venerdì 4 giugno 2021

A 6 mesi dall’inizio della protesta i contadini organizzano una “Giornata nera” contro il governo fascista indù di Modi

  

Per ricordare che sono già sei mesi che sono in lotta contro il governo del fascista indù di Modi, i contadini hanno organizzato una “Giornata nera” cui si sono unite anche tante organizzazioni sindacali che rivendicano l’abolizione dei codici del lavoro antioperai e in generale contro la direzione antioperaia delle politiche del governo.

Turbanti neri, bandiere nere, nella giornata in cui Tikait, il portavoce della protesta dei contadini, ha detto che questi primi sei mesi sono la “prima dose” per il governo, e ricordando ciò che sta succedendo nella pandemia (28 milioni di contagiati e oltre 300 mila morti e le immagini dell’India come un’unica pira funebre sono rimaste negli occhi di tutti) ha fatto il paragone con le multinazionali della sanità: “le

medicine e l’ossigeno erano chiusi negli ospedali delle multinazionali della sanità privata”, sono gli stessi disastri che vorrebbero fare con le tre leggi agricole.

La protesta, di dimensioni mai viste, continua a ricevere il sostegno generale: dai lavoratori di altri settori e anche dai braccianti agricoli che hanno deciso di partecipare.

La protesta è oramai conosciuta anche in tutto il mondo e per continuare a contrastare la propaganda del governo con i fatti reali è stato prodotto anche un documentario di un’ora che viene richiesto da diversi festival internazionali come Montreal international film festival, Canadian cinematograph awards, Tokyo lift-off film festival, Turkey Anatolia International Film Festival, Chicago Indie Film Awards, Iconic Images Film Festival, Golden Wheat awards and Hollywood Venus awards.

I contadini che dirigono la lotta, che adesso è diventata il “movimento di tutti” perché denuncia le condizioni generali in cui si vive in India, continuano a fare pressione su Modi, affinché ritiri le leggi, ma in tutto questo Modi è come scomparso dopo i mega raduni elettorali che hanno contribuito ad allargare i contagi.

Contro Modi il genocida i contadini continuano le proteste con nuove iniziative, come quella ai caselli autostradali per parlare a migliaia di pendolari e che vede tanta polizia presente.

Il prossimo 5 giugno, poi, ad un anno dall’approvazione delle leggi, saranno bruciate copie di queste leggi fuori dalle sedi del partito di Modi BJP e dei membri dell’Assemblea Legislativa e del Parlamento in ogni circoscrizione, e se in qualche circoscrizione non ci sono le sedi del partito, saranno bruciate davanti alle sedi elettorali.

L’idea, espressa dai rappresentati dei contadini in varie riunioni pubbliche, è quella di rafforzare ancora di più la mobilitazione a livello nazionale, anche attraverso quella che chiamano “unione operai contadini”.

Non andiamo da nessuna parte, dicono i contadini rispondendo al “silenzio” del governo; hanno costruito cittadelle semi stabili e si preparano a resistere alla stagione dei monsoni rendendole ancora più stabili, perché possono aspettare, dicono, fino alle nuove elezioni del 2024.

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