domenica 30 settembre 2012

VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE- A proposito del movimento maoista in India una nota per il movimento NOTAV



Lo scorso 24 marzo il movimento No Tav  in occasione del rapimento nello stato indiano di Orissa di due italiani,scriveva sul suo sito “La val di Susa e l’India, due terre così lontane che si legano quasi per caso nella vicenda di Paolo”, in merito al rapimento di Paolo Bosusco da parte del movimento maoista facente capo al  comitato di  stato di Orissa.
Nel messaggio e in quello precedente i compagni dicevano anche: “Abbiamo conosciuto la grave situazione del vostro popolo e delle vostre terre, abbiamo capito i sentimenti e la voglia di libertà che vi anima nel lottare e richiedere la liberazione dei vostri compagni in carcere “ e inoltre “anche in val di Susa si parla e si racconta della lotta no tav in modo falsato e distorto, solo chi vive, solo chi attraversa le situazioni può capirle.” Ebbene da allora sono passati quasi 5 mesi e come sappiamo la lotta in valle continua e si sviluppa assestando nuovi colpi ai piani del governo Monti e alla militarizzazione della valle che, nonostante la presenza asfissiante dell’occupante, resiste e contro-attacca con fantasia, intelligenza e determinazione.
Quello che sicuramente è meno a conoscenza del movimento italiano sono invece gli sviluppi rivoluzionari in India, una rivoluzione (la più grande del mondo attualmente in corso nel paese più popolato del pianeta dopo la Cina) che in questi ultimi continua a svilupparsi, come denunciano preoccupati i media indiani circa l’estendersi del movimento rivoluzionario nel nord-est e all’estremo sud del paese  e la sua influenza nei settori urbani in primis università e movimento operaio (vedi l’ultimo grosso sciopero alla maruti-suzuki).

Dal 2009 lo stato fascista indiano ha lanciato una vera e propria campagna militare contro le “zone liberate” autogovernate dai maoisti con l’invio di 70mila uomini (equivalenti alle truppe straniere in Afghanistan), la nota scrittrice progressista indiana Arundathy Roy ha definito la campagna militare governativa come “genocida” e “guerra del governo contro il suo stesso popolo”. In questo contesto i popoli indiani, le masse indiane, i lavoratori resistono eroicamente grazie al loro esercito popolare e a tutte le forme organizzative utilizzate di volta in volta e in maniera complementare come le organizzazioni delle donne, studentesche, i sindacati rivoluzionari racchiuse nel Fronte Democratico Rivoluzionario (che il governo sta per dichiarare fuorilegge, così come il Partito Comunista Indiano maoista già da anni nelle liste delle organizzazioni terroristiche).

Oltre a fronteggiare gli attacchi governativi la rivoluzione indiana, come succede spesso in questi movimenti, deve respingere anche attacchi “interni” e tradimenti, ultimo dei quali viene proprio da Sabyasachi Panda l’ex leader maoista sotto la direzione del quale nello Stato di Orissa,  è avvenuto il sequestro di Paolo e Claudio.
Il suo passaggio dalla parte del nemico è stato denunciato duramente in un documento del PCI(M) di cui riportiamo qualche stralcio perché crediamo tratti anche dei punti di interesse con il movimento NOTAV, come il testo di quest'ultimo segnalava.
Qualsiasi organizzazione o movimento serio necessariamente adotta un metodo che si basa sul confronto aperto e la decisione collettiva che, dopo essere stata presa, viene attuata con la massima solerzia come abbiamo visto in valle in cui al di là delle appartenenze politiche e ai “credo” la linea di condotta è attuata collettivamente dalle componenti del movimento.
Come scrivono i compagni indiani nel documento citato “vogliamo dire chiaramente che il nostro partito conduce meeting, plenum e conferenze al fine di correggere e migliorare la nostra pratica e avanzare con più alti compiti. Esso individua i propri problemi  e errori e li corregge per mezzo della critica, l’autocritica, prese di posizione e campagne di rettifica assunte specificatamente. Questo è un processo continuo”.
Il PCIndia maoista sottolinea che invece l’ex leader maoista Panda agendo in maniera “anarchica” ha agito contro gli interessi della rivoluzione indiana nel “caso Bosusco” (al di là del merito della vicenda).

In particolare riguardo la questione del rapimento il documento dice “Ha ricorso a metodi opportunisti di destra durante l’arresto sotto la sua leadership dei turisti italiani. Ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale per l’intero stato di Odisha. Ma in realtà, non è stato corretto da parte sua dichiararlo quando due differenti comitati di stato di partito confinanti stanno lavorando in notevoli parti dell’Odisha e dei suoi confini e non aveva il diritto di dettare i termini agli altri due comitati di partito......
I compagni nel rivendicare la necessità della lotta armata contro il regime indiano, proseguono: “la polizia, paramilitari e militari conducono questa offensiva dal fronte mentre tutte le altre componenti partecipano molto crudelmente nell’offensiva in una maniera pianificata, coordinata e complice. Così diventa assolutamente necessario per il popolo ricorrere alla lotta armata.
In particolare riguardo all’Odisha: “l’offensiva è destinata ad intensificarsi anche in questo stato. La ragione dell’intensificarsi di questa grande offensiva sono gli interessi delle multinazionali e della borghesia compradora del nostro paese che vogliono schiacciare ogni organizzazione e il popolo che si rivela un ostacolo al loro saccheggio di risorse naturali e materie prime nei paesi arretrati come l’India.

I compagni della valle del movimento NOTAV ben sanno come l’estendersi della solidarietà è vitale per un movimento, in questo senso tutti conoscono l’ospitalità che si riceve in valle quando si va a dare solidarietà concretamente, soprattutto da parte di quei soggetti che lottano nei propri territori da nord a sud del paese (e questo è l’aiuto migliore che possono ricevere i valsusini e tutti i movimenti che si sviluppano nel nostro paese), in ogni caso nessun valsusino si immaginerebbe o confonderebbe tale atto di solidarietà concreta come una sorta di “ingerenza”.
Questo ovviamente succede anche in India dato che il movimento si sviluppa in più di 1/3 del paese in cui si incrociano compagni ed esperienze diverse e che parlano anche lingue diverse (nel senso letterale del termine), è interessante come viene trattato anche questo aspetto nella critica alle false accuse dell’ex dirigente nello stato di Orissa Panda che ha “denunciato” come ingerenza l'azione e la critica esercitata dagli altri comitati di partito dello Stato Indiano sottolineando come “ogni membro del nostro partito deve essere preparato ad andare in ogni parte del paese per lavorare. Inoltre, come comunisti internazionalisti dobbiamo essere preparati ad andare in ogni paese o area e lavorare li spalla a spalla con il popoli per la loro liberazione […]. A causa della sua stretta mentalità regionalista non solo oggi, Panda non poteva mai accettare il fatto che compagni di altri stati stanno andando e lavorando in Odisha.”
Infine Panda utilizza una ben nota argomentazione dello stato indiano ovvero che gli adivasi (le popolazioni indigene che partecipano attivamente alla rivoluzione) siano 'sfruttati' dai maoisti:
La risposta del PCI (M) può essere facilmente compresa dai compagni del movimento No Tav: “esercito popolare stesso significa  esercito in cui le masse popolari sono protagoniste, esercito che  oltre che partecipare alla guerra  fa il suo lavoro in seno e di sostegno alle masse come cucinare, trasportare merci e generi di prima necessità ecc e che questi lavori sono proprio  parte integrante di esso “. Tutto questo è tutto il contrario che sfruttare le masse

Tornando al comunicato scritto mesi addietro dai compagni valsusini si leggeva anche “Non vogliamo qui entrare nel merito di un conflitto, il vostro, che non conosciamo ma vogliamo invece raccontarvi la nostra storia.” Noi auspichiamo che il Movimento no tav acquisisca ulteriori conoscenze circa un movimento rivoluzionario che si sviluppa in India, dato che nonostante la sua ampiezza e importanza è spesso sconosciuto e ignorato anche se oggettivamente è direttamente correlato all’intralcio degli interessi dei “nostri” padroni italiani come ad esempio le difficoltà che i padroni delle multinazionali automobilistiche, compresa la Fiat di Marchionne trovano nel delocalizzare in India proprio grazie al pericolo costituito dalla mobilitazione popolare e dalla attività rivoluzionaria indiana per gli interessi della Fiat, o della Impregilo che ha rinunciato a finanziare molti progetti in India di devastazione ambientale perché combattuta da quei movimenti popolari. Inoltre vogliamo far notare ai compagni la serietà del movimento  maoista indiano nel trattare i propri problemi “interni” anche pubblicamente e in questo caso, in un certo senso dando una risposta ai problemi sollevati dal movimento No Tav nei due comunicati dello scorso Aprile e Maggio.

In questo momento la rivoluzione indiana attraversa una fase complessa a cui crediamo debba andare il nostro massimo supporto per il fatto che, se la loro lotta avanza, questo darà un aiuto ancora più intenso e concreto alle nostre lotte contro i nemici comuni si chiamino essi Impregilo, Federmeccanica, Marchionne, Monti e Singh.

Per questo facciamo appello ai compagni No Tav a solidarizzare attivamente con il movimento maoista indiano partecipando con una delegazione o una rappresentanza alla Conferenza Internazionale di Appoggio alla Guerra Popolare in India che si terrà il prossimo 24 Novembre ad Amburgo e  a cui hanno dato già adesione rappresentanti provenienti da quattro continenti.
Sarà una conferenza di lotta e “militante” dove tutte le delegazioni porteranno la propria esperienza di lotta e solidarietà internazionale e internazionalista dal territorio dal quale provengono secondo l’ottica che tutte le lotte contro il nemico comune debbano incontrarsi e arricchirsi vicendevolmente scambiandosi le esperienze.

Per ulteriori informazioni sulla conferenza e la guerra popolare in india si può consultare il blog:
e in particolare l’appello di partecipazione alla conferenza:

il documento citato dei compagni indiani dal titolo ““CC, CPI (Maoist) out rightly rejects all the vicious, baseless and sham allegations made by Sabyasachi Panda in cahoots with the ruling classes and expels him from the party for his betrayal”” è invece scaricabile in inglese al seguente indirizzo:

Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India – Sezione italiana
 csgpindia@gmail.com

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