lunedì 24 giugno 2024

Mobilitiamoci per la giornata mondiale contro la Operazione Kagaar - Avanti a fianco dei popoli del mondo! - info csgpindia@gmail.com

 PARTITO COMUNISTA DELL’INDIA (MAOISTA)

Comitato Centrale

15 giugno 2024

Mobilitiamoci per la giornata mondiale contro la Operazione Kahaar

Avanti a fianco dei popoli del mondo

Caro popolo,

Il 1° luglio, per la giornata mondiale di protesta contro l'"operazione Kahaar", il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India (ICSPWI) ha lanciato un appello. Innanzitutto, il Comitato Centrale del PCI (maoista) esprime la sua gratitudine all'ICSPWI.

Per sradicare una guerra popolare che dura in India da più di cinquant'anni, a gennaio 2024 le classi dominanti indiane hanno lanciato una nuova campagna militare antisovversione chiamata "Operazione Kahaar". Nel corso di questa campagna militare sono state assassinate più di 125 persone: gente comune, rivoluzionari, quadri di partito e guerriglieri del PLGA, da un neonato di 6 mesi fino ad anziani ultrasessantenni. Ricordando i martiri, il nostro partito rivolge il suo saluto rosso ai popoli di ogni paese che nello spirito dell’internazionalismo proletario alza la voce per fermare il genocidio degli oppressi in India.

Il nostro Partito fa appello ai connazionali perché si mobilitino contro l'operazione Kagaar per sconfiggere le politiche fasciste delle classi dominanti indiane, a marciare fianco a fianco con quanti a livello internazionale hanno lanciato la giornata mondiale di protesta contro Kahaar per difendere la guerra popolare in India e fermare i feroci attacchi militari contro la popolazione.

Negli ultimi sei mesi, gli attacchi militari e i genocidi dell'operazione Kagaar in corso contro il popolo

indiano, in particolare nell'India centrale contro gli indigeni del Dandakaranya, sono stati duramente denunciati e molte voci di amici della democrazia, organizzazioni e forze progressiste, popolari e rivoluzionarie, che stanno avanzando in diverse forme, si sono fatte sentire per rivendicare la pace in Dandakaranya. In Nord America, Europa, America del Sud, Africa e in diversi paesi dell'Asia chiedono allo Stato indiano di fermare immediatamente l'operazione Kahaar. Recentemente, durante gli incontri del G7 in Italia, è stata organizzata una manifestazione di protesta contro la operazione Kahaar. La loro fraternità con i popoli oppressi mostra lo spirito del proletariato internazionale.

Nel nostro paese, diverse organizzazioni e forze rivoluzionarie, democratici, giornalisti, scrittori, artisti, pro-adivasi, attivisti sociali e avvocati condannano in diversi modi l'operazione Kahaar. Nel condannare le attività illegali delle forze di polizia, esigono l’intervento della magistratura, chiedono lo sciopero. Fanno appello al popolo indiano a intensificare il movimento per fermare il genocidio e il bagno di sangue. Condannano la subdola manovra dei colloqui di pace da parte del governo del Chhattisgarh e rivendicano che si tengano franchi colloqui di pace con il partito maoista. In primo luogo, chiedono di fermare il genocidio in corso contro la popolazione e la costruzione di altri accampamenti delle forze di sicurezza nelle foreste. Il nostro partito esprime il saluto rosso a tutti costoro.

Il 1° gennaio nel villaggio Mudhvendi, distretto di Bijapur, stato del Chhattisgarh, la polizia ha ucciso una neonata di sei mesi. Da allora si commettono stragi ogni 8-10 giorni. In questo continuo genocidio, a Chipurbati, Korcholi, Aapatola, Kakur-Tekametta, Pidiya, Rekavaya e Gobel sono stati uccisi indiscriminatamente giovani indigeni, contadini, rivoluzionari, che fossero donne, uomini e anziani. In molti altri incidenti, giovani adivasi sono uccisi ma la polizia dichiara che sono stati uccisi dei maoisti e diffonde false notizie su di loro. Dopo ogni scontro, il ministro degli Interni del governo centrale, Amit Shah, rigraziando il personale della polizia criminale, legittima questi scontri e rinnova il proclama di liberare l'India dai maoisti entro il termine stabilito. Tutte le menzogne di Amit Shah sono duramente criticate dagli indiani, che raccolgono i cadaveri e gridano al mondo la verità dei fatti, denunciando i colpevoli nella stazione di polizia. A loro sostegno, diversi giornalisti, YouTuber e attivisti sociali stanno facendo inchieste sul campo per dire la verità.

Gli indigeni, per loro tradizione, ogni volta che vanno nella foresta portano con sé le loro armi tradizionali per proteggersi dagli animali selvatici. Dall'inizio della Operazione Kahaar, agli indigeni è stato illegalmente vietato di andare nella foresta. Dopo aver ucciso abitanti dei villaggi, la polizia non rende noti i nomi delle persone decedute, non mostra i loro volti, avvolge i cadaveri in teli di plastica e dichiara che "sono stati uccisi maoisti non identificati". Vengono esposti cadaveri su barelle con accanto armi, bombe, libri e documenti rivoluzionari. Alcuni cadaveri sono rivestiti con le uniformi dei guerriglieri. La gente dei villaggi denuncia immediatamente queste attività illegali della polizia. Per mettersi in salvo dal fuoco della polizia, gli abitanti dei villaggi fuggono nella foresta ma le forze di sicurezza, che già hanno circondato la zona, li uccidono, ignorando le loro suppliche. Con queste atrocità contro il popolo, puntano a terrorizzarlo per separarlo dal movimento per la giustizia ed eliminare il partito maoista; questo è lo scopo di questa campagna militare. È altrettanto chiaro che lo Stato indiano sta portando avanti questa guerra genocida, per consegnare le risorse naturali alle potenze imperialiste e alle grandi multinazionali. Per eliminare il movimento degli indigeni che nelle regioni forestali dell'India centrale e orientale lottano per difendere le foreste, la loro stessa esistenza e dignità, movimento che da più di 20 anni continua e versa il suo sangue, le classi dominanti indiane hanno scatenato la Operazione Kagaar. e proclamano che questa comporterà la fine del partito maoista.

Cari popoli del nostro Paese e del mondo,

Nelle recenti elezioni di Lok Sabha, il popolo indiano ha sconfitto il partito hindutva BJP. Dopo 10 anni di politiche antipopolari e filo-padronali del BJP, che hanno causato gravi problemi al popolo, hanno dato una lezione a Modi-Shah, che aveva ripetutamente pronosticato che questa volta avrebbe ottenuto oltre 400 seggi. Il popolo ha smascherato il falso modello di sviluppo del BJP e il suo slogan “Sab Ka Saath, Sab Ka Vishwas” (con l’aiuto di tutti, con la fiducia di tutti) e in queste elezioni hanno mostrato la forza del popolo. Hanno infranto le speranze delle potenze imperialiste e delle multinazionali di far ottenere a Modi la maggioranza assoluta alle elezioni, per poter saccheggiare più rapidamente le enormi risorse naturali del paese. Con il loro aiuto, l’Hindutva puntava a fare dell’India un paese sviluppato entro il 2047 (nazione indù, la politica Surajkund lanciata nel 2022 ma il popolo indiano ha rifiutato tutte queste politiche e ha affogato i sogni di governare con le sole proprie forze). Nonostante 10 anni di malcontento popolare, Narendra Modi, fondendosi opportunisticamente con i partiti regionali, è diventato Primo Ministro per la terza volta.

In queste elezioni il popolo del paese ha chiaramente espresso la sua posizione contro le politiche di corporativizzazione e militarizzazione del governo. Hanno dato il loro verdetto contro le politiche hindutva. Ma, nonostante il verdetto popolare e la protesta globale non penseranno nemmeno di abbandonare le loro politiche fasciste. Perché l’imperialismo è alle prese con una crisi profonda. Per uscire dalla crisi, l’imperialismo precipita i popoli del mondo nel pantano della guerra. La loro sete di risorse non si placa. Per loro ci vorrebbero tanti Modi. Fa loro gola il grande mercato indiano. Chiunque si metta sulla loro strada, cercano di rimuoverlo con loro forza militare. Ma la storia mostra ogni volta che ciò non è sempre possibile.

Nel movimento popolare di oggi, da una parte ci sono tutte le forze padronali e i loro agenti al governo che ballano la loro musica, dall'altra ci sono le grandi masse, lavoratori, studenti, intellettuali e impiegati che restano legati al movimento. Le masse oppresse a livello internazionale esprimono la loro più profonda fratellanza a queste forze. Le chiamano a opporsi alle multinazionali che investono nel nostro paese capitali che grondano sangue del popolo e a costringerli a riprendersi le loro ricchezze. Dobbiamo accelerare i movimenti antimperialisti e la lotta di classe degli oppressi nel mondo, forgiando una salda fratellanza tra le classi oppresse di tutto il mondo. Per quanta repressione e aggressioni militari impongano alle masse, nessun fascista sarà perdonato. Faranno la fine di Hitler e anche qui il popolo otterrà la vittoria, la storia dimostrerà questa verità

Abhay Portavoce

Comitato Centrale

giovedì 20 giugno 2024

1° luglio Giornata di Internazionale di azione contro la “Operazione Kagaar”!

 

Mentre si perpetra il genocidio contro il popolo Palestinese per mano dei sionisti del regime di Israele, degli imperialisti americani e di diversi Stati che si definiscono “democratici”, in India, nella “più grande democrazia del mondo”, il primo ministro Modi, amico di Netanyahu e dei sionisti, continua nella sua strategia genocida contra gli Adivasis e il movimento rivoluzionario, oggi con la “Operación Kahaar”.

Dopo aver resistito valorosamente ed eroicamente alla operazione genocida Green Hunt e alle continue campagne genocide, il movimento rivoluzionario e i popoli indigeni dell’India affrontano una nuova offensiva del regime brahmanico Hindutva.

Le classi dominanti indiane, preoccupate dal movimento rivoluzionario popolare, magnificano tutto il loro macchinario armato per eliminare il movimento rivoluzionario affidandogli la missione di una “India libera dai maoisti” entro la fine del 2024.

Non possiamo restare indifferenti di fronte a questo nuovo assalto fascista del regime indiano per eliminare l’unica alternativa a questo sistema di sfruttamento e oppressione delle popolazioni.

Por questo L’ICSPWI fa appello a tutti i rivoluzionari e le loro organizzazioni, agli attivisti politici e alle masse rivoluzionarie a lottare e opporsi ai crimini del regime reazionario indiano e a denunciare questi crimini.

Facciamo appello a realizzare il prossimo 1o luglio azioni alle ambasciate, consolati, istituzioni e interessi dell’India nel mondo, secondo le condizioni nazionali e locali di ogni paese, ad essere un pugno di unità di solidarietà internazionalista per colpire con decisione il regime fascista y genocida de Modi la sua nuova operazione genocida Kahaar e per mostrare col pugno chiuso alzato il nostro sostegno incondizionato alle masse popolari dell’India, alla gloriosa guerra popolare e al partito che la dirige, in quanto parte inseparabile della rivoluzione proletaria mondiale.

STOP OPERATION KAHAAR!

MORTE AL REGIME FASCISTA E GENOCIDA DI MODI!

VIVA IL PCI(MAOISTA)!

VIVA LA GUERRA POPOLAR IN INDIA!

VIVA L’INTERNAZIONALISMO PROLETARIO!




giovedì 6 giugno 2024

Fermare immediatamente i massacri compiuti dall'esercito in Dandakaranya!!! Ferma l'Operazione Kagar.

 

Il regime brahminico Hindutva in India continua i suoi brutali attacchi genocidi contro le popolazioni indigene/adivasi, specialmente nell'India centrale.

Questi massacri contro gli Adivasi sono compiuti dalle classi dominanti che si muovono surrettiziamente tra castismo, Hindutva e fascismo nella democrazia indiana. Bisogna riconoscere che i partiti parlamentari che hanno applaudito il governo durante questo periodo elettorale della Lok Sabha quando ha detto "abbiamo ucciso 103 adivasi" (120 ad oggi!!) sono i protettori del fascismo Hindutva e i servi dell'imperialismo.

Nell'ultimo mese, tre falsi scontri sono costati la vita a 29 persone nel distretto di Kanker. L'11 maggio, 12 contadini adivasi sono stati uccisi dall'esercito nel distretto di Bijapur. Cinque persone del villaggio di Pedia e sette del villaggio di Etevar sono state uccise in un falso scontro effettuato dalle forze paramilitari indiane.

Questi abitanti del villaggio, che erano usciti per raccogliere le foglie di Tendu (un'antica pratica agricola), sono stati colpiti dalle forze di sicurezza quando hanno cercato di fuggire in preda al panico alla vista delle forze paramilitari. Molti abitanti del villaggio sono stati trascinati fuori dalle loro case e uccisi a colpi di arma da fuoco. Le forze di sicurezza hanno arrestato 30 Adivasi per aver denunciato questa ingiustizia. Parlando con i media locali, gli adivasi hanno rivelato che tra le persone uccise c'erano Sethu Kunjam, un alunno di quinta elementare della scuola di Basaguda, e Channu Avlam, una persona malata di mente. Una persona, colpita tre volte alla gamba, si è rifiutata di andare in ospedale per paura di essere uccisa dalle forze di sicurezza.

mercoledì 5 giugno 2024

A sostegno della lotta di liberazione del popolo palestinese!

Cari compagni,

Saluti rossi!

Diamo il benvenuto alla vostra posizione che si concentra su varie attività in tutto il mondo a sostegno della lotta per la libertà palestinese. Come viene detto, si tratta di una questione primaria davanti ai popoli di tutto il mondo e soprattutto di fronte ai partiti proletari e alle forze antimperialiste di tutto il mondo.

Il Partito Comunista dell'India (Maoista) rende i suoi tributi rivoluzionari al popolo rivoluzionario della Palestina che dà la loro vita per la causa della libertà della loro patria strappandola dagli artigli dell’occupazione israeliana. Esso trasmette i suoi saluti rossi a tutto il popolo palestinese che sta combattendo con fervore rivoluzionario e aspirazione nazionale con estremo coraggio contro l’occupazione di Israele fascista e i suoi brutali massacri, sostenuto dagli Stati Uniti e da altre forze imperialiste occidentali. Siamo con il popolo palestinese nella sua lotta per la liberazione.

La guerra genocida in Palestina da parte della macchina da guerra sionista-israeliana con il sostegno di Stati Uniti e Regno Unito e altre forze imperialiste occidentali continua senza sosta. Inoltre, i paesi imperialisti guidati dagli Stati Uniti hanno impedito ogni processo di pace all’Assemblea dell’Onu. Infine, esso ha dato una mano nel far nascere e unire i movimenti degli studenti contro l’oltraggio globale perpetrato dall’imperialismo Usa e dallo stato sionista di Israele. Per schiacciare i movimenti studenteschi in corso nei campus degli Stati Uniti, le classi dirigenti degli Stati Uniti stanno facendo di tutto. Oggi, il sostegno alla lotta per la liberazione palestinese si intensifica e la voce contro la guerra si fa sempre più forte. Il Partito Comunista dell'India (Maoista) risolutamente si schiera con i movimenti in corso a sostegno della lotta palestinese. Sostiene la giusta lotta per la libertà della Palestina contro l'imperialismo nel suo complesso e l'occupazione israeliana e le sue misure antinazionali e anti-Palestina.

sabato 1 giugno 2024

Porre fine all'ingiusta incarcerazione del compagno Prashant Bose e di tutti i prigionieri politici

Porre fine all'ingiusta incarcerazione del compagno Prashant Bose e di tutti i prigionieri politici

Il 12 novembre 2021, Prashant Bose, un anziano attivista politico del Jharkhand, e la sua compagna di vita e di lotta, Shila Marandi, sono stati arrestati dalla polizia di stato mentre si recavano a un appuntamento medico per la cura di una cataratta. Da allora, nonostante fosse in condizioni di salute critiche e avesse quasi 80 anni, è stato imprigionato in un carcere del Jharkhand. È un attivista politico veterano che ha partecipato e guidato diverse rivolte contadine in stati come il Bengala, il Bihar quando non era ancora diviso e successivamente il Jharkhand e il Bihar.

Crediamo che, anche se si può non essere d'accordo con una certa ideologia politica, non si dovrebbe mai essere criminalizzati per aver adottato un'ideologia diversa da quella dello Stato. Invece di rilasciare quest'uomo anziano, il governo ha fatto pressioni con accuse contro di lui uno dopo l'altro, mettendolo così dietro le sbarre per anni senza un processo. Questa strategia nega di fatto il detto della Corte Suprema, "la cauzione è la regola, il carcere è l'eccezione", e quindi lo Stato indiano ha trasformato il processo legale in una punizione sostanziale.

Inoltre, è disumano da parte dello Stato arrestare un ottuagenario e tenerlo in prigione. Sulla base delle informazioni raccolte da diverse agenzie di stampa, il signor Bose è afflitto da molteplici condizioni di salute come ipertensione, paralisi e altre, che lo rendono incapace persino di stare in piedi in modo indipendente. Siamo consapevoli che le infrastrutture carcerarie sono del tutto inadatte a persone così anziane e malate per condurre una vita normale. Ciò implica che la detenzione di tali individui riduce di fatto il loro diritto alla vita garantito dalla Costituzione. Abbiamo già perso padre Stan Swamy a causa dell'indifferenza dello Stato nel lasciargli vivere una vita dignitosa.