Riceviamo e pubblichiamo questo articolo scritto da Giulia, studentessa del Liceo Scientifico Cannizzaro di Palermo che durante l'occupazione ha partecipato all'assemblea di sostegno ai prigionieri politici indiani promossa dagli stessi studenti della scuola e dal nostro comitato.
Un importante contributo scaturito da questa iniziativa a cui speriamo ne seguano tanti altri simili dagli studenti in lotta nel nostro paese verso la rivoluzione in corso più grande del pianeta.
Durante i giorni d'Occupazione sono state
organizzate dagli Studenti diverse Assemblee mirate ad informare noi giovani su
varie tematiche; tra queste, il 3 dicembre, si è tenuta una riunione alla quale
sono stati invitati due compagni facenti parte della sezione italiana del
Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India, che da anni
sostiene la rivoluzione indiana portata avanti dalla forza guerrigliera
"People's Liberation Guerrilla Army" diretta dal Partito Comunista
dell'India maoista.
Hanno ampiamente
illustrato ai presenti l'attuale situazione indiana, davvero poco considerata
(o del tutto ignorata) dai media italiani.
L'intento è di sensibilizzare ed avviare in questo
modo una campagna di solidarietà ai numerosi studenti, professori, lavoratori,
uomini e donne vittime dell'opprimente governo indiano, che ha ingaggiato ormai
da anni una vera e propria guerra per sopprimere la rivoluzione popolare
portata avanti dai Naxaliti -così vengono chiamati i ribelli maoisti in India,
dal nome del villaggio di Naxalbari dove scoppiò una prima rivolta del popolo
nel 1967- contro una classe politica impegnata unicamente a salvaguardare i
buoni rapporti con capitalisti e multinazionali estere che intendono sfruttare
le ricche risorse del territori indiano.
Qualche dato:
L'India è la dodicesima più grande economia del
mondo in termini nominali, e la quarta in termini di potere d'acquisto. Riforme
economiche hanno trasformato il paese nella seconda economia a più rapida
crescita, ma nonostante ciò il Paese soffre ancora di alti livelli di povertà
(gran parte delle ricchezze sono concentrate nelle mani di pochissime persone,
un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia minima di povertà),
analfabetismo e malnutrizione.
Quella indiana è una società pluralistica,
multilingue e multietnica, tanto che molti non sono d'accordo nel semplificare
questa sua realtà eterogenea e frammentata con un'unica identità.
Inoltre
l'India mantiene la terza più grande potenza militare del pianeta (e guarda
caso, il presidente dell'India è anche
il comandante supremo delle forze armate indiane).
Il People's Liberation Guerrilla Army fu fondato nel
dicembre del 2004 e riunisce circa 35.000 uomini in un esercito guerrigliero
rivoluzionario che è un'espressione del Partito Comunista d'India(maoista),
partito politico clandestino che mira appunto al rovesciamento del governo
attraverso una lotta popolare.
Sotto la leadership di Muppala Lakshman Rao, i
Naxaliti focalizzano le azioni di guerriglia contro le cosiddette Zone
Economiche Speciali, delle regioni geografiche con legislazioni economiche
particolari appunto, create dal governo indiano nel 2000 per attrarre maggiori
investimenti stranieri.
Attualmente l'esercito dei rivoluzionari controlla
delle zone estese lungo il cosiddetto Red Corridor, regione a Est
caratterizzata prevalentemente da foreste e che comprende le zone più povere
del Paese; le rivolte coinvolgono ormai sempre più città e campagne.
Singolare è la presenza femminile all'interno del
gruppo armato, in percentuale quasi la metà dei guerriglieri è formata da donne
che si sono unite per ribellarsi contro l'enorme aumento degli stupri, condotti
in parte dalle truppe del governo e dalle squadre paramilitari al servizio del
governo.
Il governo indiano, che bolla queste persone come
terroristi, ha sancito nel 2009 l'avvio dell'Operazione Green Hunt,
un'offensiva portata avanti dalle forze paramilitari indiane (circa 100.000
soldati) e dall'esercito di stato (circa 200.000) contro i Naxaliti e la loro
lotta popolare.
Ormai da più di quattro anni dunque il Popolo
indiano prosegue senza sosta in una guerra che ha portato un gran numero di
morti (nel 2010 furono uccisi in 172 solo del movimento maoista, nel 2011 in
99) e un ancor più grande numero di prigionieri politici (in India sono oltre
10.000) che in carcere vengono sottoposti ad ogni genere di vessazione,
torture, condizioni di vita disumane, trasferimenti arbitrari, brutali pestaggi
e isolamenti prolungati e ingiustificati.
A peggiorare le cose, l'Operazione Green Hunt ha
superato tutte le precedenti offensive sia per dimensione che brutalità:
massacri, stupri di gruppo, razzie e
distruzione di villaggi da parte delle forze armate sono diventati fatti
quotidiani; moltissimi militanti e intellettuali vicini a qualunque
organizzazione democratica o rivoluzionaria sono stati assassinati, torturati o
imprigionati e costretti a scontare pesanti condanne.
A sostegno della Guerra Popolare in India e della
liberazione degli attuali prigionieri politici varie iniziative sono state
fatte a livello globale, come la partecipata Conferenza Internazionale di
Amburgo, nel 2012.
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