Il governo fascista
indù diretto da Narendra Modi è alle prese con una durissima crisi economica e
politica dalla quale prova ad uscire in diverse maniere. Per un anno ha sfidato
la rabbia dei contadini contro i quali aveva fatto approvare una legge che di
fatto regalava alle multinazionali la terra. Da questo scontro è uscito
sconfitto e ha dovuto ritirare la legge!
In questi giorni al
Forum economico mondiale di Davos ha prima sbandierato i risultati nella lotta
contro la pandemia: “l’India ha dato speranza al mondo nella lotta al Covid con
la sua tecnologia, i suoi talenti, i farmaci e con le sue strutture sanitarie”.
(*) dando prova di una incredibile sfacciataggine e di un enorme cinismo visto
che la sua “gestione” della pandemia ha causato e sta causando sofferenze
indicibili e oltre 5 milioni di morti tra la popolazione! E poi come un abile
venditore “si è soffermato sugli aspetti economici: ‘L’India è impegnata a
diventare un partner di fiducia per il mondo nell’area delle catene di
approvvigionamento globali e a questo fine stiamo lavorando con diversi paesi
per creare parti per accordi di libero scambio”, e per essere più convincente
ha aggiunto che “Oggi l’India … è la destinazione più attraente per gli
investimenti anche grazie alla forte riduzione operata dal governo
sulle tasse aziendali“,” mettendo ancora una volta a disposizione del
“mercato”, e cioè svendendo ai padroni delle multinazionali, le risorse
naturali e la forza lavoro a basso costo del paese.
Ma di fronte ad un
quadro economico-sociale terribile, la cui popolazione è una delle più povere
al mondo la sua preoccupazione principale è quella che il suo governo, in
rappresentanza della borghesia indiana, deve affrontare quotidianamente la
guerra popolare guidata dal Partito Comunista dell’India (maoista) contro la
quale ha lanciato una nuova operazione militare chiamata “Prahar-3” decidendo
allo stesso tempo, di “modernizzare” il suo esercito con una strategia
“high-tech”.
L’equipaggiamento del
“super soldato” indiano del futuro, pieno di tecnologia (visione notturna,
comunicazione satellitare …)
L’esercito indiano,
infatti, ha seguito un piano di modernizzazione accelerato negli ultimi anni.
Il budget militare dell’India è di 72 miliardi di dollari all’anno, il terzo
più grande al mondo dietro Stati Uniti e Cina. Nel 2019, il governo ha detto
che sarebbe stato disposto a spendere 130 miliardi di dollari per modernizzare
le forze armate indiane. Il portavoce del Ministero della Difesa ha
annunciato: “La modernizzazione dell’esercito indiano è in corso per
affrontare le sfide regionali e i cambiamenti tecnologici”.
È un piano gigantesco,
che rappresenta diverse volte gli importi che lo stato indiano spende per la
salute o l’istruzione. Come parte della sua forza aerea, ad esempio, l’India ha
36 rafales francesi, un contratto succoso per i produttori francesi. E l’Italia
nel 2018 ha venduto armi per circa 70 milioni. Nell’ottobre 2021, il capo
dell’Indian Air Force ha annunciato che sarebbero stati prodotti 114 aerei da
combattimento. Gli imperialisti francesi di Dassault Aviation hanno colto al
volo l’opportunità di rispondere al bando di gara, ancora in corso.
Inoltre, lo stato indiano
vuole acquistare sottomarini e persino acquisire sottomarini nucleari.
Nell’esercito, i reazionari vogliono dotarsi di fucili più nuovi, artiglieria
straniera, “veicoli da combattimento pronti per il futuro” (cioè
nuovi carri armati). Lo stato maggiore indiano crede nella guerra cibernetica e
che la tecnologia sia la panacea per i conflitti del nostro tempo. I contratti
lucrativi che ne derivano per le industrie degli armamenti delle maggiori
potenze imperialiste spiegano il sostegno di vari paesi del mondo a questo
piano indiano. Insomma: l’esercito indiano vuole affidarsi a dispositivi
high-tech per diventare “moderno”.
Come si manifesta
questo nella lotta dello stato indiano contro la rivoluzione? Nel 2017, i
leader reazionari dell’India si sono incontrati l’8 maggio per decidere su un
nuovo piano di controinsurrezione. Stavano reagendo a un’imboscata che ha avuto
luogo da parte delle forze rivoluzionarie in aprile. Il loro piano si chiamava
“SAMADHAN”. Nel portare avanti i “vecchi” piani militari mira a “modernizzare”
la controinsurrezione su diversi punti. Menzioniamo alcuni di questi punti:
- Promuovere attacchi aerei
contro rivoluzionari e villaggi
- Utilizzare satelliti, GPS,
termografia, infrarossi, telecamere di sorveglianza e radar
- Utilizzare “progetti di
sviluppo” come l’installazione di torri radio, fibre ottiche, linee
elettriche, ecc. per intensificare la repressione contro i rivoluzionari
- imitare la strategia di
controinsurrezione di Israele enfatizzando l’importazione di armi
all’avanguardia, biotecnologia e tecnologia militare.
Ciò non ha impedito
certo alla Guerriglia Popolare e all’Esercito di Liberazione di compiere
diverse centinaia di azioni militari quell’anno e di intensificare la lotta
negli anni successivi. Nel 2019, a seguito di questo aumento, una riunione di
ministri e capi di Stato influenzati dalla rivoluzione ha incontrato il
ministro dell’Interno per formulare un piano d’azione. In questo piano, hanno
sottolineato il ruolo di controinsurrezione della tecnologia concentrandosi
sulla costruzione di bancomat, tralicci per la rete informatica e simili nel
tentativo di dissuadere i giovani dall’aderire al movimento. Nonostante ciò,
nel 2020, l’Esercito popolare di guerriglia e liberazione ha condotto
un’imboscata, in 250 contro 600, circondando le forze reazionarie in un’azione
ampia e rapida e ha portato avanti tante altre azioni.
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