lunedì 15 giugno 2020

LIBERTA' PER VARAVARA RAO E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI IN INDIA


GIORNATA INTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE
Il 28 agosto 2018, viene arrestato Varavara Rao, noto intellettuale e poeta, insieme a Vernon Gonzalves, Arun Ferriera, Gautam Navalakha e Sudha Bhardwaj (dopo che dal 6 giugno erano già iniziati arresti di intellettuali in tutto il paese da parte della polizia di Pune); sono stati prelevati dalle loro abitazioni, imputando anche a loro, la stessa accusa di cospirazione contro il primo ministro. La polizia ha fatto irruzione anche nelle case dei Prof. Anand Teltumbde (a Goa), K.Satyanarayana, dei giornalisti Kranthi e Kurmanath (Hydeabad) e di padre Stan Swamy (Ranchi). 
I veri responsabili delle violenze del 1° gennaio 2018 a Bhima Koregaon (Shambhaji Bhide, che Narendra Modi chiama Guruji e Milind Egbote), non sono mai stati toccati dalla polizia di Pune e il governo del Maharashtra e oggi circolano liberi.
Lo stesso giugno, attraverso media compiacenti, la polizia ha iniziato a far circolare l’ipotesi di complotto, affermando di aver recuperato dai portatili di Rona Wilson e altre lettere compromettenti e che ne provavano la partecipazione a un complotto con i maoisti per assassinare il primo ministro, Narendra Modi e fare guerra allo stato indiano.
L’accusa contro questi intellettuali per un presunto complotto per uccidere Narendra Modi è una delle più grandi frodi propinate al popolo dell'India. Stanno cercando di mettere a tacere le voci vive del dissenso, con gli agguati mortali contro persone come Dabholkar, Pansare, Kalburgi, Gauri Lankesh, il tentato assassinio di Omar Khalid, la condanna di attivisti come GN Sai Baba e gli altri, Murugan, Chandrasekhar, Azad Ravan e infine con l'attuale ondata di arresti e incriminazioni per UAPA e leggi anti-sedizione.
Tutti questi intellettuali, dal dott. Vinayak Sen e Sony Sori a Saibaba e Varavara Rao, Sudha Bharadwaj e gli altri sono attivisti per i diritti democratici e intellettuali rivoluzionari che hanno dedicato la vita a difendere i diritti degli oppressi - dalit, Adivasi, minoranze, donne, lavoratori, contadini - e il loro diritto di organizzarsi e mobilitarsi per i propri diritti. È questo attivismo che l'attuale regime fascista di Modi e Shah vuole fermare.
E infatti, dopo avere ottenuto gli arresti domiciliari, il poeta e intellettuale maoista, di 78 anni, Varavara Rao è stato arrestato di nuovo a novembre dagli organismi repressivi, ad Hyderabad, per portarlo a Pune con l’accusa di legami con i maoisti.
L’arresto è avvenuto tra grande tensione attorno al suo appartamento di Gandhinagar, dove si sono riuniti tanti simpatizzanti, attivisti dei diritti umani e membri delle organizzazioni per le libertà civili, che hanno gridato slogan contro un “arresto illegale”. “Condanniamo energicamente la brutale repressione contro gli attivisti per i diritti umani e democratici”.
“L’arresto di Varavara Rao è totalmente incostituzionale e illegale”, ha affermato l’attivista per i diritti civili e avvocato V Raghunath. I membri della famiglia Rao, compreso sua moglie Hemalatha, si sono precipitati quando la polizia di Pune lo ha obbligato a salire su un veicolo.
È evidente l’accanimento delle autorità reazionarie contro coloro che senza alcuna prova vengono descritti come Naxaliti Urbani legandoli ad un supposto complotto contro il premier Modi.

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