganj nell’Ottobre 2011.
Kobad Ghandy:  il grande leader maoista, responsabile dell’espansione della base dei ribelli nelle aree urbane, è stato arrestato dalla cellula speciale della Polizia di Delhi nel Settembre 2009.

giovedì 27 settembre 2012

NEWS DALL'INDIA- ANCORA SULLA REPRESSIONE CONTRO GLI STUDENTI MAOISTI


Ad Avishek Mukherjee il leader maoista arrestato era stato assegnato il compito di motivare gli studenti dell’Università di Calcutta di unirsi all’organizzazione ribelle, la Special Task Force (STF) ha appreso ciò dopo averlo interrogato.

A Mukherjee, il segretario del comitato di distretto di Calcutta del Partito Comunista dell’India (Maoista), era stato chiesto di indottrinare gli studenti in città e mandare “facce fresche” a Lalgarh per prendere parte in attività anti-governative come conseguenza alle battute d’arresto che i ribelli hanno sofferto a Jungle Mahal, ha appreso l’STF.

Un agente dell’STF ha dichiarato: “Il Partito Comunista dell’India (Maoista), ha un numero di simpatizzanti nell’Università di Jadavpur (una seconda università a Calcutta) e adesso sta provando di diffondere la sua base di supporto ad altre istituzioni come l’Università di Calcutta. A Mukherjee è stato dato il compito di motivare gli studenti per unirsi all’organizzazione.”

Mukherjee, 31 anni, e altri due membri del CPI (Maoista) sono stati arrestati nell’area di Tallah nel nord di Calcutta martedì notte.

Mukherjee, che aveva studiato relazioni internazionali all’Università di Jadavpur ed è competente in diverse lingue, era vicino al leader guerrigliero caduto Kishan (è stato ucciso dalla polizia paramilitare).

Fonti STF hanno detto che l’organizzazione ribelle necessita di lavoratori attivi dopo le morti e arresti di membri chiave. “I Maoisti stanno puntando alle istituzioni scolastiche perché vogliono motivare gli studenti a diventare futuri leader dell’organizzazione” ha dichiarato un altro agente STF.

La polizia ha detto che Mukherjee gli ha detto che ha lasciato Jungle Mahal tre mesi prima che Kishan fu ucciso nella foresta vicino Jhargram a Novembre dello scorso anno (versione ufficiale e falsa, come dichiarato in documenti uficciali del PCI maoista e come prova l’autopsia, il leader maoista è stato prima sequestrato, interrogato e torturato e successivamente portato in quella foresta e ucciso a sangue freddo da paramilitari e servizi segreti in un “falso scontro” n.d.r.).

“Mukherjee ha passato un periodo consistente a Lalgarh (area tribale nel Bengala Occidentale) e la nelle aree adiacenti durante il movimento maoista.

Sapeva che la polizia era sulle sue tracce. Era solito stare in case di simpatizzanti nel nord di Calcutta. Ha visitato Nonadanga diverse volte per organizzare manifestazioni di occupanti (senza casa n.d.r.) illegali durante lo sfratto governativo nel Marzo-Aprile,” ha detto un agente.

La polizia ha detto che documenti, principalmente lettere dai leader dell’organizzazione, sequestrate a Mukherjee avevano rivelato che era in contatto regolare con membri del comitato di stato del CPI (Maoista).

Un agente ha detto che la polizia cercherà il permesso del dipartimento dell’interno per assegnare Mukherjee sotto la Legge di Prevenzione di Attività Illegali (UAPA).

La polizia può mantenere un accusato in custodia fino a 30 giorni sotto questa legge contro i 14 giorni in altri casi.

mercoledì 26 settembre 2012

NEWS VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE- PRIMA INIZIATIVA A PALERMO


E' stata organizzata il 22 settembre 2012 presso la sede del circolo diproletari comunisti di Palermo,  un'assemblea con video proiezione e aperitivo finale in vista della Conferenza internazionale di Amburgo del 24 Novembre promossa dal Comitato di sostegno alla guerra popolare in India.  L'iniziativa, partecipata in particolare da lavoratori e giovani, è stata introdotta partendo dalla necessità di un'informazione o per meglio dire di una controinformazione corretta considerato che le notizie che vengono trasmesse attraverso i giornali borghesi italiani e internazionali sulla guerra popolare in India arrivano in maniera distorta e/o superficiale e frammentaria o addirittura non arrivano.
Appoggiare la guerra popolare in India! Che significa?  Significa innanzitutto che nella globalizzazione potremmo dire “tutto il mondo è paese”, e infatti la classe operaia è una anche se migliaia e migliaia di chilometri separano noi dal popolo indiano. Noi prendiamo esempio dalle lotte che altri popoli fanno e per quanto ci riguarda dobbiamo saper comunicare agli altri il tipo di lotte che facciamo noi. Le lotte oggi si influenzano l’una con l’altra e hanno ripercussioni nei diversi paesi, anche se nell’immediato non si percepisce, come per esempio la questione Fiat e altre multinazionali che non riescono a delocalizzare facilmente in India anche per le lotte in corso, “ritardando” in parte e per un periodo possibili licenziamenti in Italia. Le similitudini tra le condizioni della classe operaia si accentuano sempre di più, al massimo sfruttamento in India corrisponde l’attacco ai diritti conquistati con le lotte nei paesi imperialisti. Ma in India gli operai hanno cominciato a rispondere a dovere, tanto che si parla del paese dove “gli operai bruciano i padroni”.
 Ma gli esempi di lotta che ci giungono dalla  guerra popolare indiana dove le masse popolari guidate dal PCI (maoista) si oppongono alle grandi multinazionali e ai padroni che sono affamati di manodopera a basso costo, risorse e materie prime, sono tante e di diverso tipo. Da queste esperienze viene spontaneo l’appello all’unità del proletariato su scala internazionale, perché è proprio a tutti i livelli che i padroni del mondo dividono la classe operaia per fare più profitti. E “uniti si vince” come si dice, e come dimostrano le stesse lotte del passato e di alcune del presente, sia in India ma anche per esempio in Sudafrica dove gli operai delle miniere, purtroppo a costo anche della vita, hanno ottenuto aumenti salariali importanti. I padroni dividono e noi dobbiamo unire, è anche con questa logica che dobbiamo vedere il sostegno alla guerra popolare in India.
E' seguita la proiezione di due video spiegati e commentati "… in India si sta formando un paese autogovernato dal popolo nei territori rurali della “zona rivoluzionaria”, ma l'azione dei maoisti è anche nei grandi centri urbani;  il popolo si è armato combattendo contro la repressione del Governo  Indiano. Il primo ministro indiano ha dichiarato che i Maoisti sono  “la più grande minaccia interna”, riferendosi ai 30.000 guerriglieri dell'esercito popolare e alle masse popolari che sostengono la guerra popolare contro cui il governo indiano sta scatenando un vero e proprio genocidio a favore degli interessi delle multinazionali e dei grandi capitalisti del mondo… veri e propri campi di concentramento sono stati creati in cui vengono deportati con la forza gli abitanti di interi villaggi per liberare i territori da "regalare" allo sfruttamento e alla rapina del capitale straniero… l'operazione Green Hunt  “BATTUTA DI CACCIA” non è  altro che una guerra genocida del governo indiano verso il suo stesso popolo… Nella congiuntura attuale in cui la più grande rivoluzione in corso del mondo resiste agli attacchi dell’imperialismo e dei suoi lacchè è quanto mai necessario dare sostegno rivoluzionario alla causa del proletariato e delle masse popolari indiane che se un giorno risulteranno vittoriose ciò rappresenterà una vittoria per tutti i popoli del mondo ed un significativo cambio dei rapporti di forza mondiali in cui un nuovo paese socialista di queste dimensioni sarebbe fonte di speranza e riscossa per chi lotta nei 5 continenti…”

Centrale  è però chi guida la lotta degli operai, della classe sfruttata facendo crescere in essa la coscienza della necessità di un reale cambiamento di questo sistema guidandone il processo rivoluzionario come  il PCI (maoista) motore della guerra popolare in India e della lotta rivoluzionaria degli operai e masse popolari che si sta estendendo in tutta la fascia nord-orientale dell'India (corridoio rosso) in un percorso complesso fatto di vittorie ma anche sconfitte ma che fino ad oggi la feroce repressione del governo indiano non è riuscita a fermare.
A seguire, riproducendo sullo schermo una locandina fatta  dalle compagne e lavoratrici delMfpr in occasione dell'8 marzo come dedica di quella giornata di lotta alle migliaia e migliaia di donne indiane in prima fila nella guerra popolare, una compagna ha detto che in India, paese definito "la più grande democrazia del mondo" l'uguaglianza tra uomini e donne è solo sulla carta perché nella realtà di tutti i giorni le donne subiscono una pesante oppressione, di classe, di genere, feudale/religiosa, di casta di lunga durata: dai matrimoni forzati sin dall'età dell'adolescenza, alle violenze domestiche, alla negazione del diritto alla proprietà della terra, alle forme di quasi schiavismo per le vedove… nelle zone rurali e interne, alle condizioni di pesantissimo sfruttamento delle donne della classi più basse nelle fabbriche dei centri urbani per non parlare del dilagante sfruttamento della prostituzione al servizio sempre più esteso anche del turismo sessuale dei cosiddetti uomini borghesi "civili" dei paesi occidentali, assecondato  dal governo reazionario indiano, per soddisfare i loro sporchi piaceri pagando gli stupri perfino sulle bimbe.

Arundathy Roy, famosa scrittrice indiana sostenitrice del movimento antiglobalizzazione e dei diritti delle donne,  nel suo reportage "Nella giungla con i maoisti" racconta delle condizioni in cui vivono i compagni ribelli maoisti, come affrontano le lotte, come agiscono tra le masse popolari dei villaggi rurali… e parla anche delle  donne  molto spesso vittime di violenza sessuale da parte dei militari governativi che si servono dello stupro come arma di repressione di stato, esercitando una violenza spietata contro le donne, e in particolare contro le compagne maoiste. Ma per tantissime donne la violenza e gli stupri subiti sono diventati la leva per ribellarsi ad un sistema di profonda oppressione; esse si sono unite alla guerra popolare trasformandosi, con la guida cosciente del patito comunista indiano maoista,  in combattenti che stanno in “prima linea” nella lotta rivoluzionaria, molte donne oggi hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito in cui come scrive la stessa Arundathy lottano anche al suo interno "… non solo per affermare i loro diritti ma anche per convincere il partito che l'uguaglianza tra uomini  e donne è al centro di un ideale di società giusta" . Le donne  in lotta nella guerra popolare sono un forte esempio per la lotta del movimento delle donne in ogni parte del mondo contro questo sistema sociale che ci vuole oppresse e subalterne, che anche in un paese come il nostro, imperialista e capitalista, ci vuole riportare indietro in un moderno medioevo, lo si vede dagli attacchi che subiamo quotidianamente (lavoro, violenza, diritto di aborto…).
L'assemblea ha quindi rivolto  un caloroso applauso alle donne maoiste e a tutto il popolo in lotta.
Una lavoratrice ha voluto sottolineare come anche dai video si capisce che sono i borghesi e i capitalisti di tutto il mondo che provocano distruzione, sofferenza, morte, miseria ai popoli, come anche nei paesi come il nostro sta crescendo la povertà e la disparità tra una minoranza di ricchi e la maggioranza dei lavoratori, operai, precari, giovani ecc., di come ci si sta imbarbarendo perché è il sistema la causa di questa barbarie… la guerra popolare in India incoraggia su quella che è la necessità di lottare contro la borghesia che domina.  Altre donne presenti hanno raccontato della loro esperienza di viaggio fatta in India da turiste e del degrado e della povertà che hanno toccato con mano ma che è importante conoscere questa altra faccia dell'India che si ribella e lotta. Ad una domanda di una giovane in merito alla situazione/risposta dei  paesi confinanti con l’India, è stato fatto un breve quadro su Nepal, Bangladesh e Bhutan e lo stadio della situazione rivoluzionaria e dei partiti maoisti presenti in quei paesi raccolti nel coordinamento CCOMPOSA.
In una calda atmosfera che via via si è creata durante l'iniziativa, l'assemblea si è quindi conclusa con  un aperitivo "indiano" in cui tutti i presenti sono stati informati circa l'organizzazione della prossima conferenza ad Amburgo e invitati a partecipare e a sostenerla.

Palermo, 23/09/2012

NEWS VERSO LA CONFERENZA- NUOVA ADESIONE DALL'ITALIA.


Il Circolo Culturale Proletario di Genova aderisce alla Conferenza Internazionale a sostengo della lotta del popolo indiano contro la repressione del proprio stato e per portare a conoscenza dell’opinione pubblica mondiale i gravi fatti che stanno avvenendo in India, che sono di fatto ignorati o occultati dall’informazione imperialista mondiale maggioritaria e dominante, tutta tesa a servire l’imperialismo occidentale nel preparare l’opinione pubblica mondiale ad un ulteriore intervento armato in Siria, a volte aumentando la gravita’ dei fatti, per giustificare un intervento armato esterno ostile ad un governó legittimo e sempre ispirato da principi di anti imperialismo, mentre tace totalmente dell’espandersi della rivolta maoista nel secondo paese piu’ popolato del mondo. Ancora una volta il mondo dell’informazione, controllato e dominato dalle lobby imperialistiche, si dimostra funzionale ai propri padroni, fornendo le notizie in maniera da giustificare interventi armati gia’ da tempo decisi a tavolino e occultando deliberatamente fatti che sarebbero controproducenti alla politica di rapina e di dominio nel nostro planeta da parte delle forze imperialiste, tra cui gli USA in primo luogo.

NEWS DALL'INDIA- ISRAELE ARMA L'ESERCITO REAZIONARIO INDIANO

Combattere l'imperialismo, il sionismo e l'espansionismo indiano. Appoggiare la Guerra Popolare in India. Tutti alla Conferenza Internazionale di Amburgo il 24 Novembre.

Di Matteo Miavaldi da China Files per Il Fatto 24 Settembre 2012.


India, da Israele armi per 10 miliardi. Sullo sfondo l’ombra della corruzione
Un articolo pubblicato sul magazine indiano Economic Times (ET) descrive il volume degli affari, negli ultimi dieci anni, dell'industria bellica di Tel Aviv con il paese asiatico. E, considerando che le parti di ricambio russe (la Russia è il primo partner) hanno registrato un apprezzamento tra il 300 ed il 500 per cento, gli israeliani guadagneranno il primato.

Il personale delle forze armate indiane, secondo i dati del ministero della Difesa, supera i tre milioni e mezzo di unità. Tra soldati in servizio, riserve e paramilitari, l’esercito indiano è tra i più grandi al mondo. Una macchina mastodontica e spesso farraginosa, costretta ad armarsi in gran parte con tecnologie non propriamente all’avanguardia, eredità del sodalizio tra India ed Unione Sovietica. Ma dal 1992, pochi anni dopo il crollo del blocco, le cose iniziarono a prendere una piega diversa. L’Unione indiana, tuffatasi nel club delle potenze capitaliste grazie alle riforme economiche di apertura del 1991, cominciò a diversificare l’approvvigionamento bellico affidandosi sempre più ad un partner commerciale conveniente, puntuale e fedele: Israele.

Un lungo articolo pubblicato la scorsa settimana sul magazine indiano Economic Times (ET) ripercorre la luna di miele che, da dieci anni, lega la seconda potenza asiatica allo Stato d’Israele. Il volume degli affari è considerevole: l’ET ha calcolato che Israele, in poco meno di dieci anni, ha venduto all’India 10 miliardi di dollari in armamenti, posizionandosi come secondo partner commerciale dell’industria bellica indiana subito dopo la Russia. E presto, considerando che le parti di ricambio russe hanno registrato un apprezzamento tra il 300 ed il 500 per cento, Tel Aviv potrebbe guadagnare il primato.

In ogni conflitto indiano, Israele non ha mai fatto mancare il proprio contributo tecnologico. Secondo i documenti ufficiali dell’epoca, ora svincolati dal segreto di stato, l’esercito indiano comprò armi da Israele per il conflitto sino-indiano del 1962, per le due guerre col Pakistan nel 1965 e nel 1971 e, più recentemente, nella guerra lampo del Kargil del 1998, che vide nuovamente gli eserciti di India e Pakistan scontrarsi nell’omonimo distretto del Kashmir. Cosa comprano gli indiani da Tel Aviv? Principalmente missili a corto raggio, sistemi di contraerea e radar, siluri per sottomarini, affidandosi anche ai tecnici israeliani per aggiornare l’artiglieria sovietica ancora in dotazione.

Senza contare le munizioni che, per la Difesa indiana, sono una delle voci di spesa più ingenti: Delhi infatti pare si stia preparando a chiudere un contratto di 200 milioni di dollari, al quale ne seguirà un altro da 1,5 miliardi di dollari, per coprire la mancanza di proiettili lasciata da alcuni incendi nei depositi di armi nel Paese, uno degli obiettivi preferiti dei maoisti indiani. In seguito agli attacchi terroristici che si verificarono in India negli anni Novanta, in particolare a Bombay, Delhi si rivolse immediatamente al mercato internazionale per potenziare il proprio esercito. Americani ed europei erano però diffidenti, non volevano condividere la loro tecnologia con un Paese che fino a poco tempo prima era uno degli alleati più solidi del blocco sovietico. Curriculum che però non indispettì Israele, pronto ad intrattenere affari senza fare troppe domande e, ove servisse, a distribuire mazzette per velocizzare le pratiche. La corruzione, dilagante nel subcontinente indiano, per le compagnie israeliane non ha rappresentato assolutamente un problema, nonostante alcune siano state inserite nelle black list di Delhi. Gli esperti interpellati dall’ET, dietro anonimato, hanno confermato che nell’ambiente le mazzette israeliane a funzionari indiani sono ormai proverbiali. Non che gli altri Paesi brillino per specchiata trasparenza – e ne sa qualcosa anche la nostra Finmeccanica - ma Israele pare abbia una marcia in più. “C’è una differenza enorme tra i russi e gli israeliani. I russi corrompono solo i dirigenti, gli israeliani corrompono tutti” ha spiegato una fonte del magazine indiano.

NEWS DALL'INDIA - OPERAI MARUTI VERSO L'AUTORGANIZZAZIONE



La repressione in corso contro gli operai della Maruti è grave – dal momento dell'agitazione, il 18 luglio 2012, oltre 150 operai sono stati arrestati, più di 500 operai a tempo indeterminato sono stati licenziati, più di 1.500 operai temporanei potrebbero aver perso il loro - o meglio 'questo' - lavoro e più di mille poliziotti statali e privati ​​sono stati di stanza attorno alla fabbrica della Maruti, al fine di garantire la “pace” industriale. La repressione tende a focalizzare il nostro punto di vista e la nostra azione su di essa - ci costringe a reagire, invece di agire noi stessi. Questi sono tempi difficili per l’esercizio dell’analisi critica delle lotte della nostra classe. Per criticare le nostre attività, mentre gli attacchi del nemico sembrano piuttosto paradossali o intempestivi - ma pensiamo che sia necessario.

In questa newsletter vogliamo continuare il dibattito sull’ «organizzazione degli operai», in base a ciò che vediamo sia come pre-condizione che processo di organizzazione: l'auto-inchiesta degli operai sul processo di produzione, come costituisce la classe operaia e come può essere trasformato nella base di un attacco autorganizzato contro i rapporti sociali esistenti. Presentiamo alcune riflessioni generali e storiche sul rapporto tra inchiesta e organizzazione degli operai, ma il nostro obiettivo centrale è materiale concreto sulle condizioni alla Maruti dopo le ondate di lotta nel 2011 - e una proposta per impegnarsi in un processo di inchiesta operaia in Manesar.

Tra aprile e giugno 2012 abbiamo posto agli operai della maggior parte dei settori alla Maruti e delle aziende dell’indotto le seguenti domande: com’è la tua collettività ora, pochi mesi dopo lo sciopero? Quali cambiamenti si sono verificati da allora, quali hanno sia indebolito o rafforzato la vostra collettività? cosa ha fatto la direzione aziendale per minare la vostra collettività? che cosa hanno fatto o possono fare gli operai, al fine di rafforzare e estendere la collettività? che ruolo ha il nuovo sindacato in questo processo di de-e ri-composizione della base organizzativa degli operai?

Abbiamo sintetizzato un preliminare bilancio sulla base di queste conversazioni, che costituisce la parte centrale di questa newsletter. Inoltre vi è altro materiale: i rapporti degli operai dei vari reparti della Maruti e dell’indotto; un’intervista con un compagno di un gruppo marxista-leninista che riflette sulle sue esperienze nel corso delle lotte del  2011; una sintesi del libro 'The Maruti Story ', scritto dal presidente della Maruti, sulla storia della fabbrica Maruti di Gurgaon, dal punto di vista del nemico. Un compagno ha riassunto materiale sulla fabbrica della Suzuki in Ungheria, che fornisce i mercati mondiali con gli stessi modelli che vengono prodotti in Manesar - e nel 2005 gli operai hanno mostrato il loro malcontento circa le condizioni di lavoro. Per illustrare la newsletter abbiamo fatto alcune fotografie a Manesar e nei villaggi circostanti.

Amici di Faridabad Majdoor Samachar distribuiscono il giornale degli operai ogni mese, sia di fronte alla fabbrica Maruti di Manesar che a quella di Gurgaon - ci auguriamo che ci aiuterete nella distribuzione e /o contribuendo al dibattito. Ci auguriamo che questa newsletter fornisca un po' di materiale utile a dare impulso.

sabato 22 settembre 2012

NEWS DALL'INDIA- ARRESTATI I COMPAGNI ABHISHEK, SUNIL E SUBHAS A CALCUTTA


Libera traduzione dai quotidiani borghesi indiani "The Asian Age" e "The Indian Express"

Tre maoisti arrestati in città il 13 settembre.

Tre giovani leader Maoisti, impegnati nel diffondere la rete ribelle a Calcutta, sono stati arrestati dalla Special Task Force della polizia di città Martedì pomeriggio. Abhishek Mukherjee, 30 anni, Sunil Mondal, 30 anni e Subhas Roy, 45 anni, sono stati catturati da un team della STF da Tara Sankar Sarani e Nitya Gopal Chatterjee Lane mentre entravano a Tala verso le 19:45 in seguito a una soffiata.
Il loro arresto rappresenta un grosso colpo all’attività dei ribelli dentro e intorno alla città. Due revolver artigianali, incluso uno semi-automatico sono stati recuperati da loro insieme a molta letteratura maoista, ha detto il commissario di polizia (STF) Rajiv Mishra.
Ricercato dal 2008, Abhishek conosciuto come Raju alias Aranya nell’ambiente maoista, era il più grande segretario del comitato della città di Calcutta del PCI (maoista) e in seguito diventò un membro del comitato di stato del gruppo fuori legge. Aveva forti collegamenti con il comandante ribelle caduto Kishenji che era solito accompagnare quando questi veniva a Jangalmahal, hanno rivelato fonti STF. Inoltre, era solito svolgere un ruolo chiave nell’organizzazione di incontri segreti con importanti leader ribelli nella città e manteneva contatti con i comandanti ribelli anziani a Jangalmahal, hanno rivelato le fonti STF . 

Abhishek parla circa 12 lingue incluso francese e russo. Poteva conversare nelle lingue del sud che lo aiutavano ad interagire con alcuni leader maoisti dell’Andra Pradesh. Ha dichiarato alla STF che nel 2011 aveva sposato Debalina Chakraborty la leader arrestata del Matangini Mahila Samity. Debalina adesso è in galera. Abhishek ha studiato all’università di Jadavpur dove incontrò Debalina e un altro leader arrestato del grande comitato di città di Calcutta, Sunil conosciuto anche come Neel alias Santanu alias Tapan. 
Sunil è di Agarpara nel North 24 Parganas.
Il terzo arrestato Subhas alias Samir alias Ajoy, anche un membro dello stesso comitato capeggiato da Abhishek è di Halishahar nello stesso distretto. La STF ha trovato il suo nome a Marzo dopo aver arrestato il leader ribelle dell’Andra Pradesh Sadanala Ramakrishna che ha introdotto Subhas nella ala maoista del comitato tecnico. Giovedì pomeriggio, i 3 leader ribelli sono stati prodotti di fronte la corte di Sealdah. 
Prima di scendere dal furgone blindato, Abhishek, nonostante fosse coperto, ha rimosso il lenzuolo dalla sua faccia in segno di protesta. La corte ha rimandato tutti e 3 a sette giorni di custodia di polizia. Nel frattempo, un maoista è stato arrestato dalla polizia dall’area di Barikul a Bankura giovedì presto. Kantiram Murmu, un membro della squadra maoista di Arjun, era ricercato per l’uccisione di Parameshwar Mandi il 30 Gennaio 2011.

Chi è Abhishek Mukherjee?


Un giovane leader maoista che era creduto ucciso in uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza circa due anni fa è stato arrestato nel nord di Calcutta. Abhishek Mukherjee, alias Aranya, era uno dei leader più ricercati del PCI (maoista) e uno stretto associato del leader maoista caduto Kishenji.
Era stato dichiarato “martire” sul sito web dell’organizzazione illegale nel 2010 ma è stato catturato nel tardo pomeriggio di martedì dalla STF della polizia di Calcutta quando si stava recando ad un meeting segreto.
Mukherjee era il segretario del Comitato di città di Calcutta dei maoisti ma era stato dichiarato morto dopo uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza nell’area di Junglemahal nel distretto di West Midnapore nel Marzo 2010.
Una fonte STF ha detto che Mukherjee e altri 2 maoisti sono stati arrestati mentre svolgevano un incontro segreto a Tala Park nel nord di Calcutta. Documenti incriminanti e prove di comunicazione tra i maoisti, una pistola e qualche munizione presumibilmente sono state anche recuperate dai tre uomini, ha detto la fonte. Debolina Chakraborty la moglie di Mukherjee è stata in cella da due mesi adesso. Presumibilmente è una leader chiave dell’ala delle donne di una organizzazione di fronte dei maoisti. Come volto pubblico dell’organizzazione, ha organizzato raduni e manifestazioni in città. La coppia stava studiando relazioni internazionali nell’università di Jadavpur e si pensa si sia sposata in segreto.
Mukherjee, era considerato essere un brillante studente all’università e aveva anche passato gli esami preliminari dell’UPSC esame IAS nel 2005-2006. 
Si era iscritto all’università nel 2001  ed era apparentemente attratto dall’ estremismo di sinistra e abbandonò il suo corso di specializzazione.
I suoi genitori hanno detto che è diventato disilluso nella campagna Singur-Nandigram che fu una valanga a quel tempo. Dal 2007 era profondamente impegnato nel movimento ed entrò in clandestinità dopo il 14 Marzo quell’anno quando 14 persone furono uccise dal fuoco della polizia a Nandigram. Il padre di Abhishek, Ashesh Mukherjee di 70 anni, un precettore privato e la madre Lekha di 62, hanno sostenuto che hanno dovuto spostarsi dalla loro casa in affitto nel distretto di Hooghly circa 4 mesi fa dato che poliziotti in borghese venivano frequentemente cercando loro figlio.
Ashesh ha anche detto che non erano in grado di affittare facilmente una casa dato che erano etichettati come genitori di un ricercato maoista. Mentre la notizia dell’arresto di Abhishek si diffondeva giovedi, un consigliere locale del Trinamool Congress andò dove  vivono adesso nel nord di Calcutta e gli chiese di lasciare il posto in serata. Ashesh ha sostenuto “non abbiamo ricevuto notizie da nostro figlio per 2 anni e mezzo e non lo vedevamo da quando è entrato in clandestinità. Precedentemente, sentimmo che nostro figlio fu ucciso in uno scontro e aspettavamo il suo corpo. Oggi siamo venuti a sapere dai media che mio figlio è stato arrestato” 

venerdì 21 settembre 2012

NEWS DALL'INDIA - I MAOISTI INTENDONO ISTITUIRE ZONE DI GUERRIGLIA NEL NORD-EST.


Libera traduzione di un articolo apparso sul quotidiano borghese The Assam Tribune.



R Dutta choudhury
GUWAHATI, 16 Settembre- Le forze di sicurezza hanno avuto informazioni vitali riguardanti il piano dei ribelli Maoisti di istituire zone di guerriglia sulle colline in Assam e Arunachal Pradesh per rafforzare la loro ala armata nella regione.
Fonti altolocate delle forze di sicurezza hanno detto al The Assam Tribune che i ribelli Maoisti potrebbero provare a istituire zone di guerriglia principalmente nelle colline toccanti l’Assam e l’Arunachal Pradesh come anche la folta giungla di Karbi Anglong.
Fonti hanno detto che l’istituzione di tali zone di guerriglia potrebbe facilitare il lancio del movimento armato dai gruppi militanti Maoisti dato che recentemente sono sotto pressione.
Fonti hanno sottolineato che la folta giungla sulle colline toccanti l’Assam e l’Arunachal Pradesh come quelle di Karbi Anglong darebbero un’adeguata copertura ai militanti e sarebbero capaci di stabilire campi militanti a tutti gli effetti e a stabilire anche campi di addestramento.
La polizia e le forze di sicurezza operanti in quest’area sono state allertate circa il piano dei ribelli Maoisti in modo che il piano possa essere sventato, se i Maoisti riuscissero nell’esecuzione di esso, sarebbe difficile contenere i ribelli dato che la folta foresta dell’area individuata dai Maoisti darebbe adeguata copertura ai militanti, rendendo allo stesso tempo più difficile il compito delle forze di sicurezza.
Tuttavia, recentemente, le attività dei ribelli Maoisti nello Stato sono di basso profilo in seguito agli arresti di molti membri importanti dell’organizzazione. I ribelli Maoisti hanno già formato il Comitato Principale dell’Alto Assam come anche la propria ala armata nell’alto Assam con forti basi nell’area di Sadiya del distretto di Tinsukia.
Sono in corso tentativi dei militanti di formare un forte Comitato Principale del Basso Assam.
Le forze di sicurezza hanno detto che i Maoisti stanno agendo poco a causa delle recenti battute d’arresto come quando 4 quadri sono stati uccisi in un’operazione, mentre altri importanti membri tra cui
Pallab Borbora e Swapan Baruah sono stati arrestati dall’Agenzia Nazionale Investigativa (NIA)
per mantenere contatti con l’Esercito di Liberazione Popolare del Manipur (braccio armato del Partito Comunista Maoista del Manipur, nello stato federato indiano di Manipur del nord-est n.d.r.). Tuttavia Aditya Bora l’uomo principale dei Maoisti in Assam, si crede si sia spostato in Nagaland (stato federato indiano del nord-est) in seguito alle pressioni su di lui, mentre non si sa dove sia un altro importante membro dei Maoisti, Singharaj Orang. Le fonti hanno detto inoltre che la forza totale dei Maoisti in Assam non dovrebbe essere più di 150 e circa 50 di essi sono quadri addestrati. Alcuni membri dei Maoisti sono stati addestrati nelle giungle toccanti l’Assam e l’ Arunachal Pradesh, hanno rivelato le fonti.

giovedì 20 settembre 2012

A tutte le forze comuniste, rivoluzionarie, antimperialiste, di solidarietà internazionalista in Italia.


Il comitato Internazionale invia a partecipare e sostenere la Conferenza Internazionale a sostegno della Guerra Popolare in India, sulla base dell'appello di convocazione, allegato insieme a un breve report sullo stato attuale della sua preparazione e svolgimento.
La conferenza internazionale segna un duro colpo all'imperialismo e al regime indiano, all'egemonismo indiano nel mondo e un grande passo nel sostegno alla guerra popolare in India, nell'affermazione della via della guerra popolare e della rivoluzione nel mondo, dell'internazionalismo proletario.
Il Comitato Internazionale fa appello alla partecipazione diretta, con una delegazione collettiva, alla conferenza, a cui si potrà accedere rigorosamente per inviti, e a inviare messaggi di sostegno, che saranno letti e distribuiti tra i partecipanti alla conferenza.
Per dare a tutti la massima informazione e permettere la massima discussione sull'India e la guerra popolare in India, sulla linea e l'azione del PCI(Maoista), sugli sviluppi della rivoluzione indiana nel contesto internazionale, sulle forma del sostegno ad essa, il comitato indice un mese di iniziative in Italia, nel maggior numero di città, centri, posti lavoro, quartieri, dal 10 ottobre al 10 novembre 2012. il Comitato Internazionale è disposizione per realizzare queste iniziative in tutte le forma possibili: conferenze, volantini, materiali, manifesti, video, mostre ecc. purché esse vengano confermate il più presto possibile, prima dell'inizio del mese di mobilitazione, per poterci attrezzare e mobilitare.
Queste iniziative, autonome di ogni realtà, vanno coordinate con il Comitato Internazionale e con il riferimento all'appello di convocazione della conferenza.
Il Comitato Internazionale, a sostegno delle enormi spese che la conferenza comporta, soprattutto per garantire la partecipazione dalle diverse parti del mondo, ha lanciato una sottoscrizione di 10.000 euro e invitiamo caldamente ogni organizzazione, ogni compagno, a contribuirvi.
Per i versamenti sono  usati versamenti su postepay, il cui numero si potrà ottenere richiedendolo all'indirizzo e-mail del Comitato. csgpindia@gmail.com

Con la rivoluzione indiana fino alla vittoria!
Viva l'internazionalismo proletario!

Comitato Internazionale di sostegno alla Guerra Popolare in India
csgpindia@gmail.com

REPORT UFFICIOSO: VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI AMBURGO


Si è tenuta ad Amburgo la riunione preparatoria della Conferenza internazionale a Sostegno alla guerra popolare in India. La partecipazione è stata del Comitato Internazionale al completo, e dei compagni del BGIA, in quanto organizzatori della Conferenza.
Il Comitato Internazionale ha relazionato sul lavoro svolto per informare e invitare a partecipare compagni dalle diverse parti del mondo.
In Asia, il Comitato ha fatto pervenire l'invito ai compagni di India, Nepal, Afganistan.
Nel mondo arabo, sono state invitate organizzazioni Tunisine e una delegazione dal Marocco.
Nei paesi europei è partita l'organizzazione di iniziative per ottenere la partecipazione di folta delegazioni da Italia, Francia e dalla Galizia. Nello Stato Spagnolo, sono state invitate tutte le forze che sostengono la guerra popolare, eccetto le organizzazioni che attaccano la guerra popolare come “revisionismo armato” e “centrismo”. Dall'Olanda, parteciperà una delegazione di organizzazioni giovanili. Si sono avviati sforzi per una partecipazione dall'Inghilterra, dove pure esistono l'ICAWPI e altre forze e attività che denunciano la Operazione Green Hunt e appoggiano il Fronte Rivoluzionario Democratico.
Dal Canada, i compagni hanno segnalato che dopo la brillante campagna del gennaio 2010, si faranno tutti gli sforzi necessari per propagandare la conferenza, e inviare una delegazione.
In Italia, i preparativi per le delegazioni sono avanzati in alcune realtà del comitato e si preparano per i prossimi mesi nuove iniziative di propaganda e sostegno alla conferenza. Sono previste inoltre iniziativi e appelli specifici rivolti ai sindacati di base, a forze comuniste e antimperialiste che guardano con interesse alla guerra popolare - in particolare A Napoli, Roma e Firenze - a forze sostenitrici delle guerre rivoluzionarie e solidali coi prigionieri politici e infine a organismi di solidarietà internazionalista.
In Francia, è organizzata per fine settembre una conferenza preparatoria aperta a tutte le realtà nazionali e internazionali presenti nel paese perché si arrivi a una buona partecipazione alla Conferenza Internazionale. Si segnala inoltre l'importante di due blog molto seguiti quali “Servir le Peuple” e “Feudeprairie”. I compagni stanno trattando i problemi di autofinanziamento ed è prevista la realizzazione di una T-Shirt. Un appello a partecipare sarà fatto anche agli operai della Michelin, in lotta contro il trasferimento in India di una parte delle attività. Uno stand di propaganda della conferenza sarà presente alla festa nazionale dell'Humanité, che tuttora costituisce un evento di richiamo anche internazionale in cui sono presenti organizzazioni da diversi paesi e di differenti orientamento.
Il comitato ha rilevato la richiesta di informazione per la partecipazione da parte del MLKP.
Circa l’America Latina, sono stati invitati compagni da Brasile, Ecuador, Colombia, Bolivia, Messico e Argentina.
Il rapporto del comitato si è concluso evidenziando la grande potenzialità della campagna per la partecipazione alla Conferenza che mostra come la Conferenza sia potenzialmente un grande successo per fare un salto di qualità nel movimento di sostegno.
Il rapporto dalle organizzazioni che co-promuovono la Conferenza in Germania ha riempito di soddisfazione la riunione, per gli importanti avanzamenti realizzati nella partecipazione di diverse organizzazioni, non solo di Amburgo ma da tuta la Germania e per l'adesione delle organizzazioni giovanili e partiti di orientamento MLM di Turchia,
L’invito a partecipare sarà anche rivolto ai compagni filippini. Le attività degli organizzatori in Germania ha permesso di ottenere l'adesione di due organizzazioni dall'Austria, dalla Svizzera, così come interesse dall'area, presente in diversi paesi, dei Soccorso Rosso Internazionale. Certa la partecipazione da Svezia e Norvegia.
La Conferenza internazionale è un duro colpo contro l’imperialismo e il regime indiano.
Il programma della conferenza durerà dalle 11 alle 22. esso prevede due relazioni di ca 20 minuti l'una, delle due organizzazioni promotrici. Per favorire il maggior numero di interventi, essi non potranno superare la durata i 5 minuti.
Gli obiettivi della conferenza, i risultati di essa e le nuove indicazioni per il futuro saranno sintetizzati in una risoluzione approvata alla fine della conferenza.


Comitato Internazionale di sostegno alla guerra popolare in India
csgpindia@gmail.com


straordinaria conferenza internazionale ad amburgo a sostegno della guerra
popolare in india il 24 novembre


campagna nazionale in italia per organizzare la delegazione di massa


info per italia

csgpindia@gmail.com

mercoledì 19 settembre 2012

NEWS: INIZIATIVA A PALERMO VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI AMBURGO

PROIEZIONE E APERITIVO DI AUTOFINANZIAMENTO


Prima iniziativa di autofinanziamento per la preparazione e appello all'adesione alla delegazione che parteciperà alla Conferenza Internazionale di Amburgo di sostegno alla Guerra Popolare in India il prossimo 24 Novembre.

ORE 17:00 PROIEZIONE VIDEO SULLA GUERRA POPOLARE
ORE 18:00 APERITIVO CON SOTTOSCRIZIONE DI 3€

- ROSTICCERIA INDIANA
-SNACKS VARI

BIBITE E BIRRE A PREZZI PROLETARI!

martedì 18 settembre 2012

NEWS: INIZIATIVE A MILANO VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE

Il Comitato di Sostegno alla Guerra Popolare in India riunitosi giovedì 13 settembre presso il COA Transiti, per organizzare la partecipazione alla Conferenza internazionale ad Amburgo e le iniziative per pubblicizzare la Conferenza e di autofinanziamento per la sua realizzazione ha deciso di pubblicizzare la
Conferenza in due iniziative a Milano:
alla presentazione della Marcha Democratica tenutasi ieri al CSOA Vittoria e al presidio contro i "venti di guerra" in Siria il prossimo GIOVEDI 20 SETTEMBRE ORE 18 IN PZA SAN BABILA


Comitato di Sostegno alla Guerra Popolare in India - Milano

giovedì 13 settembre 2012

NEWS DALL'INDIA- BANDH PARALIZZA IL DISTRETTO DI KORAPUT


UN BANDH (SCIOPERO GENERALE CON BLOCCO TOTALE DI TUTTE LE ATTIVITA' COMMERCIALI, TRASPORTI PUBBLICI E PRIVATI ECC.) INDETTO DAI MAOISTI PARALIZZA IL DISTRETTO DI KORAPUT  NELLO STATO FEDERATO DI ORISSA.
SCIOPERI E GUERRA POPOLARE DUE FACCE DELL'AZIONE DEL PCI(M).

SOSTIENI GLI SCIOPERI DEI LAVORATORI INDIANI!

SOSTIENI LA GUERRA POPOLARE!

TUTTI AD AMBURGO IL 24 NOVEMBRE ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI SOSTEGNO!

LIBERA TRADUZIONE  DALL'ORGANO DELLA SEZIONE DI GALIZIA (STATO SPAGNOLO) DEL COMITATO DI SOSTEGNO ALLA GUERRA POPOLARE IN INDIA.

correovermello- noticias
Nuova Delhi 02/09/12


Secondo i rapporti IANS dello scorso 31 agosto il distretto di Koraput era paralizzato: attività commerciali, scuole e trasporti, a causa di un bandh (sciopero generale) convocato dal clandestino PCI (Maoista) in segno di protesta per l'assassinio di Teli Kadranga "Rajendra" in un falso scontro con la polizia.
Fonti del partito hanno smentito e ribadito che Rajendra è stato rapito nella sua casa e poi portato nella foresta di Bodomathuru dove è stato ucciso dalla polizia. Questa tattica brutale viene utilizzato dalle forze repressive per assassinare dirigenti comunisti.
Inoltre hanno informato che nello stesso distretto di Koraput, una mina posta su una strada forestale ha gravemente ferito due membri della BSF (corpo paramilitare indiano impegnato nell'Operazione Green Hunt n.d.r.).

NEWS: INIZIATIVE IN FRANCIA VERSO LA CONFERENZA DI AMBURGO


Nel quadro delle iniziative preparatorie per la Conferenza Internazionale a Sostegno della Guerra Popolare in India, il prossimo 29 settembre a Parigi avrà luogo un'importante iniziativa organizzata dal comitato di sostegno francese in cui è prevista la proiezione di un documentario e a seguire un dibattito. Segue il testo in lingua originale della convocazione dell'iniziativa e del volantino diffuso dai compagni in Francia in cui vengono spiegate molte ragioni per le quali è giusto e necessario sostenere la rivoluzione in India.
Seguite questo blog per conoscere tutte le iniziative di preparazione per la Conferenza di Amburgo sia in Italia che a livello internazionale.

DAL BLOG DELLA SEZIONE FRANCESE DEL COMITATO DI SOSTEGNO ALLA GUERRA POPOLARE IN INDIA:

http://drapeaurouge.over-blog.com/article-tous-et-toutes-a-la-conference-internationale-de-soutien-a-la-guerre-populaire-en-inde-109803903.html

https://csrinde.wordpress.com/2012/09/06/conference-internationale-de-soutien-a-la-guerre-populaire-en-inde/

Afin de préparer la Conférence Internationale de Soutien à la Guerre Populaire en Inde, le Comité de Soutien à la Révolution en Inde organise une réunion d'information préparatoire le 

SAMEDI 29 SEPTEMBRE 2012

à 14h

au local Dersim - 16 rue des Petites Ecuries

75010 Paris - M° Strasbourg-St Denis

Un documentaire sera diffusé, suivi d’une discussion animée par les membres du Comité.   
  
Venez nombreux et nombreuses pour préparer cet évènement aux répercussions internationales ! 
Plusieurs délégations de nombreux pays y seront présentes ! 
  
Nous organisons un départ commun pour Hambourg. L’hébergement se fera sur place et sera pris en charge. 
  
Si vous ne pouvez pas venir à cette réunion, prenez contact avec le Comité de Soutien à la Révolution en Inde : 
csrinde[at]yahoo.fr / csrinde.wordpress.fr 
  
Vous trouverez ci-dessous le texte d'invitation à la réunion du samedi 29 septembre ainsi que l'invitation officielle du Comité International de Soutien à la Guerre Populaire à la Conférence de Hambourg. 
  
CSRI 


Tant de raisons pour soutenir la Guerre Populaire en Inde

Depuis le soulèvement de Naxalbari en 1972, la Guerre Populaire dirigée par les forces maoïstes n’a pas cessé. Depuis 2004, elle connaît même un nouveau développement avec la création du Parti Communiste d’Inde (maoïste) [PCI(m)], fruit de l’union des principaux groupes maoïstes.
 
Aujourd’hui, l’Armée Populaire de Libération dirigée par le PCI (m) est présente sur un tiers du territoire indien, ce qui a permis dans certaines régions de développer la démocratie nouvelle. Dans ces zones libérées par les révolutionnaires, les problèmes ne sont pas posées en terme de garantir les profits des multinationales, des propriétaires terriens et des intermédiaires mais plutôt de garantir une amélioration des conditions de vie :
  • mise en place de centres de santé (le taux de mortalité infantile est près de 13 fois supérieur à celui de la France),
  • développement d’une éducation accessible à toutes et tous (26% d’analphabètes – 18% pour les hommes et 35% pour les femmes),
  • construction de canaux d’irrigation pour améliorer l’indépendance alimentaire (en 2000, 70% de la population en dessous du seuil de pauvreté calorique),
  • garantie de l’accès à la terre (le système semi-féodal est toujours en cours),
  • préservation de l’environnement (pollution des sols par les compagnies minières, assèchement des eaux par les usines comme Coca-Cola, cultures OGM de coton improductives, construction d’un réacteur nucléaire par Areva sur une zone sismique),
  • abolition des castes (plus de 6200 crimes et délits contre les intouchables),
  • égalité hommes/femmes,
  • etc.
Plutôt présent dans les zones rurales, les révolutionnaires se sont fermement opposés à l’accaparement des terres et des ressources par les grandes sociétés multinationales minières (à Singur, Nandigram et Lalgarh notamment) conduisant à l’appauvrissement des populations locales et à la destruction de l’environnement dont elles tirent leur subsistance.
 
Suite à cette résistance légitime, l’Etat indien a décidé en 2009 de lancer une offensive contre sa propre population : l’opération « Green Hunt ». Plus de 100 000 soldats et paramilitaires ont donc été envoyés dans les zones contrôlées par les maoïstes. De nombreux rapports issus de personnalités et d’organismes divers mettent aujourd’hui en avant les tortures, massacres et disparitions commises par les forces armées gouvernementales.
 
Une partie des intellectuels, des pacifistes, soutient ou sympathise avec les maoïstes et proteste contre les assassinats de dirigeants, de militants et dénoncent les exactions, massacres, viols exercés contre les civils par l’armée indienne. L’influence des révolutionnaires dans les villes commence à grandir.
 
Cette année 2012 a été témoin d’une augmentation de la colère des masses indiennes : plus grosse grève générale de l’histoire en février, soulèvement dans l’usine Suzuki et Regency KC,…
 
Pays émergent de plus d’un milliard d’habitants, l’Inde a des visées impérialistes en Afrique, comme la Russie, la Chine et le Brésil. D’un autre côté, elle facilite grandement l’implantation des sociétés multinationales en créant des Zones Economiques Spéciales où le droit du travail est modifié et où les terres, l’eau et l’électricité sont très peu cher voire gratuit. Les répercussions sont dramatiques. L’exemple le plus frappant est sûrement celui de la ruine de dizaines de milliers de paysans devenus dépendants du coton transgénique. Depuis 25 ans, 200 000 se seraient donné la mort pour échapper à la misère (8 000 suicides par an !).
 
L’impérialisme français n’est pas en reste puisqu’il existe une Chambre de Commerce franco-indienne de 49 conseillers et un groupe d’avocats (UGGC) spécialisé dans l’assistance aux « entreprises européennes à leurs différents stades d’intervention sur le marché indien. » En 1998, un partenariat stratégique a été établi entre la France et l’Inde autour de 3 axes : coopération nucléaire civile, coopération de défense, coopération spatiale. L’impérialisme français est en outre présent dans différents secteurs en Inde dont voici les principaux représentants :
 
Armement : Vente de 123 avions Rafale (Dassault) pour 9,1 milliards d’euros avec transfert vers Hindustan Aéronautics. La France est le 4ème vendeur d’armes (7,2%), derrière les USA (49%), le Royaume Uni (15%), la Russie (15%). Les autres entreprises d’armement sont EADS
Aviation civile/Aéronautique : Air France, Thalès Indra, Safran
Matériel électrique/électronique : Legrand, Schneider Electric (moteurs, générateurs, transfos, distribution), Sicam, Hager, Thompson
Energie : Areva (2 réacteurs nucléaires EPR - accord cadre), GDF Suez, Air liquide, Total
Eau : Suez, Veolia
Banques/Assurances/Gestion : Bryan, Garnier & Co, Crédit Agricole (Calyon Bank), Société Générale, BNP Paribas, Axa, Goa Consulting, CGG Véritas, Waczing, G21 Venture Management, Cap Gemini, Sanofi
Distribution : Carrefour
Agroalimentaire/Semences : Danone, Bongrain, Clause, Dabon Interna, Pernod Ricard.
Construction/Architecture/Ingénierie : Saint Gobain, Lafarge, Systa Mva Consulting, Egis BCEOM
Automobile : Michelin (pneus), Lohr (carosserie, remorques), Veritas (contrôles techniques), Faurecia (sièges autos), Renault
Matériel ferroviaire : Alstom
Machines : Poclain Hydraulics
Informatique : G.SCE, NatureSoft
Communication : Euro RSCG
Transport : CMA CGM, Geodis
Autres : Accor, L’Oréal, Sodhexo
 
Les actionnaires et patrons de ces entreprises exploitent les ouvriers et travailleurs indiens, profitent des bas salaires, de manque de droits sociaux, d’avantages multiples (prix des terrains, remise d’impôts et de taxes, etc). Les mêmes patrons exploitent ici en France les ouvriers et travailleurs, licencient à tour de bras, ferment des entreprises, augmentent les cadences. Soutenir la guerre populaire est en fait soutenir ici et là-bas la lutte contre les mêmes patrons.
 
Nous devons prendre exemple sur les ouvriers de Michelin Clermont-Ferrand qui se sont opposés à la construction d’une usine en Inde sur les terres des paysans pauvres. Dans leur communiqué, ils affirment : « En Inde, un conflit terrible oppose un village d’Intouchables – les plus méprisés de ce pays de castes – et Michelin, notre grande transnationale du pneu. Thervoy Kandigai est un bourg du Tamil Nadu, État du sud de l’Inde. Il compte environ 1500 familles, qui vivent depuis toujours des pâturages et forêts proches de Thervoy. Tel est leur territoire, que Michelin s’apprête à détruire pour l’éternité avec cette usine. Non seulement la forêt, espace indispensable à la survie de cette population sans terre, est confisquée mais elle a déjà commencé à être détruite, risquant par la même de tarir les lacs approvisionnant les villages locaux en eau. »
 
Nous devons soutenir la Guerre Populaire en Inde car elle est le seul moyen par lequel les paysans et travailleurs, hommes et femmes, d’Inde pourrons trouver la voie vers une société débarrassée de l’exploitation et de l’oppression qu’ils et elles subissent tous les jours.
 
Nous devons condamner le rôle de l’impérialisme français en Inde en nous unissant à nos frères et sœurs de lutte.
 
Cette réunion d’information est une réunion pour préparer la Conférence Internationale de Soutien à la Guerre Populaire qui se tiendra à Hambourg le 24 novembre 2012.
 
Nous organisons un départ commun. L’hébergement se fera sur place et sera pris en charge.
 
Si vous ne pouvez pas venir à cette réunion, prenez contact avec le Comité de Soutien à la Révolution en Inde : csrinde@yahoo.fr / csrinde.wordpress.fr