AL CENTRO STORICO E PRESSO SCUOLE SUPERIORI
SOSTENERE LA GUERRA POPOLARE IN INDIA
L'assemblea di lavoratori e precari presso la sede dello Slai Cobas per il sindacato di classe, in cui si è letto l'appello del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India ha mandato un messaggio di forte solidarietà ai prigionieri e alle prigioniere politiche in India e in tutto il mondo.
Una donna lavoratrice a nome dei presenti con commozione, guardando anche le foto della mostra allestita, ha detto" la lotta di questi compagni e compagne ci incoraggia ad andare avanti perchè ci rendiamo conto di non essere soli! In un paese imperialista è difficile portare avanti le lotte contro i padroni, il governo sempre più moderno fascista e a volte ci sentiamo come una goccia a sè... ma se invece allarghiamo la visuale prendiamo coscienza di essere in tanti della classe del proletariato... la lotta rivoluzionaria ma anche la sofferenza di questi uomini e donne dell'India ma non solo, non è affatto vana, ma è giusta e più che legittima contro chi vuole distruggere la nostra vita... lottare per un sistema migliore per l'umanità dà il senso quando ci sentiamo a volte scoraggiati e anche le nostre lotte seppur piccole, a volte, si rafforzano guardando alla lotta e alla resistenza difficile ma forte di questi compagni... la repressione borghese non ci deve fare paura... le donne dell'India che lasciano tutto, anche i loro piccoli figli, per andare a combattere per difendere e affermare il diritto alla piena dignità di vita sono un esempio prezioso di che cosa vuole dire per noi donne lottare contro l'intera società che ci vuole tenere incatenate..."
Una donna lavoratrice a nome dei presenti con commozione, guardando anche le foto della mostra allestita, ha detto" la lotta di questi compagni e compagne ci incoraggia ad andare avanti perchè ci rendiamo conto di non essere soli! In un paese imperialista è difficile portare avanti le lotte contro i padroni, il governo sempre più moderno fascista e a volte ci sentiamo come una goccia a sè... ma se invece allarghiamo la visuale prendiamo coscienza di essere in tanti della classe del proletariato... la lotta rivoluzionaria ma anche la sofferenza di questi uomini e donne dell'India ma non solo, non è affatto vana, ma è giusta e più che legittima contro chi vuole distruggere la nostra vita... lottare per un sistema migliore per l'umanità dà il senso quando ci sentiamo a volte scoraggiati e anche le nostre lotte seppur piccole, a volte, si rafforzano guardando alla lotta e alla resistenza difficile ma forte di questi compagni... la repressione borghese non ci deve fare paura... le donne dell'India che lasciano tutto, anche i loro piccoli figli, per andare a combattere per difendere e affermare il diritto alla piena dignità di vita sono un esempio prezioso di che cosa vuole dire per noi donne lottare contro l'intera società che ci vuole tenere incatenate..."
Volantinaggio e affissione all'Università
dalla breve cronaca di un compagno: ieri giorno 8 aprile si è proseguito con la campagna India alla mensa dell' Università di Palermo. Il volantino dell'appello diffuso ha suscitato in alcuni studenti curiosità e interesse sulla situazione delle università indiane e ovviamente se non siamo noi a portare queste notizie, in molti non ne sono a conoscenza.
Agli studenti è stato spiegato il volantino, approfondendo alcuni punti sulla guerra popolare in India guidata dal PCM dell'India, aspetti di quello che avviene nelle università dove vengono arrestati studenti e professori, come il Prof Saibaba, colpevoli di stare dalla parte del popolo oppresso dal governo fascista di Modi che scatena una vera e propria guerra genocida contro le masse popolari indiane che si ribellano alla pesante oppressione subita. Un professore che ha preso l'appeIlo ne ha approvato il contenuto, e nel parlargli del fascismo di Modi in India, ha ribadito che anche in Italia con Renzi non è che siamo in una democrazia. Si è discusso quindi del Governo Renzi che fa accordi economici e alleanze con governi fascisti come quello di Modi in India, Erdogan in Turchia o Al-Sisi in Egitto dove poi accade il gravissimo assassinio del giovane Regeni, e della necessità di lottare contro il governo "in casa propria"...
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