Il Comitato Internazionale di sostegno alla guerra popolare in India è stato presentato a Marghera ieri, sabato 2 aprile, in un’assemblea organizzata dal sindacato Slai cobas per il sindacato di classe.
All’interno della sala striscioni inneggianti alla gp e alla rivolta di naxalbari, i pannelli della mostra del Comitato con le immagini della gp e un banchetto con le pubblicazioni internazionaliste, in particolare la Rivista Maoist Road che ha dato vita alla campagna e al Comitato e il comunicato dei compagni peruviani del MPP sul boicottaggio elettorale delle elezioni che si tengono in questo mese, oltre a locandine contro la guerra imperialista in Libia e sulla rivolte in maghreb di proletari comunisti-Pcm.
Il Comitato ha chiamato i lavoratori presenti, tutti proletari immigrati, ad unirsi nel sostegno alle masse indiane oppresse, alla classe operaia e al suo Partito che dirige la guerra popolare per il comunismo sferrando colpi allo Stato reazionario indiano e all’imperialismo a cui esso è legato, una gp che sta costruendo un nuovo potere nel “corridoio rosso” dell’India e che rappresenta un faro della rivoluzione per tutti gli oppressi del mondo.
La campagna è internazionale e si sta estendendo in molti paesi. In Italia ci saranno iniziative in diverse città italiane m.
Nel corso dell’assemblea è stata data lettura ai presenti del messaggio per la campagna da parte delle compagne dell’MFPR e dei giovani maoisti di Red Block.
Il Comitato non è nato solo per solidarizzare e rappresentare un popolo vittima dei crimini imperialisti, ma per affermare gli insegnamenti della gp e del maoismo che la guida oggi in India, Perù, Filippine ecc.
la vera forza delle masse oppresse e sfruttate è la lotta per un nuovo potere con le proprie bandiere e non dietro a quelle della borghesia e della piccola borghesia.
Il Comitato ha denunciato i crimini dello Stato indiano contro il suo stesso popolo con l’operazione “green hunt” anche attraverso la visione di un filmato che presentava lo scontro tra le masse rivoluzionarie e le milizie paramilitari fasciste, la gp che conquista intellettuali e forze democratiche, come Arundhati Roy che ha incontrato i combattenti maoisti indiani e ne ha pubblicato un reportage e che nelle assemblee ha denunciato i crimini dello stato reazionario indiano e smascherato la natura autoritaria della cosiddetta democrazia .
Contro il terrorismo di stato di “green hunt” le potenze imperialiste, così tanto interessate a “difendere la popolazione civile” a suon di bombe “umanitarie”, ieri a Begrado e oggi in Afghanistan e Libia, restano in silenzio di fronte alla repressione militare in India.
Il Comitato ha esaltato la ribellione degli operai indiani che hanno adottato forme radicali di lotta contro i propri padroni sfruttatori. A questo proposito è stato letto il testo di una mozione portata tra i proletari del nostro paese che l’assemblea ha approvato
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